2017 - 01 - 28: Prof. Renzo Vento - L'ultimo degli Elimi

Sabato 28 gennaio 2017 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Assoiazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, un numeroso gruppo di soci, nonostante le condizioni meteorologiche non proprio favorevoli, ha partecipato egualmente al settimanale incontro previsto dal programma delle attività culturali per l'anno 2017 , XXXI Corso di cultura, XXXV dalla Fondazione.







 











Relatore della serata il Prof. Renzo Vento, socio onorario del sodalizio, che è stato ricevuto dal Prof. Valenti  e dai presenti che lo hanno conosciuto ed apprezzato per le sue numerose ed annuali partecipazioni alle attività culturali del sodalizio.


 















In apertura dei lavori il Presidente, chiedendo scusa all'ospite, ha voluto ricordare ai presenti che per il giorno 12 febbraio p.v. nel programma annuale delle attività è stata pevista l'escursione di un giorno a Palermo per la visita alla interessante mostra fotografica '' Steve Mccurry Icons '' e ad altri palazzi e monumenti con la presenza del Prof. G. Bongiovanni. Avvicinandosi quindi l'evento sarebbe stato quindi opportuno che chi avesse voluto parteciparvi si fosse affrettato ad effettuare la relativa prenotazione entro sabato 4 febbraio p.v. al massimo al fine di predisporre quanto necessario per una sua corretta realizzazione. 


Ciò detto ha passato la parola al Prof. Vento che ha ringraziato i presenti in sala  e l'Associazione per averlo voluto invitare ancora una volta alle attività previste per l'anno in corso. 

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito dall'oratore sul tema '' L'ultimo degli Elimi '' ispirato da una foto scattata nel 1950 e ritraente un caratteristico personaggio bizarramente agghindato che con il suo gregge di pecore abitava in una grotta del Monte Barbaro su cui sorge l'antico teatro di Segesta lontano a tutti i centri urbani e dalle persone con cui raramente e saltuariamente veniva talvolta in contatto.



















Saputa dell'esistenza di tale personaggio nel lontano 1950 fu organizzata una gita familiare privata al fine di ritrovarlo, poterlo incontrare e fu in occasione di quell'incontro fugace che furono scattate le uniche fotografie che ne ricordano la figura. 

Il titolo del tema della serata è stato quindi solamemte rievocativo e ha lo scopo di ricordare oggi la condizione in cui fino a quegli anni alcuni uomini e nuclei familiari vivevano ancora in talune grotte del territorio del trapanese come sul Monte Barbaro e nei pressi di S. Vito Lo Capo.  

Del personaggio del tema ne parlò anche lo scrittore Francesco Formigari in una sua pubblicazione dal titolo '' Storia di Segesta e di Erice '' che lo incontrò in una sua visita a Segesta molti e molti anni fà quando la località del trapanese era interessata da uno scarso e limitato flusso turistico.



















Gli Elimi arrivarono a Segesta intorno al 1270 a.c. e vi rimasero fino al 300-400 a.c. quando, sopravvenendo i Fenici, scomparvero pur avendo avuto un importante ruolo nella storia della Sicilia occidentale. Essi erano definiti con tale nome dai Greci di Sicilia in quanto produttori e consumatori di '' elimos '' ovvero di panico ovvero di un tipo di cereale diverso dal grano e dall'orzo.

Essi fondrono le città di Erice, Segesta, Entella ed Alicia Aliciarum che era formata da numerosi e piccoli insediamenti che tuttavia erano considerati come un unicum. 

Sullo loro origine si hanno diverse ipotesi:
- Ellanico dice che essi arrivarono nella Sicilia occidentale proveniendo dall'Italia meridionale;
- Tucidite invece riferisce che essi vennero dall'Anatolia contemporaneamente o prima la caduta di Troia;
- Filisto di Siracusa li considera provenienti dalla Liguria stante che alcune delle città fondate poi in Sicilia avevano nomi assonanti a quelli liguri;
- Nell'Eneide Virgilio narra di Enea che approdando in Sicilia incontra Aceste, compagno di Ulisse ivi rimasto dopo la precipitosa partenza in seguito all'incontro con Polifemo. Lo stesso Aceste tornato in patria ritornò di nuovo in Sicilia portando con se delle fanciulle e dei giovani fra cui Elimo che stabilitosi ad Erice divenne il sovrano del regno elimo;
- altra ipotesi è quella che dopo la guerra di Troia dei profughi si stabilirono prima in Epiro, poi nell'Itaia meridionale ed infine giunsero in Sicilia.

La lingua degli Elimi derivava da quella degli Ittiti, lingua a se stante che veniva parlata anche a Troia e la cui grafia assunse successivamente quella greca.


Da qualche tempo in provincia di Trapani i comuni di Buseto Palizzolo, Erice, Custonaci, Castellammare del Golfo, Paceco, S. Vito Lo Capo e Valderice si sono costituiti nell'Unione dei Comuni Elimo - Ericini al fine di realizzare un progetto finalizzato al recupero della cultura elima ed attraverso essa dare un impulso alla economia della zona.

A tale scopo il Prof. Vento ha lanciato l'idea di costituire anche un itinerario turistico elimo da affiancare a quelli esistenti greco e romano.

La relazione si è conclusa con la proiezione di una serie di diapositive relative alle vestigia elime che si ritrovano sul territorio della provincia di Trapani ed al termine della quale si è avuta l'apertura di un dibattito cui hanno partecipato molti dei presenti in sala che hanno chiesto ulteriori notizie e precisazioni.

Chiuso il dibattito, il Prof. Valenti ha ringraziato l'oratore per l'interessante tema trattato ed a ricordo della serata, a nome dell'Associazione, gli ha offerto il libro di E. Milana '' 33 cunti tra le vele del tempo e della storia '' e quindi ha ricordato ai presenti il prossimo incontro in programma previsto per sabato 4 febbraio 2017 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione con il Dott. Marco Scalabrino.



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