2019 - 10 - 19: Arch. Roberto Manuguerra - I mulini trapanesi fra acqua e sale
Sabato 19 ottobre 2019 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trpanese sia in Trapani via Vespri 32, come di consueto, si è tenuto il settimanale incontro previsto dal calendario delle attività del XXXIII Corso di cultura per l'anno 2019.
Per l'occasione ha relazionato l'Arch. Roberto Manuguerra, che è stato accolto dal Presidente, Prof. Salvatore Valent, e dai presenti con la consueta cortesia e con interesse l'oratore che, non nuovo alle attività culturali del sodalizio, ha accettato ancora una volta e con piacere l'invito dell'Associazione a partecipare alle sue attività.
Aperti i lavori della serata, il Prof. Valenti, dopo averlo brevemente e doverosamente presentato, prima di cedergli la parola, chiedendogli scusa, ha effettuato le seguenti comunicazioni:
- in sostituzione della escursione a Montevago prevista per il 27 ottobre e precedentemente annullata potrebbe essere invece programmata, qualora si raggiungesse un adeguato numero di partecipanti, l'escursione di un giorno a Poggioreale in occasione della VII edizione della '' Sagra della muffuletta '' prevista per il 10 novembre 2019 e, contemporaneamente, essendo di strada, effettuare una visita alla città di Gibellina vecchia e nuova. Pertanto chi avesse intenzione di parteciparvi dovrebbe al più presto effettuare la relativa prenotazione per dare il via alla sua organizzazione
- in seguito alla lettera di dimissioni dalla carica di vice-presidente fatta di recente pervenire dalla Prof.ssa Musumeci, il Consiglio direttivo, su proposta del Presidente, ha nominato all'unanimità in sostituzione della dimossionaria la Pof.ssa Anna Maria La Via, già facente parte del direttivo stesso, che ha accettato la nomina. I presenti hanno condiviso quanto deliberato dal Consiglio
- per quanto sopra riportato, venendo a mancare al Consiglio direttivo un suo componente, lo stesso, come dallo Statuto previsto, e su proposta del Presidente ha provveduto a nominare il membro mancante nella persona della Prof.ssa Anna Maria Rizzo, moglie del Dott. Pietro D'aleo, Segretario -Tesoriere dell'Asssociazione venuto a mancare, come noto nel mese di maggio del corrente anno. La Prof.sa Rizzo ha accettato la nomina ed i soci presenti hanno condiviso quanto deliberato dal Consiglio.
- il Presidente in prospettiva della predisposizione del programma delle attività per il XXXIV Corso di cultura per l'anno 2020 ha infine delineato, pur conservando in linea generale l'impostazione degli anni precedenti, le nuove attività che intende introdurre per l'anno 2020 ed ha sollecitato i presenti che avessero proposte da fare di farle pervenire al più presto possibile al fine di poterle valutare oppurtanamente
- infine il Prof. Valenti ha comunicato ai soci che in base a quanto deliberato ed approvato dal Consiglio direttivo, per l'anno 2020 le quote associative subiranno una lieve rivalutazione per poter fare fronte soprattutto agli oneri derivanti dal contratto di localizione dei locali in godimento all'Associazione stessa. Pertanto, per i soci singoli la quota associativa per il prossimo anno sociale è stata fissata in € 100,00 mentre per i soci coniugati è stata fissata in € 150,00. Le nuove quote sono state accettate dai soci in quanto considerate necessarie per le spese correnti da affrontare nel corso del nuovo anno sociale
e, ciò detto, la parola è quindi passata all'Arch. Roberto Manuguerra.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della sua prolusione dell'Arch. Manuguerra che è stata accompagnata ed integrata dalla proiezione di una serie di diapositive che, resa disponibile, è inserita alla fine di queste note.
Nella parte iniziale della sua esposizione l'oratore, come si evince dalle diapositive di seguito riportate, si è riferito alle fonti del passato che prendevano in considerazione il sale sotto i suoi diversi aspetti ( storici, religiosi, ecc. ) per poi passare ai benefici climatici di cui godono le città costiere rispetto a quelle dell'interno nonchè dei benfici fisici generali che le persone che vivono vicino al mare da esso possono trarre.
Ha precisato inoltre che in commercio si hanno due tipi di sale, denominato chimicamente cloruro di sodio, che fondametalmente hanno la stessa origine: il salgemma, estratto dalle miniere in cui si è fossilizzato dopo l'evaporazione dell'acqua di mare in cui era contenuto e successivamente finito in basso per sprofondamento della crosta terrestre ed il sale marino che vienne estratto per evaporazione frammentata dacll'acqua del mare che lo contiene in vasche che possono essere ubicate sia vicino al mare che in zone poste più all'interno.
Sono state quindi mostrate una serie di diapositive, peraltro molto belle, dei tramonti che da Trapani possono essere osservati soprattutto nella bella stagione, nonchè dei salinai impegnati nel loro duro lavoro, sia in passato che oggi, ed altre dalle quali, per paragone, rispetto ad oggi si è potuto desumere la notevole estensione delle saline che circondavano negli anni '50 Trapani rispetto a quella molto più ridotta di oggi a causa dell'interramento da esse subito sia a causa dela creazione a sud della città di nuove aree abitative, della creazione dell'Area di Sviluppo industriale che nonostante tutto non ha conseguito i risultati sperati che per la creazione di nuove infrastrutture che hanno riguardato la sistemazione del porto nella sua parte occidentale.
Da due diapositive in particolare si può ricavare l'attuale estensione delle saline rimaste attorno a Trapani e quelle di Marausa e dello Stagnone di Marsala che se pur talvolta trascurate hanno pressapocio mantenuto la loro estensione e produttività.
Parlando delle saline di Trapani non si può non parlare dei mulini a vento perchè elementi caratteristici del paesaggio che le riguarda in quanto funzionali alla produzione del sale e alle operazioni con cui l'acqua di mare viene immessa nelle vasche che esplicano le varie funzioni per la sua estrazione, ma è ovvio che un mulino in generale può esplicare varie funzioni a seconda di ciò che si vuole ottenere dalla rotazione delle sue pale ed il relatore ne ha messo a paragone tre: l'americano, l'olandese e, a buona ragione, il trapanese.
Il primo è essenzialemte formato da numerose pale metalliche di piccole dimensioni che possono ruotare molto velocemente ed è auto-orientante al fine di disporre sempre le pale nel letto del vento; il secondo è in genere composto da quattro grandi pale che devono ruotare lentamente ed è disposto su grandi costruzioni adibite ad abitazione e talvolta a museo ed ha la funzione di prosciugare l'acqua che si infiltra nei terreni dei Paesi Bassi posti al disotto del livello del mare. L'acqua attraverso idonee canalizzazioni viene poi ributtata in mare al di la delle dighe di difesa; il terzo, quello trapanese, che normalmente ha sei grandi pale rivestite in genere di tela la cui superficie può essere ridotta per ridurre il numero dei giri in caso di vento molto forte, facendo ruotare le pale, quando occorreva, metteva in rotazione una spirale di Archimede che travasava l'acqua da una vasca all'altra della salina.
Il mulino olandese e quello trapanese tuttavia avevano bisogno di essere orientati al vento e ciò veniva fatto da una persona a tale scopo dedicata.
E' ovvio che le pale, laddove non non ccorreva ruotasssero, potevano essere bloccate da un freno in vario modo realizzato.
Il relatore non ha tuttavia trascurato di evidenziare le attività economiche che in passato venivano esercitate a Trpani che grazie a loro godeva anche di una certa floridezza e dove i mulini avevano anche la funzione di produrre energia meccanica che metteva in moto le macchine dei vari opifici.
L'invenzione del motore a vapore nell'800 trasformò le fabbriche producendo una sostanziale rivoluzione industriale che però nel trapabnese per vari motivi non attecchì per cui, fatte alcune eccezioni, l'economia cominciò a languire
Le saline tuttavia ancora oggi, seppur molto ridimensionate nellla loro estensione, continuano ad operare sulla base degli antichi metodi di produzione e raccolta del sale anche se nella parte finale sono state introdotte necessariamente alcune innovazioni ed i mulini a vento e le viti a spirale di Archimede sono stati sostituiti da pompe mosse da energia meccanica o da energia elettrica.
Comunque qualcuno di essi è stato ricostruito e resta a testimonianza di una funzione una volta preziosa ed essenziale; molti altri, abbandonati, hanno subbito l'inclemenza del tempo e della loro vetustà ed inutilizzati sono andati in rovina crollando su se stessi costituendo quindi un ammasso informe di ruderi.
L'Arch. Manuguerra ha concluso la sua esposizione illustrando il tradizionale modello della salina dove i salinai, in alcune fasi della produzione e della racoltadel sale, continuano ad operare secondo modelli che risalgono all'antichità.
Una salina è costituita da una serie di vasche, in totale cinque, diversamente denominate a seconda della loro funzione:
- la '' fridda ( fredda ): è la prima vasca, piuttosto ampia, in cui l'acqua prelevata dal mare, oggi con idrovore ( una volta tramite i mulini o per dislivello), viene inviata ed in cui subisce una prima evaporazione e quindi un aumento della densità fino ad un certo valore
- la '' ruffiana '': è la vasca successiva alla prima dove la densità continua ad aumentare e si verifica la precipitazione di alcuni dei sali presenti nll'acqua come il carbonato di calcio
- nella vasca successiva detta '' caura ( calda ) '' o di acqua '' fatta '' con densità ancora più elevata si ha la precipitazione del solfato di calcio
- nella quarta vasca, dove la densità raggiunge valori ancora più elevati l'acqua perde anche tutte le impurità presenti nell'acqua iniziale
- nell''ultima vasca detta '' salante '' l'acqua detta ''acqua madre '' è satura di sale ( cloruro di sodio ) che precipita sotto forma cristallina e si deposita sul fondo con uno spessore in media di 15 cm.
Completano la struttura di una salina l'insieme dei canali, variamente denominati, attraverso i quali l'acqua viene trasferita da una vasca all'altra per dislivello o mediante clochee di diversa dimensione una volta in legno oggi anche in metallo o mediante pompe.
Il sale cristallizzato sul fondo successivamente viene frantumato e con le pale disposto piccoli cumuli che favoriscono l'ulteriore evaporazione dell'acqua residua oppure la sua estrazione per trasferirla in altri eventuali bacini dove si ha l'estrazione di altri sali oppure è riverarla in mare.
Nel corso di alcuni degli stadi descritti l'acqua assume in generale una colorazione che va dal rosa al rosso mattone, a seconda della densità, a causa della presenza in essa di una particolre alga che risce a sopravvivere in questi ambienti ipersalini.
Nella fase successiva il sale è raccolto con le carriole, una volta tramite ceste, per essere ammonticchiato anche con nastri trasportatori, in cumuli più grandi '' munzidduna '' che inglobano da 200 a 400 tonnellate che vengono ricoperti da tegole che proteggono il sale dalle successive piogge invernali.
Nella successiva manipolazione che avviene al coperto in grandi capannono si separa il sale sporco che viene destinato ad usi industriali da quello pulito che viene inscatolato e confezionato e quindi destinato ad essere utilizzato nella cucina per insaporire i pasti.
La stagione della produzione e della racolta del sale va dal mese di aprile a quello di settembre e normalmente vengono effettuate due raccolte una dopo 50 giorni dall'inizio della coltivazione, l'altra a distanza di 30 giorni dalla prima.
I lavoratori che operano nelle saline sono i salinai che sono coordinati e diretti dal '' curatolo '' persona di fiducia del proprietario che segue le diverse fasi della produzione e procaccia anche i lavoratori addetti alla lavorazione ed all'estrazione del sale. In genere l'oraruio di lavoro va dalle ore 6.30 alle 15.00 con una breve interruzione per la colazione ed i salinai, facendo molto caldo e lavorando sotto l sole, indossando solo pantaloncini, proteggendo il capo con un cappello di paglia, indossando talvolta occhiali per proteggere gli occhi dal bagliore prodotto dal riverbero dei raggi solari sulla superficie delle vasche sul cui fondo si è depositato il sale e proteggendo i piedi e le gambe con stivali di gomma.
Le saline di Trapani, Paceco e Nubia fanno parte di una Riserva Naturale gestita dal WWF che è possibile visitare accompagnati dalle guide e dove nel periodo delle migrazioni è possibile osservare diversi tipi di uccelli come fenicotteri rosa, aironi bianchi, gazzette,spatole, anatre, vocette , cavalieri d'itlia e martin pescatore.
L'oratore ha concluso dicendo e precisando che anche in altre parti del globo si hanno saline per evaporazione e che mulini a vento non sono solo quelli delle saline ma anche quelli che combatteva, considerandoli giganti, Don Chisciotte della Mancia e che altri tipi di mulini ben più alti e giganteschi sono sorti, stanno sorgendo e sorgeranno in molte parti del mondo per la produzione di energia elettrica pulita senza talvolta alcun rispetto per la bellezza del paesaggio nel nome della ecologia e nel tentativo di salvare il mondo dal riscaldamento globale.
E' seguito un breve ed interessante dibattito che ha visto la partecipazione di alcune delle persone presenti in sala.
Al suo termine il Prof. Valenti, dopo aver ringraziato l'oratore per l'interessante tema trattato, a ricordo della serata gli ha offerto il libro di S. Costanza '' La libertà e la roba - L'età del Risorgimento ''.