2012 - 02 - 25 : Prof. Roberto Calia - L'arte del corallo trova nell'alcamese Paolo Cona un originale artista

Sabato 25 febbraio 2012 nella sala delle riunioni ' Antonio Buscaino ' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, alle ore 18.00 alla presenza di un numeroso gruppo di soci si è tenuto l'incontro con il Prof. Roberto Calia sul tema previsto dal calendario del Corso di Cultura relativo all'anno 2012. 

Il relatore, già noto ai soci per aver partecipato agli incontri da più di dieci anni, è stato accolto dal Presidente Prof. Salvatore Valenti che dopo averlo brevemente presentato gli ha ceduto la parola.

Il Prof. Calia ringraziando per l'accoglienza ricevuta si è fatto latore delle scuse del Signor Paolo Cona che per motivi di salute non ha potuto essere presente all'incontro come previsto.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto esposto dal Prof. Calia.

Il tema della serata coincide sostanzialmente con il titolo di una pubblicazione dell'oratore pubblicata nel maggio del 2001 a Sangiustino ( PG ) a cura della Conart ed avente per titolo
' L'antica arte del corallo trova in Paolo Cona un abile e raffinato continuatore '.
Come viene specificato nella introduzione al libro a cura dell'autore lo spunto per la stesura dello stesso iniziò in Alcamo nel Natale del 1999 a seguito dell'incontro con l'alcamese Paolo Cona, raffinato intagliatore e manipolatore del corallo, che in Alcamo aveva allestito una mostra delle sue creazioni.
L'evento fu pertanto l'occasione p
er dare una organicità ad una raccolta di documenti, di testimonianze, di indagini aventi per oggetto il corallo e tutte le operazioni che partendo dalla sua pesca, passando per la sua sua lavorazione e la sua commercializzazione ebbe in Sicilia ed in particolar modo in Trapani il suo periodo aureo che si potrasse fino alla fine del secolo XVII quando per vari motivi cominciò la sua decadenza.

Il Prof. Calia nel corso della sua esposizione si è quindi soffermato sui vari aspetti di tutta la trafila relativa al corallo accennando brevemente alle tecniche utilizzate nella sua pesca. Tali operazioni, invero molto rozze e primitive, anche se talvolta molto remunerative per la quantità una volta pescata, non erano sempre in linea, ma allora a tale aspetto non si badava, con la conservazione dell'ambiente in cui i preziosi rametti creati dalle colonie di polipetti, che crescendo e morendo calcificavano creando così il corallo, prolificavano. Le conseguenze furono che a lungo termine i campi di corallo si esaurirono mettendo in crisi tutto il settore.

Altro argomento trattato è stato il corallo nella storia. Il suo commercio talvolta ebbe molta influenza nei traffici relativi al suo trasporto ed alla sua lavorazione per la quale molti sovrani del tempo amanti dell'arte del bello sovvenzionarono e  stimolarono la costituzione di laboratori per la sua lavorazione con la conseguenza di richiamare da diverse parti d'Italia tecnici ed artisti che si cimentarono egregiamente nella realizzazione dei preziosi manufatti.      

Un altro aspetto che il Prof. Calia ha preso in considerazione è stato quello del corallo nella tradizione fra mito e leggenda. Ad esso fin dalla preistoria furono attribuiti poteri terapeutici, scaramantici e farmacologici.
Secondo la leggenda quando Perseo decapitò Medusa ne lasciò la testa sulla spiaggia appoggiata a egli arbusti marini. Al contatto con la testa e con il sangue essi pietrificarono assumendo il caratteristico colore rosso propangandosi successivamente in mare.
Numerosi popoli in passato come i Sumeri, gli Egizi, i Romani, gli Arabi utilizzavano il corallo come ornamento attribuendogli poteri apotropaici e nel Medio Evo esso veniva usato anche in medicina come mezzo per guarire talune
sintomatologie.
Il suo potere apotropaico si riscontra anche in fatture a cui si da la forma di fascia addominale che veniva messa addosso al bambino appena nato per proteggerlo dal male. Queste fasce si riscontrano anche come ornamento di statue di Gesù Bambino abbracciato alla Madonna nel corso di talune processioni.
La forma più comune e nota che si dà al corallo come oggetto scaramantico è tuttavia quella del corno rosso da portare addosso come ornamento contro il malocchio e le disavventure anche se non mancano altre forme caratteristiche come la ' Mano a fico ' dove al corallo si da la forma di una mano con le dita ripiegate sul palmo con il pollice che spunta fra il medio e l'indice.
Il corallo tuttavia è utilizzato principalmente nelle creazione di oggetti di vario tipo sia a scopo ornamentale come i gioielli, ma anche a scopo  decorativo di oggetti sacri di vario tipo.
A causa delle dimensioni dei suoi rami, in genere limitate, il più delle volte viene associato a metalli come l'oro e l'argento impreziosendone l'aspetto ed aumentando il valore dei manufatti o anche per creare figure e forme ornamentali costituite da piccoli frammenti di esso.


Ha infine trattato l'argomento della pesca e della lavorazione del corallo sia a Trapani che in Alcamo. Antichi documenti risalenti alla metà del 1600 testimoniano la presenza nel mare di Trapani, ma anche della vicina Tunisia ed in Sardegna, di grandi banchi di coralli la cui pesca risultava moolto fruttuosa. La tecnica utilizzata consisteva nel trascinare sul fondo ' l'ordegno ' ovvero un legno a forma di croce di S. Andrea appesantito da una pietra nella parte centrale ed alle cui estremità venivano legate in vario modo frammenti di reti. Calato in mare, lo strumento veniva trascinato sul fondo ed il corallo restando impigliato nelle maglie delle reti veniva divelto dal fondo e successivamente con il recupero dell'attrezzo a bordo i rami di corallo venivano liberati dalle reti. Era un lavoro faticoso, stagionale ( la pesca si faceva da maggio a settembre ) e talvolta pericoloso per la presenza dei pirati che talvolta depredavan
o i pescatori prendendoli anche in ostaggio. Rientrati a Trapani il corallo veniva venduto ed inviato in diverse località per essere poi lavorato.
Il 1600 e il 1700 furono per Trapani il periodo di maggiore attività ed il culmine della creatività artistica del corallo che assunse ad elevate vette sia per la squisita fattura dei manufatti sia per la perfezione raggiunta dai corallari del tempo che lavoravano il corallo con pazienza, con grande perizia e con notevole inventiva anche nelle forme. Favorì la lavorazione del corallo l'invenzione da parte di un certo Antonio Ciminello, rinomato incisore trapanese, del bulino come riportato dai cronisti del tempo.
Testimonianza delle varie opere create e commissionate ai corallari, le cui botteghe erano concentrate tutte in una strada, si può ricavare dagli atti notarili del tempo.
I corallari erano organizzati in una corporazione che fu una delle più ricche e potenti della città i cui capitoli regolavano l'attività degli stessi maestri, stabilivano severe
norme per la lavorazione nelle varie botteghe e dettavano condizioni anche per l'introduzione nel mercato locale di coralli lavorati altrove.
Anche in Alcamo il corallo fu lavorato da abili corallari come si può evincere da alcuni atti notarili della locale Conservatoria.

Il Prof. Calia ha infine accennato all'opera, alla perizia ed alla passione con cui l'alcamese Paolo Cona si è dedicato all'arte dell'incisione del corallo ed ha terminato la sua esposizione auspicando che la tanto decantata arte del corallo possa rivivere nel Trapanese e possa continuare a dare opere creative di grande interesse artistico e stilistico come quelle che, realizzate in passato, trovano ubicazione ed esposizione nei più grandi Musei.
 
Avrebbe dovuto fare seguito un intervento del Signor Paolo Cona, la proiezione di un DVD sulle tecniche attuali di lavorazione del corallo e l'esposizione di una selezion
e di opere create dalla Ditta di proprietà dello stesso nonchè dei figli Pietro e Francesca.

E' seguito invece un breve dibattito cui hanno partecipato molti dei presenti ed
ai quali il relatore ha fornito chiarimenti e delucidazioni.

A conclusione il Prof. Valenti a ricordo della serata ha offerto al relatore un piatto in ceramica ed una copia del libro ' Giuseppe Errante, pittore trapanese '; il Prof. Calia ha contraccambiato con il libro ' L'antica arte del corallo trova in Paolo Cona un abile e raffinato continuatore ' alla fine del quale è riportata una ricca documentazione fotografica relativa ad alcuni dei gioielli da lui ideati e realizzati in quel di Sangiustino
( PG ).
 
Le fotografie di rito hanno chiuso l'incontro.

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