2022 - 03- 05: Prof. Renato Lo Schiavo - Donne celebri nella storia

Sabato 5 marzo 2022 alle ore 18.20 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via vespri 32, come previsto dal programma delle attività del XXXVI corso di cultura per l'anno 2022, con la partecipzione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti, nel rispetto delle vigenti norme sanitarie, ha avuto luogo l'incontro con il Prof. Renato Lo Schiavo che ha relazionato sul tema '' Donne celebri nella storia ''.

I lavori della serata sono stati aperti dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, che per prima cosa ha voluto ringraziare il Prof. Lo Schiavo per avere accettato l'invito a relazionare ed i presenti per la loro partecipazione, e successivamente ha voluto con piacere ricordare come nel prossimo mese di dicembre, nonostante le recenti difficoltà dovute alla  pandemia di Covid 19, che hanno prodotto l'interruzione per due anni degli incontri, e le difficoltà economiche che sono state superate con la partecipazione ed il contributo economico dei soci tutti, l'Associazione avrebbe raggiunto, essendo essa stata costituita nel dicembre 1982, i 40 anni di attività nel corso dei quali ha operato con continuità al fine di far acquisire ai partecipanti alle sue attività culturali una formazione permanente e ricorrente.

Ciò detto, dopo aver brevemente presentato il Prof. Lo Schiavo, vecchio amico dell'Associazione che per molti ha partecipato con costanza alle sue attività, gli ha ceduto la parola precisando che il tema della serata non era stato scelto come data casualmente ma in relazione alla prossima '' Giornata internazionale della donna '' ricadente il prossimo 8 marzo. 

Il Prof. Lo Schiavo, prendendo la parola, ha ringraziato l'Associazione per l'invito rivoltogli a relazionare, che peraltro ha sempre accettato con piacere,  ed ha voluto precisare che, essendo moltissime le donne famose nella storia, ha dovuto fare una scelta per cui nella sua esposizione avrebbe parlato di quelle che hanno primieggiato nei vari campi dello scibile umano: storia, politica, bellezza, arti figurative, matematica, scienze, campo sociale, ecc.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto è stato detto nel corso della serata che è stata completata ed integrata dalla proiezione di una serie di diapositive, riportate per gentile concessione dell'oratore alla fine di queste note, correlate alla figure delle donne oggetto della relazione delle quali talvolta il Prof. Lo Schiavo ha tratteggiato la vita e le vicissitudini nonchè le motivazioni che lo hanno spinto a parlare di loro ed il sotto titolo ''.....in cerca di guai '' è da relazionare al fatto che se non li avessero avuti forse di loro oggi non si sarebbe parlato. 

Nella diapositiva iniziale sono stati riportati reperti dell'era paleolitica che rappresentano dei corpi femminili dove ben si nota la differenza fra quelle più antiche dove i corpi sono più abbondanti, verosimilmente quale rappresentazione della terra madre, e quelle più recenti che hanno ben raffigurati i capelli ed hanno forme più simili alle attuali.

Passando ad una epoca più vicina a noi ha parlato della poetessa Saffo donna eccezionale che, in contrapposizione alla mentalità degli uomini del tempo, che erano uomini in quanto combattevano e vincevano,  ebbe il coraggio mettere per iscritto le emozioni da lei provate nei contatti con le ragazze delle più alte classi sociali che ricevevano una educazione completa sia culturalmente che umana prima di sposarsi e con cui aveva talvolta un rapporto passionale particolare e tutto ciò perchè i suoi scritti sono per fortuna arrivati fino a noi.

Diversa era invece la vita per le normali donne greche che vivevano confinate nel gineceo posto al primo piano delle case per evitare eventuali contatti con altri uomini estranei alla famiglia. Non uscivano da sole, se lo facevano dovevano essere accompagnate e conducevano una vita molto limitata svolgendo tutti i lavori domestici.
In alternativa qualcuna poteva fare la cortigiana o l'amica, cosa molto diversa dalla prostituta, perchè in tal caso poteva avere un riconoscimento particolare da parte dell'uomo che la proteggeva come ad esempio vi verificò fra Aspasia e Pericle.

Completamente all'opposto dei greci era la libertà che le donne godevano nel mondo etrusco come messo in evidenza da una scultura che ritrae una moglie ed un marito sdraiati insieme nel corso di un banchetto ed in alcune figure femminili rappresentate nell'atto di spostarsi lateralmente alla faccia il velo che copriva loro la testa.

Andando avanti nel tempo il Prof. Lo Schiavo si è soffermato su di un episodio che ebbe come conseguenza nel mondo romano l'abbandono della monarchia e la instaurazione della repubblica.
La storia narra che un figlio di Tarquinio il Superbo, in una pausa della guerra in cui era impegnato, andò a trovare con il marito la moglie di questi, Lucrezia, da cui rimase così colpito da ritornare da solo, successivamente, per insidiarla. La donna gli resistette e per la disperazione si pugnalò ma prima di morire ebbe il tempo di riferire al padre cosa era successo. Come conseguenza Bruto e Collatino ne approfittarono per guidare una rivoluzione che portò alla cacciata da Roma dei Tarquini e la sua trasformazione in Repubblica.

Un altro episodio nella storia di Roma, ma in un contesto molto diverso ed in cui fu coinvolta anora una donna, interessò anche il poeta Catullo.
Egli si era innamorato di Claudia, denominata Lesbia nelle odi che le dedicava, sorella del tributo Clodio, già sposata, che aveva una vita molto disinvolta e che non disdegnava anche le relazioni extraconiugali, con cui aveva stipulato un patto di amore reciproco, gioioso ed eterno che lui aveva interpretato come una promessa di matrimonio. Ben diversa era invece l'interpretazione che la donna aveva dato al patto per cui Catullo ci rimase tanto male che i versi che successivamente le dedicò erano di tutt'altro tenore e contenuto. Il poeta poi morì ritenendo di essere stato dalla donna abbandonato.
Il fratello, il tribuno Clodio, noto anche per aver mandato in esilio Cicerone dopo la congiura di Catilina, vestito da donna tentò di infiltrarsi ad una festa organizzata solo per donne al fine di insidiare Pompeia che era la moglie di Cesare. Scoperto dalla madre di questo, Aurelia Botta, subì un lungo precesso da cui uscì assolto govendo di elevate protezioni. Il giorno dopo Cesare diverziò da Pompeia.

Alla fine del 1° secolo a.c. altre donne romane furono Giulia, figlia di Augusto Ottaviano, detta la maggiore, e Livia, sua moglie.
Un'altra Giulia, figlia di Cesare, era stata data in moglie a Pompeo ma morì dando alla luce un figlio.
La Giulia maggiore era invece figlia di Scribonia, seconda moglie di Ottaviano, che Augusto aveva sposato per stipulare un'allenza con il figlio di Pompeo che governava la Sicilia al fine di rifornire di grano Roma. 
Ottaviano divorziò da Scribonia nel giorno in cui nacque Giulia per sposare dopo tre mesi Livia, madre di Tiberio che gli succederà dopo la morte.
Giulia fu sposata prima con il 1° cugino Marcello, alla morte di questo sposò Agrippa e morto anche lui andò in sposa a Tiberio che era figlio di Livia e del suo precedente marito e quindi fratellastro. Arrestata perchè accusata di tradimento ed adulterio per avere congiurato per uccidere il padre fu condanata all'esilio, prima da Augusto e successivamente dopo il divorzio anche da Tiberio, dove morì di stenti.
Giulia e Livia erano due donne una all'opposto dell'altra. Libera e spregiudicata la prima, astuta ed intelligente la seconda. Essa ottenne il titolo di Augusta, divenendo la prima imperatrice di Roma. Desiderando di arrivare al potere divorziò dal marito per sposare il potente Ottaviano, fondendo così le due più influenti famiglie dell’epoca, la Giulia e la Claudia. Un matrimonio lungo e pieno di amore (che però non arrivò a generare un proprio erede), grazie al quale Livia divenne un vero esempio di virtù femminile, perché visse modestamente accanto al marito, consigliandolo però nelle sue scelte politiche.

Antecedentemente a quanto sopra detto, altra donna famosa fu la bellissima Cleopatra, ultima regina dell'Egitto. Le vicende storiche del tempo la videro prima innamorata di Cesare da cui ebbe un figlio illegittimo, Cesarione, fatto uccidere successivamente da Ottaviano, e poi anche di Marcantonio. 
La rivalità fra Marcanonio e Cesare portò ad un scontro fra i due. Marcantonio sconfitto si uccise e la stessa cosa fece anche Cleopatra.
 
Il prof. Lo Schiavo ha quindi parlato di Zenobia, denominata la sposa del deserto, regina della città di Palmira, di cui restano oggi notevoli testimonianze,  ubicata nella zona dell'attuale Siria e moglie di Settimio Odenato, fedele vassallo di Roma.
Essa nel 267 dopo aver fatto assassinare il marito, ribadì la propria indipendenza da Roma, si autoproclamò idealmente discendente della celebre regina d’Egitto Cleopatra, arci nemica di Roma, conquistando il potere.
Seppur inizialmente vista con ammirazione e stima dall’impero romano per le sue conquiste, Zenobia diventò ben presto una seria minaccia per il suo “sogno delirante di oscurare l’impero romano” attraverso l’unione delle regioni d’Oriente per cui l’imperatore romano e valoroso generale, Lucio Domizio Aureliano, salito al trono nel 270, organizzò una campagna per fronteggiare le genti secessioniste di Palmira che mettevano a serio rischio il suo dominio sul Vicino Oriente e l’Asia Minore riuscendo così a riunificare i territori romani insidiati dai sovrani orientali che desideravano l’indipendenza.
Diverse sono le versioni che parlano della fine di Zenobia di cui alcune tragiche, altre invece a lieto fine.

Nel frattempo si andava via via affermando e propagando il cristianesimo e con esso notevoli furono i cambiamenti che interessarono negativamente ed in modo molto più restrittivo lo stato in cui erano considerate le donne come si può evincere da alcune affermazioni di S. Paolo nelle sue epistole e da Clemente  Alessandrino che le riportarono in una condizione molto più arretrata rispetto a quella di cui godevano le donne romane.

Nel tardo impero romano ritroviamo Ipazia di Alessandria, figlia di Teone, di origine greca che si distinse per il suo interesse per la filosofia, l'astronomia, la matematica, ecc. Morì in modo atroce durante un tumulto per mano di fanatici religiosi cristiani. 

Nel medio evo si incontra Roswitha di Gandersheim, che nonostante fosse una suora, fu scrittice e autrice di diversi drammi per cui può essere considerata la prima poetessa e drammaturga della storia del teatro, i cui personaggi, come la cortigiana Thaide ( Thaise ) erano donne sottoposte a stupri, tentazioni di ogni tipo, ecc. che erano temi che non ci si aspettava fossero trattati da una religiosa. 

Altra storia quella di Abelardo ed Eloisa che sembra un romanzo ma che invece successe realmente..
Abelardo, famoso filosofo e teologo bretone, arrivato a Parigi per insegnare nell'Università di quella città, trova sistemazione a casa di un conoscente nella cui casa alloggia anche una bella ed istruita nipote di 16 anni. Lo zio, conoscendo la voglia di apprendere della nipote, chiede ad Abelardo di darle delle lezioni e fra i due nasce subito una passione proibita. Scoperta la storia d’amore, lo zio della giovane allontana prontamente il teologo ma il suo intervento è già in ritardo: Eloisa è incinta. La fanciulla partorisce in gran segreto e l’unica soluzione possibile sembra essere il matrimonio, da celebrarsi con una cerimonia segreta per non mettere a repentaglio la carriera di uno dei filosofi più famosi del tempo. Lo zio della giovane, insoddisfatto della segretezza dell’unione, decide di vendicarsi e, complice un servo traditore, entra nella camera da letto di Abelardo e lo evira. A questo punto i due amanti decidono a malincuore di separarsi e si ritirano in monastero. La lontananza fisica rafforza l’unione spirituale dei due innamorati che intraprendono un fitto carteggio.
I guai per Abelardo non sono ancora finiti: cacciato dall’Abbazia di Saint-Denis, è costretto a fuggire, di nuovo; decide di rifugiarsi nella campagna di Troyes dove costruisce un eremo di canne e riprende a diffondere la sua dottrina. Nonostante le critiche mosse alla Chiesa e al comportamento dei suoi membri, diventa abate presso l’Abbazia bretone di Saint-Gildas.
Il suo eremo viene trasformato in convento e donato da Abelardo stesso all’amata Eloisa, che da quel momento non avrà più notizie dello sposo. I contatti tra i due riprenderanno solo parecchi anni dopo ma Abelardo, nelle sue lettere, si dimostrerà distaccato perché convinto che la lontananza sia parte di un progetto divino da rispettare.
Il filosofo muore nel 1142, Eloisa ventidue anni dopo e viene seppellita, come dalle sue ultime volontà, nello stesso loculo del suo amante. 

Il prof. Lo schiavo ha parlato anche di Venezia che nel XVII secolo era diventata non solo una grande città aperta al commercio ma vi era anche una grande libertà di costume come si può ancora oggi rilevare dalle scritte toponomastiche riportate in varie zone della città nonchè da qualche pubblicazione fatta in quel priodo. Vi era tuttavia anche molto rispetto per le donne onorate, per le loro abitudini e per il loro abbigliamento.

Una donna, Lucrezia Marinella, non ebbe paura a rispondere per le rime ad una pubblicazione di Giuseppe Passi dal titolo '' I donneschi difetti '' scrivendo a sua volta un libro dal titolo '' La nobiltà e l'eccellenza delle donne ed i mancamenti degli uomini ''.
Un'altra veneziana, Lucrezia Corner, fu la prima donna al mondo a laurearsi nel 1678 in Filosofia anche se il suo desiderio era quello della Laurea in Teologia che non le fu concesso realizzare.

Rimanendo nel XVII secolo è stata menzionata anche la vicenda della pittrice Artemisia Gentileschi su cui l'oratore non si è soffermto in quanto la tematica era già nota ai presenti in sala perchè tema dell'incontro avvenuto il giorno 19 febbraio 2022. Sintetizzando la vicenda si può dire che la Gentileschi fu la prima donna al mondo che rifiutò il matrimonio riparatore dopo essere stata violentata.

Ai tempi della Rivoluzione francece visse invece Olympe de Gauges che scrivendo la '' Dichiarazione dei diritti della donna e di una cittadina '' invocò l'eguaglianza giuridica della donna rispetto all'uomo presentandola anche all'Assemblea nazionale perchè venisse adottata.
Fu però ghigliottinata nel 1793 '' per avere dimenticato le virtù che convengono al suo sesso ed essersi immischiata nelle cose della Repubblica '' !!!

In Inghilterra Mary Wollstonecraft, filosofa, scrittrice e madre di colei che avrebbe scritto '' Frankenstein '',  fu la fondatrice del femminismo. In risposta a Edmund Burke scrisse prima '' Vindication of the rights of man '' e due anni dopo '' Vindication of the rights of Woman ''. Morì a 38 anni dopo la nascita della figlia. 

Nel 1900 P.J. Moebius, psichiatra tedesco e scienziato positivista, scrisse '' L'inferiorità mentale della donna '' basandosi esclusivamente sulle misure e le dimensioni del corpo femminile rispetto a quello dell'uomo.

Florence Nightingale, detta la signora con la lanterna ed originaria di una ricca famiglia inglese, fu la prima infermiera moderna che rivoluzionò e codificò le cure mediche ed i servizi igienico-sanitari nel periodo in cui ad Instambul curava i soldati inglesi feriti nella guerra di Crimea del 1853. 
L'appellativo con cui era nota derivava dal fatto che era con una lanterna che lei di notte si spostava per andare a controllare i soldati che erano stati feriti e che erano stati affidati alle sue cure.

In epoca più recente una donna molto brillante è stata Marie Curie, figlia di uno scienziato polacco. Dotata di buona memoria, capacità di concentrazione e sete di sapere si trasferì a Parigi e fu la prima donna ad essere ammessa alla Sorbona e la prima donna a conseguirvi la laurea in Matematica e Fisica. Lavorando con il marito Pierre scoprirono il radio ed il polonio. Nel 1903 le fu assegnato il Premio Nobel per la fisica per lo studio condotto sulle radiazioni e nel 1911 un secondo premio Nobel per la fisica e la scoperta dei su citati elementi chimici. Dopo la morte del marito avvenuta nel 1906 fu la prima donna ad insegnare alla Sorbona. Ebbe una relazione con il collega Paul Longevin già sposato e padre di quattro figli che a causa dello scandalo e per difendere Maria sostenne ben 5 duelli senza riportare gravi danni. Morì per le radiazioni assorbite nel corso delle sue ricerche che conduceva senza le adeguate protezioni non conoscendo allora il loro effetto sul corpo umano.

La successiva figura di cui l'oratore ha parlato è stata Alma Malher Schindler. Donna molto colta, musicista di talento, studiosa di greco e profonda  conoscitrice dell'opera compose ben 17 opere musicali per voce e pianoforte, ma fu anche fatale, opportunista e viziosa.
A 17 anni conobbe il suo primo amore Gustav Klint, che ne aveva 34, che era già sposato e aveva molte relazioni extraconiugali. La madre scoperta la sua relazione la portò in Italia ma fu raggiunta da Klint con cui si vedeva di nascosto. Stando con lui conobbe Malher più grande di lei e lo sposò ma il matrimonio non fu dei più felici essendo il marito geloso e molto possessivo.
Dapprima remissiva Alma divenne insofferente alla vita di moglie e madre ed arrabbiata per aver dovuto abbandonare la sua carriera iniziò ad infierire sul marito e sulle sue opere psicologicamente. Fu anche colpita da una grave depressione quando morì una sua figlia di 4 anni. Ritrovò la serenità quando conobbe Walter Gropius un giovane architetto che poi fonderà il movimento Bauhaus divenendone l'amante ma lascerà anche lui alla morte di Malher.
Ebbe vari flirt e trentunenne incontrò Oscar Koloschka di 25 anni che era molto determinato a sposarla. Vissero insieme ed intensamente per 3 anni ed Oscar dipingeva solo per lei. Incinta decise improvvisamente di abbortire ed Oscar che non glielo perdonò si arruolò rimanendo ferito ma nonostante tutto continuò per molto tempo a scriverle lettere molto appassionate.
Reincontrato Walter Gropius lo sposò nel 1915 e la morte l'anno dopo di una figlia diciottenne a causa della poliomelite la mise di nuovo in crisi. Cedette alle lusinghe di Franz Werfel divenendo sua amante. Contemporanemante restò incinta di un maschietto che nato prematuro morì dopo qualche mese ed il marito convinto che il bambino non fosse suo figlio le concesse il divorzio.
Dopo 10 anni di convivenza sposò Werfel ma a causa della guerra dovettero fuggire ed attraversando Austria, Francia, Spagna e Portogallo arrivarono e si stabilirono negli Stati Uniti. Restò vedova nel 1945 e morì a New York nel 1954. Fu seppellita al Grinzing di Vienna accanto alla figlia Manon Gropius e a Gustav Malher.   

Altra vicenda è stata quella di cui è stata protagonista Camille Claudel, scultrice francese e sorella di Paul.
All'età di 6 anni si trasferì con la famiglia a Boi-le-Luc e dopo altri 6 anni a Nugent, vivaio di scultori, dove lei ed il fratello ebbero un precettore privato. si trasferirono ancora a Wassy-sur-Blaise dove già quindicenne scoprì una collina di argilla che le consenyì di modellare a suo piacimento anche perchè già a 6 anni aveva manifestato il suo talento peraltro avversato dalla madre.
Nel 1882 si trasferì a Parigi dove all'Accademia Colarassi sarà allieva di Alfred Boucher, di cui diventò collaboratrice, che successivamente si farà sostituire da Rodin. Fu così che fra i due nacque una relazione anche se Rodin era legato a Rose Buret. In Camille lo scultore, più vecchio di 24 anni di lei, trovò la sua musa, la modella, l'allieva, la sessualità ed una ragazza piena di qualità caratterizzata da una vena artistica autonoma.
Il rapporto ebbe però una breve durata perchè in esso Camille non vide un futuro in quanto capì che Rodin non l'avrebbe sposata e così si convinse che Rodin rubava le sue opere. Nel 1913, dopo una settimana dalla morte del padre, fu internata in un manicomio dove la madre ed il fratello Paul a dispetto del parere dei medici la fecero rimanere. Morì nel 1943 a 78 anni per un colpo apopletico.
Le sue opere si possono ammirare in un museo a Nogent-sur-Seine; le opere di Rodin sono al Museo Rodin di Parigi dove una sala è stata dedicata a Camille.

In epoca ancora più recente altre donne si sono messe in evidenza e fra di esse il prof. Lo Schiavo ha voluto ricordare Sofia Kovalevskoja, prima donna titolare in una università di una cattedra di matematica, e Mileva Moric compagna di studi all'Università di Ginevra di Einstein che poi sposò e da cui successivamente divorziò. I suoi studi furono anche integrati nella teoria dello sienziato.

Berta von Sutter fu da giovane segretaria di Alfred Nobel noto perchè inventore della dinamite ma soprattutto per aver istituito i Premi Nobel per le varie branche della scienza. Paladina del pacifismo si dedicò all'ideale della pace in Europa e nel mondo e per tale scopo Nobel non le fece mai mancare il suo sostegno. Per sua volontà nel 1905 le fu assegnato il premio Nobel per la pace.

Cambiando i tempi e la mentalità le donne iniziarono a battersi per ottenere il diritto al voto con diverse manifestazioni e non di rado per tale motivo furono soggette ad arresti e talvolta a torture che però ebbero la conseguenza di far richiedere le loro rivendicazioni sociali com maggiore determinazione.

Per merito di Mustafà Kemal Ataturk, fondatore della della moderna Turchia, furono introdotte nel paese ed a favore delle donne turche notevoli riforme modernatrici che includevano fra l'altro il divieto della poligamia ed il riconoscimento di diritti sociali completi entro il 1934. Per tale apertura può essere considerato il capofila della rivoluzione femminile.

Nel 1980, per la prima volta al mondo, in Islanda fu eletta capo dello stato Vigdis Finnbogadettir.

Il Prof. Lo Schiavo ha preso anche in considerazione la problematica delle '' spose bambine '' ovvero delle bambine che già all'età di 8-9 anni venivano date in matrimonio, come provato da alcune delle diapositive proiettate, mettendo in evidenza che tale pratica era diffusa in vari paesi del mondo anche più socialmente progrediti. Per evitare ciò a tale scopo e recentemente in vari paesi furono emanate leggi per elevare l'età per contrarre matrimonio sia per l'uomo che per la donna.

Le idee per la emancipazione della donna hanno trovato molte difficoltà ad essere accettate dalla società in generale ed in merito il Prof. Lo Schiavo ha riferito che nel 1892 a Trapani un parlamentare che partecipava ad una conferenza sul tema '' La donna come fattore di progresso '' pur ammettendo che le donne potessero fare varie attività e professioni ( giudice, medico, ecc. ) lui preferiva che la donna facesse '' la moglie ''.

In epoca più recente ed attualmente molte sono ancora le donne, soprattutto in alcuni paesi del mondo islamico, che hanno pagato e pagano per i loro scritti, per la loro libertà, per il loro modo di pensare e per le loro rivendicazioni subendo pene corporali e/o con la prigione come ad esempio l'avvocatessa Nasrim Sotoudeh che in Iran si batte per i diritti umani delle donne.

Il relatore ha voluto anche menzionare la giornalista italiana Oriana Fallaci che fu la prima donna ad andare al fronte come inviata speciale, sostenitrice della rinascita culturale ed autrice di molte pubblicazioni. In particolare furono oggetto di molte discussioni le sue dure prese di posizione contro l'Islam in seguito ai fatti del settembre 2011 avvenuti a Ney York dove in quei giorni viveva.

Altra piaga sociale molto diffusa, oggi in modo particolare, ma anche prima, di cui sono obiettivo le donne è il femminicidio ovvero il termine con cui viene designato un omicidio  doloso  o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa da un individuo di sesso maschile per motivi diversi.
Per estensione si può anche definire come qualsiasi forma di violenza esercitata in maniera sistematica sulle donne in nome di una supremazia maschile allo scopo di perpetuare la subordinazione di genere e di annientare l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico della donna in quanto tale, fino alla schiavitù o alla morte.
Sulla base di quanto detto ciò può essere combattuto solamente modificando radicalmente e profondamente la mentalità del genere maschile in considerazione del fatto che tutti gli essere umani, sia donne che uomini, sono eguali fra di loro ed hanno gli stessi diritti e doveri senza che vi sia alcuna prevaricazione degli uni sulle altre o viceversa.

Infine l'oratore si è brevemente soffermato su un libro di Giacomo Pilati intitolato '' Minchia di re '' termine con cui in dialetto si designa il nome di un pesce ermofrodito, la donzella di mare o viola di mare, che nata femmina si trasforma successivamente in maschio. Vi si narra la storia vera, da cui è stato tratto il film '' Viola di mare '', avvenuta sull'isola di una donna che, dichiarata all'anagrafe femmina, con un sotterfugio diventerà uomo e potrà finalmente amare la donna di cui si era innamorata. 

L'ultima diapositiva che mostra un libro dal titolo '' L'uomo è inutile '' ha lasciato agli ascoltatori la  facoltà di trarre le loro conlusioni in merito.

E' seguito quindi  un interessante e seguito dibattito cui hanno partecipato molti degli ascoltatori che hanno apportato anche altri spunti di discussione e ricordato anche i nomi di altre donne meritevoli di essere menzionate.

Al suo termine il Prof. Valenti dopo aver ringraziato il relatore per la sua relazione a nome dell'Associazione e proprio gli ha offerto a ricordo della serata la riproduzione di un suo acquerello riproducente uno scorcio di Erice ed un saggio su Mario Gori '' Nuvole nell'anima '' a cura del Dott. Marco Scalabrino.

L'incontro si è concluso con l'arrivederci a sabato 12 marzo 2022 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro in programma previsto dal calendario delle attività del XXXVI Corso di cultura per l'anno 2022.



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