2012 - 04 - 28 : Dott. Sebastiano Tusa - La pesca nell'archeologia

Sabato 28 aprile 2012 alle ore 18.15 nella sala delle riunioni '' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese ubicata in Trapani via Vespri 32 alla presenza di un numeroso gruppo di soci si è svolto l'incontro con il Dott. Sebasiano Tusa.
L'incontro è il terzo di una serie di cinque incentrati sull'economia del trapanese.

L'ospite, che per la prima volta ha partecipato ai corsi di Cultura è stato accolto dal Presidente Prof. Salvatore Valenti che dopo averlo presentato gli ha ceduto la parola.
Il Dott. Tusa, laureato in Paleontologia, ha ricoperto vari incarichi nell'ambito dell'Assessorato BB. AA. e CC. della Sicilia, ha diretto molte campagne di scavo nell'ambito della provincia di Trapani. Attualmente riveste a Palermo la funzione di Sovrintendente del mare per tutta la Sicilia, unica struttura del genere in Europa che si occupa del mare a 360° con lo scopo di raccogliere e non far disperdere tutto il relativo patrimonio di tradizioni, usi, costumi, attrezzature per la pesca, ecc.. E' autore di varie pubblicazioni, è stato docente presso varie Università italiane, è direttore della rivista '' Sicilia Archeologica ''. 

Il relatore ha ringraziato i presenti per l'accoglienza ricevuta, l'Associazione per l'invito rivoltigli a tenere  questo incontro e per l'occasione presentatagli.  Ha inoltre manifestato il proprio compiacimento per le attività svolte ed ha evidenziato il piacere con cui ha aderito all'iniziativa.
La sua sua esposizione, molto dettagliata ed accurata, è stata integrata e supportata dalla proiezione di una serie di belle diapositive.

Si riporta di seguito una breve sintesi dei punti più significativi liberamente tratta da quanto esposto.  

La trattazione del tema è iniziata risalendo all'era Paleolitica ovvero di quel periodo che notoriamente arriva a circa 20000 anni A.C. nel corso del quale l'uomo per sopravvivere si dedicava essenzialmente alla raccolta di quanto, frutta ed animali probabilmente già uccisi, ritrovava  nel suo girovagare sul territorio .
Nel periodo successivo, il Mesolitico, da 20000 a 10000 anni A.C., in concomitanza con la fine dell'ultima glaciazione e con la riduzione degli animali di grossa taglia fu necessariamente spinto all'esercizio della caccia ed alle prime fasi della agricoltura nella ricerca di nuove fonti di sussistenza. Nello stesso periodo la creazione di numerosi specchi d'acqua che allagavano le immense pianure che fino ad allora costituivano il principale paesaggio lo spinsero anche ad iniziare la raccolta di ciò che le acque fornivano ovvero di conchiglie di vario tipo e forma. E' questo pertanto che può essere considerato il primo contatto dell'uomo con il mare. Successivamente l'uomo cominciò a tentare anche la cattura dei pesci che vi vivevano utilizzando per ciò quello che usava sulla terra ferma: bastoni, lance, ecc. Erano i primi tentativi di pesca.
Quanto sopra è identificabile ed immaginabile dai reperti ritrovati negli scavi stratografici effettuati in varie zone e siti archeologici.
Nel periodo successivo, il Neolitico da 10000 a 3500 A.C.,si ebbe una modifica importante: l'uomo da sfruttatore passivo della natura diventa sfruttatore attivo ed inoltre comincia a diventare stanziale e sedentario e per fare ciò deve disporre di adeguate risorse. Comincia a dedicarsi all'agricoltura, alla pastorizia ed all'allevamento degli animali che nel frattempo aveva addomesticato. I contatti con il mare diventano più stretti ed importanti e pertanto vengono sperimentate anche varie forme di pesca di varie specie di pesci.
Nell'età antica, dal 3500 A.C. al 476 D.C. che include anche l'età imperiale, notevoli sono i riscontri che si hanno degli sviluppi della conoscenza del mare e del suo sfruttamento da parte degli uomini di quel tempo. Prova ne sono i reperti archeologici di vario tipo, di varie culture dalla greca alla romana, nelle decorazioni di crateri e nella realizzazone di squisiti mosaici ritrovati in diverse località.
La pesca diventa quindi importante sia come cattura materiale, sia come commercializzazione del pescato, sia come metodo di conservazione del pesce per fargli avere una maggiore durata come provato dalla sue effigie su diverse monete dell'epoca. Famoso e rinomato è il Garum prodotto dai romani che altro non era che una salsa ricavata dalla macerazione di vari tipi di pesce che veniva utilizzata come accompagnamento di varie portate nel corso dei pranzi.
Ulteriori sviluppi si ebbero poi nel periodo medioevale, dal 476 D.C. al 1492, in età moderna, dal 1492 al 1789, e nell'età contemporanea, dal 1789 fino ad oggi, in cui le tecniche di pesca e di sfruttamento del mare si sono via via affinate tanto da mettere in rischio oggi molte specie di pesci.
Un cenno particolare il Dott. Tusa ha fatto sulla pesca del tonno che forse era già conosciuta fin dall'epoca dei romani come evidenziato da una scena riprodotta su di un cratere.
Oggi purtroppo questa pesca in Italia per vari motivi non è più praticata. Resta operante una sola tonnara, quella di Carloforte sull'Isola di S. Pietro in Sardegna che opportunamente gestita continua ancora a sopravvivere, Nella zona del Trapanese non esistono più tonnare anche se si hanno industrie conserviere che trattano il tonno. Quello utilizzato e conservato è quello dell'Atlantico che arriva però congelato e che, anche per altre caratteristiche, risulta essere completamente differente da quello che si pescava in loco. Pochi oggi sono i tonni pescati in zona; essi sono catturati in genere perchè restano impigliati nelle reti ma la loro carne non è squisita come quella dei tonni che provenivano dalla mattanza che perdeva tutto il sangue sia perchè il pesce veniva decapitato poco dopo la sua cattura sia per i colpi di arpione che subiva quando dalla camera della morte veniva tirato a bordo delle barche che erano disposte attorno ad essa. 
Un cenno più particolareggiato ha fatto invece sulla tonnara di Favignana nel suo periodo più florido ovvero quando era gestita dai Florio. L'opificio, posto sull'Isola omonima, oltre a dare lavoro ai locali costituì per quell'epoca una fucina di sperimentazione anche produttiva e commerciale in quanto per la prima volta furono adottati metodi di lavorazione del pescato e di conservazione sott'olio in scatolette metalliche veramente innovativi.
Oggi, dopo anni di abbandono, i locali della tonnara e parte della sue attrezzature e dotazioni sono state recuperate e restaurate da parte della Regione Sicilia e tutto il complesso è utilizzato come area espositiva e di avvenimenti culturali ma l'aria che in esso si respira non può essere certamente paragonata a quella pregna ed intrisa delle varie attività che venivano esercitate ed iniziate con l'arrivo dei tonni a terra dopo l'effettuazione della mattanza.

Su tali considerazioni l'oratore ha concluso la sua esposizione.

Si riportano di seguito le diapositive proiettate dalla successione delle quali si può ricavare il filo conduttore di quanto esposto nel corso dell'incontro. Esse si susseguono da sinistra a destra e dall'alto in basso e sono state gentilmente concesse dal Dott. Tusa.

    

 




































































































































































































































































































































































































Al termine della esposizione è seguito un ampio dibattito cui hanno partecipato con interesse molti dei presenti ed ai quali il Dott. Tusa ha fornito ulteriori chiarimenti e delucidazioni.










Chiuso il dibattito l'incontro si è concluso con i ringraziamenti che il Prof. Valenti ha espresso per l'interessante argomento trattato e a ricordo dell'evento ha fatto omaggio all'oratore del libro '' I Gesuiti a Trapani '' di Antonio Buscaino. Sono seguite le fotografie di rito.
 











A conclusione della serata il presidente ha ricordato ai presenti che hanno effettuato la prenotazione per il pranzo l'appuntamento alle ore 10.30 a Piazza Stazione da dove con mezzo proprio si raggiungerà Villa Zina per la scampagnata del 1° maggio e dove avverrà anche la presentazione del libro di poesie del socio Giovanni Bondì '' Frammenti d'amori ''.
Ha infine dato l'arrivederci a sabato 5 maggio 2012 nei locali dell'Associazione alle ore 18.00 per il prossimo incontro.


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