2022 - 03 - 19: Prof.ssa Sara Macaluso - Don Chisciotte in Sicilia
Sabato 19 marzo 2022 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti, si è svolto l'incontro previsto dal programma delle attività del XXXVI Corso di cultura per l'anno 2022 sul tema '' Don Chisciotte e la Sicilia ''.
La relatrice della serata, Prof.ssa Sara Macaluso, che per la prima volta ha partecipato alle attività culturali del sodalizio e che con piacere ha accolto l'invito a farlo, è stata ricevuta dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, e dai presenti con cordialità e con molto interesse in considerazione dellla tematica che nel corso della serata sarebbe stata trattata.
L'incontro è stato aperto dal Prof. Valenti che, dopo aver dato il benvenuto ai presenti ed alla Prof.ssa Macaluso ringraziandola per avere accettato l'invito rivoltole ed averla brevemente presentata, le da dato la parola.
La Prof.ssa Macaluso, palermitana di nascita, ma trapanese di adozione per matrimonio, come da lei stessa dichiarato, vive ed opera a Trapani come docente presso l'Istituto di Istruzione Superiore '' Rosina Salvo '' dove insegna lingue. Si è laureata con il massimo dei voti e la lode in Lingue e Letteratura straniera presso l'Università di Palermo, ha svolto un dottorato di ricerca presso l'Università spagnola '' La Murcia '' sul tema '' La presenza di Don Chisciotte nella cultura siciliana dal XVIII secolo fino ai nostri giorni '' ed è stata anche interprete ufficiale in incontri e convegni internazionali.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della serata che è stato accompagnato ed integrato dalla proiezione di una serie di diapositive che gentilmente sono state rese disponibili per essere inserite al termine di queste note.
La Prof.ssa Macaluso ha iniziato la sua esposizione ringraziando l'Associazione per l'invito rivoltole a partecipare alle sue attività culturali precisando anche che per lei è sempre un piacere stare con persone che vogliono ascoltare qualcosa di nuovo ed interessante.
Tutto quanto avrebbe riferito nel corso della sua esposizione è nato dal suo amore per la Spagna, dagli studi fatti per la sua laurea e per il suo dottorato di ricerca ma soprattutto ed in ogni caso per la Sicilia che ha sempre voluto mettere in evidenza sia per le sue bellezze sia anche per i suoi contrasti.
Il romanzo '' Don Chisciotte della Mancia '' di Cervantes può essere considerato, a suo parere, il primo romanzo moderno più tradotto al mondo dopo la Bibbia ed un capolavoro universale in quanto da moltissimi conosciuto ma purtroppo non altrettanto letto.
La sua ricerca pertanto ha vuto come obiettivo quello di verificare come in Sicilia, terra di grandi scrittori ed artisti, quanti di essi, avvertendo l'importanza di tale opera, ne hanno parlato e pertanto ha diviso la sua ricerca nelle seguenti in tre parti:
- Don Chisciotte nell'opera dei pupi, nel '' cunto'', nel teatro, nella commedia musicale, nel cinema, nella fotografia e nelle opere figurative
- Cervantes in Sicilia e la Sicilia nell'opera di Cervantes
come si può riscontrare da quanto riportato in alcune delle diapositive proiettate.
Nel proseguo della sua esposizione la Prof.
ssa Macaluso ha con puntualità e dovizia di particolari individuato gli scritti, le riflessioni ed i saggi nei quali molti scrittori siciliani, riportati in un elenco della prima parte, si sono interessati di Don Chisciotte facendo risaltare come già nel 1787 e nel 1814, a circa due secoli dalla sua pubblicazione, Giovanni Meli ne avesse effettuato una traduzione in dialetto siciliano ed in versi.
Nella seconda parte la Prof.ssa Macaluso ha voluto evidenziare, fra gli altri, la figura di Mimmo Cuticchio, importante erede della tradizione dei '' cuntisti siciliani ''e dell'Opera dei
Fu pertanto inevitabile che il Cuticchio, profondo
conoscitore di Don Chisciotte come lui stesso ebbe a dire, utilizzasse le sue vicende per rivitalizzare, mantenendone le caratteristiche peculiari e tradizionali, l'opera dei pupi siciliani che fino ad allora si era ispirata quasi esclusivamente ai fatti ed alle storie tratte dalla letteratura epico-cavalleresca di origine medievale quali il ciclo carolingio come eleborato nella storia dei paladini di Francia o su altre fonti, nonchè all'Orlando Furioso e alla Gerusalemme liberata.
Ha poi particolarmente menzionata la azzeccata trasposizione cinematografica dell'opera magistralmente interpretata da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia anche perchè il loro naturale aspetto fisico ha ricalcato verosimilmente quello descritto dalCervantes nel suo romanzo.
Numerosi anche i nomi degli autori, peraltro riportati, delle opere figurative riprodotte nelle diapositive che sono state proiettate.
Nella parte finale della sua esposizione la relatrice ha voluto evidenziare come il Cervantes nella sua opera avesse potuto conoscere la Sicilia e come la Sicilia di converso fosse presente nel suo romanzo.
Tale affermazione può essere facilmente confermata ripercorrendo le sue vicende mortali.
Nato nel 1547 da una famiglia modesta è costretto a seguirla nei suoi spostamenti finchè nel 1568 non arrivò a Madrid dove frequentò un collegio. Nel 1570 per evitare una condanna fuggì in Italia dove trovò impiego come cortigiano ma successivamente si arruolò e nel 1571 si imbarcò come soldato su di una galea che partecipò alla battaglia di Lepanto. Ferito da una archibugiata alla mano sinistra, di cui perderà l'uso, fu ricoverato in un ospedale di Messina ed ebbe così modo di spostarsi e visitare molte località della Sicilia. Nel 1575 nel corso di un viaggio per mare per raggiungere Napoli, la galea su cui viaggiava fu attaccata dai pirati, fu fatto prigioniero e per 5 anni tenuto in cattività ad Algeri fino al pagamento del riscatto da parte della famiglia. Nel corso della prigonia conobbe Antonino Veneziano, poeta monrealese in lingua siciliana, divenendone amico e con cui successivamente resterà in corrispondenza dedicandogli la novella '' El amante liberal '' in cui si narra di un prigioniero siciliano che ricordando la sua donna ne sapeva magnificare la bellezza. Ritornò a Madrid, si sposò ma non ebbe figli, si separò, esercitò varie professioni, subì varie peripezie per cui fu anche incarcerato, finchè nel 1606 si trasferì di nuovo a Madrid per seguire la corte di Filippo III di Spagna dove si dedicò ad una intensa attività letteraria, fonte del suo sostentamento, che rappresenta ancora oggi il meglio della sua produzione. Morì il 23 aprile del 1616 nello stesso giorno in cui venne meno anche William Shakespeare.
Da quanto su esposto la Prof.ssa Macaluso ha tratto i punti di contatto delineati nella terza parte della sua ricerca che sostanzialmente consistono nel fatto che Cervantes conosceva bene la Sicilia avendovi soggiornato per un pò di tempo e che le vicende descritte in alcuni suoi scritti hanno trovato localizzazione in alcune località dell'isola come Trapani, Palermo e la sua costa orientale.
Scrisse composizioni poetiche, drammi, commedie e novelle oltre che ovviamente '' Don chisciotte della Mancia '' che resta la sua opera più famosa in cui prende di mira con la satira e l'ironia i romanzi cavallereschi e la società del tempo contrapponendo all'allampanato cavaliere smanioso di gloria ed avventure la figura del grasso ed umano scudiero incapace ad innalzarsi al di sopra della realtà in cui vive.
Ciò detto, la Prof.ssa Macaluso ringraziando i presenti per l'attenzione e l'interesse prestati ha concluso la sua esposizione.
Il prof. Valenti ha quindi aperto il dibattito che ha visto la partecipazione di molti dei presenti in sala che hanno apportato alla discussione molti spunti e considerazioni anche personali ed al suo termine lo stesso, dopo aver ringraziato la Prof.ssa Macaluso per l'inedito ed interessante tema trattato, a nome dell'Associazione ed a ricordo della serata le ha offerto la stampa di un proprio acquerello riproducente uno scorcio di Erice ed un saggio su Mario Gori '' Nuvole nell'anima '' a cura di Marco Scalabrino.
L'incontro si è concluso con l'arrivederci a sabato 26 marzo 2022 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro in programma previsto dal calendario del XXXVI Corso di cultura per l'anno 2022.