2018 - 10 - 06: Arch. Luigi Biondo - Restauro della Chiesa del Collegio: il cantiere aperto, il cantiere della conoscenza

Sabato 6 ottobre 2018 alle ore 18.20 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, sono ufficialmente riprese le attività previste dal calendario del XXXII Corso di cultura per l'anno 2018.


L'Arch. Luigi Biondo, ospite e relatore della serata, che per motivi di disponibilità ed organizzativi ha anticipato la sua partecipazione inizialmente prevista per sabato 27 ottobre 2018, è stato accolto dal Presidente, Prof. Valenti, e dai presenti cordialmente  considerata la sua notorietà per l'assidua annuale partecipazione alle attività culturali del sodalizio cui non ha mai rinunciato.

I lavori della serata sono stati aperti dal Prof. Valenti che dopo una breve presentazione dell'ospite, attualmente Direttore del Museo '' Pepoli '' di Trapani e che precedentemente  ha operato anche presso la Sovrintendenza dei BB.CC. ed AA. di Trapani, gli ha dato la parola.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto detto nel corso della serata.

L'Arh. Biondo, iniziando la sua esposizione ha ringraziato l'Associazione non solo per l'invito che ancora una volta gli era stato rivolto, ma anche perchè il tema trattato nel corso della serata gli avrebbe dato modo di illustrare una sua esperienza lavorativa, particolarmente sentita, portata avanti dal gennaio 2003 al 2011 come Direttore delgli interventi di restauro della Chiesa del Collegio, già appartenente ai Gesuiti. che era rimasta chiusa per restauri per vari motivi non portati a termine, per circa 40 anni ovvero dal 1961 al 2003.

L'esposizione, molto dettagliata ed interessante, è stata integrata anche dalla proiezione di una serie di diapositive scattate nel corso dei lavori che gentilmente sono state rese disponibili per essere di seguito riportate.

I Gesuiti arrivati a Trapani nel 1581 ben presto riuscirono ad affermarsi ed inserirsi in vari modi nel tessuto sociale della città grazie alla loro operatività, ma soprattutto all'opera di formazione educativa che fecero sia nelle classi più elevate e patrizie che per la popolazione. 
Nel 1596 grazie alle donazioni ricevute dal Senato e da vari benefattori furono autorizzati dallo stesso a costruire nel quartiere Palazzo o S. Lorenzo un complesso che comprendeva la Chiesa, dedicata all'Immacolata Concezione, che doveva stupire gli abitanti di allora, nonchè il Collegio ed il Convento.

La Chiesa in particolare, fu progettata nel 1614 dall'Arch. gesuita Natale Masuccio. E' uno dei più bei monumenti barocchi della città a tre navate proporzionalmente divisa in altezza ed il larghezza in modo da creare ul locale armonico nelle dimensioni con pareti decorate da pregevoli stucchi del Sanseverino e da marmi ed in essa sono conservate pregevoli opere; nel  XVIII secolo Biagio Amico vi realizzò la cappella di S. Ignazio fondatore dell'ordine dei Gesuiti. 

Dopo la soppressione dell'ordine dei Gesuiti nel 1767 e la loro partenza da Trapani, il complesso subì varie vicissitudini ed è stato utilizzato in vari modi; ancora oggi è la sede del Liceo classico Ximenes, ma è la Chiesa il soggetto su cui è stato incentrato il tema della serata.

All'inizio dei lavori di restauro, gennaio 2003, come documentato dalle immagini, essa si trovava in uno stato pietoso e mal ridotta a causa dei precedenti lavori di restauro non portati a termine, che produssero la chiusura della chiesa per 40 anni. 

Nel corso del suo recupero, partendo dal presupposto di considerarla come luogo della memoria dei trapanesi ovvero come luogo in cui i Trapanesi potessero identificarsi in un particolare periodo della loro storia, fu adottato un metodo innovativo e molto particolare, ovvero quello di considerare il cantiere di restauro come luogo di conoscenza in relazione a quanto in essa si trovava e alle notizie ed alle informazioni  addizionali che potevano essere recepite e trovate nei documenti dell'epoca dalla consultazione degli archivi e di aprire il cantiere stesso, ovviamente prendendo e mettendo in atto tutti i criteri di sicurezza possibili, alla visita nel corso dei restauri a chi volesse visionare non solo il lavoro portato avanti dai restauratori nel corso dei loro interventi, ma anche prendere atto dei progressi fatti e dei risultati conseguiti ed ai quali si era pervenuti dopo i talvolta delicati e complessi interventi di recupero e di ricostruzione minuziosa di alcuni dei manufatti.

Essa molto presumibilmente sorse utilizzando almeno in parte un fabbricato destinato a deposito di armi e munizioni per la locale guarnigione molto mal ridotto anche a causa dell'eccessiva umidità proveniente dal sottosuolo molto impregnato d'acqua anche salmastra. 

Nel rifare le fondamenta il Masuccio studiò un sistema di canali e cunicoli la cui funzione era quella non solo di evitare che l'acqua del sottosuolo stagnando rovinasse le pareti del nuovo edificio ma anche di creare tramite una sorta di camini nascosti nei pilastri laterali dell'altare centrale un sistema di ventilazione naturale che produceva una continua circolazione e scambio d'aria con l'esterno utilizzando dei fori praticati in alto sul tetto interno e delle feritoie  ricavate nelle pareti laterali fra il tetto esterno ed il sottotetto come scoperto e rappresentato in alcune delle diaposite proiettate.

Creando nel prospetto tre ampie finestre poste agli angoli di un triangolo che rispettava le dimensioni di quello aureo la navata centrale risultava sempre ben illuminata mentre quelle laterali, restando in penombra, favorivano il racoglimento e le preghiere dei fedeli.

Anche le decorazioni della chiesa seguono un percorso ben definito coniugato però tutto al femminile che richiese uno studio accurato ed una  decifrazione per capire cosa esse volevano trasmettere  figurativamente a coloro che le guardavano per cui una parte importante del restauro è stato indirizzato anche alla loro interpretazione.

Ad esempio il medaglione centrale posto in alto su cui è rappresentata la figura mitologica di un drago che è in procinto di uscire dalla cornice crea un collegamento diretto con l'immagine marmorea della madonna sull'altare principale a testimonianza della lotta cotinua fra il male ed il bene, ma molte altre rappresentazioni vogliono raccontare tante altre storie che non sempre si è riusciti ad interpretare ed il cui studio ancora oggi continua.














Nel corso del restauro si sono tuttavia avute altre scoperte e sorprese come il ritrovamento di sette statue in tufo con finiture in gesso e calce ed ancora colorate parzialmente, murate dietro a delle pareti al fine di mimetizzarle. Si suppose che fossero le statue di alcune sante vergini sottoposte al martirio ed alle quali, grazie ad alcuni particolari, è stato possibile attribure un nome e identificarle come S. Lucia, S. Oliva, S. Rosalia, S. Barbara. Un'altra statua, l'ottava, è stata invece ritrovata dietro una parete ricoperta da marmi policromi nella zona vicino alla sagrestia.


La chiesa inoltre sembra essere divisa in due parti: una più antica e seppur ricca di ornamenti meno colorata e spoglia, un'altra contraddistinta dalla presenza alle pareti di abbondanti marmi policromi.

Perchè tale differenza?

Si è subito pensato che con il passare del tempo si fosse verificato un cambiamento dei modi di abbellire le chiese per cui i Gesuiti avevano iniziato a modificare l'apetto inteno della chiesa, ma la loro partenza avvenuta dopo il 1767 a causa dello scioglimento forzato dell'ordine interruppe l'opera di rifacimento che aveva il fine di rendere la stessa ancora più bella e più ricca.

L'Arch. Biondo ha infine concluso dicendo che l'adozione del cantiere aperto, amplificato e reso noto agli italiani ed al grande pubblico da due programmi nazionali della RAI che in quel periodo trattarono di Trapani, ebbe come conseguenza l'interessamento all'opera di restauro di alcuni mecenati che sovvenzionarono alcuni interventi specialmente nello svolgimento della seconda parte degli stessi.

                            
Molto ancora rimane da fare e la Chiesa , riaperta al pubblico ed alla sua utilizzazione e fruizione, è ritornata ad essere oltre che luogo di cultura piacevolmente visitato dai turisti che passano per Trapani anche luogo di culto per la celebrazione del rito domenicale della S. Messa.

Alla relazione ha fatto quindi seguito un dibattito a cui hanno partecipato molti dei presenti che hanno posto ulteriori quesiti e chiesto altri particolari e chiarimenti sul tema della serata ai quali l'oratore ha largamente risposto sulla base della sua pluriennale esperienza anche di storico dell'arte.

Alla fine del dibattito il Prof. Valenti dopo aver ringraziato l'oratore per l'interessante tema trattato, a ricordo dell serata gli ha offerto due volumi dal titolo rispettivamente '' Sicilia risorgimentale '' di S. Costanza e '' Matrimonio - Usanze e costumi antichi e recenti in Provincia di Trapani '' di S. Valenti.

L'incontro si è quindi concluso con l'arrivederci a sabato 13 ottobre 2018 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal programma delle attività del XXXII Corso di cultura per l'anno 2018.


Switch to Day Switch to Night