2022 - 03 -12: Arch. Carlo Foderà - Paesaggio: conservazione e fruizione

Sabato 12 marzo 2022, nonostante l'inclemenza del tempo, un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti, si è ritrovato nella sede dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese, sita in Trapani via Vespri 32, per partecipare all'incontro previsto dal programma delle attività del XXXVI Corso di cultura per l'anno 2022, sul tema '' Paesaggio:conservazione e fruizione '' su cui ha relazionato l'arch. Carlo Foderà.

Aperti i lavori della serata, il Prof. Valenti ha ringraziato l'oratore per avere accettato l'invito rivoltogli dal sodalizio e dopo una breve presentazione gli ha ceduto la parola.

Si riporta di seguito una sintesi liberamente tratta da quanto riferito dall'arch. Foderà che, professionalmente impegnato nelle attività relative alla cura del paesaggio, alla sua conservazione ed alla sua fruizione, ha integrato la sua esposizione con la proiezione di una serie di diapositive inerenti al tema, che, gentilmente resa disponibile, è stata inserita al termine di queste note. 

Le risorse che i vari tipi di paesaggio offrono per essere in vario modo vantaggiosamente fruite dai visitatori si possono identificare nel possesso di alcuni requisiti quali assenza di degrado, un adeguato stato di conservazione, ecc., ma oltre a quelli di qualità non sono tuttavia da dimenticare anche i paesaggi che per vari motivi hanno raggiunto un grado di degrado elevato perchè molto trascurati e non in tempo recuperati. 

Per questo motivo l'U.E. e quindi i vari Stati che ne fanno parte, ha dato l'avvio ad azioni comuni ed uniformi, quali la tutela e la rivalutazione di tali beni, affinchè essi diventino elementi centrali per la politica da realizzare in modo da coinvolgere anche emotivamente chi li osserva.

Fra le varie azioni messe in opera rientrano in campo europeo la sottoscrizione avvenuta a Firenze il 20 ottobre 2000 della '' Convenzione Europea del Paesaggio '' e l'istituzione in Italia, il 14 marzo di ogni anno, della '' Giornata nazionale del Paesaggio ''

Il relatore ha reso noto ai presenti che una legge nazionale ha previsto in Sicilia l'istituzione di quattro parchi nazionali che interesseranno:
- l'isola di Pantelleria, già istituito
- l'Altopiano Ibleo e la zona del ragusano, in corso di istituzione
- le isole Egadi ed il litorale trapanese, da Capo S. Vito alle Cave di Cusa, ancora fermo
- le isole dell'arcipelago delle Eolie 
che consentirebbero ai Comuni che vi farebbero parte una governance unica nelle decisioni da ssumere e quindi non frammentatia o parziale.

Ha quindi commentato le diapositive di alcune aree del territorio trapanese in cui si possono notare vari tipi di degrado ( presenza di antenne, zone incendiate per vari motivi ( dolo, effetti climatici, non adeguata manutenzione, scelta sbagliata delle piante utilizzate per il rimboschimento ), installazione selvaggia di parchi eolici e fotovoltaici che, se utili per la diversificazione delle fonti energetiche, talvolta hanno trasformato, perchè più conveniente per i proprietari, terreni agrari di pregio in terreni non più utili al loro sfruttamento agrario con la conseguenza di modificare profondamente l'aspetto del paesaggio. 

Un paesaggio appartenente ad un certo territorio può essere valorizzato e messo a frutto non solo utilizzando le classiche e sterili ricorrenze che ogni anno vengono ripetute, ma tenendo conto di molti altri fattori come:
- eventi storici importanti in esso avvenuti, come nel caso del territorio trapanese:
   - la battaglia navale che si combattè a nord-ovest dell'isola di Levanzo, appartenente alle isole Egadi, il mattino del 10 marzo del 271 a.c., che, con         la sconfitta di Cartagine, modificò profondamente la storia di Roma, ed i cui reperti a distanza di circa 2000 anni sono stati ritrovati come 
     ipotizzato dall'archeologo Sestiano Tusa nel corso di una ricerca coordinata dalla Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia 

   - la battaglia di Calatafimi del 15 maggio 1860 nel corso della quale i 1000 di Garibaldi cui si erano uniti anche molti patrioti locali sconfissero i 
     Borboni e che può, a ragione, essere considerata come l'evento con cui ebbe inizio l'unità d'Italia
  - non costruendo
- non installando tralicci elettrici ed antenne di vario genere 
- non installando pale eoliche o campi di celle foto-voltaiche
che, anche se utili per una riconversione energetica, potranno condizionare il valore paesaggistico e le prospettive future del trritorio.

E allora è compito degli amministratori, che non sempre sono preparati in tal senso, conoscere i fatti storici del proprio territorio in modo da poterne trarre in proaspettiva un vantaggio come precisato anche in alcune pubblicazioni che l'arch. Foderà ha menzionato nel corso della sua esposizione.














Il relatore ha quindi affrontato alcune problematiche relative al territorio del trapanese riferendosi in modo particolare all'arcipelago delle Isole Egadi, alle saline di Trapani - Paceco ed a quelle dello Stagnone di Marsala, all'estrazione ed alla utilizzazione dei diversi tipi dei conci di tufo,  alle segherie dove si lavorava il marmo estratto da alcune cave del trapanese ed all'ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica, sull'isola di Favignana, acquistato dalla Regione Sicilia.


Per l'arcipelago delle Egadi è stato predisposto un '' Piano territoriale paesaggistico '' in virtù del quale la tutela paesaggistica prevale su tutte le altre condizionando pertanto lo sviluppo di talune attività.
Per tale norma l'estrazione dei conci di tufo, fonte di sostegno e di sostentamento di molte famiglie, ma anche origine di un notevole degrado paesaggistico come messo in evidenza da alcune delle diapositive proiettate, utilizzati per l'edilizia a Trapani e nel territorio circostante e nelle saline fino alla metà del secolo scorso, è stata interrotta salvo che la loro utilizzazione non sia necessaria in casi di particolari restauri per i quali tuttavia deve essere concessa specifica autorizzazione.

Anche la lavorazione del marmo estratto in molte cave del trapanese che avveniva nelle '' segherie '' al fine di ridurlo in lastre che erano poi utilizzate  nell'edilizia sia in Italia che all'estero è stata una notevole fonte di degrado paesaggistico di cui ancora oggi si vedono le vestigia ormai abbandonate e talvolta anche dirupate costituendo, per i criteri oggi adottati, una attività industriale impropria anche se proficua per quei tempi.
Infatti l'iter per la concessione necessaria al fine di installare una segheria di marmo era molto semplice e spedito. Esse venivano molto spesso ubicate in vicinanza della zona costiera cha andava da Pizzolungo a Cornino e ciò aveva come conseguenza un duplice impatto: l'accumulo in vicinanza della costa degli scarti di lavorazione e la discarica in mare dell'acqua ricca di polvere di marmo derivante dalla lavorazione che produceva anche un notevole inquinamento marino della zona.
Oggi tali costruzioni potrebbero essere opportunamente riqualificate ma avendo carattere privatistico e non avendo i relativi proprietari interesse a farlo oppure a dismetterne la proprietà a favore del pubblico che vi potrebbe essere interessato rimangono dove sono testimoni muti e talvolta scheletrici di un'epoca in cui vi ferveva il lavoro e costituivano fonte di sostentamento.

Fino alla fine degli anni 70 dello scorso secolo, Trapani era, tranne ad ovest ed est, strettamente circondata dalle saline che mentre a nord erano di piccola e limitata estensione, a sud si estendevano lungo tutta la costa fino a ricongiurgersi con quelle che insistevano sullo Stagnone di Marsala.
Oggi quelle a nord non esistono più perchè interrate e la stessa cosa è successa ad una certa parte di quelle a sud al fine di creare un'area di sviluppo industriale ( ASI ) che di fatto oggi per vari motivi non esiste più ma dove sono stati realizzati molti capannoni industriali che coesistono a stretto contatto con la Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco istituita nel 1995 con una estensione di 1000 ettari di elevato valore paesaggistico, architettonico ed etno-antropologico affidata al WWF.
Rimane ancora molto estesa l'area in cui oggi viene praticata l'attività estrattiva del sale dal mare, che utilizza a tale scopo tecniche più moderne rispetto a quelle che una volta venivano utilizzate, che viene commercializzato in vario modo sia in Italia che all'estero.

Come si sa, in una salina tradizionale il sale si ottiene facendo evaporare naturalmente l'acqua di mare che tramite canali e pompe viene immessa in particolari vasche con il fondo impermeabile. 
Per fare ciò occorreva che fosse realizzata una struttura particolare che in passato, ma anche oggi, nonostante tutte le nuove tecniche, era realizzata utilizzando i conci di tufo estratti dalle cave ubicate sull'isola di Favignana che essendo più  tenaci avevano la caratteristica di resistere bene al deterioramento a cui con il trascorrere del tempo erano sottoposti.
Con essi erano anche realizzate varie costruzioni con varie destinazioni ( deposito di attrezzi, abitazioni, depositi di acqua piovana, ecc. ) ed i mulini a vento, costruzioni tronco-coniche sulla cui sommità era posto un ingranaggio fatto ruotare da grandi pale, che occorreva orientare manualmente, che rivestite di tela ed a causa della pressione che il vento esercitava su di esse, con la loro rotazione ed un sistema di trasmissione agivano su viti di Archimede intubate esplicando così la funzione di pompe che venivano utilizzate per il travaso dell'acqua da una vasca all'altra quando si doveva superare in salita un dislivello.
Con i conci di tufo di Favignana vennero anche costruiti negli anni 20 del secolo scorso in Contrada Marausa, ora parte del nuovo comune di Misiliscemi a causa di un plebiscito popolare e non ancora costituito, alcuni moli al fine di rendere più agevole la caricazione del sale su alcune imbarcazioni, gli schifazzi, mezzi nautici a vela latina con un fiocco, che vevivano governati da un solo uomo,  per il suo successivo trasporto via mare a Trapani. Tali imbarcazioni talvolta venivano anche utilizzate per il trasporto dei tufi cavati a Favignana.

Un altro tipo di concio di tufo è quello che viene estratto dalle cave che si ritrovano nel territorio di Marsala che, di colore giallo, è meno tenace e quindi meno resistente al deterioramento dovuto agli elementi meteorologici.

Oggi, a causa dello stop all'estrazione dei tufi di Favignana, viene utilizzato per sostituire più economicamente, avendo un costo minore, i conci deteriorati degli argini delle vasche e dei canali nella loro parte superiore come ha fatto constatare il relatore in alcune delle diaposite proiettate.

Nelle saline oggi si riscontrano paesaggi  molto degradati perchè molte delle strutture prima menzionate che con il trascorrere del tempo hanno subito notevoli danni e crolli non essendo state preventivamente ed adeguatamente sottoposte a manutenzione, mentre altre hanno invece subito trasformazioni  in quanto per pompare l'acqua si preferisce utilizzare pompe azionate da motori elettrici di più semplice ed immediata utilizzazione. 
 
Il degrado può essere anche dovuto alla particolare esposizione geografica che un edificio o un'opera hanno rispetto all'arco descritto dal sole nel suo moto apparente diurno in relazione anche alla risposta che uno stesso tipo di tufo soggetto a restare nell'acqua o asciugarsi ha nei confronti dell'escursione termica annuale a causa dell'avvicendarsi delle stagioni.

L'arch. Foderà ha concluso la sua esposizione parlando anche dei paesaggi legati alle attività industriali portando come esempio l'ex stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica acquisito al patrimonio della Regione Sicilia negli anni 90, restaurato ed aperto al pubblico nel 2009.
Oggi è utilizzato come museo archeologico, per l'esposizione delle imbarcazioni ed dell'attrezzatura utilizzate per la pesca del tonno e per la sua successiva lavorazione industriale. E' dotato anche di installazioni multimediali con lo scopo di far rivivere al visitatore l'attività che si svolgeva nelle tonnare e il lavoro dei tonnaroti che vi operavano nonchè di una attrezzata sala in cui poter tenere convegni e varie altre attività.

L'oratore ha chiuso rivolgendo un ringraziamento agli agricoltori ed ai lavoratori delle saline per il lavoro da loro fatto per lasciarci gli straordinari paesaggi che oggi noi possiamo osservare e per non aver fatto abbastanza per aiutarli nel loro duro lavoro quotidiano con la constatazione che oggi tutto quanto da loro fatto non è sempre stato adeguatamente protetto e salvaguardato.

A noi il compito di evitare che questo patrimonio non vada definitivamente perduto ma che sia, anche se privato, opportunamente salvaguardato dalle istituzioni pubbliche con adeguati interventi.

E' seguito un breve dibattito nel corso del quale si sono avuti da parte dei presenti molti interventi e contributi ed al suo termine il Presidente, dopo aver ringraziato l'arch. Foderà per l'interessante tema trattato, a nome dell'Associazione e proprio ed a ricordo della serata gli ha fatto dono della stampa di un suo acquerello riproducente uno scorcio di Erice.

L'incontro si è concluso con l'arrivederci a sabato 19 marzo 2022 alle ore 18.00 nei locali del sodalizio per il prossimo incontro previsto dal programma del XXXVI Corso di cultura per l'anno 2022. 


Switch to Day Switch to Night