2019 - 06 - 15: Prof. Salvatore Girgenti - Il caso Tancredi ( romanzo storico )

Sabato 15 giugno 2019 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 come previsto dal calendario delle attività del XXXIII Corso di cultura per l'anno 2019 un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti si sono ritrovati per partecipare all'incontro con il Prof. Salvatore Girgenti che per motivi organizzativi era stato anticipato da sabato 22 giugno 2019.

L'ospite è stato ricevuto con la consueta cordialità dai Presidente, Prof. Salvatore Valenti, e dai presenti e per la prima volta ha partecipato alle attività culturali del sodalizio.

Il Presidente, aperti i lavori della serata, ha ringraziato il relatore per aver dato la sua disponibilità ad anticipare il suo intevento e successivamente, dopo averlo brevemente presentato ed illustrato il tema della serata, gli ha ceduto la parola.

Il Prof. Girgenti, docente di storia e filosofia, giornalista e saggista, ha al suo attivo numerose pubblicazioni, ha collaborato con numerose riviste ed ha assunto cariche direttive e presidenziali di scuole ed accademie.

Avuta la parola, dopo aver ringraziato l'Associazione per l'invito rivoltogli a relazionare, è entrato subito in argomento.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito dall'oratore nel corso dell'incontro in cui ha parlato del suo libro '' Il caso Tancredi - Una storia siciliana '' avente le caratteristiche del romanzo storico con l'aggiunta di una certaquantità di suspence in quanto tratta di vicende ed eventi avvenuti realmente agli inizi del 1900.

Nel libro l'autore ha ambientato i fatti avvenuti nella città di Marsala, ovviamente diversa da quella in cuii gli eventi si svolsero realmente, ed altrettanto diversi da quelli originali sono le generalità ed i nomi dei vari suoi protagonisti.

Prima di entrare nel merito dei fatti avennuti e narrati, il Prof. Girgenti si è brevemente intrattenuto sul termine '' storia ''.

E' ovvio che la storia è un insieme di eventi avvenuti nel passato. Essa in genere viene scritta ed interpretata da chi nei fatti descritti è in genere il vincitore e non il perdente ma in ogni caso e sempre essa deve essere basata su documenti realmente esistenti, più sono meglio è, che tuttavia a seconda di chi li consulta possono essere soggetti ad interpretazioni diverse e talvolta discordanti. Pertanto e di conseguenza, non sempre quanto dalla storia ufficiale corrisponde esattamente alle situazioni, ai fatti ed alle condizioni sociali che realmente si verificavano.

Un romanzo può essere definito storico quando:
- si basa principalmente su una vicenda effettivamente avvenuta in una certa epoca ben definita
- è ambientata in una certa località con personaggi realmente esistiti
- consenta di ricostruire costumi, ambiente storico, conflitti di potere
- trarre interessanti spunti di carattere sociologico
- se poi ambientata in Sicilia, come nel caso del libro presentato ma anche in qualsiasi altra zona, non può derogare dll'interpretazione del carattere degli abitanti. Nel caso in esame il caratttere del siciliano in genere di grande cuore e disponibilità ma anche capace e protagonista di grande vendette.

Il romanzo storico, in Italia ma anche in Sicilia, ha avuto molta fortuna. Ne sono esempio '' Il Gattopardo '' e tutti i romanzi di William Galt pseudonimo di Luigi Natoli fra i quali il più noto è '' I Beati Paoli''. 

A proposito di crattere si dice che il siciliano in generale non solo manchi di imprenditorialità ma che sia anche apatico. Ciò è impresso nel suo DNA ma è anche vero ed innegabile che ciò deve essere considerata come la conseguenza di una serie di eventi di varia natura anche politica che lo hanno ripetutamente colpito e profondamente segnato.

A suffragio di quanto detto il relatore ha portato tutta una serie di fatti e considerazioni che hanno costelllato la storia della Sicilia come:
- la florida situazione economica del Regno delle due Sicilie ricca di varie attività economiche paragonata a quella del Regno sabaudo prima della sua annessione allo stesso con la scomparsa degli ingenti depositi aurei del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli 
- il fenomeno dei '' Fasci dei lavoratori siciliani '', esempio ante-litteram di nascita della cooperazione,  soffocato nel sangue da  Crispi che pur era un Siciliano
- la gestione del potere da parte degli uomini politici siciliani del tempo che invece di operare ed interessarsi dello sviluppo dell'isola si accontentavano di realizzare i loro interessi personali sulla scia delle direttive dei potentati del Nord con la conseguenza che floride azienze siciliane furono in un modo o nell'altro costrette e portate al fallimento.
Ma anche oggi, a distanza di molti anni, nonostante la concessione della autonomia regionale le cose non sono di molto cambiate.

Ciò premesso e considerato, il Prof. Girgenti è passato ad illustrare brevemente la trama del suo romanzo basato su fatti avvenuti nella sicilia occidentale circa 120 anni fa.

Una sera, mentre si recava dalla sua amante, Marco Tancredi, sindaco della città e Presidente della banca locale, fu colpito da alcune fucilate che ne provocarono successivamente la morte. In seguito alle indagini condotte dal maresciallo dei carabinieri Altisi, piemontese in servizio in Sicilia, sulla base degli indizi raccolti ed in assenza di prove certe, dell'omicidio venne incolpato Giuseppe Tarantino che saltualmente aveva lavorato per il Comune. Al Sindaco il Tarantino attribuiva la responsabilità del suo licenziamento promettendo che gliela avrebbe fatta pagare.

Morto Marco, l'attività della famiglia, prima da lui diretta, venne divisa fra i fratelli restanti ovvero Ludovico, Massimo e Sergio nel corso di una riunione tenuta a casa di Ludovico. Per l'occasione si discusse anche di politica in relazione alla progresso in atto nella zone delle nuove idee e dello sviluppo della loro società in relazione alle decisioni che sarebbero state prese a Roma dai governanti del tempo.

Pertanto Ludovico avrebbe assunto il controllo delle attività familiari in Sicilia, Sergio avrebbe dovuto sostiuire Marco nella sindacatura della città ed infine Massimo si sarebbe occupato a Roma della parte politica per favorire gli accordi più vantaggiosi per l'impresa.

Ludovico, anche se sposato, aveva come amante Mariangela, una insegnante conosciuta tempo prima a casa di amici e separata dal marito. 
Sergio invece, per motivi di opportunità economica, aveva sposato Maddalena, una donna fragile, piena di malanni ed anche frigida, ma successivamente si era innamorato, ricambiato, di Eleonora figlia del cavaliere Luigi Lo Jacono, zio più per rispetto che per parentela.

Ludovico, ritornato a Palermo, apprende da Mariangela che nel frattempo aveva conosciuto e frequentato Filippo Lo Jacono, figlio del Cavaliere Lo Jiacono e fratello di Eleonora e che quindi lo avrebbe lasciato perchè maggiormente attratta da lui.

La decisione della donna ebbe l'effetto di scatenare la gelosia di Ludovico.

Qualche giorno dopo numerosi beni agricoli ed immobili appartenenti ai Lo Jaconono subirono notevoli danni e contemporaneamente al Procuratore del Re pervenne una lettera anonima nella quale si accusava il Tarantino come esecutore materiale del delitto di Marco Tancredi ed i Lo Jacono quali mandanti dello stesso.

La trasmissione della lettera da parte del Procuratore al maresciallo Altisi e le indagini dallo stesso condotte sulla famiglia Lo Jacono convinsero quest'ultimo che la vicenda nascondeva molti altri fatti non chiari.














Anche Massimo, cui Ludovico si era rivolto mostrandogli giorni prima la lettera anonima, aveva capito che fra il fratello ed i Lo Jacono fosse successo qualcosa di grosso, presumibilmente a causa di una donna.

Riconsiderando l'alterco avuto tempo prima del fratello Marco con Luigi Lo Jacono avvenuto in Municipio in merito alla probabile candidatura del figlio Filippo, portata avanti dai socialisti, che avrebbe potuto mettere in difficoltà il predomino sulla città dei Tancredi, a Massimo venne l'idea di sfruttare ulteriormente la situazione coinvolgendo nell'intrigo anche Giacomo, fratello di Luigi, che esercitava la professione di medico a Roma, orchestando tutto in modo da far ritenere come mandanti dell'omocidio del fratello Marco la famiglia dei Lo Jacono macchiandone così l'onorabilità cosa che avrebbe reso improponibile edimpossibile la candidatura di Filippo alle future elezioni eliminando a priori uno scomodo antagonista alla sua elezione.

Nella macchinazione messa in atto coinvolse anche i politici di Roma che peraltro inviarono due ufficiali dei carabinieri, Rossi e Cappadonna, al fine di indagare sui Lo Jacono e che compiacenti nei loro rapporti portarono all'arresto di Luigi e del figlio Filippo coinvolgento con false testimonianze anche il medico Giacomo che viveva a Roma e che per un certo periodo era venutoin Sicilia.

Il maresciallo Altisi, piemontese di nascita ma buon conoscitore del carattere dei siciliani, non si rassegnò a quelle affrettate conclusioni. Decise pertanto di rivolgersi al giudice Manno presso la Procura di Trapani ottenendo dallo stesso l'auorizzazione ad effettuare altre indagini più approfondite con lo scopo di chiarire la situazione e smascherare le false testimonianze messe in atto dai personaggi prezzolati dai Tancredi.

La consegna ad Altisi da parte di Mariangela di alcune lettere inviatele da Ludovico ed in cui lo stesso minacciava una feroce ritorsione nei confronti dei Lo Jacono se lei avvesse continuato a rifiutare di incontrarlo, fu la prova decisiva che mise al posto giusto tutte le varie tessere del rompicapo a cui aveva anche lavorato per conto proprio il giudice Manno.

In conclusione, per motivi politici tutta la questione fu messa a tacere, ma si ebbero le seguenti conseguenze:
- i Lo Jacono furono scarcerati e riabilitati
- i socialisti per la prima volta conquistarono la maggioranza dei seggi al Comune ma anche Filippo Lo Jacono con i loro voti fu eletto alla Camera imponendosi a Massimo Tancredi. Lo stesso insieme alla Eleonora che prima di partire aveva teneramente salutato Sergio Tancredi, che non aveva preso parte alla macchinazione, promettendogli che sarebbe ritornata e che la sua casa per lui sarebbe stata sempre aperta nonostante tutto, andò a vivere a Roma dallo zio Gaspare che non aveva avuto figli
- Giuseppe Tarantino fu condannato all'ergastolo
- gli ufficiali dei carabinieri, avendo operato su comando del Ministro degli interni, non subirono conseguenze ma  furono promossi e mandati in Sardegna
- il maresciallo Altisi fu promosso ufficiale 
- il giudice Manno fu trasferito a Roma 
- la banca di cui era stato già presidente Marco Tancredi dopo un'ispezione della Banca d'Italia venne commissariata per gravi irregolarità. Per le voci di un suo poosibile fallimento i cittadini che vi avevano depositato i loro risparmi li ritirarono costringendo i Tancredi a far frone alle richieste con la vendita di gran parte del loro beni immobili decretando così a fine del loro dominio sulla città
- Massimo non solo non fu più eletto ma quando tentò di trovare protezione e coperture a Roma trovò tutte le porte chiuse considerato il modo con cui improvvidamente i Tancredi avevano agito
- di Mariangela non si interessò più nessuno. Fu allontanata dai salotti della città e dalle notizie che Altieri ebbe fino ad un certo periodo seppe che continuava ad insegnare in una isituto magistrale facendo collezione di uomini.

Con queste considerazioni finali Il Prof. Girgenti ha concluso la presentazione del suo romanzo.

Si è quindi, subito dopo, aperto un dibattito cui hanno attivamente partecipato molti dei presenti in sala che hanno chiesto all'oratore ulteriori chiarimenti e notizie in merito ai fatti narrati nel suo romanzo ed al periodo storico in cui esso si era verificato.

A tutti il Prof. Girgenti ha risposto fornendo ulteriori precisazioni e notizie relative anche ai personaggi reali che effettivamente si sono mossi nel quadro delle vicende narrate.

Al suo termine il Prof. Valenti dopo aver ringraziato l'oratore per la sua partecipazione alle attività culturali del sodalizio a ricordo della serata gli ha offerto in  omaggio il libro di S. Costanza '' La libertà e la roba - L'età del risorgimento '' ed ha chiuso l'incontro ricordando ai presenti, con l'invito di estenderlo anche agli assenti, che le attività della prima parte del programma delle attività culturali dell'Associazione si sarebbero concluse sabato 22 giugno 2019 alle ore 19.30 presso il giardino di Giovanna con una cena intitolata '' Serata siciliana '' con lo scambio dei saluti di una buona estate. 


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