2013 - 04 - 06 : Prof. Salvatore Bongiorno - Una pagina di storia isolana: la Sicilia ed il milazzismo

Sabato 6 aprile 2013 alle ore 18.20 nella sala delle riunioni '' Antonio Buscaino '' dell''Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci, di simpatizzanti e di amici del relatore, dopo la pausa delle festività pasquali, sono ripresi gli incontri previsti dal programma del XXVII Corso di cultura.

Ospite e relatore della serata il Prof. Salvatore Bongiorno, che non nuovo alle attività dell'Associazione, è stato accolto dai presenti e dal Presidente con cordialità e simpatia.

I lavori sono stati aperti dal Prof. Valenti che dopo aver dato il benvenuto all'ospite, averlo ringraziato per aver ancora una volta accettato l'invito dell'Associazione, aver brevemente motivato la scelta dell'argomento della serata ed averlo brevemente presentato, gli ha ceduto la parola.

Il Prof. Bongiorno, docente di Filosofia e Storia presso il Liceo scientifico di Trapani è noto nella città di Trapani per le sue ricerche storiche e per i numerosi articoli pubblicati.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto esposto nel corso della serata.

Silvio Milazzo nacque a Caltagirone il 4 settembre 1903 da Mario, proprietario terriero e sindaco della città, e da Brigida Crescimanno; suo padrino di battesimo fu Don Luigi Sturzo.

Seguace del fondatore del PPI insieme a Mario Scelba, ben presto si distinse nella vita politica della città: nel 1927 fu eletto sindaco e nel 1931 presidente della Cassa Rurale S. Giacomo fondata dallo Sturzo al fine di facilitare l'accesso al
credito dei meno ambienti e combattere l'usura. Nel dicembre del 1938 i fascisti riuscirono illegalmente ad acquisire il controllo dell'Istituto di credito, ma la vicenda mise in evidenza l'influenza dei cattolici calatini legati a Don Sturzo che ripresero la loro attività politica ai primi segni della crisi del regime fascista.

Nel 1941 partecipò alle riunioni clandestine nel corso delle quali si prese in considerazione la costituzione di un partito dei cattolici dei siciliani e furono anche espresse le prime idee di separatismo.

Nel corso del 1° congresso regionale della DC ( dicembre 1943 ) un suo ordine del giorno in cui era contenuto un deciso richiamo all'autonomia ed all'autodecisione dei siciliani non fu accolto mentre ne fu approvato un altro che, pur contenendo la richiesta di ampie autonomie economiche ed amministrative per la Sicilia, bocciava decisamente le idee separatiste.

Il Milazzo ed i suoi seguaci abbandonarono il congresso ed all'inizio del 1944 diedero vita al MCS ( Movimento Cristiano Sociale ) che ben presto si affermò decisamente soprattutto nella Sicilia orientale. Da questa posizione di forza, sfruttando l'opera dell'amico M.Scelba, l'MCS confluì nella DC in occasione del 2° congresso regionale tenutosi ad Acireale nel novembre del 1944.

Nell'aprile del 1947 fu eletto all'Assemblea Regionale Siciliana e nei governi di G. Alessi, F. Restivo e G. La Loggia fu per vari periodi Assessore ai Lavori Pubblici, all'Agricoltura e Foreste ed all'Igiene e Sanità.

Come Assessore all'Agricoltura nel dicembre del 1950 portò a termine la Riforma agraria con la quale veniva limitato il diritto alla proprietà terriera a soli 200 ha con l'obbligo dei proprietari di effettuare bonifiche e trasformazioni che se non eseguite avrebbero comportato la confisca delle terre e la loro distribuzione ai contadini.
Tuttavia gli effetti della riforma f
urono marginali ed insufficienti perchè i latifondisti frazionarono le loro terre in lotti più piccoli trasferendoli con donazioni e vendite, nella maggior parte fittizie, ad altri persone compiacenti destinando così ai contadini le terre meno produttive e ciò anche se al dicembre 1962 ben 93000 ha furono espropriati ed assegnati ai contadini.
L'occasione fu però proprizia pe
rchè consentì la costruzione di nuove strade di bonifica, di acquedotti , di elettrodotti  e di nuove borgate rurali.

Alla metà degli anni 50, entrando in contrasto con le tendenze accentratrici della DC propugnate da A. Fanfani allora anche a capo del Governo, Milazzo si orientò decisamente verso il separatismo guadagnandosi in tal modo le simpatie di molti deputati regionali, alcuni dei quali appartenenti all'opposizione, e fu
così che nel luglio del 1955 fu eletto Presidente della Regione.
Decide si dimettersi subito anche perchè sollecitato a farlo dal capogruppo G. Alessi.

Successivamente, nell'ottobre del 1958, in seguito alle dimissioni del La Loggia, con 54 voti attribuitigli dai deputati regionali di un vario ed eterogeno gruppo politico che comprendeva socialisti, democratici dissidenti, comunisti, monarchici e missini fu rieletto Presidente in contapposizione a B. Lo Giudice appartenente alla sua stessa corrente e designato da Fanfani a succedere al La Loggia.

Nonostante le pressioni esercitate dalla DC attraverso Don Luigi Sturzo e M. Scelba, questa volta Milazzo non si dimise; il 25 ottobre venne espulso dalla DC  ed alla fine di ottobre diede origine al suo 1° governo in cui erano presenti dissidenti DC, missini, indipendenti di sinistra e monarchici con il voto anche dei comunisti e dei socialisti.

Ai primi del novembre del 1958, il Milazzo e gli altri dissidenti DC fondarono l'USCS ( Unione Siciliana Cristiano Sociale ) nominando Segretario politico del partito F. Pignatone.

L'analisi della situazione in cui si trovò ad operare il Milazzo presentava un quadro molto complesso all'in
terno del quale si potevano riscontrare sia lotte politiche sia scelte decisionali relative all'economia siciliana essendosi il quel periodo verificata la scoperta dei giacimenti di petrolio nel ragusano.

Dal punto di vista politico c'erano i malumori dei vecchi notabili della DC siciliana che malamente avevano accolto l'ascesa dei giovani politici promossa da Fanfani ( il quel periodo Segretario della DC, Capo del Governo e Ministro degli Esteri ) che cominciavano ad erodere le loro posizioni. Lo stesso Fanfani inoltre mal sopportava le spinte autonomistiche della Sicilia ed ino
ltre non vedeva di buon occhio che lo sfruttamento delle nuove risorse andasse a favore della Sicilia piuttosto che alle grandi industrie del settentrione.

Su posizioni del tutto opposte era invece il Milazzo e con lui i partiti di sinistra e D. La cavera, Presidente degli industriali siciliani, che rompendo fra l'altro con la Confindustria, era favorevole ad una più forte presenza dell'ENI di Mattei in Sicilia.

E' ancora da considerare la posizione ufficiale che la Chiesa in quel periodo aveva assunto nei confronti della nuova situazione politica.
Il Santo Uffizio, nell'arile 1959, non solo rinnovò la scomunica per coloro che avessero votato per il PCI ma la estese anche a chi si sarebbe con loro alleato. Alla vigilia delle elezioni del 7 giugno inoltre anche l'episcopato siciliano si espresse chiaramente contro il voto all'USCS.

Il corpo elettorale tuttavia ancora una volta decretò il successo dell'USCS che conquistando 9 seggi consentì al Milazzo di formare nell'agosto il suo 2° governo con i socili
sti ed i comunisti, ma nel dicembre fu costretto a dimettersi non avendo il bilancio ottenuto l'approvazione dell'ARS per un solo voto.
Il giorno dopo la crisi era già risolta con la
fuoriuscita dei comunisti e dei socialisti e con l'ingresso nella maggioranza dei democristiani e così si costituì il 3° governo Milazzo, ma ormai sia l'uomo politico che il partito da lui fondato avevano iniziato la fase discendente.

Nel febbraio del 1960 fu costretto a rassegnare le dimissioni sia per una campagna di discredito organizzata nei suoi confronti sia perchè accusato di corruzione politica dagli assessori G.R.Battaglia ed E. Pivetti  nonchè dal vicepresidente ed Assessore alle Finanze B. Maiorana della Nicchiara, tutti monarchici. Qust'ultimo in particolare, convinto dalla DC, gli successe nella guida del nuovo governo regionale.

Nelle elezioni regionali del 1963 l'USCS ottenne una scarsa percentuale di voti e nessun seggio.

Accusato dai giovani emergenti del partito, lo stesso fondatore ne fu successivamente espulso e si ritirò nella sua proprietà a Caltagirone dove curò i suoi interessi e dove morì il 24 dicembre 1982.

Gli sopravvive ancora il '' Milazzismo '' come termine che indica la formazione di alleanze trasversali, al di fuori di ogni coerenza politica, di destra e di sinistra coese per escludere dal governo il centro dello schieramento politico.


E' nel periodo del milazzismo, e precisamente negli anni 60, che viene fondata la SO,FI.S ( Società p
er il Finanziamento dello Sviluppo in Sicilia ), prima finanziaria pubblica istituita in Italia, e della ''Regione imprenditrice ''.

La Società, posta al centro di tutto l'apparato dei partiti di allora, fu destinata a gestire discutibili iniziative i
ndustriali.
Con essa la Regione Sicilia finanziava il sorgere di imprese industriali che si costituivano talvolta solo per i finanziamenti che loro venivano erogati oppure finanziava imprese in difficoltà economiche e già fuori dalle logiche di mercato e delle quali anzicchè pretendere la restituzione delle somme erogate acquistava quote di partecipazione. La SO.FI.S fu posta in liquidazione nel 1967. 

In quel periodo sorsero inoltre:
- l'ESPI ( Ente Siciliano per la Produzione Industriale ) che ereditò le funzioni della SO.FI.S
- l'Ente Minerario Siciliano ( EMS )
- l'AZ.A.SI ( AZienda Asfalti SIciliana)
- l'ESA ( Ente di Sviluppo Agricolo ) che subentrò all'ERAS ( Ente per la Riforma Agraria Siciliana ).

Nel 1996, dopo che più volte i governi regionali di centro sinistra erano intervenuti per ripianare con denaro pubblico i debiti accumulati dai vari Enti, il 1° governo di centro destra di G. provenzano approvò la legge per la loro liquidazione nominando un commissario liquidatore.

 
Al termine dell'interessante relazione ha fatto seguito un dibattito cui hanno partecipato molti dei presenti apportando altre considerazioni e richiedendo chiarimenti.
A tutti l'oratore ha riposto con ulteriori precisa
zioni ed argomentazioni.

Chiuso il dibattito, il Prof. Valenti a nome dell'Associazione, dopo aver ringraziato l'ospite per l'interessante argomento trattato, a ricordo dell'evento gli ha offerto il testo '' Istoria di Trapani '' del Pugnatore pubblicato a cura di S. Costanza.

La serata si è conclusa con l'arrivederci a sabato 13 aprile 2013 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal calendario delle attività per l'anno 2013.

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