2015 - 01 - 10: Prof. Francesco Torre - Il territorio trapanese dalla preistoria ad oggi

Sabato 10 gennaio 2015 alle ore 18.30 nella sala delle conferenze - Biblioteca dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci, ospiti e simpatizzanti si è inaugurato il XXIX Corso di Cultura previsto per l'anno sociale per l'anno 2015.

I lavori sono stati aperti dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti,  che per l'occasione ha dato il benvenuto ai presenti in sala ed ha presentato l'oratore della serata, il Prof. Francesco Torre, ringranziandolo per avere accettato l'invito dell'Associazione.
Nel suo breve intervento ha anche voluto giustificare la scelta dell'argomento di apertura del Corso: chi abita su di un territorio è opportuno che ne conosca  le origini, anche remote, le sue caratteristiche, le popolazioni e gli animali preistorici che su di esso si sono alternati  nonchè i reperti archeologici e preistorici che hanno consentito di ricostruirne la storia fin dagli albori dell'umanità e dall'origine dell'uomo così come lo conosciamo oggi. 
Sulla base di queste considerazioni la scelta del Prof. Francesco Torre non poteva che essere la più opportuna: di origini trapanesi, laureato in Scienze biologiche all'Università di Palermo, è docente di Geografia e Geomorfologia presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università di Bologna nonchè docente del Corso di Archeologia del Mare nella Libera Università di Trapani, è autore di varie pubblicazioni ed ha partecipato a varie spedizioni scientifiche.

Espletate le formalità iniziali, la parola è passata quindi al Prof. Torre che dopo aver ringraziato l'Associazione dell'invito rivoltogli, che con piacere ha accolto e rivolto un breve saluto ai presenti, è entrato in argomento accompagnando la sua esposizione con la proiezione di una interessante serie di diapositive delle quali solamente alcune sono state gentilmente concesse per essere inserite in questo sito.



















Si riporta di seguito una sintesi liberamente tratta da quanto esposto dal Prof. Torre nel corso della sua relazione.

Il  tema è anche sviluppato ampiamente nella sua pubblicazione  '' La Preistoria in Sicilia - origine ed evoluzione dell'uomo '' dalla quale sono state tratte alcune delle immagini di seguito riportate; altre sono state prese da diversi siti presenti sul Web.

Partendo dalla definizione di Paleoantropologia ( Studio dei resti fossili dell'uomo e dei tipi umani estinti integrato con lo studio del clima, della flora, della fauna, della cultura materiale e delle credenze religiose delle popolazioni scomparse ), il tema della serata è stato dal relatore diviso nelle seguenti parti:
1) le condizioni in cui si trovava la terra a partire da circa 2 milioni di anni fa
2) i ritrovamenti dei vari reperti preistorici che hanno consentito di ricostruire l'evoluzione dell'uomo, anche sulla base della teoria evoluzionistica di Darwin, fino ad arrivare alla sua comparsa così come oggi lo conosciamo e la sua espansione
3) le sue attività ed il suo modo di vivere
4) le sue capacità espressive
5) i reperti ( graffiti e pitture parietali ) ritrovati nelle grotte di vari paesi nonchè in quelle del territorio trapanese e confinanti
6) la situazione attuale delle popolazioni che vivono ancora sulla terra allo stato primitivo e le loro prospettive.

In relazione al punto 1) il periodo considerato è identificato con il nome di era quaternaria. Esso si può ancora dividere in:
- pleistocene o paleolitico o più recente, durato circa 3 milioni di anni
- olocene, del tutto recente, comprende gli ultimi 10.000 anni, non significativo ai fini geologici, che invece va dall'ultima glaciazione fino ad oggi.

Il paleolitico che è stato caratterizzato dalle cinque epoche glaciali e interglaciali che si verificarono per motivi diversi ( precessione degli equinozi, variazioni dell'inclinazione dell'asse polare, variazione della distribuzione delle terre emerse e della loro deriva, ecc ) ha avuto come effetto quello di cambiare l'aspetto e la posizione reciproca dei continenti che erano ricoperti dal ghiaccio che sottratto al mare  produsse l'emersione e il ricongiungimento di molte terre allora emerse per cui a quell'epoca la Calabria era unita alla Sicilia e questa ancora, per quanto riguarda la nostra zona, era unita anche alle isole di Levanzo e Favignana per cui completamente diversa da quella odierna era la situazione geografica a quell'epoca.
Con ciò pertanto si può spiegare la presenza ed il ritrovamento in Sicilia di resti fossili di animali di varie specie che  minimamente oggi ci si aspetterebbe di trovare ma che invece vivevano e prosperavano sul territorio isolano.

Per la parte 2) la domanda critica è: '' Quando l'uomo è comparso sulla terra? ''.
Questo quesito a sua volta ne pone un altro:'' Cosa si deve intendere per uomo? '' .
La risposta che il relatore riporta nel libro su menzionato è la seguente: '' Per Uomo si deve intendere un essere capace di attività superiori che si esplicano nella creazione di strumenti tecnologici e le cui azioni non sono limitate a quelle che gli consentono gli organi di senso ed i suoi arti ''.
A prescindere dalle discussioni sulla natura divina dell'uomo e sulla teoria evoluzionistica di Darwin, '' ... il primo uomo delle terra fu quello che, anche di aspetto scimmiesco, raccolse una pietra e la usò come un utensile ...'' dando inizio all'evoluzione della vita che anche ai nostri girni non si è interrotta ma continua dal punto di vista morfologico. 
Fino al 1970 gli scienziati postulavano la seguente mappa evoluzionistica:
- Australopithecus - 5 milioni di anni fa - non sapeva creare o usare utensili - camminava eretto
- Zinjanthropus -  1 milione 750 mila anni fa - capace di creare armi e camminare eretto
- Pithecathropus - circa 700 mila anni fa - capace di cacciare animali più grandi di lui
- Sinanthropus - circa 500 mila anni fa - cacciatore evoluto che conosceva l'uso del fuoco e capace di frabbricarsi armi primintive
- Uomo di Neanderthal - vissuto circa 250 mila anni fa - usava utensili di felce - cacciava e praticava riti funebri
- Uomo di Cro-Magnon - vissuto 35 mila anni fa - si vestiva con pelli di animali - cacciava - pescava - raccoglieva frutta bacche e crostacei - dotato di sensibilità ed intelligenza superiori.

Caratteristica di tutti è stata la progressiva crescita della massa celebrale che con l'evoluzione richiedeva maggiori capacità di ragionamento ed elaborazione

I rinvenimenti di fossili umani, vicino ai quali talvolta si ritrovavano anche pietre rozzamente tagliate, precedenti e soprattutto seguenti al 1970 uniti alla scoperta dei metodi di datazione basati sul carbonio 14 e con il potassio - argon hanno consentito una diversa ricostruzione dell'albero genealogico dell'uomo non più in cascata ma a forma di ragnatela di varie specie in evoluzione seguenti talvolta linee parallele, convergenti, divergenti, caratterizzate talvolta da estinzione o da successivi sviluppi evolutivi.

Secondo la visione più moderna l'albero genealogico dell'uomo alle radici si pone un primate chiamato dryophitecus apparso sulla terra circa 20 milioni di anni fa.
Da esso, circa sei milioni di anni dopo, hanno avuto origine 3 altri rami:
- il ramo da cui sono derivati gli antenati delle scimmie di oggi: gorilla, scimpanzè e orangutang
- il ramo da cui è derivato il gigantopithecus che popolò le vallate dell'Asia e che si estinse qualche milione di anni dopo
- il ramo da cui è derivato il ramapithecus.

Il motivo di questa evoluzione si presume sia dovuto anche alla deriva dei continenti per cui in essi si modificarono anche le condizioni climatiche che fino ad allora tropicali divennero temperate con conseguente diminuzione delle foreste e la nascita delle savane.
Le grandi scimmie, che fino ad allora erano vissute sugli alberi cibandosi degli abbondanti frutti disponibili tutto l'anno, furono costrette ad abbandonare gli stessi ed a stabilirsi nelle savane e nelle praterie cibandosi ancora di frutta ma anche di radici, di semi e di carne di altri animali uccisi da altri predatori di maggiori dimensioni.
Questo nuovo ambiente favoriva gli esseri che potevano stare eretti. Da tale posizione infatti potevano spingere il loro sguardo al di sopra delle erbe alte e quindi consentivano loro sia di scorgere le loro prede sia gli altri animali carnivori che ponevano loro degli agguati. Gli abitanti della savana avevano gradualmente assunto la posizione eretta differenziandosi  definitivamente da quelli che abitavano ancora nelle foreste.
Il ramapithecus a sua volta ha dato origine nel periodo che va da 5 a 1 milione di anni fa alle seguenti diverse specie:
- l'australophitecus robustus, perchè aveva una struttura più robusta, vegetariano, aveva un'altezza di circa 1,5 metri 
- l'australophitecus africanus più evoluto del robustus ma con una struttura più leggera, onnivoro, aveva un'altezza di circa 1,2 metri. A questa specie apparteneva Lucy il cui scheletro fu scoperto nel 1974
- l'homo abilis a partire da 3 milioni di anni fa, dotato di ossa sottili, di mani più articolate, capace di scheggiare le selci e deambulare in posizione eretta.  

Mentre le prime due specie si sono successivamentre estinte, l'homo abilis si è in seguito evoluto in homo erectus nel periodo che va da 1 milione ed 800 mila anni fa ed ancora in homo sapiens a partire da 350 mila di anni fa ed ancora successivamente in sapiens sapiens.








L'homo erectus cacciava ed uccideva animali piccoli e grandi ed in questo caso agiva in gruppo ed in collaborazione con altri per cui aveva impararato anche a comunicare. Probabilmente aveva anche imparato a conservare e ad usare il fuoco per riscaldarsi e cucinare i cibi. La cottura, intenerendo carni e vegetali produsse modifiche anche nella dentatura che si ridusse di dimensioni.


Circa 250 mila di anni fa all'uomo sapiens seguì l'uomo di Neanderthal che si diffuse in tutta l'Europa, nel continente africano e utensili ad esso attribuiti sono stati ritrovani anche in Cina. Era un abile cacciatore e diventò molto esperto nella lavorazione e nella scelta delle selci. E' con l'uomo di Neanderthal che forse nasce il rito della sepoltura.
Circa 32 mila anni fa le tecniche di lavorazione della pietra diventarono più raffinate e produssero nuovi attrezzi come hanno dimostrato i rinvenimenti trovati vicino ai resti di una nuova specie umana: l'homo sapiens sapiens che si suppone sia il risultato della fusione di due tipi di uomo di Neanderthal ed è stata questa specie che ha popolato la terra negli ultimi 40 mila anni. 

Infine è stato verosimilmente negli ultimi 20 o 30 mila anni che il genere umano si differenziò in quattro gruppi raziali aventi diverse fattezze:
- i caucasoidi: gli odierni europei
- i mongoloidi: gli asiatici
- i negroidi: gli africani

anche se esiste un gruppo ancora più antico di esse e cioè gli aborigeni giunti in Australia dall'Asia circa 30 mila anni fa prima della suddetta differenziazione.
Per quanto riguarda le antiche polazioni americane, gli indiani, si presume che esse possano discendere dai gruppi bianchi che dopo essersi diffusi in Asia siano passati in America attraverso lo Stretto di Bering, allora non occupato dalle acque, seguito poi attraverso la stessa strada da gruppi mongoli.

I primi strumenti realizzati dall'uomo erano ottenuti lavorando in vari modi ( per percussione diretta ed indiretta e per pressione ) schegge ricavate da nuclei di maggiori dimensioni di selci e quarzite, al fine di ottenere la forma più idonea all'uso che ne avrebbe fatto ( grattatoi, raschiatoi, punte e lame, bulini) ma venivano anche utilizzate ossa opportunamente lavorate. Essi erano inizialmente di forma grossolana e talvolta ingombranti, ma successivamente le tecniche si affinarono riuscendo anche ad ottenere oggetti di piccole dimensioni più leggeri da trasportare negli spostamenti e meno ingombranti. Non raramente venivano anche utilizzati grossi bastoni ed aste di legno utilizzate come giavellotti con le punte indurite tramite il fuoco o asce costituite da pietre appuntite associate ad un corto bastone usato come manico.  
















Nel paleolitico superiore ( circa 10 mila anni fa ) cominciarono a comparire le prime '' statuine di Venere '' raffiguranti donne nude che rappresentavano il simbolo della maternità e della bellezza femminile realizzate incidendo con bulini l'avorio dei mammuth oppure ossa o anche pietre tenere.


Notevoli e talvolta stupefacenti i graffiti realizzati e ritrovati sulle pareti di roccia delle grotte utilizzando varie tecniche che andavano  dalle semplici ed incerte linee iniziali, alle figure di animali e di persone, a scene complesse di caccia che talvolta venivano anche colorate utilizzando varie tecniche.

Famosi e mirabili quelli delle grotte di vari paesi come: Altamira ( Spagna ), di Lascaux ( Francia ), Santa Cruz ( Argentina ) e Levanzo ( Italia ) per citarne solamente alcuni.





























Diverse erano le attività espletate dall'uomo nell'era paleolitica nel corso del suo sviluppo economico e culturale:cacciatore- raccoglitore, cacciatore-pescatore, cacciatore di animali marini, cacciatore-allevatore e pastore-allevatore a seconda delle zone in cui esso viveva.

La sua esistenza, pressocchè nomade, era legata alla necessità di trovare le materie prime necessarie essenzialmente per la sopravvivenza e ciò lo costrinse ad abbandonare le caverne ed a costruire capanne provvisorie realizzate in legno e coperte da rami e foglie per ottenere una relativa protezione. Viveva prettamente in piccoli gruppi isolati ma la caccia agli animali più grossi veniva talvolta praticata collettivamente  utilizzando anche le barriere di fuoco e le trappole in cui far cadere gli animali.
















All'inizio del neolitico si hanno molte innovazioni: l'uso dell'arco e delle frecce, dell'arpione, delle reti da pesca e le prime imbarcazioni realizzate con tronchi scavati ma cambia anche il rapporto uomo - ambiente in quanto mentre fino ad allora l'uomo lo aveva sfruttato prendendo da esso ciò che gli abbisognava, ora cerca di trasformarlo al fine di adattarlo alle proprie necessità. 

Nascono pertanto i primi gruppi sociali, l'agricoltura, l'addomesticamento degli animali, la pastorizia ed in generale l'uomo diventa più sedentario.

Si trasformò anche l'arte, furono prodotte le prime ceramiche e la loro decorazione, fu inventato il fuso per la filatura della lana, fu implementata la lavorazione delle selci ed il loro trasporto con carri a ruote piene, furono ealizzati i primi ponti in legno per superare i fiumi.

La scoperta dei metalli ( rame, bronzo, ferro ) segnò poi la fine della preistoria, la nascita dell'era moderna e con essa l'avvento delle nuove e grandi civiltà.

La Sicilia nell'era quaternaria aveva un clima freddo-temperato e vi si trovavano alberi di alto fusto come anche arbusti e gli animali che vi vivevano erano del tipo più svariato come elefanti, cervi, ippopotami, bisonti, cinghiali, lupi, leoni, rinoceronti, cavalli, orsi, ecc.

Diversi furono i ricercatori che si interessarono fin dal 1713 e poi nel secolo successivo ad effettuare ricerche paletnologiche sul litorale trapanese ed in modo particolare sulle numerose grotte che costellano il suo territorio che generalmente sono di origine marina. Esse sono state la dimora degli uomini paleolitici e ciò viene comprovato dai numerosi rinvenimenti di reperti in selce ed in osso nonchè dalle pitture rupestri riproducenti scene di caccia e figure di vario tipo e forma mettendo in evidenza che all'epoca considerata le Isole di Favignana e Levanzo erano unite al territorio trapanese per il basso livello che avevano le acque a causa della glaciazione per cui è perfettamente giustificabile la presenza di reperti ossei di tali animali in tali grotte nonchè le riproduzioni pittoriche degli animali stessi.

Il Prof. Torre ha quindi velocemente elencato le numerose grotte ubicate nel territorio trapanese in alcune delle quali ha anche effettuato sopralluoghi e studi accurati a partire dalla Grotta del Genovese di Levanzo, la Grotta Martogna, la Grotta Emiliana nella zona di Bonagia, la Grotta Rumena, la Grotta Mangiapane, la grotta di Rocca Giglio, la Grotta del Crocifisso, la Grotta dell'Isolidda, la Grotta dei Ciaraveddi, la grotta di cala Mancina, la Grotta dell'Uzzo per poi passare ad altre grotte ubicate sul territorio del palermitano, del siracusano, del messinese.

















Ha inoltre sottolineato come la presenza di elefanti, anche se del tipo nano ( Elephas Falconeri ) sul territorio siciliano è del tutto giustificata dal ritrovamento fatto nella Grotta Spinagallo ( Siracusa ) ed oggi custodito nel Museo di Geologia e Paleontologia dell'Università di Roma.  La presenza di teste fossili dotate di un foro centrale, in cui si innestava la proboscide, fece ritenere la Sicilia come la terra dei Ciclopi.







Infine si è intrattenuto brevemente sulle popolazioni che nelle varie parti del globo vivono ancora allo stato primitivo in Perù, Brasile, Colombia, Bolivia, Paraguay, India e Papua Nuova Guinea rimarcando che quando esse sono venute a contatto con i membri del mondo evoluto sono andate incontro a spiacevoli situazioni dal punto di vista sanitario non essendo dotate di specifiche protezioni immunitarie contro i virus ed i microbi delle popolazioni più evolute.


Ha quindi concluso la sua relazione ponendo ai presenti il quesito: '' Nell'epoca della conquista della spazio e di una tecnologia che galoppa a grandi passi verso il futuro questi gruppi si devono civilizzare rischiando di farli estinguere definitivamente o conviene farli restare allo stato in cui si trovano e continuare a preservare la loro integrità culturale ed il loro modo vivere? '' Agli astanti la risposta.

La conclusione dell'interessante tema è stata seguita da un dibattito che ha visto la partecipazione di molti dei presenti che sono intervenuti ponendo numerose domande, facendo proprie considerazioni, chiedendo precisazioni e chiarimenti ed apportando talvolta proprie esperienze e conoscenze in merito alla presenza sul territorio del trapanese di altri reperti non noti come quelli mensionati dal relatore.
A tutti il Prof. Torre ha risposto esaurientemente fornendo ulteriori notizie anche sulla base delle proprie esperienze professionali fatte e maturate sul campo nel corso delle molte spedizioni scientifiche a cui ha partecipato.

Chiuso il dibattito il Prof. Valenti dopo aver ringraziato l'ospite per l'interessante e talvolta avvincente tema trattato ed a ricordo della serata gli ha offerto un piatto in ceramica di Burgio sponsorizzato da Bono Antiquariato.

Prima dei saluti di arrivederci a sabato 17 gennaio 2015 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal programma del XXIX Corso di cultura ha ricordato ai presenti che volessero partecipare all'escursione a Cerda prevista per domenica 18 gennaio 2015 con partenza da Piazza Vittorio alle ore 07.30 di effettuare la necessaria ed opportuna prenotazione per una adeguata programmazione dell'attività.

Switch to Day Switch to Night