2012 - 03 - 24 : Prof. Giuseppe Carlo Marino - I politici in Sicilia a partire dal caso Crispi

 Sabato 24 marzo 2012 alle ore 18.15 nella sala delle riunioni '' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci ha avuto luogo l'incontro con il Il Prof. Giuseppe Carlo Marino ordinario di Scienze Politiche e di Storia contemporanea all'Università di Palermo nonchè autore di varie pubblicazioni.
Il Prof. Marino già ben noto e conosciuto per aver negli anni precedenti partecipato a molti incontri dei Corsi di cultura è stato ricevuto dal prof. Salvatore Valenti, Presidente dell'Associazione, che dopo averlo brevemente presentato  gli ha ceduto la parola.

L'oratore ha ringraziato per l'accoglienza ricevuta, ha espresso il piacere per essere stato ancora una volta inserito nel programma annuale che gli consente quest'anno in cui si celebra il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia di trattare un tema di carattere storico-politico avente attinenza con la ricorrenza e per la presenza numerosa dei soci intervenuti all'incontro.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto esposto nel corso della relazione.

Il Prof. Marino ha iniziato la sua esposizione sottolineando che la Sicilia a ragione si può vantare di annoverare fra i suoi figli ben quattro Presidenti del Consiglio dei Ministri, fra Regno e Repubblica, che in ordine temporale sono stati:
- Francesco Crispi nato a Ribera nel 1818 e morto a Napoli nel 1901
- Antonio Starabba, Marchese di Rudinì, nato a Palermo nel 1839 e morto a Roma nel 1908
- Vittorio Emanuele Orlando nato a Palermo nel 1860 e morto a Roma nel 1952
- Mario Scelba nato a Caltagirone nel 1901 e morto a Roma nel 1991.

Tutti bene o male hanno esercitarono le loro funzioni in periodi della Storia italiana non proprio tranquilli e caratterizzati talvolta da situazioni di estrema gravità sia come Capo del Governo che come titolari di vari Ministeri sia del Regno che della Repubblica ma non sempre il loro operato fu favorevole e giusto nei confronti degli strati sociali più ambienti del popolo siciliano. La storia invece ha dimostrato che gli interessi che furono maggiormente salvaguardati, specialmente nel periodo del Regno, furono quelli dei grandi proprietari terrieri e dei latifondisti.

Nella sua esposizione il Prof. Marino si è maggiormente intrattenuto sulla figura di Francesco Crispi che fu un personaggio non sempre lineare e coerente nelle sue scelte politiche e negli interventi da lui ordinati nei confronti della popolazione siciliana.

Laureto in legge nel 1845 si trasferì a Napoli per esercitare l'avvocatura. In quella città frequentò i liberali e prima del 1848 fu molto attivo nel tenere i contatti fra di essi ed i p
atrioti siciliani. Fallita la rivoluzione del 1849 fu esule in Piemonte, a Malta, a Londra ed a Parigi da dove doveva sempre fuggire a causa delle sue idee. Nel frattempo aveva stretto rapporti con Mazzini e ciò gli fece abbandonare l'autonomismo siciliano per convertirsi alla  soluzione unitaria. Più volte nel 1859 si recò in Sicilia per predisporre i contatti per organizzare l'insurezione contro i Borboni e l'anno dopo il suo operato  fu decisivo per spingere Garibaldi alla impresa dei Mille. Sotto questo aspetto  il Crispi si può considerare il cervello politico della spedizione; fu anche segretario di Garibaldi e membro del Governo dittatoriale dello stesso. Proclamata l'unità d'Italia entrò nell'agone della politica per soddisfare le sue ambizioni , fu eletto deputato ( 1861 ) e si schierò con la sinistra.
Successivamente persuaso che solo la Monarchia poteva costituire per l'Italia garanzia di unità vi aderì abbandonando le idee repubblicane e Mazzini. Nel 1876 assunse la Presidenza della Camera e successivamente fu per ben due volte Ministro degli Interni ( nel dicembre 1877 ) ed ancora nel Governo Depetris ( aprile 1887 ) a cui succedette come Presidente del Consiglio nel luglio dello stesso anno.
Fu fautore di una politica forte e decisa sia all'interno e che all'estero, sostenitore della Triplice Alleanza con la Germania e l'Austria ed avversario della Francia, molto favorevole all'espansione coloniale dell'Italia in Africa.
Ebbe il merito di far emanare leggi fondamentali per una adeguata e ben organizzata amministrazione interna dello Stato.
Si dimise nel gennaio 1891 ma tornò al Governo nel dicembre del 1893 quando fronteggiò con decisione i moti popolari scoppiati in Sicilia con i Fasci siciliani 
, fu coinvolto nello scandalo della Banca Romana da cui riuscì a districarsi ma fu travolto dal disastro di Adua nel 1896.

Nel contesto su riportato il Prof. Marino ha ritenuto anche opportuno e giusto parlare del movimento dei Fasci siciliani sorti prima nelle città e poi anche nelle campagne della Sicilia come movimento spontaneo di cittadini, intellettuali, artigiani e poi anche contadini a cui parteciparono uomini ma anche donne di tutte le età nel tentativo di sconfiggere la rassegnazione, di sfidare la mafia dei gabelloti ed il potere dello Stato che affamavano la povera gente lavoratrice ma soprattutto i lavoratori delle campagne con le inique condizioni stabilite dai contratti di affitto dei terreni allora vigenti.

Il movimento nato spontaneamente prima nelle città e successivamente nelle campagne specialmente della Sicilia centro occidentale all'inizio del 1889 si trasformò per vari motivi anche politici in un movimento violento contro l'autorità costituita spinto anche dall'aggravarsi delle condizioni socio economiche per le esose tasse che gravavano sulla parte meno ambiente della popolazione e per il comportamento delle autorità comunali del tempo che apertamente difendevano ed erano dalla parte delle classi più agiate ed economicamente più forti di allora.

Fu in questo clima venutosi a creare alla fine del 1893 che, dimessosi Giolitti, Crispi tornò al Governo e nominò il Generale Morra di Lavriano commissario straordinario con pieni poteri civili e militari. Furono pertanto arrestati i dirigenti più importanti dei Fasci dell'isola ma l'azione repressiva si estese anche a tutti coloro che avevano partecipato alle dimostrazioni o erano simpatizzanti del movimento a cui partecipavano, cittadini, studenti o contadini che fossero.

Molti di essi furono mandati anche al confino o sottoposti a domicilio coatto. Furono pertanto sciolte tutte le associazioni operaie, Fasci compresi, tutte le cooperative ma non furono minimamente interessati i circoli dei nobili ed altre associazioni relative alle classi sociali più elevate.

Con il movimento dei Fasci, i cittadini si erano battuti contro i latifondisti, contro la mafia e contro lo Stato, ma '' i nemici '' erano troppi e tutti dalla stessa parte come dimostrarono le dure sentenze dei tribunali militari di Palermo, Messina e Caltanissetta dove si svolsero i processi contro i presunti responsabili dei tumulti e delle stragi sulla base delle accuse mosse agli imputati dalle dichiarazioni dei sindaci, delle guardie campestri, dei carabinieri, ecc. 

Il relatore ha infine brevemente accennato agli eventi che si sono verificati nei periodi di tempo relativi alla Presidenza del Consiglio retta  dagli altri siciliani, ma nelle loro azioni la Storia a posteriori fa riscontrare senza alcun dubbio un comportamento non proprio favorevole nei confronti della popolazione siciliana anzi può essere affermato che direttamente o indirettamente hanno costantemente  contribuito alla difesa politica ed economica dei ceti predominanti rispetto ai ceti più poveri.

Il Prof. Marino ha concluso la sua esposizione ponendo una questione su cui riflettere. Cosa fare sia oggi che nel futuro perchè si possano avere dei cambiamenti decisivi e veramente democratici al fine di poter cambiare una situazione in cui si nota la difesa ad oltranza della '' roba '', dove si fa politica solo per '' contare '' a prescindere del partito di appartenenza, per cambiare una mentalità radicata che ha poco a che fare con la democratizzazione ed il senso sociale? Quale reazione si deve assumere in tale situazione?

 E' indubbio che nella popolazione siciliana ci dovrebbe essere oggi un notevole cambiamento che nel passato non si è verificato e che forse ancora non si verificherà perchè legato in passato ad una mancata condotta rivoluzionaria che non è stata capace di esprimere una propria classe dominante in grado di governare autonomamente con un adeguato e corretto senso dello Stato senza l'oppressione di una borghesia che in un modo o nell'altro manteneva e continua a mantenere in vario modo il suo potere politico ed economico che trova validi appigli nei vari livelli dello Stato.    

 Al termine dell'esposizione è seguito un ampio ed interessante dibattito cui hanno partecipato molti dei presenti sollevando ulteriori problematiche ed apportanto altri argomenti di discussione. Ad essi l'oratore ha risposto esaurientemente e fornito ulteriori chiarimenti.

Chiuso il dibattito il Presidente ha ringraziato il Prof. Marino per l'interessante ed in un certo senso attuale tema trattato ed a ricordo della serata gli ha fatto omaggio di un piatto in ceramica e del libro su Giuseppe Errante recentemente pubblicato e sono state fatte le fotografie di rito.

Infine sono seguite le comunicazioni della Presidenza in merito a:
- l'escursione di un giorno prevista per il 25 aprile a Sciacca, S. Angelo Muxara e S. Biagio Platani, con l'invito ad effettuare le prenotazioni al più presto con il versamento di un anticipo confirmatorio
- l'organizzazione del viaggio dal 14 al 21 maggio 2012, previsto nel calendario anuuale, con destinazione il Trentino e l'Austria di cui è stato già predisposto il programma di massima e per il quale chi intende partecipare potrà già effettuare la prenotazione.

La serata si è conclusa con l'arrivederci a sabato 31 marzo 2012 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione per il prossimo incontro.

 

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