2017 - 05 - 27: Dott. Salvatore Denaro: Monte S. Giuliano al tempo di padre Giuseppe Castronovo

Sabato 27 maggio 2017 alle ore 18.20 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani , via Vespri 32, con la partecipazione di un gruppo molto numeroso di soci e di simpatizzanti si è tenuto il settimanale incontro previsto dal calendario delle attività del XXXI Corso di cultura per l'anno 2017.

Il relatore della serata, Dott. Salvatore Denaro, noto ai soci per aver più volte partecipato alle attività culturali del sodalizio, è stato accolto dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, che aperti i lavori della serata, dopo aver brevemente accennato al tema che sarebbe tato trattato, gli ha ceduto la parola.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamnte tratta da quanto riferito nel corso dell'incontro.

Avuta la parola, il Dott. Denaro, studioso di archivistica ed uomo di cultura, che da sei anni dirige la 7^ Sezione del Comune di Erice ( Eventi e cultura del Centro storico ), dopo un breve saluto ai presenti ed un ringraziamento all'Associazione per l'invito rivoltogli, ha iniziato la sua esposizione riferendo che, motivi affettivi e lavorativi, lo hanno portato ad approfondire gli aspetti storici del territorio di Erice favorito in ciò dalla presenza nella Biblioteca del Comune di documenti relativi al '700 ed all'800 come riportati negli scritti del Catronovo in cui era raccontata la vita sociale di quel periodo.

Il territorio di Erice era in quel tempo molto vasto, essendo per estensione il 2° di tutta la Sicilia. Anava da Castellammare del Golfo fino alla Tonnara d S. Giuliano a Trapani e dal lato terra fino alla Montagna Grande comprendendo quindi gli attuali comuni di: Castellammare del Golfo, S. Vito Lo Capo, Custonaci, Valderice e Buseto Palizzolo.

Il territorio, appartenente a Federico II che lo volle ripopolare e prova ne sono oggi gli antichi casali oggi del tutto abbandonati, era sia di terra sia di mare, come descritto dal Carvini, ed era costellato lungo i suoi confini a mare da una serie di torri costiere di avvistamento e segnalazione realizzate da Camillo Camigliani nel 1500.  
Molto spesso attigue alle torri erano localizzate le tonnare che costituivano fonte di reddito per le popolazioni e le famiglie della zona.
Un atto del notaro Salerno di Erice, allora Monte S. Giuliano, relativamente alla tonnara di Bonagia, riporta la storia del microcosmo abitativo e lavorativo che ruotava attorno ad essa nel periodo di maggiore attività, ovvero da aprile ad ottobre in quanto a giugno si aveva la pesca del tonno, e descrive dettagliatamente le varie funzioni di chi prendeva parte a quel lavoro. 

Nel periodo che andava dal 1586 al 1676, come riportato dal Cordici, Monte S. Giuliano era molto abitata ed in essa si contavano 4 parrocchie ed alcuni monasteri dei quali di recente qualcuno restaurato e riaperto.

Intorno al 1820-1830 il territorio era suddiviso in frazioni, suddivise fra il centro e la valle, che a loro volta erano divise ancora in sezioni.

Nel 1861 Monte S. Giuliano contava 21000 abitanti dei quali 5000 nel Centro storico. Oggi, soprattutto nel periodo invernale, essi si riducono a poche decine!

Il Castronovo nel 1875 riferiva che Erice era città demaniale in quanto mantenutasi fedele alla corona regia per cui i suoi cittadini godevano gratuitamente di alcuni privilegi su tutto il territorio e le campagne come lo ius lignandi, pascendi, acquandi. 

Nel tardo 1800 la città era governata dal clero, per tradizione conservatore. e vi si contavano ben 64 chiese ed alcuni monasteri. Esso aveva acquisito non solo importanza sociale e politica ma anche la gestione delle scuole condizionando così la formazione delle future generazioni.
Al suo interno tuttavia, con l'avvento dei moti rivoluzionari, nacquero  dei dissidi in quanto alcuni preti e monaci si schierarono a favore della popolazione propugndo una maggiore giustizia sociale.  

 
Nel 1800 la popolazione era composta dal patriziato locale formato dall'alta borghesia, dalla borghesia, dagli artigiani ( fabbri, bottai, sarti, orefici, ecc ), dal popolo e dal clero e nel 1850 coloro che potevano esprimere il loro voto erano solo i proprietari terrieri, i borghesi ed i commercianti.

Notevoli furono le opere realizzate e relative alla viabilità realizzate nel 1800: 
- l'attuale acciottolato delle vie dopo il rifacimento delle fogne e dell'impianto idrico della città
- le prime 7 miglia da Trapani a Bonagia con il successivo completamento, la strada per Paparella ( l'attuale Valderice ) e Ragusia, la strada per Custonaci e S.Vito e quella per S. Marco, Ballata e Buseto Palizzolo.

Nel periodo 1848 - 1860 e successivamente anche Monte S.Giuliano partecipò alla lotta sulla tassa del macinato imposta dai Borboni ma il malcontento che covava in modo particolare nel popolo portò molti giovani come Coppola ed i frateli La Russa a partecipare alla batttaglia di Calatafimi prima e del ponte dell'Ammiragliato, dopo, a Palermo desiderosi di un riscatto che in effetti successivamente non ci fù.

Nel 1800 erano in Erice 3 scuole elementari in un edificio contiguo alla casa del convento di S. Francesco. Nel 1807 fu fondato il Collegio studio a S. Martino con 8 cattedre e nel 1855 per volere del Catronovo la Scuola Lancarstiana ( dal suo fondatore Lancaster ) il ui fine era quello di formare allievi che poi diventassero docenti presso la stessa scuola.
Con il 1870, in relazione a quanto detto dopo, il clero perse la sua prerogativa nella formazione e nella istruzione dei giovani.

Nel 1859 la legge Casati e la successiva legge Coppino del 1877 diedero a tutti la possibilità di frequentare la scuola elementare ed in tal senso si adoperò anche Nunzio Nasi nel 1876 quando era Direttore della P.I. di Trapani prima i diventare deputato e poi sottosegretario dello stesso ministero.
Lo steso si preoccupò di trovare validi insegnanti ma nonn trovandli in loco si rivolse ad alcuni amici che gli segnalarono Valerio e Valfredo Carducci, rispettivamente frtello e cugino del più famoso Giosuè, anche loro di grande valenza culturale, che di buon grado accettarono l'incarico.   
Sul territorio furono quindi create nuove e diverse scuole estendendo di fatto l'istruzione a tutto il circondario ovvero anche a quelle località che sarebbero diventate poi i diversi nuovi comuni.

Notevole importanza dal punto di vista culturale ebbe per Erice il Conte Agostino Pepoli, diorigini bolognesi, ma trasferitosi a Trapani. A lui è dedicato oggi il museo regionale in cui sono custodite molte delle opere dallo stesso collezionate.
Nel 1877 egli ottenne la proprietà delle Torri Pepoli, in cui viveva, in cambio del loro restauro e della creazione del giardino all'italiana oggi noto come '' Giardino del Balio''; costruì anche la '' Torretta Pepoli '' che utilizzava per incontrare gli amici ed i letterati del tempo.

Nel 1820 nacque ad Erice un ospedale e nel 1870 la biblioteca in ui confluirono i testi ed i libri dei conventi passati di proprietà dello Stato.

Nel 1800 Erice era già famosa tant'è che alcun regnanti del tempo come la Regina di Prussia e l'Arciduca d'Austria ,voller nel 1852 effettuarvi una rapida visita. Ancora nell'800 il tempo libero veniva trascorso prevalentemente nel centro storico. Dopo il 1862 nacque il Teatro comunale, ora Biblioteca comunale, in quanto lo stess, era precedentemente ritenuto dai Borboni come locale pericoloso in cui tramare disordini e ribellione e pertanto molto limitato per vari motivi nella libertà e nelle attività. Altri locali di aggregazione erano le sale da biliardo, la Casa della conversazione la piazza ed una serie di taverne delle quali quelle più vicine al centro venivano frequentate dalla gente bene e quelle più in periferia dalla plebe e dai ceti più poveri.

Il Dott. Denaro ha quindi concluso la sua esposizione ringraziando i presenti per l'ascolto e l'attenzione prestata.



















Alla relazione è seguito un dibattito che, considerato il tema trattato e la notevole vicinanza di Erice a Trapani, ha suscitato nei presenti un notevole interesse per cui numerosi sono stati gli interventi dei presenti ai quali l'oratore ha fornito ulteriori e più dettagliate informzioni e chiarimenti.


Chiuso il dibattito, prima dei saluti di arrivederci a sabato 3 giugno 2017 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro in programma, il Prof. Valenti ha ringraziato il relatore per l'interessante tema trattato ed a ricordo ed a nome dell'Associazione gli ha offerto un piatto in ceramica di Burgio.   

 
 
  

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