2019 - 02 - 26: Prof. Giovanni Cesarò - Salvatore Quasimodo: l'uomo, il poeta
Sabato 16 febbraio 2019 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popoari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 giusto quanto previsto dal programma delle attivività culturali programmate nel XXXIII Corso di cultura per l'anno 2019 ha avuto luogo l'incontro con il Prof. Giovanni Cesarò sul tema '' Salvatore Quasimodo: l'uomo, il poeta ''.
Il relatore, laureato in Lettere, già docente a Verbania e poi a Trapani presso l'Istituto '' Salvatore Calvino '' ed ora in quiescenza nonchè socio del sodalizio è stato accolto dal Presidente e dai presenti con la consueta cordialità e cortesia.
Aperti i lavori della serata, il Prof. Valenti, dopo averlo brevemente presentato e chiedendogli scusa per motivi di opportunità ha effettuato le seguenti comunicazioni organizzative:
- l'escursione a Palermo prevista per il 10 p.v. è stata annullata e laddove possibile potrebbe essere effettuata in altra data da destinare
- il locale in cui si svolgerà la cena prevista per giovedì 28 febbraio p.v. , Giovedì grasso, alle ore 19.00 sarà il '' Ristorante Garten '' di Valderice da raggiungere con mezzo propirio. E' richiesta la prenotazione con il versamento di un anticipo per una adeguata organizzazione
- sono state aperte le prenotazioni per la partecipazione all'escursione di 1 giorno a Palazzo Adriano prevista per martedì 19 marzo 2019, con partenza alle ore 7.30 da Piazza Vittorio in occasione festa di S. Giuseppe, e per la quale è stato già predisposto il programma di mssima. La prenotazione dovrà essere accompagnata dal veramento di un anticipo confirmatorio.
Ciò detto ha ceduto la parola al Prof. Giovanni Cesarò che dopo aver ringraziato dell'invito a relazionare è subito entrato in argomento.
Si riporta di seguito il testo integrale di quanto detto nel corso della serata gentilmente reso disponibile insieme ad una serie di diapositive proiettate nel corso della relazione he all fine di queste note si riportano.
Il Prof. Cesarò ha iniziato la sua esposizione con i seguenti versi del Quasimodo: '' Ognuno sta sul cuore della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera ''.
Un brevissimo frammento lirico tratto da “ solitudini” la ricerca di essenzialità, ha portato il Quasimodo a isolare questi tre versi che sono diventati un emblema per l’autore e la sua poesia più nota.
La riduzione dei versi definisce questo “ pezzo di verità ”, come dice l’autore: noi ci illudiamo di essere il centro del mondo con il nostro egoismo e la fretta di fare, ma quel sole, forse la poesia, forse una gioia momentanea, quel sole che ci dà calore e forza, ci ferisce a morte e rivela l’amara consapevolezza del niente di cui è intessuta la nostra vita e già a sera è concluso il nostro destino di solitudine e di pena.
La poesia è brevissima, frutto di una totale sintesi come vuole l’ermetismo: così come la poesia è estro poetico di un momento, così sarà la comprensione fulminea per il lettore.
L'ermetismo è stato definito tale da Francesco Flora, critico d’arte, ostile alle nuove tendenze letterarie, perché di non facile comprensione, i poeti lo fecero loro per darsi una connotazione, invece la corrente denota una profonda cultura, fa uso della parola in modo essenziale, la poesia si presenta in modo asciutto e scabro, è espressa in forme brevi e con metafore, soprattutto l’analogia che va oltre la metafora e solo una profonda conoscenza dell’autore e la propria sensibilità di chi legge riescono a spiegare. In Quasimodo per esempio troviamo: l’acqua tramonta sulle mie mani erbose, chi non conosce il momento e il luogo dove è nata la lirica difficilmente capirà questo verso.
Quasimodo nasce a Modica nel 1901 e nel 1919 lascia la Sicilia per seguire il padre ferroviere in quanto trasferito in altra sede.
Nel 1926 lavora come geometra al Ministero dei Lavori Pubblici e nel 1929 a Firenze, avendo la sorella sposato Elio Vittorini, entra in Solaria.
Nel 1930 pubblica '' Acque e Terre ''.
Nel 1932 pubblica '' Oboe sommerso ''.
In questa lirica si notano parole come pena, oboe, sera che rimangono isolate per dare tutta la loro capacità evocativa al lettore, le sinestesie di “ acqua che tramonta e mani erbose ” cosi oscure e ardite danno quel senso di mistero della vita a cui non è possibile accedere, ma ogni cosa va verso il suo naturale fluire.
Nel 1936 pubblica '' Erato e Apollion ''.
L’opera comprende poesie sparse in altri volumi, le originali sono dedicate alle due figure del titolo Erato, musa della poesia amorosa e del canto corale; Apollion è Apollo dio protettore delle arti in genere.
Le poesie che seguono sviluppano temi preesistenti dove si tende a costruire immagini e situazioni dell’IO che ritorna alla terra natia e cerca l’amata scomparsa. La tecnica della scrittura è quella della poesia essenziale e pura, le immagini che il poeta rievoca sono sospese tra vita e morte, luce e buio, realtà e sogno, tra il presente e il passato.
Nel 1947 pubblica '' Giorno dopo giorno ''.
Nel comporre questa poesia l’autore prende spunto dal salmo 137 dove si narra degli ebrei, durante la deportazione a Babilonia da parte del re Nabucodonosor, che avevano appeso le loro cetre ai rami dei salici perché non potevano e non volevano cantare. Allo stesso tempo i poeti per protesta tacciono perché non possono cantare quando il piede straniero soffoca la propria libertà.
Questa poesia chiude la raccolta, mentre la precedente l’apriva. L’uomo del mio tempo, dice Quasimodo, ha perduto ogni considerazione umana, ha dimenticato la solidarietà e la religione che lo trattenevano dalla violenza, questa è un atto di accusa contro la ferocia bestiale a cui si sono abbandonati gli uomini, ma una speranza resta nelle nuove generazioni se dimenticano i loro padri e traggono insegnamento dalla storia.
In seguito a questa raccolta pubblica un saggio dal titolo “ Poesia contemporanea ” dove sostiene il compito del poeta oggi: '' Oggi il poeta non sa a chi parli, se cioè l’ascoltatore appartiene ad una società in formazione o a quella che crolla. Oggi poi, dopo due guerre, nelle quali l’eroe è diventato un numero sterminato di morti, l’impegno del poeta è ancora più grave, perché deve rifare l’uomo, quest’uomo disperso sulla terra, quest’uomo che giustifica il male come una necessità, un bisogno al quale non ci si può sottrarre, che aspetta il perdono evangelico tenendo le mani in tasca sporche di sangue. Rifare l’uomo: questo è il problema ''.
Questa è la settima raccolta di Quasimodo pubblicata nel 1949, in cui ha abbandonato le tecniche ermetiche per lanciarsi sulla scia dell’ “ uomo da rifare ”, come aveva detto precedentemente. Partendo da queste considerazioni, non può guardare al passato, ma è costretto a guardare avanti; sono gli anni in cui si assiste al confronto tra DC e il PCI, ( si iscrive al PCI ) non sarà un militante, ma è convinto che l’Italia si orienterà verso una democrazia parlamentare nell’aria occidentale, pieno di speranza per un futuro migliore. Il 1° maggio 1947 vi è la strage di Portella della Ginestra e non può tacere sul Sud martoriato e abbandonato e scrive “ Lamento per il Sud ”. Il vagheggiamento del Sud come terra mitica popolata di Dei non esiste più e lascia il posto a una terra di sfruttamento e di abbandono, resta forse solo l’indignazione solitaria di chi ama e odia questa terra.
Alcune curiosità sul personaggio:
- altra vergogna subita dal poeta in erba. Nel 1916, giovanissimo scrisse il suo primo verso: “ rutilante il tramonto su la terra / fumante scese ''. Il foglietto venne in mano al professore che da allora lo chiamò continuamente signor ” rutilante ” suscitando le risa e lo scherno dei compagni. Speriamo che il professore sia morto prima dei successi di Quasimodo
- la medaglia e il diploma del Nobel, messi in vendita dall’amante del Quasimodo, furono comprati da figlio per 20 milioni di lire, una giusta riappropriazione. Ora il diploma viene messo in vendita e comprato per 100 mila euro. Ridicolo. C'è tuttavia il vincolo dei Beni culturali che dice che il Nobel non si può vendere fuori l‘Italia perchè gli era stato offerto molto di più da un amatore straniero.
Il Prof. Cesarò nel corso della sua trattazione ha letto e commentato le poesie: '' Ed è subito sera '', '' Vento a Tindari'', '' Oboe sommerso '', '' Alle fronde dei salici '', '' Uomo del mio tempo '' , '' Lamento per il sud '', '' Davanti al simulacro di Ilaria del Carretto ''.''
Ha fatto seguito un dibattito che ha visto l'attiva ed interesata partecipazione di molti degli ascoltatori che talvolta hanno apportato alla discussione personali spunti di riflessione.
Al suo termine, il Prof. Valenti ha ringraziato il relatore per l'interessante tema trattato ed a ricordo dell'evento gli ha donato il libro di S. Costanza '' La libertà e la roba - L'età del risorgimento ''.
La serata si è conclusa con l'arrivederci a sabato 23 febbraio 2019 alle ore 18.00 nei locali dellìAssociazione per il prossimo evento previsto dal programma delle attività del XXXIII Corso di cultura per l'anno 2019.