2018 - 12 - 13: Santa Lucia - Sagra della cuccia

Giovedì 13 dicembre 2018 alle ore 18.00 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, numerosi soci e simpatizzanti si sono riuniti per festeggiare la ricorrenza di S. Lucia.














Per l'occasione il Presidente, Prof. Salvatore Valenti, ha brevemente parlato della vita della santa e delle tradizioni che nel giorno della ricorrenza si celebrano in alcuni paesi del mondo ed in Sicilia.

La festa liturgica ricorre il 13 dicembre e prima dell'introduzione del calendario gregoriano tale data coincideva pressappoco con l'evento astronomico del solstizio d'inverno in occasione del quale il giorno, inteso come ore di luce, aveva la minima durata. Con il nuovo calendario si ha invece uno spostamento di circa 10 giorni, ma ciò nonostante è probabile che tale festa cristiana abbia sostituito antiche feste popolari che celebrando la luce si festeggiano specialmente nei paesi nel nord dell'Europa nello stesso periodo.














Il culto di santa Lucia tuttavia presenta anche affinità con il culto di Artemide, a Siracusa. Per esse, entrambe vergini, sono sacre le quaglie e portano la luce. 

Santa Lucia nacque sul finire del terzo secolo da una famiglia ricca e nobile di Siracusa. Restò orfana di padre in tenera età. Soffrendo la madre di una malattia da cui non riusciva a guarire, la figlia, devota cristiana, la convinse ad andare Catania per pregare sul sepolcro di Sant’Agata e per implorare la grazia della guarigione.








































Arrivate a Catania nel giorno della festa della santa nell'anno 301, mentre erano intente a pregare,  Lucia ebbe una visione  in cui Sant’Agata le diceva che non aveva bisogno di chiedere la grazia a lei, perché grazie alla sua fede la madre era già guarita rivelandole poi che essa stessa sarebbe diventata santa.









































La madre guarì e Lucia, fervente cristiana, cominciò ad aiutare i poveri. Il suo operato non passò inosservato agli occhi di un ragazzo che aveva sperato di sposarla che deluso denunciò Lucia come cristiana al prefetto di Siracusa Pascasio.

Sapendo che era nobile, ricca e vedendola così bella, egli dapprima la trattò con gentilezza, ma vedendo che la ragazza non avrebbe mai rinunciato alla sua fede ordinò che fosse trascinata in un luogo di perdizione.















Per un prodigio dello Spirito santo Lucia diventò inamovibile da dove si trovava. Ritenendola una strega fu ordinato di arderla viva ma nemmeno le fiamme ebbero presa su di essa.


Alla fine Lucia fu uccisa a pugnalate. Era il 13 dicembre del 304 e la data da allora è dedicata alla martire ed il suo culto dopo l'editto di Costantino si diffuse in tutta la cristianità. Il suo corpo ora si trova a Venezia nella chiesa di S. Geremia. 















E' considerata protettrice della vista forse perchè il suo nome Lucia deriva dal latino '' lux ''.


Nel giorno di S. Lucia è usanza non mangiare prodotti derivati dalla molitura del grano, ma riso e la '' cuccia '' perchè a S. Lucia si attribuisce la fine di una carestia che affligeva lacittà di Siracusa. Narra la leggenda come, dopo averla invocata, una nave carica di grano arrivasse improvvisamente in quel porto e gli abitanti provati dalla fame non avendo il tempo di molirlo lo mangiassero semplicemente cuocendolo

L'usanza è rimasta nel giorno della festa della Santa come un ringraziamento per cui in tale giorno non si mangia pane o prodotti derivati dalla farina, ma panelle ottenute dalla farina dei ceci, arancine fatte di riso e la classica '' cuccia '' costituita da frumento, ceci e fave secche bollite in vari modi condita ovvero con vino cotto, ricotta, crema di latte e con tanti altri ingredienti.














A prescindere da ogni cosa il 13 dicembre di ogni anno, a parte la ricorrenza di S. Lucia, è il giorno in cui ci si può riunire nella pace e mangiare assieme in vista del periodo natalizio propriamente detto ormai molto prossimo.


Ciò detto la serata è quindi proseguita imbandendo i tavoli all'occorrenza sistemati consumando e facendo festa alle varie portate e pietanze cucinate e realizzate dalle valenti socie del sodalizio a cui tutti i presenti non hanno mancato di fare grande onore apprezzandone la bontà. 

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