2018 - 04 - 14: Prof. Salvatore Valenti - Chiesa, Convento di S. Domenico e il Crocifisso miracoloso

Sabato 14 aprile 2018 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti si è tenuto il settimanale incontro previsto dal programma delle attività del XXXII Corso di cultura per l'anno 2018.














Relatore della serata il Prof. Salvatore Valenti, Presidente del sodalizio che, per l'occasione, dopo essere stato brevemente presentato dalla Dott.ssa Silvia Casciano, ha preso la parola.


Prima di entrare nel tema della serata il Presidente ha comunicato ai presenti che:
- la partenza dell'escursione per S. Biagio Platani per gli '' Archi di Pasqua '' prevista per il giorno dopo sarebbe avvenuta da Piazza Vittorio Emanuele alle ore 08.00
- era in via di definizione la scelta della località e del locale da raggiungere in occasione della scampagnata del 1° maggio p.v. per la quale si potevano effettuare già, volendo, le relative prenotazioni.

Ciò detto ha riferito che il tema su cui arebbe parlato  nel corso della serata è il risultato di una richiesta fatta dalla socia Signora Lambiasi che tempo fa gli aveva domandato se avesse notizie o conoscesse qualcosa su quanto si diceva in merito al Crocifisso miracoloso che si trova nella Chiesa di S. Domenico a Trapani.

Si riporta pertanto di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della relazione che è stata integrata dalla proiezione di una serie di interessanti diapositive a supporto di quanto esposto rese disponibili e riportate successivamente.

Il relatore, nelle sue ricerche presso la Biblioteca Fardelliana di Trapani, ha riferito di aver trovato un manoscritto catalogato 311 del 1726 dal titolo '' Ristretto dei miracoli fatti dal Crocifisso miracoloso '' che parla dei miracoli del crocifisso ma anche di altre cose piuttosto interessanti.
Gli autori dell'opera tuttavia ( Padre Maestro Fra Pietro Cannizzaro,  un anonimo antico e il Padre predicatore Generale fra Vincenzo Cocuzza ) vi riportarono notizie non originali perchè nel 1502 ed ancor di più nel 1574 due pestilenze avvenute nel trapanese provocarono la morte dei frati domenicani e nell'opera di disinfettazione che ne seguì furono bruciate molte suppellettili del convento e con esse anche gli archivi.
A tale  perdita contribuirono anche le varie guerre, la loro dispersione e le ruberie e gli autori pertanto si rifecero agli storici di quel periodo come il Pugnatore, l'Orlandini, il Leonardo Alberti e il domenicano abate don Rocco Pirro più credibili in quanto più vicini al periodo considerato ovvero dal '500 al '700.


Prima di parlare della fondazione della chiesa di S. Domenico, il Prof. Valenti ha parlato della nascita degli ordini mendicanti perchè con il loro avvento si verificònella Chiesa  il passaggio dei frati dalla vita contemplativa prettamente conventuale a quella in cui la preghiera e la vita non erano più singole ma diventarono collettive ed attive espletando la loro azione nell'ambito dell'intero ordine.

Uno degli autori di tale modifica fu S. Domenico di Guzman, nato in Castiglia nel 1170 e morto poi a Bologna nel 1221, in quanto fu il fondatore dei domenicani di cui scrisse, sollecitato da papa Alessandro III, la regola che fu successivamente approvata da papa Onorio III nel 1216 ovvero dopo la sua morte. Per inciso nello stesso periodo, 1223, fu anche approvata la regola francescana. 

Pur essendo spagnolo Domenico frequentò la corte papale ed essendo molto abile nella predicazione e nell'attrarre gli uoimini mediante la preghiera e la sua parola, il papa lo utilizzò nelle crociate contro gli Albigesi francesi, nelle crociate in Terra Santa in cui i frati dell'ordine  fondarono anche alcuni conventi e in questioni morali e sociali.
Ai Domenicani papa Gregorio IX affidò anche l'incarico di presiedere i tribunali dell'inquisizione nella lotta contro gli eretici.

Personaggi storici, quali Federico II, Gregorio IX e S. Luigi IX re di Francia ebbero a che fare in quel periodo con le crociate  e con Trapani, il cui porto aveva una posizione strategica ed importante per chi dall'Europa fosse diretto in Terra Santa, in Egitto e in Tunisia, e con la Chiesa di S. Domenico.

Federico II, figlio di Enrico IV e di Costanza d'Altavilla, morendogli il padre all'età di 3 anni, fu messo dalla madre sotto la protezione del papa Innocenzo III per cui il quel periodo raggruppando la Chiesa sia il potere spirituale che quello temporale raggiunse il massimo splendore. 
Successivamente, crescendo, Federico II stipulò con il papa Onorio III un accordo con il quale si impegnava ad organizzare una crociata, ma avendo egli iimportanti interessi di successione in Germania non la mantenne per cui Gregorio IX, che successe ad Onorio III, lo scomunicò per non aver mantenuto la promessa subito dopo essere stato eletto.  Altre due scomuniche poi colpirono Federico II. Una nel 1239 ancora da Gregorio IX con l'accusa di fomentare a Roma la rivolta contro il papa ed un'altra nel 1245 da Innocenzo IV succeduto a Gregorio IX.

Comunque, già scomunicato, nel 1228, sistemate le cose in Germania, Federico II partì per una crociata ma dopo aver stipulato in Egitto un accordo con il sultano al-Malik al-Kamil si fece nominare Re di Gerusalemme per 10 anni avendo sposato nel frattempo Jolanda di Brienne figlia di Giovanni erede al trono di quella città, e se ne ritornò indebolendo le forze cristiane in lotta per la conquista dei luoghi santi e la sicurezza degli ordini religiosi che colà si trovavano.

Sentendosi meno protetti, i frati che si erano trasferiti  in Terra Santa, fra cui i domenicani, iniziarono a fuggire ed un gruppo di essi intorno al 1228-30 arrivarono a Trapani portando con se preziose reliquie fra cui si annoverava il Crocifisso miracoloso attribuito a S. Nicodemo, discepolo di Gesù, che insieme a Giuseppe di Arimatea ne aveva disceso il corpo dalla croce per poi seppellirlo.  
Sulla base di ciò il Crocifisso miracoloso dovrebbe risalire al 1° secolo dopo Cristo, ma analisi più recenti ed accurate hanno invece appurato che realmente risalirebbe al 1400.   

Arrivati a Trapani i domenicani furono ospitati con quanto possedevano in una piccola sinagoga nel quartiere di Casalicchio di proprietà di un ebreo  che si stava convertendo al cristianesimo, ma ben presto facendo con le loro opere e le loro prediche molti proseliti, i locali divennero troppo angusti per contenerli, per cui nel 1289 i domenicani chiesero a Giacomo II di Aragona ( gli Aragonesi in seguito alla guerra del Vespro erano subentrati agli Angioini ) di poter disporre di un sito più ampio.  
La loro domanda venne accolta e pertanto si trasferirono nella parte più alta della città dove già esisteva una chiesa denominata S. Maria la Nova su cui venne costruita a spese regie quella nuova dedicata a S. Domenico.

Anche Luigi IX, re di Francia, partecipò a due crociate. Nella prima, 1248-49, in Egitto dopo le prime vittorie fu sconfitto, preso prigioniero con
la moglie incinta ed i figli e poi rilasciato dopo il pagamento di un riscatto. La seconda, 1270, contro l'emiro di Tunisi ebbe un risultato tragico in quanto il re, il figlio Giovanni Tristano e molti dignitari morirono di peste, altre fonti dicono di dissenteria. Durante il trasporto delle spoglie verso la Francia per volere del fratello Carlo d'Angiò le navi furono da una tempesta ed obbligate ad approdare a Trapani. Una lapide commemorativa nella chiesa di S. Domenico ricorda l'evento ed i decessi.

Nel 1317, regnando Federico II d'Aragona ( detto anche III), stando egli a Marsala, morì a Trapani, cadendo da cavallo, il figlio dodicenne Tancredi. Nel 1318 i domenicani avanzorono la richiesta che il giovane venisse seppellito nella loro chiesa, come avvenne e come è ricordato dalla tomba e da una lapide, ed inoltre il sovrano concesse un'altra oblazione per il suo completamento dichiarandola nel contempo regia per cui da allora in poi in essa si svolsero tutte le successive funzioni regali fino ai tempi dei Borboni, eccetto il giuramento di Carlo V che nel 1535 si svolse invece in S. Agostino e per il quale i domenicani si appellarono vincendo e rivendicando il loro privilegio. Un altro contributo mensile oltre la gestione in gabella delle acque Megini fu concesso ai domenicani nel 1319.

Conclusa la parte storica, il relatore è  passato quindi a parlare della chiesa e di quanto in essa contenuto. 

Da una porticina celata fra gli scranni del coro, si può accedere ad una cappelletta detta '' dei crociati '' in cui si trovano degli affreschi, alcuni dei quali scalpellati, uno dei quali rappresenta S. Domenico ed un altro una Crocifissione risalenti verosimilmente al XIV - XV secolo. Vi si trova anche uno stemma molto somigliante a quello dei Sieri Pepoli, venuti in Sicilia al seguito dei Normanni, che rivestirono al tempo importanti incarichi. Affreschi coevi si ritrovano anche entrando a destra del portone principale in cui si trova un sarcofago dei Sieri Pepoli.

Per ritrovare altre notizie in merito l'oratore ha riferito di avere esteso le sue ricerche alla documentazione esistente presso l' Archiviodi Stato di Trapani ed in particolare agli atti notarili stilati dai notai del tempo e ciò facendo ha avuto la fortuna di trovare interessanti riscontri relativi ad opere ed interventi in vari anni eseguiti nella Chiesa corredati talvolta anche da note molto dettagliate relative ai lavori realizzati.

Nella chiesa si trovano anche molti quadri, sia di autori noti che di anonimi, in vario modo collocati, ispirati in genere ai domenicani ma anche a personaggi ad essi vicini o a benefattori.

Di notevole importanza la bella cappella in marmi policromi dedicata al Crocifisso miracoloso  progettata da Giovanni Biagio Amico e realizzata dall'Arch. Luciano Gambina sfruttando una rientranza sul lato sinistro della navata confinante con l'adiacente chiesa del Rosariello.

L'avvolge ancora oggi un alone miracolistico e vi si svolgeva in talune circostanze e per vari eventi una funzione particolare a cui parteciapavano le varie autorità, la Compagnia dei Bianchi ( erano nobili volontari che si occupavano della sepoltura dei morti ) e tutto il popolo.

Dietro di esso è ricavato uno spazio dal quale fuoriescono una alla volta ed in ordine, tirando delle cordicelle che azionano un particolare meccanismo, cinque tele, di cui le prime quattro ed il Cristo miracoloso stesso rappresentano i 5 misteri dolorosi del rosario ovvero: l'orazione nell'orto, la flagellazione, la coronazione di spine, il Cristo sul Calvario carico della croce e la quinta il Cristo che stacca una mano dalla croce per dare ad un bambino di quattro anni, Rocco, come dice la tradizione, del pane che, avendo fame e nulla da mangiare, gli aveva chiesto in un periodo di particolare carestia.

La parte anteriore dell'altare era ricoperta da un paliotto in argento, oggi vi è una riproduzione fotografica perchè l'originale è conservato al Museo Pepoli, il cui disegno è attribuito a G.B. Amico ovvero al progettista della stessa cappella. Esso in alto riporta la scena del pane che il Cristo, staccando una mano dalla croce, porge al bambino Rocco, mentre alle pareti sono riportati diversi quadri di cui due del Matera..

Il '' Ristretto '' oltre a riportare parte degli eventi sopra descriti elenca anche una serie di miracoli compiuti dal Crocifisso a partire dal 1602 corredati anche da disegni ad acquerello. Il Cristo infatti veniva portato in processione per la città o trasportato dalla sua cappella all'altare maggiore in occasione dei più svariati avvenimenti succedutesi nel corso dei vari anni: per siccità prolungate, per alluvioni, per l'eruzione dell'Etna, per pestilenze, per carestie, ecc. al fine di implorare il suo intervento risolutore e protettore. In queste occasioni e celebrazioni venivano recitate le poste del rosario e successivamente veniva cantato il Te Deum.

Da non dimenticare anche la cappella della Madonna del Rosario in cui si ritrovano quindici ovali rappresentanti la Via Crucis ed un quadro in cui è rappresentata la Madonna che consegna a S. Domenico il rosario.

Nel 1861 furono soppressi gli ordini religiosi che non svolgevano opera di pubblicà utilità ed i loro beni devoluti al demanio dello stato escludendo  quelli che su richiesta dei Comuni avrebbero dovuto essere utilizzati per opere di pubblica utilità.

Nella seconda parte del secolo XX il convento è stato utilizzato come edificio scolastico, qualche decina di anni fa è stato in parte ristrutturato, ma poi, abbandonato a sè stesso, è stato vandalizzato ed attualmente è chiuso.














Il Prof. Valenti ha infine concluso la sua esposizione accennando alla attigua Chiesa del Rosariello attualmente gestita dalla Congregazione del Rosario nata nel 1626 con lo scopo di prestare assistenza ai pellegrini bisognosi che si fermavano a Trapani. 


La relazione è stata seguita da un partecipato ed interessante dibattito cui hanno preso parte molti dei presenti che hanno posto molti iinterrogativi ed ai quali sulla base delle ricerche effettuate il Prof. Valenti ha esaurientemente risposto.

Chiuso il dibattito la Dott.ssa Casciano a nome dell'Associazione ed a ricordo dell'evento ha donato all'oratore un piatto in ceramica di Burgio.
La serata si è conclusa con l'arrivederci al prossimo incontro previsto dal calendario delle attività del XXXII Corso di cultura per sabato 21 aprile 2018 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione. 



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