2022 - 02 - 19: Prof.ssa Adriana Abate Occhipinti - Artemisia Gentileschi
Sabato 19 febbraio 2022 alle ore 18.15 nei locali dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese, siti a Trapani in Via Vespri 32, dopo circa due anni di interruzione, dovuti alla complessa evoluzione della pandemia di Covid 19, con la partecipazione di un numeroso gruppo di ospiti e di soci, nel rispetto delle attuali norme sanitarie, sono riprese le attività previste dal XXXVII Corso di cultura per l'anno 2022.
Relatrice della serata è stata la Prof.ssa Adriana Abate Occhipinti, che per la prima volta ospite del sodalizio, è stata cordialmente accolta dai presenti in sala e dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, che, aperti i lavori della serata ed averla brevemente presentata, le ha ceduto la parola.
Laureata in Lingue straniere presso l'Istituto Orientale di Napoli, la Prof.ssa Abate è stata docente di Francese all'Istituto Sciascia-Bufalino di Trapani, si è molto interessata alle problematiche femminili, è stata anche Presidente della Consulta Comunale di Trapani e considerate queste suae attività è risultata ovvia ed aderente alle problematiche a cui si è dedicata la scelta della tematica della serata: '' Artemisia Gentileschi ''.
Avuta la parola la Prof.ssa Abate, dopo aver sentitamente ringraziato l'Associazione per l'invito rivoltole per partecipare alle sue attività, invito che ha peraltro ha accettato con molto piacere, ha subito iniziato a trattare il tema della serata.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamentetratta tratta da quanto riferito nel corso della serata che è stata anche accompagnata dalla proiezione di una nutrita serie di diapositive, di cui se ne riportano in seguito le più rappresentative, con lo scopo di meglio evidenziare lo stile e le opere principali della pittrice.
Nata a Roma nel 1593 e morta a Napoli dopo il 1653, Artemisia Gentileschi era figlia unica di Orazio Gentileschi e Prudenzia Montoni, noto pittore di origini toscane ed amico peraltro del Caravaggio, ben presto evidenziò il suo talento che fu dal padre incoraggiato seguendola nella sua bottega al fine che essa potesse esprimersi nel migliore dei modi anche se il loro rapporto fu talvolta confittuale in considerazione dell'intraprendenza della ragazza.
Nel 1611 Artemisia subì violenza da parte del pittore Agostino Tassi, amico del padre che in un primo tempo le promise di sposarla, ma poichè lo stesso lo era già fu denunci
ato dal padre Orazio. Nel corso del processo che durò dal marzo al novembre del 1612 Artemisia fu anche soggetta a varie torture come era uso allora nel tentativo di appurare la verità e lo stesso si concluse con la condanna del Tassi che scelse l'esilio al carcere anche se poi successivamente, essendo protetto, ritornò a Roma.
Artemisia successivamente sposò il pittore fiorentino Pierantonio Stiattesi e nel 1914 si trasferì a Firenze dove godette della protezione di Cosimo II dei Medici, venne ammessa all'Accademia del Disegno di Firenze ed ivi rimase fino al 1620 quando fece ritorno a Roma.
Nel 1627 si trasferì a Venezia, nel 1630 a Napoli e nel 1936 a Londra dove raggiunse il padre alla corte di re Carlo I.
Morto il padre nel 1639, Artemisia ritornò a Napoli dove continuò ad operare per conto di molti committenti.
Dopo il 1653 scomparve da Napoli, non si ebbero più sue notizie e quindi è rimasta sconosciuta la data della sua morte.
Le opere più note sono quelle dipinte da giovane come Susanna ed i Vecchioni che è considerata un'opera molto controversa sia per la data in cui fu realizzata sia per l'autore in quanto alcuni la considerano opera solamente di Artemisia altri invece dipinta in collaborazione con il padre.
L'opera riesce a comunicare a chi la osserva il senso di disgusto della giovane, la sua preoccupazione ed il suo sdegno ed in essa si riesce a leggere la triste storia di una violazione.
Molto diversa è la rappresentazione di Giuditta che decapita Oloferme e di cui ne esistono due versioni che si trovano al Museo di Capodimonte a Napoli ed agli Uffizi di Firenze.
In entrambe le scene si può evincere la brutalità e la violenza con cui Giuditta si scaglia su Oloferme nel modo di tagliargli la testa chiara manifestazione della sua vendetta nei confronti di chi l'aveva violata.
Lo stile della pittrice subì nel tempo vari cambiamenti facendosi meno violento e più elegante come si può notare nel dipinto Ester e Assuero dipinto negli anni in cui visse a Venezia.
Abbondanti sono anche gli autoritratti. In uno di essi '' Autoritratto in veste di pittura '' si ritrae, rompendo la tradizione, di tre quarti invece che di profilo o frontalmente come era in uso a quei tempi.
Si riporta anche un suo ritratto eseguito dal pittore Simon Vouet.
Moltissime altre sono state le opere mostrate ed illustrate dalla Prof.ssa Abate di cui, in queste note, per sinteticità, non si riportano la visione ed il relativo commento.Al termine della interessante esposizione ha fatto seguito una breve discussione chiusa la quale, il Prof. Valenti dopo aver ringraziato la Prof.ssa Abate della sua partecipazione alle attività culturali del sodalizio, le ha fatto dono a nome dell'Associzione ed a ricordo della serata della riproduzione di un suo acquerello rappresentante uno scorcio di Erice.
A conclusione della serata sono seguiti i saluti di commiato e l'arrivederci a sabato 26 febbraio 2022 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal calendario delle attività per l'anno 2022.
Artemisia successivamente sposò il pittore fiorentino Pierantonio Stiattesi e nel 1914 si trasferì a Firenze dove godette della protezione di Cosimo II dei Medici, venne ammessa all'Accademia del Disegno di Firenze ed ivi rimase fino al 1620 quando fece ritorno a Roma.
Nel 1627 si trasferì a Venezia, nel 1630 a Napoli e nel 1936 a Londra dove raggiunse il padre alla corte di re Carlo I.
Morto il padre nel 1639, Artemisia ritornò a Napoli dove continuò ad operare per conto di molti committenti.
Dopo il 1653 scomparve da Napoli, non si ebbero più sue notizie e quindi è rimasta sconosciuta la data della sua morte.
Le opere più note sono quelle dipinte da giovane come Susanna ed i Vecchioni che è considerata un'opera molto controversa sia per la data in cui fu realizzata sia per l'autore in quanto alcuni la considerano opera solamente di Artemisia altri invece dipinta in collaborazione con il padre.
L'opera riesce a comunicare a chi la osserva il senso di disgusto della giovane, la sua preoccupazione ed il suo sdegno ed in essa si riesce a leggere la triste storia di una violazione.
Molto diversa è la rappresentazione di Giuditta che decapita Oloferme e di cui ne esistono due versioni che si trovano al Museo di Capodimonte a Napoli ed agli Uffizi di Firenze.
In entrambe le scene si può evincere la brutalità e la violenza con cui Giuditta si scaglia su Oloferme nel modo di tagliargli la testa chiara manifestazione della sua vendetta nei confronti di chi l'aveva violata.
Lo stile della pittrice subì nel tempo vari cambiamenti facendosi meno violento e più elegante come si può notare nel dipinto Ester e Assuero dipinto negli anni in cui visse a Venezia.
Abbondanti sono anche gli autoritratti. In uno di essi '' Autoritratto in veste di pittura '' si ritrae, rompendo la tradizione, di tre quarti invece che di profilo o frontalmente come era in uso a quei tempi.
Si riporta anche un suo ritratto eseguito dal pittore Simon Vouet.
Moltissime altre sono state le opere mostrate ed illustrate dalla Prof.ssa Abate di cui, in queste note, per sinteticità, non si riportano la visione ed il relativo commento.Al termine della interessante esposizione ha fatto seguito una breve discussione chiusa la quale, il Prof. Valenti dopo aver ringraziato la Prof.ssa Abate della sua partecipazione alle attività culturali del sodalizio, le ha fatto dono a nome dell'Associzione ed a ricordo della serata della riproduzione di un suo acquerello rappresentante uno scorcio di Erice.
A conclusione della serata sono seguiti i saluti di commiato e l'arrivederci a sabato 26 febbraio 2022 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal calendario delle attività per l'anno 2022.