2019 - 01 - 19: Prof.ssa Alessandra Infranca - Leonardo Da Vinci nel 500° della sua morte ( 1519 - 2019 )

Sabato 19 gennaio 2019 alle ore 18.30 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, come previsto dal calendario delle attività del XXXIII Corso di cultura per l'anno 2019, con la partecipazione di un numeroso gruppo di
soci e di ospitii, per l'occasione intervenuti, si è svolto l'incontro sul tema '' Leonardo Da Vinci nel 500° della sua morte ( 1519 - 2019 ) '' su cui ha relazionato la Prof.ssa Alessandra Infranca che è stata cordialmente accolta dal Presidente Prof. Salvatore Valenti e dai presenti.

L'incontro è stato aperto dal Prof. Valenti che dopo aver reso noto che la presenza della relatrice Prof.ssa Infranca doveva essere considerato un gradito ritorno per il sodalizio per esserne stata socia molti anni prima, l'ha brevemente e doverosamente presentata cedendole quindi la parola.

Laureata in Lettere classiche con indirizzo Artistico e Archeologico,  attualmente docente presso il Liceo Artistico di Trapani, autrice di numerosi articoli su riviste specializzate, curatrice dei catalohi di presentazione di alcune mostre ed interessata all'arte in generale, la Prof.ssa Infranca ha iniziato il suo intervento ringraziando l'Associazione per l'invito ricevuto che le consente di trattare di Leonardo Da Vinci, uno dei più grandi italiani del passato, limitandosi tuttavia ad illustrare solamente alcuni aspetti della sua poliedrica e multiforme attività che fu molto innovativa per l'epoca in cui visse.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della serata che è stata integrata dalla proiezione di una serie di diapositive  che, gentilmente rese disponibili, alla fine di queste note sono riportate.

Come è noto Leonardo da Vinci nacque ad Anchiano ( frazione di Vinci ) il 15 aprile 1452, si formò nella bottega del Verrocchio a Firenze e nel 1472 era già indipendente. Nel 1482 si trasferì a Milano, presso Ludovico Sforza. Da lì fuggì qualche anno più tardi e dopo aver sostato a Mantova e Venezia ritornò a Firenze. Lavorò per Cesare Borgia e ritornò a Milano nel 1506. Dopo l’elezione del primo papa Medici , si trasferì a Roma con la speranza di essere chiamato a lavorare per lo stesso, ma vi rimase invano per tre anni.
Due anni prima della sua morte, da Vinci, venne chiamato da Francesco I in Francia dove morì ad Amboise il 2 maggio 1519.                                                                                     
La relatrice, per ben tratteggiare ed evindenziare la figura di Leonardo, ha iniziato la sua esposizione riportando ed illustrando quanto dello stesso detto da Giorgio Vasari ne le '' Vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori '' del 1568.

'' Veramente mirabile e celeste fu Lionardo, figliuolo di ser Piero da Vinci, e nella erudizione e principii delle lettere arebbe fatto profitto grande, se egli non fusse stato tanto vario et instabile. Perciò che egli si mise a imparare molte cose e, cominciate, poi l’abbandonava […] Nondimeno, benché egli a sì varie cose attendesse, non lasciò mai il disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl’andavano a fantasia più d’alcun’altra […]E non solo esercitò una  professione, ma tutte quelle ove il disegno si interveniva […] et era in quello ingegno infuso tanta grazia da Dio, et una demostrazione sì terribile accordata con l’intelletto e memoria che lo serviva, e col disegno delle mani sapeva sì bene esprimere il suo concetto, che con i ragionamenti vinceva e con le ragioni confondeva ogni gagliardo ingegno.''

Leonardo è stato un inventore , artista e scienziato. Uomo di ingegno e talento del Rinascimento incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore , anatomista, progettita, inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.

Era uso prendere appunti, disegnare ed annotare di quanto via si interessava. Tutto il materiale venne poi riunito dagli erede nei codici che sono riconoscibili grazie alla scrittura speculare da destra a sininistra e che possono essere letti  facilmente solo mettendo i fogli davanti a uno specchio e spesso sono pagine che sembrano scritte “ di getto ”.
Gli scritti riportano documenti, appunti, schizzi e disegni che trattano le molteplici discipline nelle quali il genio da Vinci si è cimentato, come le varie branche della fisica, la matematica, la geometria, l’architettura civile e militare, l’anatomia, la zoologia, la geologia, l’astronomia, l’aerodinamica e le arti militari.
Leonardo nella realizzazione delle sue opere era in verità incostante nel senso che molto spesso, dopo averle iniziate, si disinteressava di loro completandole dopo molto tempo, come l'Ultima cena che dipinse dal 1494 al 1498  o addirittura le lasciava incomplete perchè attratto ed interessato ad altro anche completamente diverso. 

Dopo la sua morte alcuni codici andarono perduti, ma molti oggi sono custoditi nei musei e nelle biblioteche di tutto il mondo. 

La versione integrale del più famoso codice di Leonardo da Vinci, il '' Codice Atlantico '' è oggi conservato alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. In esso sono contenuti i più spettacolari disegni di straordinari progetti tecnologici, di armi e fortificazioni, di congegni idraulici, macchine volanti e imbarcazioni che Leonardo abbia mai eseguito. Un'opera dalla quale emerge ogni aspetto della sbalorditiva genialità del Maestro nonchè, come sopra detto, il suo appassionato interesse per le scienze meccaniche e matematiche, per l'astronomia, la geografia fisica, la botanica, la chimica e l'anatomia. 

Molte delle sue invenzioni hanno ai nostri tempi trovato realizzazione grazie alla evoluzione delle tecniche di costruzione, dei materiali disponibili che ai tempi di Leonardo non erano disponibili ed alla disponibiltà della enegia che i motori moderni possono erogare per il loro funzionamento.














A riprova di quanto sopra detto, la relatrice ha proiettato molte diapositive che riproducevano alcune pagine dei codici in cui sono contenute.


La parte finale della conferenza è stata dedicata dalla Prof.ssa Infranca ad alcune opere pittoriche del Leonardo per le quali sono di seguito riportate alcune delle considerazioni dalla stessa espresse dal punto di vista artistico ed espressivo, quali:

- Il cavaliere su un cavallo impennato
Questo disegno è databile alla metà degli anni ottanta del ‘400. È un disegno realizzato a punta di metallo su carta preparata e si caratterizza per un tratteggio fitto e parallelo.Il cavallo, impennato sulle gambe posteriori, volta la testa alla sua sinistra, mentre il cavaliere, incurvato in avanti impugna una spada.  Ancora poco chiara appare, invece,  la figura del vinto. Il disegno è veloce e dai contorni marcati in alcuni tratti; il tratteggio definisce luci e ombre.                                                                        

- il cartone con S. Anna, la Vergine, il Bambino e San Giovannino
Nel cartone con Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e San Giovannino i personaggi raffigurano tre generazioni. Sant’Anna volge lo sguardo verso la figlia che tiene in grembo, la Vergine tiene in braccio il piccolo Gesù e lo guarda con una dolce espressione mentre il Bambino, che benedice San Giovannino, gli fa alzare la testa.                                                                                                            Leonardo mostra come caratteri fondamentali delle sue opere lo SFUMATO e il CONTRAPPOSTO. Lo sfumato o, in questo caso PROSPETTIVA AEREA, è il passaggio graduale dall’ombra alla luce con conseguente perdita dei contorni.                                                                                                          Questa caratteristica dipende dalla quantità d’aria presente tra l’osservatore e l’oggetto  guardato: più l’osservatore è lontano dall’oggetto, più aria intercorre tra di essi e quindi i contorni appaiono velati di azzurro e meno nitidi. Il contrapposto è il bilanciamento dei corpi che hanno subito una torsione attorno ad un asse centrale. La Vergine ha le gambe volte verso sinistra e il busto a destra, il Bambino ha busto e gambe frontali e il bacino verso San Giovanni. Leonardo nelle sue opere usa la luce come strumento di indagine disponendo i personaggi per volumi aperti per svelarne ogni dettaglio.

- l'Annunziazione
Nell’Annunciazione troviamo una tavola divisa in due parti da un muretto che delimita un giardino; da una parte si svolge il miracoloso evento e dall’altro vi è un paesaggio fluviale e marino con montagne lontane che sfumano all'orizzonte. L’angelo presenta le ali ancora spiegate e questo dimostra lo studio accurato dell’artista nei confronti dei volatili ed è proteso verso la Vergine che si trova davanti un leggio, Lei si rivela sorpresa solo dal gesto della mano sinistra, mentre il suo volto è sereno e imperturbabile. 
Tra il giardino e lo sfondo vi è una fila di alberi che rendono più raccolto il primo piano, inoltre, restringono la veduta separando i due piani e, come un filtro, mediano la luce per mettere in evidenza lo sfumato. 
In quest’opera alcuni elementi (come le ali dell’angelo) dimostrano all’osservatore la qualità degli studi condotti da Leonardo, per esempio: il leggio ricorre a modelli comuni dell’epoca, i fiori e le erbe del prato in primo piano sono impeccabili e reali, i manti dei due personaggi principali sono drappeggiati realisticamente.
Il braccio destro della Vergine  è, però, sproporzionato, le sue gambe al di sotto del ginocchio sono troppo basse  e il cipresso di destra si confonde con il colore della casa alterando la visione del limite della parete.
Leonardo però commette questi banali errori appositamente: si ritiene che il dipinto fosse pensato per uno studiolo che ne imponesse la veduta in tralice e quindi questi dettagli costituiscono delle vere e proprie  correzioni ottiche che annullano  le distorsioni.
                                                                                           
- l'Adorazione dei Magi
L’Adorazione dei Magi è un’opera databile tra il 1481 e il 1482 ,la tecnica usata è tempera grassa e olio su tavola, misura 243 x 246 cm. La tavola è attualmente conservata alla Galleria degli Uffizi. Leonardo ambienta la scena all’aperto La Madonna e il Bambino sono attorniati dai Magi, pastori e angeli.  La capanna della Natività è decentrata ,in secondo piano, sul lato sinistro. Questo piano è occupato da fanciulli impegnati in un importante combattimento. Preceduto da numerosi disegni preparatori, la tavola è rimasta incompiuta.                                                                              L’edificio alla sinistra, metà in rovina e metà in costruzione, raffigurerebbe la distruzione del Tempio di Gerusalemme.                                                  I due alberi, al centro, che attirano l’attenzione dell’osservatore simboleggiano  morte e Resurrezione

- la Vergine delle Rocce
La Vergine delle rocce, databile tra il 1483 e il 1490, è un dipinto ad olio su tavola trasportato in tela, misura 198 x 123 ed è conservato al Louvre.  Il dipinto fu commissionato dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione. In un ambiente roccioso, tetro, con piccoli squarci di luci, posano Maria, Gesù, un angelo e San Giovannino.
Le varie specie erbose, dai riflessi luminosi dove le foglie sono colpite dalla luce si sposano perfettamente con la composizione. Esse appaiono armoniosamente distribuite attorno al Bambino e al piccolo San Giovannino e, con il loro tenace avvinghiarsi alle rocce aride, sono un richiamo alla vita. La Vergine è al centro dell’opera ma non in primo piano, con il braccio destro abbraccia San Giovannino e la mano sinistra è poggiata sul capo di suo figlio in senso di protezione. L'angelo, in ginocchio, sorregge Gesù mentre con un gesto delle dita e con lo sguardo rivolto verso l’osservatore  indica il piccolo Battista (Santo molto caro ai fiorentini ).
L’ambientazione della scena in un luogo così cupo e fuori dagli schemi è dovuto al luogo in cui era destinata la pala: una chiesa paleocristiana, dedicata a S. Francesco Grande, sorta su di un antico cimitero cristiano. 
Alcune caratteristiche ricordano il dipinto de «L’Annunciazione» come: i drappi delle vesti, la dolcezza di Maria e i capelli di tutti i personaggi dei quali alcune ciocche appaiono brillanti e luminose grazie alla luce proveniente da sinistra. Il dipinto presenta la composizione piramidale tipica dell’arte rinascimentale

- L'ultima cena
Per volere di Ludovico Sforza, tra il 1495 e il 1497, Leonardo realizzò, a tempera e olio su intonaco a base di gesso, il Cenacolo, opera che si trova nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano e misura 460 x 880 cm.. Il momento raffigurato è tratto dal Vangelo di Giovanni e mostra l’attimo successivo all’annuncio di Gesù dell’imminente tradimento.
Il soggetto è frequente nell’iconografia dell’arte cristiana. In età medievale i discepoli erano disposti attorno ad un tavolo e quindi venivano anche osservati di spalle. Nel 1400 si era diffuso lo schema di disegnare tutti i discepoli lungo un lato del tavolo con Giuda isolato nella parte opposta ma Leonardo ruppe questa tradizione.
La figura del Cristo, isolato al centro, è composta e solenne. Gli apostoli, invece, sono percorsi dal tumulto delle emozioni, ciascuno esprime uno stato d’animo diverso all’annuncio del Maestro: Giacomo Maggiore mostra la sua indignazione, Tommaso domanda al maestro il nome del colpevole, Filippo mostra smarrimento e meraviglia. Giuda, parzialmente in ombra ,si irrigidisce ed esprime turbamento, perché colpevole.
La composizione è simmetrica e ha come riferimento la figura del Cristo. Questa compone, con il gesto delle braccia aperte, una struttura piramidale.  Ai suoi lati, gli apostoli sono disposti a gruppi di tre. L’affresco occupa un’intera parete e crea l’effetto di ampliamento in profondità della stanza.          Lo spazio è raffigurato tramite la prospettiva lineare, con punto di fuga posto in corrispondenza del volto del Signore; le linee di fuga si possono individuare negli spigoli della tavola, nel disegno a cassettoni del soffitto, negli arazzi appesi alle pareti.
Sul fondo, oltre le finestre, si apre un paesaggio naturale. La luce viene da sinistra, dove effettivamente, erano aperte le finestre del luogo in cui è stato dipinto. Nel dipinto però vi è un’altra fonte di luce immaginaria che proviene dalle finestre, e ciò crea un particolare effetto di controluce.              Leonardo accompagnò il cenacolo, con numerosi studi preparatori, realizzati per ottenere i minimi particolari e poter rendere ogni figura unica e diversa dalle altre, dotata di una propria interiorità.

- la Battaglia di Anghiari
La battaglia di Anghiari fu cruciale nella storia della "bassa" Toscana perché, quando il Duca di Milano abbandonò i territori in seguito alla sua sconfitta, fu semplice per i Fiorentini approfittare della situazione per stabilizzare il proprio potere ed il proprio dominio sull'area.  Questa fu, infatti, considerata una delle vittorie definitive per le truppe fiorentine.

Leonardo iniziò a dipingere nel 1504 prima di aver concluso il cartone ma già nel 1505 Leonardo interruppe il grande dipinto murale per via di un errore disastroso dato dalla tecnica usata in fase di sperimentazione.
Leonardo aveva realizzato solo la zona centrale della battaglia ,uno scontro tra cavalieri ,riservandosi di dipingere successivamente i pannelli laterali.
Sembra, infatti, che dovesse trattarsi di un grande trittico murale. Il pittore aveva raffigurato il senso vorticoso, il moto, la precarietà della lotta, l’atmosfera polverosa e il furore dei combattenti. Il murale in questione non fu mai  ultimato e anche quel poco svanì sotto gli affreschi con i quali Vasari rivestì la sala.

- La Gioconda
Mona Lisa (La Gioconda) è un dipinto realizzato ad olio su tavola  tra il 1503 e il  1519 circa su commissione di Francesco Bartolomeo del Giocondo e della moglie Lisa Gherardini.                                                                                                                                                                                La donna ritratta è quasi con certezza la moglie del committente, sembra che questo quadro sia stato realizzato per un evento importante per la coppia, forse la nascita di un figlio. 
Leonardo lavorò a questo quadro moltissimi anni, fino a quando non morì, ma alla sua morte il dipinto presentava comunque  tratti non conclusi. La donna sembra comunicare con chi la guarda, lei è posta di tre quarti e ciò  consente di coglierne la mobilità.                                                              Il braccio sinistro posa sul bracciolo della sedia e la mano destra è posizionata sulla mano sinistra, la donna è volta verso l’osservatore e sorride lievemente.
Gli angoli degli occhi e della bocca sono immersi nella ombra e man mano che l’artista scala gradualmente di tonalità il volto emerge alla luce; su questo volto, però, è presente un alone di mistero: il sorriso e lo sguardo appaiono mutevoli, quasi enigmatici, e l’artista ci invita ad esaminare «i moti dell’animo» che questi esprimono, a cogliere il passaggio di un pensiero fuggevole, che non ci è dato conoscere.
Il paesaggio, dietro il soggetto, sembra appartenere ad un  mondo lontano, una natura primordiale non ancora domata dalla presenza dell’uomo.          Il fiume al di là della donna potrebbe essere l’Arno e il ponte a più arcate sarebbe ancora visibile a Buriano e simbolicamente rappresenterebbe il superamento  degli ostacoli naturali. Il ponte impersonerebbe la fiducia dei dotti e degli artisti del Rinascimento nell’uomo, nella sua volontà e nella sua capacità di  capire il mondo e addirittura modificarlo.
Monna Lisa e il paesaggio alle sue spalle sono unificati da un’atmosfera fatta di velature e trasparenze.                                                                      La tecnica dello sfumato accentua la fusione delle forme e la vaghezza dell’espressione , in quanto elimina le linee nette e lascia, in molte zone, contorni indefiniti.

La Prof.ssa Infranca ha quindi concluso la sua esposizione con la seguente frase di Leonardo.'' Quelli che si innamorano della pratica senza la scienza sono come il nocchiero che monta sulla nave senza il timone o la bussola, e non ha mai la certezza di dove va. Sempre la pratica dev'essere edificata sopra la buona teoria... '' a significare che la scienza è il fondamento su cui ci si deve basare per giustificare tutto quanto nella pratica si osserva o si ottiene ed in ciò il Leonardo si può considerare un precursore del metodo scientifico sperimentale adottato poi successivamente dal Galilei.

Alla relazione ha fatto seguito un breve dibattito cui hanno partecipato molti dei presenti in sala che oltre a porre domande e chiedere prescisazioni alla Prof.ssa Infranca hanno apportato alla discussione anche il loro contributo.














Al suo termine il Prof. Valenti dopo aver ringraziato la relatrice per aver partecipato alle attività culturali del sodalizio a nome dell'Associazione ed a ricordo dell'incontro le ha donato i librI: '' Sicilia risorgimentale '' di S. Costanza e '' Matrimonio - Usanze e costumi antichi e recenti in provincia di Trapani '' di S.Valenti.


La serata si è conclusa con i saluti di arrivederci a sabato 26 gennaio p.v. per il prossimo incontro in programma che avrà luogo alle ore 18.00 presso i locali dell'Associazione.


  

Switch to Day Switch to Night