2021 - 11 - 27: Prof. Salvatore Bongiorno - Andrea Salsedo: una pagina di storia pantesca
Sabato 27 novembre 2021 alle ore 18,30 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sia in Trapani via Vespri 32 dopo una interruzione di circa 20 mesi dovuta alla pandemia di Covid 19, nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, con la presenza di un nutrito gruppo di soci sono riprese le attività culturali del sodalizio.
Ospite e relatore della serata il Prof. Salvatore Bongiorno ben noto ai soci in quanto vecchio amico dell'Associazione.
Aperti i lavori della serata, il Presidente, Prof. Salvatore Valenti, ha ringraziato sia il Prof. Bongiorno per aver accettato l'invito rivoltogli a relazionare sia i soci che hanno voluto per l'occasione essere presenti anche per riannodare i fili e le relazioni interpersonali bruscamente interrotti dal marzo 2020.
Ha quindi reso noto ai presenti, chiedendo scusa all'ospite, che nel programma stilato e distribuito sono stati previsti, prima delle festività natalizie e di inizio anno, solo cinque incontri fissati per i giorni 27/11, 4/12, 11/12, 13/12 e 18/12 e che successivente, ma prima dell'interruzione per le sunnominate festività, sarebbe stato reso noto il programma per i mesi di gennaio e febbraio 2022. Da marzo in poi sarebbe stato invece adattato il programma relativo all'anno sociale 2020 che non si è potuto svolgere a causa della improvvisa chiusura dovuta alla pandemia di Covid.
Ha inoltre precisato che laddove alla fine dell'incontro alcuni soci avessero avuto l'intenzione di restare nei locali dell'Associazione per riallacciare i vecchi contatti e le interrotte relazioni lo avrebbero potuto ben fare perchè i locali sarebbero restati a loro disposizione.
Ciò detto, ha ceduto la parola al relatore.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito dl Prof. Bongiorno ma anche contenuto nel suo libro che ha dato lo spunto per il titolo del tema della serata.
Il Prof. Bongiorno ha inizialmente ringraziato l'Associazione non solo per l'invito rivoltogli a relazionare ma anche perchè il potersi riunire di nuovo è stata l'occasione di discutere, di ascoltare e di intervenire ovvero di tornare a vivere perchè la vita è anche interscambio di idee, di stare insieme, di rivivere talvolta anche il passato ed in tal senso è anche strumento di comunicazione.
La comunicazione è anche rapporto diretto con le persone, è gestualità, è espressione ed in essa ci si riconosce e si dà senso alla propria esistena e si esiste perchè non si è nessuno se non ci sono gli altri. Il rivedersi con tutte le precauzioni del caso è stato anche un modo per uscire fuori dalla pandemia ed è anche importante per rompere l'isolamento psichico e personale in cui si è stati costretti.
E'quindi passato a relazionare sul tema della serata tratto dal suo libro '' New York, 15 Park Row - La storia dimenticata di Andrea Salsedo '' pubblicato nel 2019.
A questo indirizzo di New York sorgeva all'epoca in cui si svolse la vicenda dell'anarchico Salsedo un fabbricato in cui aveva la sede il cosidetto Dipartimento di giustizia e fu da una finestra di una sua camera di reclusione ubicata al 14° piano che lo stesso '' ufficialmente '' precipitò nella notte fra il 2 ed il 3 maggio 1920 avendo '' perso il controllo della sua mente e della sua volontà ''.
La stessa cosa è avvenuta tanti anni dopo a Milano il 15 dicembre 1969 all'anarchico Giuseppe Pinelli che precipitò dal 4° piano della questura di quella città durante un interrogatorio sulla strage di Piazza Fontana che produsse 17 morti ed 88 feriti che indiziato di concorso in strage, considerato che il suo alibi era crollato, vistosi perduto, '' ufficialmente '' si suicidò buttandosi dalla finestra.
Protagonista di un altro suicidio, questa volta per impiccagione con un fazzoletto legato alle sbarre della finestra della cella in cui era recluso a Santo Stefano, un isolotto di fronte a Gaeta , fu quello dell'anarchico Gaetano Bresci avvenuto il 22 maggio 1901 che aveva sparato, ferendolo, al re Umberto I a Monza il 30 luglio 1900.
Ritornando ad Andrea Salsedo il suo caso rimase poco conosciuto anche perchè oscurato dalle vicissitudini degli anarchici Sacco e Vanzetti che accusati ingiustamente di furto ed omicidio furono condannati a morte nel luglio del 1921 e giustiziati successivamente sulla sedia elettrica il 23 agosto1927.
A cinquantanni dalla loro morte il 23 agosto 1977 furono poi riconosciuti innocenti e riabilitati.
Ma chi era Andrea Salsedo? Come diventò anarchico? Come finì a New York? Perchè morì?
A tutte queste domande il Prof. Bongiorno, nel suo libro e nella sua esposizione, ha dato una risposta senza aver trascurato tuttavia di parlare anche degli eventi storici avvenuti nel periodo temporale in cui il Salsedo visse ed operò.
Ha ricordato quindi come le piccole isole del meridione d'Italia, sia sotto i Borboni che successivamente sotto i Savoia dopo l'unità d'Italia, per il loro isolamento geografico dovuto al mare che le circondava e che le separava dalla terra ferma venivano utilizzate per inviarvi tutti gli eversivi politici che per un motivo o per l'altro contestavano le leggi dello stato sovrano nei vari periodi considerati.
Nella sua esposizione il Prof. Bongiorno non ha trascurato di mettere in evidenza il verificarsi nella Lunigiana dei movimenti popolari propugnati dagli anarchici ed in Sicilia la nascita dei Fasci dei lavoratori cui aderirono non solo avvocati, medici, ingegneri, intellettuali, borghesi, ma anche le classi meno abbienti come braccianti agricoli, zolfatari, lavoratori della marineria, ecc. al fine di costruire con la lotta giorno dopo giorno una società migliore.
In ogni caso erano in comune i temi della libertà, dell'eguaglianza, della giustizia, dello sfruttamento, della protesta contro la proprietà terriera e contro lo Stato che appoggiava apertamente la classe benestante.
La situazione inoltre era stata aggravata da altri fattori economici finanziari nonchè dal crescente divario econonomico e sociale fra nord e sud.
Andrea Salsedo nacque a Pantelleria il 29 settembre 1881 da Giuseppe Salsedo, possidente di antica famiglia, e da Silvestra Pavia. Conseguì la licenza elementare e successivamente a Napoli un diploma tecnico di tre anni. Amava la lettura ed era curioso di comprendere e conoscere quello che si trovava al di là dello stretto orizzonte che circondava la sua isola.
Il 30 novembre del 1896 sbarcò a Pantelleria, perchè mandato al confino dopo i Moti della Lunigiana, l'anarchico Luigi Galleani nato a Vercelli nel 1861 che nonostante il suo stato di sorvegliato speciale non rinunciava a considerarsi un combattente della rivoluzione anarchica.
Nell'estate del 1898, dopo vari trasferimenti in altri luoghi di detenzione, ritornò a Pantelleria ed in una casa messagli a disposizione da amici panteschi fondò, con il permesso delle autorità, un Circolo sociale che iniziò ad essere frequentato dai giovani dell'isola.
Ai più piccoli insegnava a leggere, a scrivere, a far di conto, l'inglese, il francese ed a svolgere varie attività; ai più grandi parlava di politica ma soprattutto di anarchia. Fra i giovani c'era Andrea Salsedo, appena diciassettenne che diventò uno dei più assidui e convinti frequentatori di quella scuola autogestita.
In poco tempo Galleani creò un gruppo segreto e successivamente sfruttando la conoscenza di alcuni amici membri degli equipaggi dei velieri che toccavano l'isola e con il contributo degli anarchici trapanesi riuscì a mettersi in contatto con i coatti delle vicine isole attorno alla Sicilia.
Andrea Salsedo per suo carattere aveva bisogno di sapere di più, di avere risposte diverse dalle solite ai vari interrogativi che si poneva ed insieme al fratello si avvicinò al socialismo. Sotto vari pseudonimi ( Licinio, Vilpizio ) iniziò a scrivere su vari giornali e nel maggio del 1900 aderì al movimento anarchico affascinato dalle idee del Galliani che, ben valutate le sue capacità, lo aveva messo al corrente delle sue iniziative e dei suoi rapporti con gli anarchici coatti sparsi nelle varie isole e nel trapanese.
Il Galliani nello stesso anno evase da Pantelleria e dopo varie peregrinazioni ( Tunisia, Egitto, Malta, Londra) arrivò negli stati Uniti il 10 ottobre 1901 dove preso contatto con gli anarchici del nuovo mondo continuò a svolgere la sua attività ed a propagandare le sue idee.
Il giovane Salsedo, anche se il Galliani era andato via, era rimasto fortemente segnato dalle sue idee che avevano molto influito sulla sua formazione umana e politica. A Pantelleria lavorò qualche tempo come scrivano nella locale pretura, ma le sue idee non sempre erano apprezzate da tutti.
L'ideale anarchico era diventato il suo interesse principale, scriveva per vari giornali, ma le disavventure giudiziarie che da ciò gliene derivarono, lo convinsero a spostarsi a Tunisi, dove vivevano molti altri italiani anarchici, in cui lavorò come tipografo per due anni.
Ritornato a Pantelleria decise di emigrare negli Stati Uniti dove arrivò l'8 novembre 1906 perchè richiamato dal presuno cognato Pietro Bertuglia che lo aiutò a sistemarsi inizialmente nell'appartamento in cui egli viveva.
Successivamente si spostò a Newark dove lavorò per due mesi a caricare e scaricare scatoloni pieni di merci ma poi ritornò a New York dove aveva trovato un lavoro saltuario e talvolta notturno presso diverse tipografie con un salario sufficiente a potersi mantenere.
Oltre a frequentare tre volte alla settimana i corsi di inglese per i lavoratori stranieri trovava anhe il tempo di leggere libri di politica.
Conobbe Maria Petrillo, arrivata in America con il padre pochi giorni dopo di lui che però già lo conosceva perchè nata anche lei a Pantelleria il 4 aprile 1890. Si inamorarono e convolarono a nozze ( 1911- 1912 ? ). I rapporti familiari divennero ancora più stretti quando in America arrivarono anche la madre e le sorelle minori di Maria che avevano viaggiato insieme a Giovanni, fratello di Andrea, anche lui emigrato in America. Dal matrimonio nacquero due figli: Giuseppe e Silvestra.
Salsedo era un bravo tipografo, lavorò anche come correttore di bozze e la conoscenza dell'italiano lo favorì quando si dovevano stampare in tale lingua pubblicazioni di carattere politico. Sul luogo di lavoro conobbe così Roberto Elia, anche lui di Pantelleria, anarchico, emigrato nel 1906.
Anche in America continuò a manifestare la sua giovanile scelta libertaria e la capacità di coinvolgimento che il Galliani gli aveva instillato.
Come detto prima anche Galliani era emigrato in America e diventò inevitabile che i due si ritrovassero.
Egli aveva fondato un giornale '' Cronaca sovversiva '' che per vari motivi aveva spostato in una zona più industrializzata a circa duecento chilometri da Boston, non molto distante da New York, dove relativamente più numerosa era la presenza degli italiani.
Questa vicinanza aumentò le occasioni di reincontrarsi così Salsedo iniziò a collaborare con il giornale con la sua esperienza di tipografo e pubblicò anche qualche sua riflessione.
Con gli anni Salsedo migliorò la propria posizione economica e sulla base delle sue convinzioni anarchiche spese le sue attività e la sua itelligenza nel propagandare le idee in cui credeva e quindi nel suo tempo libero si recava nei circoli in cui si discuteva di poltica, di libertà , di anarchia, si svolgevano conferenze, si distribuivano volantini.
A differenza del Galliani si muoveva con discrezione e riservatezza per non attirare su di sè l'attenzione delle autorità ma ampliava i suoi interessi interessandosi anche del mondo sindacale, dei diritti politici di tutti gli indesiderati ovvero degli immigrati, fra cui gli italiani, che gli americani consideravano utili solamente per il lavoro.
Nel 1914 ritornò a Pantelleria, vi rimase quasi due anni, ma rientrò negli Stati Uniti senza difficoltà nel maggio del 1916 riprendendo a lavorare con Roberto Elia. Pur dedicandosi anche alla sua famiglia non riusciva tuttavia ad accettare in silenzio e con rassegnazione le ingiustizie e le violenze che si abbattevano sugli umili che con il loro lavoro portavano avanti il carrozzone continuamente sfruttati dai ricchi e non ultimo andavano a morire in guerra per difendere i loro beni.
Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti entrarono nel 1° conflitto mondiale nonostante che il Presidente Wilson, rieletto un anno prima, al suo scoppio nel 1914 avesse dichiarato che la guerra era cosa che non riguardava gli Stati Uniti.
I motivi di tale decisione non furono la difesa delle navi dei convogli di rifornimento affondati dai sommergibili tedeschi o altre presunte motivazioni politiche o sociali, ma soprattutto la difesa degli interessi dei grandi istituti finanziari americani preoccupati dal fatto che i Paesi dell'intesa non avrebbero potuto restituire gli ingenti crediti loro concessi in caso di una vittoria della Germania che avrebbe inoltre aumentato di molto il suo potere economico.
Altro motivo di preoccupazione per gli Stati Uniti era costituito dagli eventi avvenuti in Russia fra il 1916 e il 1917 che aveva portato alla rivoluzione russa dando il potere al popolo che temevano che una cosa simile potesse avvenire anche in America.
Al fine di evitare nuove immigrazioni dall'Europa fu promulgata l' ''Immigration Act '' che includeva anche l'espulsione dagli Stati Uniti di ogni straniero anche se ivi residente da meno di 5 anni qualora fosse incorso nell'accusa di voler distruggere la proprietà, di rovesciare in maniera violenta il governo o di uccidere pubblici uffiiciali.
Ciò fece diminuire notevolmente il livello di tolleranza nei confronti dei movimenti antimilitaristi o internazionalisi che fossero, creò una profonda separazione fra i nativi e gli immigrati anche se era impossibile per la popolazione capire che uomini venuti per lavorare potessero essere ostili alla nazione che li ospitava e che nel complesso operava a difesa dei loro interessi.
Il successivo '' Espionage act '' del 1917 legittimava inoltre una serie di misure repressive contro coloro che non accettavano la guerra o manifestavano pubblicamente o privatamente, per cui anarchici, socialisti e sindacalisti diventarono l'obiettivo delle forze di polizia.
Ne risentì pesantemente il giornale Cronaca sovversiva di cui era direttore il Gallliani che peraltro fu anche arrestato ma poi messo in libertà dietro cauzione, che subì numerose perquisioni, chiusure e notevoli limitazioni.
Salsedo nel contempo, che aveva sempre operato con discrezione sotto lo pseudonimo di ''Tony Tazio '' ed a cui la polizia non era ancora arrivata, pubblicò con il giornale Cronaca sovversiva il primo volume delle memorie delll'anarchico francese Clement Duval che riscosse un discreto successo, ma non arrivò a pubblicarne il secondo sia per motivi economici sia perchè il giornale successivamente fu chiuso a causa dell'applicazione del '' Sediction Act '', ma prima che ciò accadesse le macchine di stampa del giornale erano state smontate e trasferite segretamente a Tampa in Florida nella speranza di poterle riutilizzare.
Anche se la guerra era terminata nel 1918 diventò legge l' '' Anarchist exclusion Act '' che consentiva la deportazione degli stranieri che avessero scritto o pubblicato o divulgato materiale mirante a rovesciare con la forza il governo degli Stati uniti, ecc.. Tali norme furono adottate per la paura che anche in America si potesse realizzare una rivoluzione come era successo già in Russia ed in altri stati europei.
Tali norme erano state largamete appoggiate dal Procuratore generale degli Stai Uniti Mitchell Palmer che riuscì a potenziare il Federal Bureau of Investigation creando anche una divisione diretta da Edgar Hoover che a sua volta e per molti anni aveva potuto raccogliere informazioni di qualunque tipo su un numero elevato di persone fra cui anche gli anarchici italiani.
Nacque anche il proibizionismo, esplose il Jazz ma altri fattori si agitavano all'interno dei movimenti operai che portarono a scioperi e proteste e manifestazioni che erano stati vietati nel corso della guerra. In questo clima ogni occasione era buona per dare la colpa agli anarchici ed ai bolscevici di cui aumentarono le deportazioni senza un regolare processo.
Di converso crebbe anche la voglia di reagire ed il 1° maggio del 1919 , festa del lavoro, una serie di bombe fu inviata per posta a politici, sindaci, governatori ed altri funzionari di alto grado ma la loro esplosione quando i contenitori furono aperti non provocò nessuna vittima.
Nella notte del 2 giugno 1919 ed in sette città furono collocate e fatte esplodere manualmente e simultaneamente bombe ad alta capacità con l'obiettivo di prendere di mira le abitazioni di personalità americane note per la lotta all'anarchismo e fra di esse anche quella del procuratore generale Palmer. Non vi furono morti, eccetto quella di un maldestro attentatore che morì per l'esplosione della bomba che stava maneggiando. Per il resto si ebbero solo danni alle abitazioni.
Gli attentati che furono attribuiti agli anarchici e, per giunta anche stranieri, rafforzarono nella popolazione il convincimento della necessità della loro deportazione e gli organi di polizia intensificarono i controlli e le perquisizioni per rispondere alla provocazione.
Ne fece le spese il Galliani che prelevato dalla sua abitazione e portato presso il commissariato dell'immigrazione di Boston fu espulso e rimandato in Italia il 24 giugno 1924 dopo 17 anni di battaglie in terra americana dove non fece più ritorno.
Salsedo dopo la chiusura di Cronaca sovversiva che a Tampa era riuscita a stampare nel 1919 solo due numeri del giornale non rinunciò ai suoi convincimenti ed alle sue idee e come editore, insieme a Roberto Elia e con la collaborazione di altri anarchici, che erano convinti di godere ancora di una certa libertà di stampa, pubblicò a sue spese il giornale dal titolo '' Il domani - Rivista quindicinale di critica del movimento sovversivo '' che poteva essere considerato la continuità di Cronaca sovversiva.
In alcune delle 10 edizioni comparivano articoli a lui attribuibili perchè firmati con pseudonimi particolari in lingua latina.
Il giornale si caratterizzò anche per le sue posizioni filosovietiche cui avevano aderito sia molti anarchici ma anche socialisti che vedevavo nella realizzazione della rivoluzione russa l'abbattimento del capitalismo ed il metodo di lotta con cui le masse potevano abbattere gli steccati che separavano le varie classi sociali.
Il giornale andò in dissesto e suscitò molte reazioni perchè l'America non poteva tollerare le idee in esso espresse che esaltavano la rivoluzione russa.
Salsedo ed Elia però continuarono clandestinamente la pubblicazione di un altro giornale dal titolo ''L'ordine - Periodico quindicinale anarchico '' che iniziò le pubblicazioni il 31 0ttobre 1919 e le terminò dopo l'edizione di 7 numeri il 16 febbaio 1920.
Purtroppo furono questi scritti che misero in evidenza l'Elia ed il Salsedo che fino ad allora era considerato un anarchico di secondo piano e quindi non particolarmente pericoloso. Gli apparati investigativi pertanto iniziarono le indagini sulla sua storia e sulle sue vicende.
Il capo dell'Ufficio investigazioni scoprì ben presto che Tony Fazio, su cui si aveva un notevole dossier, era lo pseudonimo di Salsedo e pertanto l'italiano era da considerare un sabotatore, un nemico rivoluzionario che contestava le leggi americane, difendeva la rivoluzione russa e fu per questo che fu riconsiderato come il più pericoloso intellettuale dopo il Galliani.
La cosa interessò anche il procuratore generale Palmer cui il conservatorismo aveva consentito di agire ancora più liberamente contro i comunisti e gli immigrati nonchè di organizzare retate, sequestri della corrispondenza, interrogatori senza la presenza degli avvocati e la detenzione in isolamento senza la possibilità di libertà di cauzione o con cauzioni molto alte soprattuto quando si trattava di anarchici.
Come già visto, nel giugno del 1919 una bomba esplodendo aveva danneggiato la sua casa e nell'attentato aveva perso la vita anche l'attentatore.
Sul luogo erano stati rinvenuti oltre che vari brandelli di carne anche un cravattino, due sandali, due pistole, un lembo di vestito, dei volantini di colore rosa dal titolo '' Plain Words '' firmati '' I combattenti anarchici ''. Ciò convinse gli investigatori che gli attentati fossero stati architettati dagli italiani perchè si evinceva chiaramente che il testo in essi riportato era stato scritto prima in italiano e poi tradotto in inglese e che dietro vi doveva essere una organizzazione che agiva su diversi territori. In sostanza tuttavia non si ebbero risultati concreti anche se erano riusciti, ma non con certezza, a stabilire che l'attentatore morto era un tale di nome Carlo Valdinoci.
Un anno prima l'Ufficio investigativo aveva assunto per ottenere notizie sugli anarchici italiani un certo Eugenio Ravarini, anche lui emigrato dall'Italia, che in poco tempo era riuscito ad infiltrarsi fra di essi, ad ottenere informazioni relative ai gruppi di Boston e New York e la conferma che l'uomo dilaniato dalla bomba era proprio il Valdinoci.
Di conseguenza furono perquisite alcune delle sedi degli anarchici ed in una di esse fu trovato lo stesso tipo di carta rosa ritrovato sul luogo dell'attentato e si riuscì a stabiire che esso proveniva dalla tipografia di Beniamino Mazzotta.
Interrogato e messo alle strette egli rivelò che la stessa carta era utilizzata dalla tipografia di Canzani in cui talvolta erano stampate pubblicazioni anarchiche che era diretta da Salsedo e dove lavorava anche Roberto Elia.
Nel corso della sua perquisizione avvenuta il 25 febbraio venne rinvenuto un carattere tipografico particolare, riproducente la lettera S, che corrispondeva esattamente a quella riportata sui volantini.
Nella successiva perquisizione dell'appartamento di Elia fu ritrovato un revolver non registrato e molte copie del giornale '' L'ordine '' e per questo l'Elia fu condannato per possesso illegale di arma da fuoco, ma supponendo che egli conoscesse molto di più di quanto dichiarato anzicchè inviarlo al dipartimento del lavoro per la successiva espulsione, fu portato negli uffici del Bureau of investigation, al 14° piano di Park Row, che era un locale segreto del Ministero della giustizia dove era possibile interrogare i sospetti ignorando tutte le leggi e in piena illegale libertà.
Il giorno 8 marzo dopo aver perquisito e devastato l'appartamento in cui viveva e sequestrato alcune pubblicazioni anarchiche, venne anche arrestato e portato al Park Row anche il Salsedo.
I due furono sottoposti a stringenti interrogatori per ore, ma mentre l'Elia fu sottoposto solo a minacce ed intimidazioni, il Salsedo fu invece sottoposto ad un violentissimo terzo grado caratterizzato da feroci pestaggi perchè, anche se non si avevano prove certe del suo coinvolgimento nell'esplosione delle bombe, si sapeva che era amico del Galliani, che scriveva con lo pseudonimo di Tony Tazio su vari giornali anarchici, che conosceva profondamente il mondo anarchico e che probabilmente aveva potuto avere a che fare con gli attentati bombaroli.
Salsedo non parlò, negò di aver avuto a che fare con quelle esplosioni, non fece nomi, scagionò l'Elia da ogni responsabilità, non fu assistito da un avvocato di sua nomina che avrebbe potuto intervenire a suo favore ma da uno nominato dal Bureau of investigation, di nome Donato, al fine di neutralizzare un eventuale intervento esterno sulle procedure illegali condotte segretamente che nulla fece per protestare per una carcerazione anomala o per richiedere di dare luogo al mandato di deportazione, come invece avvenne per l'Elia.
Quindi solo un'indagine segreta autorizzata al di fuori della legge da Palmer e taciuta dall'avvocato Donato per loro opportunismo.
Salsedo, a differenza dell'Elia, come prima riferito, subì pesanti maltrattamenti personali che ne alterarono le sembianze ma anche forse gli procurarono anche gravi traumi interni con conseguenti intensi dolori al capo ed allo stomaco, come successivamente appreso e riferito dall'Elia con cui condivideva la prigionia.
La notte fra il 2 ed il 3 di maggio un poliziotto di guardia in una vicina stazione di polizia riferì ad un agente di guardia del dipartimento di giustizia al quattordicesimo piano di aver visto un corpo volare giù da una finestra sfracellandosi al suolo. Era quello del Salsedo.
Il corpo fu rimosso velocemente e le autorità si affrettarono a rilasciare alla stampa una dichiarazione che ufficialmente salvaguardava la legittimità del del comportamento e delle azioni degli agenti che peraltro dopo essere stati avvisati entrando nella stanza dove il Salsedo era tenuto prigioniero avevano constatato e dichiarato che vicino ad una finestra con i vetri rotti era posizionata una sedia e quindi avevano capito ciò che era successo.
Il Prof. Bongiorno ha posto quindi 2 intrrogativi: 1) Ma davvero Andrea Salsedo si era buttato giù dalla finestra? 2) O piuttosto era stato scaraventato fuori da essa dai suoi carcerieri?
Il dipartimento negò subito ogni accusa precisando che se fossero stati gli agenti ad ammazzarlo buttandolo giù dalla finestra avrebbero svegliato l'Elia che dormiva nella stessa stanza ed inoltre perchè ammazzarlo considerato che avendo iniziato a collaborare poteva fornire loro ulteriori preziose informazioni?
La quasi totalità dei giornali accettarono la verità istituzionale considerando il Salsedo un anarchico, un terrorista, un informatore e un suicida per il rimorso della sua delazione e per aver perduto il senno mentre per gli anarchici che conoscevano il suo carattere era stato buttato giù dalla finestra per nascondere il fatto che lo avevano ucciso massacrandolo di botte.
Come fossero andati realmente i fatti non è dato ancora oggi sapere.
L'Elia in una sua dichiarazione successiva disse che nella sera del 2 maggio lui e Andrea che zoppicava visibilmente e stava molto male avevano passeggiato un pò nel corridoio fumando una sigaretta e che Andrea sentendosi molto male era andato a letto. La stessa cosa aveva fatto lui poco dopo e stando a letto prima di addormentarsi profondamente lo aveva sentito più volte lamentarsi. Fu svegliato successivamente prima del solito da un secondino che gli comunicò che Andrea si era suicidato buttandosi dalla finestra.
Cosa fosse successo in quell'intervallo di tempo non è dato sapere. Forse dopo che l'Elia si era addormentato Andrea era stato prelevato per un nuovo interrogatorio nel corso del quale era deceduto per cui i suoi carcerieri erano ricorsi alla messinscena del suo suicidio.
Oggi, a quasi un secolo dalla narrazione dei fatti e dalle testimonianze postume la tesi che Salsedo si sia suicidato non appare più sostenibile.
Infatti a parte il fatto di aver stampato e distribuito volantini anarchici sul territorio americano, non fu dimostrat0 che egli avesse a che fare con le bombe, e per la giurisdizione americana egli avrebbe dovuto essere deferito alla autorità giudiziaria ed aspettare in carcere il giudizio oppure essere lasciato libero laddove avesse pagato la cauzione.
Invece fu portato in carcere al quattordicesimo piano di Park Row in un locale della polizia segreta, come del resto l'Elia, senza che ciò fosse stato segnalato all'autorità competente senza che niente fosse trapelato all'esterno ed ivi imprigionato per circa due mesi quando invece nella prassi comune dopo qualche giorno venivano espletate le pratiche per l'espulsione.
Il giorno dopo la morte di Salsedo l'Elia venne consegnato all'autorita dell'immigrazione di Boston che lo espulse il 7 agosto 1920 per essere deportato a Napoli escludendo di fatto la possibilità di farlo testimoniare nel successino giudizio legale intentato dalla moglie di Salsedo.
Il Prof. Bongiorno ha quindi concluso la sua relazione riferendo che la moglie di Salsedo, Maria, citò poi in giudizio Palmer ed i suoi subordinati chiedendo di essere risarcita insieme ai suoi figli per la morte del marito dovuta ad abuso di potere, negligenza nel proteggere un cittadino illegalmente detenuto, averlo percorso, torturato, insultato e prostrato fino a portarlo alla follia ed al suicisio ma la causa venne rigettata. Non migliore fortuna ebbe il ricorso presso la Cortedi Appello che fu egualmente respinto.
Nel maggio del 1921, dopo un anno e mezzo di battaglie legali, senza alcuna prospetiva Maria ritornò a Pantelleria dove andò a vivere con la figlia Silvestra dai propri i genitori mentre l'altro figlio Giuseppe gli venne sottratto dalla famiglia del marito, che le rimproverò di non aver scoraggiato le sue tendenze anarchiche, per essere cresciuto ed educato nella casa del nonno paterno. Finita la scuola superiore a Napoli e chiamato per la visita di leva a Napoli da li partì di nuovo per l'America nel 1929 dove iniziò a lavorare e nel 1939 sposò Mary Miale da cui ebbe tre figli due dei quali sarebbero diventati docenti universitari. Morì nel marzo del 1977.
La madre Maria fino alla fine dei suoi giorni rimase a Pantelleria con la figlia Silvestra che, impiegata ai telefoni, sposò un cugino, figlio dello zio Giambattista, che lavorava presso il comune di Pantelleria e che si chiamava anche lui Andrea Salsedo.
Negli ultimi anni si trasferì in Sardegna dalle proprie figlie e del padre conosceva solo quello che le aveva raccontato la madre avendo solo 2 anni quando Andrea morì.
E' con queste parole che il Prof. Bongiorno ha terminato la sua esposizione a cui ha fatto seguito un interessante dibattito nel corso del quale si sono avuti numerosi ed interessanti interventi.
Al suo termine il Prof. Valenti con i saluti di commiato ha dato ai presenti appuntamento per sabato 11 dicembre per il prossimo incontro in programma presso la sede dell'Associzione alle ore 18.00.