2018 - 12 - 08: Arch. Roberto Manuguerra - Le piramidi fra storia e mito

Sabato 8 dicembre 2018, nonostante la giornata festiva, in una sala addobbata per l'occasione delle prossime festività del Natale nonchè di fine ed inzio d'anno, un numeroso gruppo di aderenti all'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese, sita in Trapani via Vespri 32, si è riunito per partecipare  all'incontro previsto dal programma delle attività del XXXII Corso di cultura per l'anno 2018.

Oratore della serata l'Arch. Roberto Manuguerra, non nuovo alle attività culturali del sodalizio, che per l'occasione ha recuperato il suo appuntamento previsto originariamente dal caledario per sabato 3 novembre 2018 e rimandato per impegni sopravvenuti ed  inderogabili.

I lavori della serata sono stati aperti dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, che dopo aver rivolto un saluto ai presenti, ringraziato l'Arch. Manuguerra per la sua disponibilità, averlo brevemente presentato, anche se ben noto ai soci, ringraziato gli aderenti al sodslizio che hanno predisposto gli addobbi natalizi, non ha perso l'occasione, chiedendo scusa all'ospite, di comunicare alcuni avvisi organizzativi relativi ai prossimi eventi previsti dl calendario delle attività nel mese di dicembre.

Ha quindi ceduto la parola all'Arch. Manuguerra che salutando i presenti e ringraziando l'Associazione per l'invito che ancora una volta gli è stato rivolto a relazionare, è entrato subito nel tema della serata.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della relazione che è stata accompagnata dalla proiezione di una serie di diapositve, che per gentile concessione successivamente ed integralmente sono di seguito inserite, tramite le quali, nel limite dell'intuibile  e delle ipotesi fattibili, ha cercato di dare una risposta accettabile alle numerose domande e quesiti che il tema della serata, in passato ma ancora oggi, pone a chi si dispone ad affrontare l'argomento.

Ha iniziato la sua esposizione parlando del sito di Abu Simbel e delle modalità con cui il tempio fu, per non andare perduto in seguito alla costruzione della diga di Assuan, smontato in grandi pezzi, trasferito in un'altra zona dove le acque non sarebbero arrivate e dove, creando i necessari supporti ambientali, fu ricostruito fedelmente utlizzando i moderni supporti tecnici ( camion, gru, ecc. ) che hanno consentito agevolmente tutta l'operazione di smontanggio, trasferimento e ricostruzione.

Parlare di piramidi, della loro storia, funzione, origine e realizzazione evoca sempre negli interlocutori emozioni legate a miti, misteri e leggende. Esse sono state oggetto di divulgazione con libri, enciclopedie popolari, raccolte su nastri VHS, su compact disk, ecc. e molti reperti arheologici anche di notevole importanza sono esposte e possono essere ammirate nei principali musei del mondo dedicati alla civiltà egizia.

Ciò premesso, l'oratore è passato a considerare la presenza in varie località del pianeta di reperti di vario tipo e forma anche piramidale la cui presenza, dimensioni e fattura restano un mistero per parlare poi delle piramidi e sui siti in cui si è riscontrata la loro presenza ed in particolare poi di quelle egiziane della piana di Giza ponendosi vari interrogativi:
- a cosa servivano?
- chi le ha costruite?
- quali tecnologie sono state impiegate?
soffermandosi anche sulla presenza della Sfinge, figura molto emblematica, posta al centro di un fossato le cui pareti risultano in modo particolare corrose non si sa da cosa e come e che presumibilmente rappresentava la figura del faraone che sorvegliava la necropoli.

Le tre piramidi maggiori, di diversa dimensione e con una conformazione che ha subito modifiche con il passare del tempo, erano indubbiamente monumeti tombali dei sovrani egiziani mentre quelle più piccole e le mastabe poste nelle loro vicinanze e con diversa struttura erano tombe destinate ai parenti ed al seguito dei faraoni.

La loro forma piramidale, con pareti a gradoni o lisce, forse voleva simboleggiare l'ascesa al cielo dello stesso faraone, ma poco si sa delle modalità con cui erano costruite ( forse a spirale ) ma in ogni caso occorrevano molti anni o forse decenni per completarle.

Altri quesiti relativi alla loro costruzione erano: da dove e come erano ricavati, come venivano trasportati, come erano portati alla giusta altezza che andava via via aumentando con il progredire della costruzione i grandi massi utilizzati per la costruzione ( ognuno pesava circa 70 tonnellate ), che sistemi erano utilizzati per sollevarli e porli uno vicino o uno sull'altro, come veniva posto in loco il pyramidion ovvero il blocco sommitale che chiudeva in alto la piramide, considerate le semplici macchine allora conosciute ( piano inclinato, leve semplici, ecc ) e la resistenza che potevano avere i materiali disponibili come corde, travi di legno, ecc.?

A queste domande si può rispondere solo facendo delle ipotesi anche se un disegno ritrovato all'interno di una tomba mostra il modo con cui una statua di grandi dimensioni e molto pesante veniva trasportata utilizzando una sorta di slitta che trainata da molte persone veniva fatta scivolare sulla terra che via via veniva sempplicemente bagnata da altri addetti oppure forse fatta scivolare su tronchi d'albero che via via erano disposti anteriormente alla stessa.

Il relatore è quindi passato a parlare della piramide di Cheope.

Essa costruita nel 2500 a.c., e quindi risalente a quasi 4500 anni fa, era alta in origine 146,6 metri ora ridotti a 136,86 , ogni lato della base quadrangolare, lungo  poco più 130 metri, forma con gli altri un angolo pochissimo diverso da 90°. Era rivestita da lastre di calcare bianco ognuna pesante  10 T coperte di geroglifici e ben accostate e sovrapposte fra di loro. Di esse, sia per un terremoto del 1301 a.c. che per mano dell'uomo, oggi rimane ben poco; il suo orientamento è pochissimo diverso dalla direzione nord - sud. La sua denominazione è stata resa possibile sia perchè Erotodo la vide nel 5° secolo a.c. sia per alcuni geroglifici ritrovati al suo interno.

Operando opportunamente sulle sue dimensioni, il suo peso e la sua posizione si è arrivati alla conclusione che gli antichi Egizi erano in possesso sia di avanzate conoscenze matematiche e presumibilmente conoscevano anche le dimensioni della terra e la sua distanza dal sole.  

Dall'originale ingresso principale inizia un corridoio che arriva scendendo ad una biforcazione. Procedendo ancora verso il basso si perviene ad una camera inferiore sotterranea, mentre verso l'alto vi è un cunicolo ascendente, sbarrato da 3 blocchi di granito che impediscono il passaggio, attraverso cui si arriva alla parte iniziale di un ulteriore cunicolo orizzontale che porta ad una camera intermedia, la camera della regina,  da cui si dipartono salendo due condotti senza sbocco. Nella zona si ha anche un condotto verticale verso il basso che finisce nel corridoio discendente che porta alla camera inferione sotterranea prima detta e l'inizio di una grande galleria ascendente che conduce ad una anticamera camera superiore dalla quale si accede tramite un passaggio alto poco più di un metro alla camera del re. 
Dalla grande galleria e dalla camera del re si dipartono verso l'alto due condotti di ventilazione che sboccano all'esterno. 
Recenti indagini condotte con metodologie diverse da quelle usuali hanno portato alla scoperta di una nuova camera che interessa il condotto di aereazione orientato verso nord.

In epoca non precisata la piramide è stata violata da cercatori di tesori che partendo da un punto posto in basso e poco a destra dell'ingresso principale hanno scavato un cunicolo secondario quasi orizzontale sboccante poco al di là dei tre blocchi di granito e del condotto discendente verso la camera sotterranea.

Il percorso che porta alla camera del re che ha una inclinazione di 56°, anche perchè opportunemente illuminato e predisposto per il passagio delle persone, oggi è percorribile dai turisti che vi si recano in visita.

La sala del re appare del tutto spoglia e contiene al centro un sarcofago privo del coperchio. Non si sa se essa sia stata in passato depredata dei suoi contenuti, che del resto sarebbe stato impossibile trafugare all'esterno, ma essa sembra che sia rimasta in ogni caso inutilizzata come tomba.

Tuttavia ha una forma del tutto particolare in quanto costituita da delle pareti verticali con al di sopra 6 lastroni di granito a cui sono intercalati spazi che esercitano funzione di scarico a loro volta chiusi superiormente da un tetto con la funzione di scaricare il peso sovrastante sulle superfici laterali.

Il tutto appare molto simile a ciò che nel complesso viene denominato '' Zed ''. Esso nella religione degli antichi Egizi  era la rappresentazione della spina dorsale del dio Osiride, re dell'Oltretomba. sede del fluido vitale, e simboleggiava sia la stabilità sia la vita eterna.  Il geroglifico che lo rappresenta somiglia molto ad un pilastro; un'altra scuola di pensiero lo considera una rappresentazione della vittoria del bene sul male; secondo altri invece lo zed è una macchina capace di rallentare il fluire del tempo e di consentire di viaggiare attraverso esso.

L'elevato consumo del gradino che porta all'anticamera del re, non giustificato da altri segni prodotti dal transito di persone all'interno della piramide, ha fatto supporre anche che tutto il sistema non fosse altro che in passato una sorta di pompa che utilizzando la compressione e la decompressione dell'aria in alcuni dei condotti fosse utilizzata come mezzo per fare circolare la stessa nel sistema la cui finalità oggi, a distanza di 4500 anni, rimane del tutto sconosciuta.

Altre considerazioni relazionano la posizione delle tre piramidi pricipali della piana di Giza con le tre stelle della cintura della Costellazione di Orione.  Da Orione, presa come riferimento, con allineamenti stellari si perviene poi alla Costellazione dei Gemelli ( Castore e Polluce ), ad Aldebaran della Costellazione del Toro, a Sirio della Costellzione del Cane maggiore ed a Procione della Costellazione del Cane minore.  

L'Arch. Manuguerra ha quindi concluso la sua esposizione con alcune foto recenti del sito dove oltre alla visione della grandiosa piramide di Cheope si intravvedono sullo sfondo anche le sagome delle moderne costruzioni che ubicate alla periferia de Il Cairo avanzano inesorabilmente nel deserto verso il plurmillenario sito della piana di Giza.

Alla relazione è seguito un breve dibattito che ha visto la partecipazione di numerosi presenti alcuni dei quali avendo visitato la località hanno apportato la loro esperienza e sensazione personale alla discussione.

Al suo termine, il Prof. Valenti dopo aver ringraziato l'oratore per l'interessante tema trattato a ricordo della serata ed a nome dell'Associazione gli ha donato il libro '' Sicilia risorgimentale '' di S. Costanza.














La serata si è conclusa con i saluti finali e ricordando ai presenti l'appuntamento previsto per il giorno 13 dicembre 2018, ricorrenza della festività di S. Lucia, alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per la '' Sagra della cuccia ''.
















Switch to Day Switch to Night