2019 - 11 - 16: Prof. Maurizio Vitella - La Natività del Caravaggio a 50 anni dal suo furto

Sabato 16 novembre 2019 alle ore 18.15 nalla sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, giusto quanto previsto dal calendario delle attìvità del XXXIII Corso di cultura per l'anno 2019, con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti si è tenuto l'incontro con il Prof. Maurizio Vitella dell'Università di Palermo. Appositamente venuto a Trapani per poi ritornare a Palermo, ha intrattenuto i presenti su un tema che ha destato molto interesse perchè ha parlato della '' Natività '' del Caravaggio di cui in questi giorni ricorre il 50° anniversario del furto avvenuto il 17 ottobre 1969 dall'Oratorio di S. Lorenzo in Palermo.














L'ospite , ormai ben noto agli aderenti al sodalizio, in quanto assiduo partecipante da moltissimi anni alle attività culturali dell'Associazione, è stato ricevuto dai presenti e dal Presidente, Prof. Valenti, con la consueta cordialità e lo stesso dopo aver aperto i lavori della serata ed averlo brevemente presentato gli ha ceduto la parola.


Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto  riferito dal Prof. Vitella che ha documentato quanto via via esponeva con la proiezione di una serie di diapositive che purtroppo non si è avuta la possibilità di riportare in queste note.

Avuta la parola l'oratore ha ringraziato l'Associazione per l'invito rivoltogli che peraltro, come in passato, ha sempre accettato volentieri, ed è subito passato ad illustrare il tema della serata che risulta attuale in considerazione della su menzionata ricorrenza.

Sul furto della Natività del Caravaggio molto si è parlato e molti sono ancora i lati oscuri della vicenda. Si presume che sia stato un furto su commissione da parte di un noto collezionista a cui hanno fatto seguito e si sono inserite altre vicende e situazioni ma di fatto ad oggi non si sa che fine abbia fatto l'opera e quali siano le sue attuali condizioni.

Nella sua esposizione il Prof. Vitella ha menzionato anche molte altre opere del Caravaggio con le quali ha effettuato confronti e raffronti di vario tipo al fine di mettere in evidenza gli elementi e le caratteristiche comuni ma anche le diversità al fine di poter trarre valide considerazioni in merito alla  datazione dell'opera considerata. 

In generale si ritiene che il Caravaggio dipinse la sua opera nel 1609 in occasione di una sua permanenza a Palermo, ma non è stato mai provato e documentato che ciò sia effettivamente avvenuto. 

Considerazioni di vario tipo, sulle quali il Prof. Vitella si è con dovizia intrattenuto, hanno portato invece ad una datazione dell'opera nell'anno 1600 e  quindi nel periodo in cui l'artista viveva a Roma. L'opera poi fu portata a Palermo dove fu sistemata nell'Oratorio di S. Lorenzo da cui fu asportata nella notte frail 17 e il 18 ottobre 1969. Oggi al suo posto si trova una stampa che riproduce il quadro nelle sue dimensioni reali. 

Come si sa, la tela di grandi dimensioni, riporta al centro poggiato per terra sopra un panno il bambino Gesù, ed attorno a lui, la Madonna, anche lei seduta per terra, S. Giuseppe di spalle, S. Lorenzo, S. Francesco con Frate Leone, un angelo che scende dal cielo avente fra le mani un cartiglio riportante la scritta '' Gloria in exelcis Deo '' e confusi con lo sfondo scuro il bue e l'asinello. 

Come è noto il Caravaggio, il cui nome era Michelangelo Merisi, era figlio di un architetto alle dipendenze dei Marchesi di Caravaggio e quindi apparteneva ad una famiglia stimata ed agiata. Era una persona abbastanza colta ma di carattere irruento e facile alle brighe condusse una vita turbolenta ed irrequieta.
Nel 1907 in seguito alla condanna a morte per per avere ucciso per legittima difesa in una lite un uomo per motivi non chiari, iniziò il suo vagabondare che lo portò prima fra il Lazio e le Marche e successivamente  a Napoli, Malta, Messina, Siracusa e secondo alcuni anche a Palermo e poi ancora Napoli. Della sua permanenza a Palermo nel corso della quale dipinse la la '' Natività '' non vi è certezza , e vari elementi che di seguito saranno considerati portano a considerare questo ultimo evento non veritiero. 

Ciò premesso, il Prof. Vitella ha illustrato ed ha parlato delle motivazioni e delle considerazioni in base alle quali può essere messa in dubbio la data e la località in cui la Natività fu effettivamente dipinta citando nel suo excursus molte altre opere realizzate dal pittore in altre località e negli anni della sua attività.

La prima cosa che ha messo in evidenza è stato l'aspetto pittorico dell'opera relazionandola con quelle realizzate nello stesso periodo ( 1608 ) a Messina ed a Siracusa e con quelle realizzate nel periodo in cui soggiornava a Roma ( 1600 ).
Nelle opere siciliane la pennellata è rapida e sfocata mentre è molto più vicina a quella delle opere romane dove è invece più definita e dettagliata. 
Si nota inoltre una significativa e diversa disposizione dei personaggi: nella Natività essi riempiono tutta la tela, negli altri che si ritrovano a Messina e Siracusa essi sono raggruppati in modo da lasciare molto spazio vuoto.

Nei quadri del Caravaggio talvolta si riscontra anche una coincidenza nelle posture dei personaggi rappresentati con quelle che si hanno sia in altri quadri propri che in opere dipinte da altri artisti che talvolta ed in quadri diversi sono speculari fra di loro.

Molte opere del Caravaggio sottoposte ad indagini radiografiche hanno messo in evidenza che l'artista non era solito fare sulla tela un disegno preparatorio dell'opera da realizzare ma sulla superficie gessata della stessa tracciava dei solchi per definire preventivamente le figure che poi dipingeva.














A questo punto dell'esposizione l'oratore  ha sottolineato la presenza di ben tre elementi in base ai quali si può ipotizzare la retrogradazione dell'opera al 1600:

- le affinità posturali delle figure
- le affinità dei volti dei personaggi rappresentati, sia maschili che femminili, se paragonate ai volti di persone anziane e non presenti in altre opere 
- lo stile pittorico.

Altri approcci utili alla retrogradazione della '' Natività '' all'anno 1600 sono stati i risultati radiografici eseguiti sulla stessa in occasione del rinforzo della tela su cui era stata eseguita la pittura portato a termine dall'Istituto centrale del resturo dopo una mostra del 1953.
Da essi è stato stabilito che la tela della Natività a differenza di quella usata delle opere di Messina e Siracusa era cotituita da un unico pezzo a differenza delle altre che erano state rrealizzate cucendo fra di loro più pezzi.

Altre conferme sono poi venute dal ritrovamento di un documento risalente al 4 aprile 1600 nel quale era riportato un contratto in cui Fabio Nuti, mercante di tessuti di Siena ma avente bottega a Napoli, si impegnava a produrre una tela alta 12 e larga circa 7 o 8 palmi ( 1 palmo era pari a circa 26 cm. ) per la realizzazione da parte del Caravaggio di un quadro raffigurante dei personagi non meglio identificati.

Ciò è compatibile anche con quanto il Caravaggio faceva poichè le sue opere realizzate in un luogo oggi ma anche allora si potevano ritrovare in altre località anche molto lontane.

La discordanza sull'anno di realizzazione della '' Natività '' è anche dovuta al fatto che le notizie riportate dai biografi e relative al Caravaggio erano il più delle volte non suffragate da documenti certi ma essi raccontavano i fatti per sentito dire senza controllarne la veridicità.














Ritornando alle vicende personali del pittore dopo la sua condanna a morte per l'omicidio commesso nel 1607, dopo essere stato in Sicilia egli ritornò a Napoli e nel corso del suo vagabbondare, spinto dalla necessità del mantenersi, continuava a dipingere.

Nel corso di un viaggio che lo doveva riportare a Roma, non sapendo ancora che il papa lo aveva perdonato, morì a causa di una infezione ad una ferita e venne abbandonato sulla spiaggia di Porto Ercole.

Ritornando al quadro, sono fatte anche varie indagini al fine di stabilire per quale opera la tela fosse stata prodotta.
Le sue dimensioni e la sua struttura erano tali da non corrispondere ad alcuna delle opere del Caravaggio cosa che si invece si è riscontrata per quella della Natività e così un altro tassello si aggiungeva a quelli già prima evidenziati. 

Altri elementi a favore dell'origine romana della tela e della sua realizzazine nel 1600 sono stati i seguenti:
- la consegna dell'opera doveva avvenire entro e non oltre i mesi di giugno e luglio
- il saldo dell'opera fu corrisposto dal Nuti il 20 novembre del 1600
- la conferma che essa doveva essere portata a Palermo nell'Oratorio di S. Lorenzo fu il ritrovamento di una notizia che parlava della realizzazione nello stesso luogo di una cornice di gesso dorato delle stesse dimensioni del quadro in un periodo antecedente al 10 agosto giorno in cui tradizionalmente ricorre la festività di S. Lorenzo. 

Il Prof. Vitella ha riservato la parte finale della sua relazione alla identificzione dei personaggi raffigurati nel quadro. 

Escludendo il bambino Gesù, la Madonna e S. lorenzo si è soffermato sulla figura di S. Giuseppe. Egli è rappresentato di spalle con una figura dall'aspetto atletico ma con la testa incorniciata in contrasto da capelli bianchi a sottolineare forse la saggezza umana che è propria degli anziani. Il colore verde della giubba, il bianco del calzone ed il giallo del manto sono i colori che contraddistinguono nei quadri di quel periodo la sua icona. 


La figura che dovrebbe rappresentare S. Francesco contraddice invece l'iconografia del tempo. Lo stesso era in genere rappresentato con un volto emaciato con indosso un saio rabberciato. Il personaggio indossa invece un mantello e ciò potrebbe far pensare più che a S. Francesco ad un pellegrino o ad un viandante che si ferma per rendere omaggio al bambinello appena nato.

Anche l'altra figura ha dato luogo negl iultimi tempi ad interpretazioni diverse che tuttavia non sono molto condivise. Esso non sarebbe Fra Leone ma la figura del diavolo incarnato nel pastore tentatore come si talvolta si evince dalle icone greche e bizantine che insinua in S.Giuseppe il dubbio sulla verginità di Maria.

Il Prof. Vitella ha quindi concluso la sua relazione dicendo che di recente nuove piste si sono aperte nella ricerca del dipinto su quale si sono anche scritte varie pubblicazioni. Si spera tuttavia che esso possa essere ritrovato e restituito per poterlo ancora ammirare.

Alla relazione ha fatto seguito un interessante dibattito che ha visto la partecipazione di molti dei presenti in sala che hanno rivolto al relatore molte domande e chiesto ulteriori precisazioni che hanno in ogni caso ricevuto una adeguta ed esauriente risposta.

Chiuso il dibattito il Prof. Valenti dopo aver ringraziato il Prof. Vitella per l'interessante tema trattato a ricordo della serata gli ha offerto il libro di S. Costanza '' La libertà e la roba - L'età del Risorgimento ''.

La serata è quindi proseguita con la consumazione dei tradizionali '' Mufuletta, viscotta e vinu '' in quanto l'evento previsto per lunedì 11 novembre 2019 in occasione della festività di S. Martino non aveva avuto luogo a causa delle avverse condizioni meteorologighe che hanno prodotto il suo spostamento. Motivi tecnici non hanno consentito di inserire la relativa documentazione fotografica dell'evento.

Al suo termine il Presidente ha ricordato ai presenti che il prossimo evento in calendario si sarebbe svolto sabato 23 novembre 2019 alle ore 18.00 nei locali del sodalizio come previsto dal clendario delle attività del XXXIII Corso di cultura per l'anno 2019. 


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