2012 - 09 - 29 : Dott. Giuseppe Alestra - Le Benedettine nella Diocesi di Mazara del Vallo

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Sabato 29 settembre 2012 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni '' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Via Vespri 32 - Trapani, al termine della sosta estiva, sono riprese le attività previste nel calendario annuale. 
Alla presenza di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti il Dott. Giuseppe Alestra ha trattato il tema '' Le Benedettine nella Diocesi di Mazara del Vallo ''.
L'ospite, già noto ai membri dell'Associazione per aver più volte in passato partecipato ai Corsi di cultura degli anni precedenti, è stato cordialmente accolto dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, e dai presenti che gli hanno manifestato la loro stima e simpatia. Dopo una breve quanto amichevole presentazione, l'ospite ha iniziato a svolgere il tema della serata. 
Si riporta una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito dal Dott. Alestra.
L'oratore ha iniziato a svolgere il tema risalendo alle origini sia di S. Benedetto, fondatore dell'ordine maschile che della sorella, forse gemella, S. Scolastica fondatrice invece del corrispondente ordine femminile.
Nati a Norcia nel 480 circa, furono allevati dal padre, Eutropio Anicio, capitano generale dei Romani nella regione di Norcia, fino all'età di dodici anni, essendo la madre morta di parto, quando si trasferirono a Roma per completare gli studi e la vita dissoluta della città li convinse all'abbandono degli stessi. Benedetto si trasferì in una caverna a Subbiaco dove in una grotta denominata oggi Sacro Speco visse da eremita per 3 anni mentre la sorella si rititirò dapprima in un convento vicino a Norcia e poi a Subbiaco dove spronò il fratello ad una vita religiosa più attiva. Da ciò ebbe origine sia l'ordine maschile che l'ordine femminile che adottarono la stessa regola sintetizzata nella frase '' Ora et Labora ''.
I monasteri furono centri attivi dove ci si dedicava alla lavorazione della terra, alla educazione dei giovani delle nobili famiglie, di quelle borghesi ma anche di quelle meno abbienti e il lavoro di emanuensi che i frati dedicavano alla copiatura di vecchi tomi hanno consentito la sopravvivenza di notevoli opere del passato. Furono anche medici ed infermiere in embrione per l'opera di assistenza fatta in favore dei pellegrini in viaggio e di coloro che ne avevano bisogno se malati.
L'invidia di un frate e due tentativi di avvelenare Benedetto, spinsero lo stesso a trasferirsi a Montecassino dove fondò la famosa Abbazia, divenuta poi la casa generalizia, che notevoli e varie vicissitudini ha subito nel tempo in quanto più volte distrutta e ricostruita. Anche Scolastica lo seguì fondando a pochi chilometri il convento di Pinnarola. Sia S. Benedetto che S. Scolastica morirono nel 547 a pochi giorni l'uno dell'altra ed ebbero comune sepoltura.
Le abbazie divennero centri di notevole cultura e Carlo Magno in vari modi sollecitò i monaci a prendere parte al rinnovamento culturale dell'epoca. 
Con il dissolvimento dell'impero carolingio i monasteri benedettini furono soggetti a profonde crisi economiche e e morali e molti di essi, fra cui Montecassino, furono distrutti dalle scorrerie dei saraceni mentre molti altri furono ceduti ad abati che li depredarono dei beni accumulati per donazioni de nobili nel periodo precedente.
Con la riforma della Chiesa promossa dai papi benedettini, Gregorio VII e Gelosio II,  che proibirono ai laici di concedere dignità ecclesiastiche, il movimento benedettino si riprese e tornò a nuova vita anche grazie alle riforme promosse da alcuni monasteri intorno al 900.
In Sicilia i Benedettini
 

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