2020 - 01 - 25: Prof. Antonino Filippi - Preistoria e miti in Sicilia
Sabato 25 gennaio 2020 alle ore 18.20, come previsto dal programma delle attività relative al XXXIV Corso di cultura per l'anno 2020 nella sala delle conferenze-biblioteca dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti ha avuto luogo l'incontro con il Prof. Antonino Filippi sul tema '' Preistoria e miti in Siciia ''.
L'ospite, laureato in Archeologia, autore di vari libri nonchè di articoli pubblicati su riviste specializzate, che più volte, negli anni passati, ha partecipato alle attività culturali del sodalizio, è stato cordialmente accolto dal Prof. Valenti, Presidente dell'Associazione, e dai presenti.
Aperti i lavori della serata, il Prof. Valenti, dopo averlo ringraziato per aver accettato l'invito dell'Associazione a relazionare, dopo averlo brevemente presentato, ma prima di cedergli la parola, chiedendogli scusa, ha, per motivi organizzativi, fatto ai presenti le seguenti comunicazioni:
- la cena del '' Giovedì grasso '' prevista per il giorno 20 febbraio p.v. si sarebbe tenuta presso la '' Vecchia Villla '' in via Villa Rosina a partire dalle ore 19.00 e, pertanto, chi avesse avuto intenzione di prendervi parte avrebbe potuto già fare per tempo la dovuta e necessaria prenotazione
- l'incontro previsto per il giorno 5 febbraio 2020 nel corso del quale si sarebbe dovuto proiettare il film '' Il cammino per Santiago '' è stato postecipato, per motivi organizzativi a giovedì 13 febbraio 2020 sempre alla stessa ora ovvero alle 17.30.
Si riporta di seguito una sintesi libermente tratta da quanto riferito dal Prof. Filippi nel corso della sua relazione che è stata accompagnata ed integrata adeguatamente dalla proiezione di una serie di diapositive rese gentilmente disponibili per essere riportate alla fine di queste note.
Il Prof. Filippi, avuta la parola, dopo aver ringraziato per l'invito rivoltogli a relazionare è entrato subito in argomento precisando che con il termine preistoria deve interdersi quel priodo della storia dell'uomo che convenzionalmente precede la scrittura e quindi quel periodo anteriore alla storia documentata e che va da circa 2,5 - 2,6 milioni di anni fa sino al 4000 a.c..
Alla mancanza della prova scritta supplisce il mito il cui significato in greco antico, secondo Julien Ries, ha due accezioni: parola e racconto.
Una delle diverse interpretazioni del mito è quella per cui esso fornisce una risposta provvisoria alle questioni poste dall’uomo, curioso di conoscere la ragione delle cose. Tale risposta tuttavia svanisce di fronte alla prova scientifica e di conseguenza in presenza del mito non bisogna effettuare nessuna altra ricerca perchè non si ha la necessità di alcuna prova aggiuntiva.
Il mito spesso si identifica anche nel racconto di una storia talvolta anche sacra che ci riporta ad eventi avvenuti in un tempo primordiale in cui non c'è nessuna documentazione e per tale motivo esso sovente si scontra con la storia.
Ciò detto è passato quindi ad illustrare il tema della serata che avrebbe riguardato i miti della Sicilia nel periodo della preistoria partendo da un quadro sintetico della preistoria, riportato in una delle successive diapositive, con elencati i suoi vari periodi relazionati agli spostamenti dell'uomo, alle condizioni climatiche esistenti ed alla economia prevalente ed ai quali, successivamente, nel corso della sua relazione, ha collegato alcuni dei miti che oggi ancora restano e che hanno interessato la Siciia.
- Superiore 40.000 - 9.500 circa a.C.: Primo apporto di popolazioni stabili in Sicilia provenienti dall’Italia, clima freddo ed arido con ambiente prevalente di steppa, economia di caccia e raccolta
- Mesolitico 9.500 - 5.500 circa a.C.: Mutamenti ambientali: innalzamento della temperatura e del livello del mare con sostanziali cambiamenti della fauna e della flora, economia di pesca e raccolta di molluschi integrata dalla caccia
- Neolitico 5.500 - 3.800 circa a.C.: Contatti e scambi culturali con il Mediterraneo centro-orientale ( Balcani ed Egeo ), prime forme di sedentarietà con la creazione di insediamenti abitativi organizzati ( fossati ed altro ), introduzione e sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento. Nelle Eolie e a Pantelleria commercio dell’ossidiana
- Età del Rame o Eneolitico 3.800 - 2.200 circa a.C.: Contatti e scambi culturali con la penisola balcanica e, nella parte occidentale della Sicilia, arrivo di influenze culturali iberiche mediate attraverso la Sardegna ( cultura Campaniforme ), economia mista agro-pastorale con forme di conflittualità interne con l’emersione di gerarchie
- Prima età del Bronzo 2.200 -1.550 circa a.C.: Contatti culturali con la Grecia e il Mediterraneo orientale e primi scambi commerciali con i Micenei, prevalente economia agricola con scambi commerciali soprattutto lungo la costa
- Media età del Bronzo 1.550 -1.300 circa a.C.: Emergere dell’etnia Sicana ( cultura di Thapsos ) e concentrazione dell’insediamento principalmente lungo la costa, con frequenti contatti commerciali con i Micenei, economia mista agro-pastorale e commerciale
- Tarda età del Bronzo ( Recente e Finale ) 1.300 -1.050 circa a.C.: Invasione della Sicilia da parte di diverse etnie peninsulari ( Ausoni, Siculi, Morgeti, Elimi ) e accantonamento della cultura Sicana nella Sicilia centro-occidentale, crisi economica interna e degli scambi commerciali transmarini dovuta a conflitti e all’instabilità sociale e politica
- Età del Ferro 1.050 - 750 circa a.C.: Stabilizzazione delle regioni di influenza delle differenti nuove etnie, primi contatti con i commercianti Ciprioti, Fenici e Greci, prevalenza dell’allevamento e ripresa degli scambi commerciali
E' quindi passato a parlare del mito relativo agli albori della storia dell'uomo citando quanto riportato in alcuni passi della Genesi in merito alla creazione di Adamo ed Eva, al giardino dell'Eden in cui Dio li pose e dove avevano a disposizione quanto necessario alla loro nutrizione con il divieto però di mangiare i frutti dell'albero del bene e del male, alla nascita della pastorizia e dell'agricoltura con Abele e Caino. alla prevalenza dell'agricoltura sulla pastorizia da cui la necessità di spostamento in altre zone, alla moltiplicazione dell'uomo ed al diluvio universale.
Un altro mito su cui si è intrattenuto è stato quello che parla della Sicilia. In tempi molto remoti si diceva che essa fosse in origine una penisola che divenne poi un’isola per diverse spiegazioni:
- la rottura dell'istmo nel punto dove era più stretto a causa del mare che lo bagnava dai due fianchi. Il luogo in cui ciò avvenne era chiamato Reggio ed ivi fu fondata successivamente una città a cui fu dato lo stesso nome
- vi furono grandi terremoti che produssero la sommersione dell'istmo creando così lo stretto e la separazione dell'isola dalla terraferma
- il poeta Esiodo, come riferito da Diodoro Siculo nel IV volume della sua Biblioteca, diceva invece che quando il mare si stendeva in mezzo, Orione con i depositi formò il promontorio Peloro, vi costruì il santuario di Poseidone che era molto onorato dagli abitanti del luogo, e, dopo aver realizzato questo, passò in Eubea e si stabilì laggiù. A causa della sua fama fu annoverato fra le stelle nel cielo ed ottenne un ricordo immortale.
Tucidite ( V secolo a.C. ) nel VI libro della sua '' Guerra del Peloponneso '' riferisce invece il modo con cui fu colonizzata la Sicilia e parla dei popoli che la occupavano. Riferisce che i più antichi ad abitare una parte del paese fossero i Lestrigoni e i Ciclopi, dei quali io non saprei dire né la stirpe né donde vennero né dove si ritirarono: basti quello che è stato detto dai poeti e quello che ciascuno, in un modo o nell’altro conosce al riguardo ''.
Un altro mito è quello dei Ciclopi che nel IX capitolo dell'Odissea di Omero vengono invece descritti nel seguente modo '' ...... assemblee non conoscono, né consigli, né leggi, vivono in cave spelonche sulle cime più alte dei monti, comandano alle mogli e ai figli, non si curano gli uni degli altri….. Greggi non vi sono, né campi coltivati, semina non c’è mai, non c’è aratura…. '' (Odissea IX).
Nella realtà il mito dei Ciclopi oggi è stato sfatato in quanto i resti ossei rinvenuti in diverse caverne della Sicilia in tempi molto più recenti sono stati attribuiti ad una razza di piccoli elefanti che la popolavano circa 500 mila anni fa. Essi, inoltrandosi all’interno delle grotte, come fanno oggi gli elefanti attuali alla ricerca di sali minerali, preziosi al fine di integrare la loro dieta vegetale, potevano rimanervi intrappolati trovandovi così la morte. Grazie ai processi di fossilizzazione le loro ossa si sono conservate insieme con quelle di altri animali che condividevano il loro stesso territorio, arrivando così ai giorni nostri. L'unico occhio attribuito ai Ciclopi altro non era che il foro in cui la proboscide si attaccava al cranio dell'animale.
Il Prof. Filippi è quindi passato a parlare dei primi abitatori della Sicilia. Secondo alcuni essi furono i Sicani che pecedettero i Lestrigono ed i Ciclopi. In realtà fu il contrario per cui furono i Sicani che succedettero ai primi che arrivarono in Sicilia, da essi denominata Trinacria, perchè scacciati dai liguri dalle terre in cui scorreva il fiume Sicano nell'Iberia. Successivamente l'sola fu denominata Sicilia ed essi si localizzarono nella sua parte occidentale come detto da Tucidite ( volume VI ). Tutto ciò può essere comprovato dalla cultura del '' Bicchiere Campaniforme '' i cui reperti ritrovati sono comuni in tutte queste aree.
Nella prima e media età del bronzo ( XXII - XVI secolo e XVI - XIV secolo) le navi micenee partendo dai porti delle città fortificate del Peloponneso, di Creta e della Grecia continentale si spinsero fino alle colonne d'Eracle divenute successivamente d'Ercole.
Il loro spostamento si può fare concidere quasi esattamente con il viaggio che Eracle ( Ercole ) fece nel corso della sua X fatica per sottrarre i buoi sacri di Gerone in Iberia e tutto ciò è stato ipotizzato possibile sulla base dei ritrovamenti archeologici.
Allo stesso periodo ed allo stesso viaggio si possono fare risalire altri miti quali:
- il mito di Eolo riportato anche nell'Odissea da Omero nel Capitolo X in cui Ulisse racconta di essere giunto all'isola Eolia dove viveva Eolo, la moglie ed i suoi dodici figli e di cui da una sommaria descrizione anche delle fortificazioni. L’espansione degli Eolidi nel Mediterraneo centrale può essere messa in relazione ai ritrovamenti di materiali attinenti alla Cultura di Capo Graziano sull'isola di Filicudi, risalenti all'antica età del Bronzo ( XXII -XVI sec. a.C.), che concordavano con altri rirovamenti effettuati in alcune regioni della Grecia come l'Eolide.
- ancora nell'Odissea nel Capitolo XII è fatto riferimento alla Trinacria come l'isola in cui pascolavano, custodite da due ninfe, mandrie di vacche e di pecore sacre che non dovevano esser toccate pena, come poi raccontato da Ulisse, la morte di tutti i suoi compagni nonchè causa del suo periglioso e lungo ritorno ad Itaca
- si fa riferimento anche alla vicenda di Dedalo che aveva costruito per Minosse il labirinto, di Icaro, suo figlio e di Minosse stesso, re di Creta. Nel labirinto Minosse rinchiuse il Minotauro nato dall'unione della moglie con un toro sacro inviato da Poseidone. Nello stesso labirinto furono rinchiusi Dedalo e Icaro che fuggirono usando ali dallo stesso costruite saldando piume di uccello con la cera. Mentre quelle di Icaro si sciolsero perchè lo stesso volò troppo alto facendolo cadere in mare, Dedalo, inseguito da Minosse, riuscì ad arrivare in Sicilia dove si stabilì e dove successivamente lo uccise. Secondo il mito, come raccontato da Diodoro Siculo, i cretesi sopravvissuti a Minosse, fondarono in Sicilia la città di Engio il cui sito è però sconosciuto.
Tutte queste vicende sono legate dal ritrovamento di numerosi reperti in cui prevale l'elemento taurino ovvero reperti in cui si riscontrano stilizzate le corna di un bovide nonchè dall'esistenza della '' Kolombretra '' a Megaride, la reggia di Kokalos a Camico, i bagni di Selinunte, il muro del tempio di Erice e la tomba di Minosse nell'antico territorio della Sicania.
Si suppone poi che la Sicilia sia stata invasa anche e successivamente da altre popolazioni provenienti dalla penisola come gli Ausoni, i Siculi, i Morgheti e gli Elimi che talvolta esercitavano sulle le coste la pratica della pirateria come si potrebbe evincere da quanto riportato ancora dall'Odissea nel capitolo IX '' Stranieri, chi siete? Da dove venite, navigando sulle vie d’acqua? Avete qualche commercio o senza meta vagate sul mare come predoni che vanno, rischiando la vita e a tutti portando la rovina? ''. Ciò talvolta ebbe come conseguenza lo spostamento delle popolazioni locali che abitavano lungo le coste in luoghi meno accessibili e quindi più difficilmente raggiungibili come i rilievi in vicinanza delle coste stesse.
Nell'età del ferro si ebbe presumibilmente una ulteriore fase di colonizzazione come si potrebbe ricavare ancora dal mito di Eracle e da quanto detto da Diodoro Siculo nel libro IV.
Si narra infatti che Eracle passò in Sicilia attraverso lo stretto portando con sè delle vacche ed aggrappato alle corna di un toro e mentre percorreva le coste della Sicilia per allevialgli la fatica del viaggio delle ninfe fecero scaturrire delle acque termali.
Quando giunse ad Erice, Eracle fu sfidato alla lotta dal re del luogo Erice a condizione che, in caso di perdita, egli avrebbe consegnato la regione, Eracle le vacche. Poichè a detta di Erice le vacche rispetto alla regione avevano un valore molto inferiore Eracle dichiarò che se non avesse vinto avrebbe perso anche l'immortalità. Vinse Eracle ed Erice perse la regione. Tuttavia Eracle consegnò la regione agli abitanti del luogo accordando loro di prenderne i frutti finché non fosse comparso e non l'avesse chiesto uno dei suoi discendenti. Ciò avvenne molte generazioni dopo quando lo spartano Dorieo giunse in Sicilia e, recuperata la regione, fondò la città di Eraclea. Il suo rapido sviluppo produsse nei Cartaginesi il timore che essa diventasse più forte di Cartagine e di consguenza privasse i Fenici dell'egemonia della zona. Organizzarono pertanto una spedizione armata contro di essa, la conquistarono con la forza e la distrussero.
Il Prof. Filippi ha ancora accennato che la colonizzazione avvenuta nell'età del ferro possa essere avvenuta, secondo quanto da alcuni ipotizzato, anche da parte di popolazioni ( popoli del mare ) provenienti dall'Egitto ed ha concluso la sua esposizione riportando un ulteriore quadro riepilogativo nel quale in relazione al periodo storico considerato sono stati inseriti gli eventi storici o mitologici nonchè gli elementi culturali cui fare riferimento.
- Paleolitico Superiore 35.000 -10.000 circa B.C.: I Ciclopi e i Lestrigoni primi abitatori della Sicilia, cultura epigravettiana, frequentatori delle grotte
- Mesolitico 9.000 - 6000 circa a.C.: Leggende bibliche: la cacciata dall’Eden, il Diluvio Universale, la rapida risalita del livello del mare con la perdita di ampie regioni di caccia
- Neolitico 6.000 - 3.500 circa a.C.: Caino e Abele e altre leggende bibliche mediterranee, contrapposizione fra componente agricola e quella pastorale all’interno di società via via più complesse
- Età del Rame o Eneolitico 3.500 - 2.200 circa a.C.: I Sicani dall’Iberia giungono in Sicilia attraverso la Sardegna, influenze culturali e contatti con le società megalitiche dell’Europa occidentale (cultura del Bicchiere), mediata attraverso l’Iberia, la Liguria e la Sardegna
- Prima età del Bronzo 2.200 -1.550 circa a.C.: Eolo e gli Eolidi, espansione della cultura Protoelladica III dall’Egeo centro- settentrionale verso il Mediterraneo centrale
- Media età del Bronzo 1.550 -1.300 circa a.C.: Decima fatica di Eracle, periplo del Mediterraneo occidentale, diffusione della simbologia sacra maschile sotto forma di protome taurina, affermazione della cultura Sicana
- Tarda età del Bronzo 1.300 -1.050 circa a.C.: Migrazione degli Ausoni, dei Morgeti, Elimi e Sicani, popoli del Mare ( ? ), affermazione della cultura Ausonia nelle Eolie e della suddivisione della Sicilia in Sicani e Siculi
- Età del Ferro 1.050 -750 circa a.C.: Dedalo e Minosse, sovrastrutture del mito di Eracle, contatti precoloniali e prima colonizzazione greca della Sicilia meridionale.
Al termine dell'interessante e seguita relazione del Prof. Filippi ha fatto seguito un partecipato dibattito cui hanno preso parte molti dei presenti in sala che hanno posto molti interrogativi e chiesto ulteriori precisazioni alle quali l'oratore ha risposto esaurientemente integrando talvolta quanto detto in precedenza.
Chiuso il dibattito, il Prof. Valenti dopo aver ringraziato il Prof. Filippi per quanto riferito, a ricordo dell'incontro gli ha offerto la fotocopia di un acquarello da lui realizzato e la serata si è conclusa con l'arrivederci a sabato 1° febbraio 2020 alle ore 18.00 nei locali del sodalizio per l'incontro con il Prof. Salvatore Bongiorno sul tema '' Il giorno della Memoria '' già postecipato da sabato 15 gennaio a sabato 1° febbraio.