2022- 05 - 07: Dott. Francesco Lombardo - Il Culto di Maria SS. di Custonaci

Sabato 7 maggio 2022 alle ore 18.15 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese, sita in Trapani, via Vespri 32, con la parteciazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti, ha avuto luogo l'incontro con il Dott. Francesco Lombardo che per la prima  lprima volta, accettando con piacere l'invito rivoltogli dell'Associazione,  ha partecipato alle sue attività culturali. 
















I lavori della serata sono stati aperti dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, che dopo aver salutato i presenti ed il Dott. Lombardo ed averlo brevemente presentato, gli ha dato la parola.


Il Dott. Lombardo, ericino di nascita, diplomatosi nel 1988, ha successivamente conseguito a Trapani nel 2012 la laurea triennale in Beni culturali cui ha fatto seguito nel marzo del 2015 a Bologna la Laurea magistrale in Ricerca e Tutela dei Beni Archeologici con una tesi sul Culto di Maria SS. di Custonaci. Il materiale raccolto nel corso delle accurate e lunghe ricerche effettuate gli ha consentito anche di pubblicare il volume '' La Madonna dell'agro ericino ''. Impegnato a vario titolo politicamente, vive a Buseto Palizzolo dove si occupa di attività sportive e culturali.

Avuta la parola, il Dott. Lombardo è entrato subito in argomento. Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito dall'oratore che ha integrato la sua esposizione con la proiezione di una serie di diapositive, che gentilmente resa disponibile, è stata riportata al termine di queste note.

Nella parte iniziale della sua esposizione il relatore ha elencato le numerose fonti, di seguito riportate in una diapositiva, dalle quali ha tratto tutta una serie di notizie e documentazioni che gli hanno consentito di ricostruire nel corso del suo lavoro la nascita del culto di Maia SS. di Custonaci nell'agro ericino.
In merito ha voluto anche precisare che gli archivi diocesani nei quali ha effettuato le sue ricerche sono due perchè fino al 1844 esisteva solo la diocesi di Mazara del Vallo dal cui territorio fu sottratto, in quell'anno, anche quello relativo alla nuova diocesi di Trapani appena costituita.
 














Verosimilmente il culto plurisecolare verso la Madonna di Custonaci si può far derivare da quello verso la dea Venere, a cui in Erice era stato dedicato un tempio, per la trasposizione delle due fugure  operata dalla diffusione del cristianesimo.

Una data certa sulla nascita di tale culto non si ha, ma  numerosi indizi ricavati da fonti notarili lo hanno localizzato temporalmente già nel primo quarto del XV secolo. Inoltre affermazioni riportate in parecchie fonti ( Cordici, Carvini, Padre Giuseppe Castronovo ), l'arrivo del quadro della Madonna avvenne dal mare per un voto fatto dai marinai di una nave francese colta da una tempesta che lo portarono a terra  nella zona di Custonaci e lo affidarono agli abitanti del luogo che successivamente costruirono a Custonaci una chiesa agreste in cui onorarlo.
Alla diffusione del suo culto nell'agro ericino, ovvero nel territorio di Monte S. Giuliano, allora vastissimo, contribuirono poi le festività annuali iniziate nell'ultimo quarto del XVI secolo, che ricorrevano nel mese di agosto.

Le chiese in cui il quadro era custodito erano quelle del Santuario agreste di Custonaci, alla Madonna dedicato, allora frazione di Erice, divenuto Comune autonomo solo nel 1948, che solo agli inizi del XX secolo ha assunto le dimensioni attuali nonchè nel 1909 l'elevazione a parrocchia, e la chiesa Matrice di Erice. 

Ciò premesso il Dott. Lombardo ha parlato dei trasporti della sacra effigie nel corso dei quali essa veniva portata dal Santuario di Custonaci alla matrice di Erice, capoluogo, e viceversa. 

Essi avvenivano per richiesta da parte di una deputazione del capoluogo al fine di ottenere la protezione della Madonna in occasione di eventi che mettevano a repentaglio l'incolumità pubblica, per la mancanza di piogge che metteva a rischio i raccolti oppure per pestilenze, a condizione che, ottenura la grazia, l'immagine ritornasse, dopo qualche giorno di nuovo a Custonaci.















Pertanto, ottenuto il trasporto, un folto gruppo di fedeli, in corteo, si recava da Erice a Custonaci per ricevere il quadro. Esso veniva portato in processione dai custonacioti dal Santuario al pozzo di Custonaci dove veniva posto all'interno di una preziosa cassa per essere affidato agli ericini che, ricevutolo, iniziavano il cammino verso la vetta. Nella zona in cui si incontrava la cupola, oggi cappella del Cavaliere, il quadro veniva tirato fuori dalla cassa, veiva esposto, mentre, nel frattempo, i portatori ed i fedeli si rifocillavano con cibo e bevande messe a disposizione dalle famiglie benestanti della zona.

Il cammino riprendeva passando per Ragusia, per Paparella e successivamente al termine della salita si arrivava alla vetta nei pressi della chiesa delle Grazie, dove, tratto fuori di nuovo il quadro dalla cassa, esso era affidato ai rappresentanti delle quattro parrocchie di Erice, al clero ed ai rapprentanti delle famiglie più abbienti che lo portavano  fino alla Matrice dove veniva esposto.
Ottenuta la grazia il perrcorso era rifatto in senso inverso con il quadro che ora veniva affidato ai custonacioti alla chiesa delle Grazie per riportarlo di nuovo a Custonaci nel Santuario campestre.


Tuttavia non sempre il ritorno del quadro avveniva dopo un breve periodo di permanenza ad Erice, perchè talvolta esso vi rimaneva anche per molti anni suscitando il risentimento dei custonacioti che lo volevano indietro. 

Dal 1568 al 1936, per vari motivi, tutti precisati nelle cronache del lungo periodo, furono fatti ben 74 trasporti, alcuni dei quali nel corso dei festeggiamenti ufficiali di agosto.

Nel 1936 su iniziativa ed istanza del parroco del tempo, G. Guzzardi, la Sovrintendenza delle Belle Arti di Roma, in seguito ad una perizia eseguita dal prof. Venturini, dichiarò il quadro definitivamente inamovibile ed intrasportabile per cui da allora esso è rimasto esposto sull'altare maggiore del Santuario di Custonaci, mentre all'altare maggiore di Erice ne fu esposta una sua copia. 
La suddetta dichiarazione non mise fine però alla diatriba sulla proprietà del quadro che veniva reclamata sia dalla frazione che dal Capoluogo.
Nel 948 Custonaci fu il primo comune dell'agro ericino ad ottenere l'autonomia amministrativa distaccandosi da Erice per cui lo stesso non potè più vantare alcun diritto di giuspatronato nè sul Santuario nè sulla sacra icona in esso custodita.

La sua festa è stata fissata e si svolge contemporaneamente sia a Custonaci che ad Erice l'ultimo mercoledì del mese di agosto di ogni anno con una solenne processione in cui si utilizza una copia del quadro, ad Erice quella esposta all'altare maggiore, e con iniziative diverse nelle due località.

Infatti, mentre a Cornino, frazione di Custonaci, si rivive l'arrivo del quadro dal mare, ad Erice si rivive con una fiaccolata l'arrivo del quadro alla chiesa delle Grazie da Custonaci ed il suo succes sivo trasporto alla Matrice.

Nel Santuario di Custonaci è stato creato anche un Museo  in cui sono custoditi le corone d'oro applicate alla tavola del quadro nel 1752, dei reliquiari ed altri oggetti preziosi donati per grazia ricevuta.

Il relatore ha dedicato l'ultima parte della sua esposizione al restauro del quadro originale avvenuto nel 2002.

Il dipinto raffigura la Madonna che allatta il Bambino, per cui è detta anche Madonna del latte, con in basso scene che intendono celebrare l'Immacolata Concezione.
Nel 1998, essendo stati già notati delle zone in cui il colore si era sollevato, il parroco del tempo ne diede notizia alla Soprintendenza dei BB.CC.AA. di Trapani che immediatamente si attivò per fare esguire sull'opera le necessarie indagini preliminari al fine di un adeguato progetto di intervento considerato il suo valore dal punto di vista artistico ma anche devozionale.
Nel novembre del 2000 il quadro fu rimosso dalla sua allocazione, sottoposto ad alcuni esami anche radiografici e fotografici, e rimesso a posto in attesa degli esiti delle analisi effettuate.














Dalla relazione depositata agli atti della Soprintendenza redatta dal Dott. Figuccio, emerse uno stato di conservazione piuttosto precario e in essa oltre ad essere indicate sinteticamente le diverse problematiche del dipinto erano anche riportate le cause che ne avevano prodotto il degrado dovuto a numerosi interventi di manutenzione, alla tradizione di adornare l'icona sulla base delle usanze correnti nel corso dei secoli, a cause accidentali come le cadute storicamente documentate durante alcuni trasporti. 


Le indagini stratigrafiche misero però in evidenza con sorpresa la presenza di almeno due altri strati di colori al di sopra di quello originale. 
Nell'aprile del 2002 sotto la sorveglianza della Soprintendenza per i BB.CC. di Trapani, iniziarono i lavori di restauro che furono eseguiti in uno dei locali del Santuario, che oltre a risanare la struttura mirarono a rimuovere con molta cautela gli altri due strati sovrapposti, a ripulire lo sporco superficiale e a reintegrare pitttoricamente le lacune venute alla luce. I lavori furono completati con la verniciatura di tutto il dipinto con vernice  a base di resina naturale.  

Come ben si evince da una delle diaposite alla fine riportate il quadro restaurato evidenzia una Madonna più elegante e giovanile nei lineamenti del viso assisa su di un trono abbellito da una stoffa damascata. Il manto è decorato con vasi a doppia ansa ed il ciuffo di spighe tenuto in mano dal bambino legano l'immagine stessa al mondo agrario dell'agro ericino noto per la produzione di grano. Sullo sfondo si ha una veduta del mare. Il Bambino che prende il latte porta al collo un pendente di corallo simbolo della sua prossima passione come avveniva nella realizzazione di molti quadri rinascimentali. 

Il nuovo aspetto del quadro inizialmente produsse nei fedeli un disorientamento, rientrato però in breve tempo, che ben presto si tramutò in una rinnovata devozione in una Madonna per molti versi ritrovata.

Al termine della il Dott. Lombardo ha donato alla Biblioteca dell'Associazione una copia della sua pubblicazione.

E' seguito subito dopo un interessante dibattito che ha visto la partecipazione di molti degli ascoltatori presenti in sala che non solo hanno richiesto ulteriori precisazioni ed approfondimenti su quanto prima riferito ma che hanno talvolta apportato ulteriori proprie considerazioni.  















Alla sua conclusione il Prof. Valenti, a ricordo della serata, a nome dell'Associazione e proprio, ha donato al Dott. Lombardo una copia di un suo acquerello riproducente uno scorcio di Erice ed una copia del saggio '' Mario Gori - Nuvole nell'anima '' a cura di Marco Scalabrino..


La serata si è chiusa con i saluti di arrivederci a sabato 14 maggio 2022 nei locali dell'Associazione alle ore 18.00 in occasione del prossimo evento previsto dal programma delle attività del XXXVI Corso di cultura per l'anno 2022.


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