2013 - 01 - 26 : Prof. Giuseppe Camporeale - Il Satiro di Mazara

Sabato 26 gennaio 2013 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni
'' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 alla presenza di numerosissimi soci e simpatizzanti si è svolto l'incontro con il Prof. Giuseppe Camporeale. 

L'ospite, che negli anni precedenti ha più volte partecipato ai Corsi di cultura dell'Associazione trattando argomenti di carattere storico-archeologico, è stato cordialmente accolto dai presenti e dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, che gli hanno manifestato il piacere di poterlo ascoltare ancora una volta.

Iconologo e storico del mondo antico, il Prof. Camporeale ha sviluppato indagini di fondamentale interesse scientifico su momenti ed aspetti peculiari dell'archeologia del Mediterraneo.
Tra i suoi contributi principali la scoperta del culto di Dioniso a Selinunte, l'interpretazione dell'iscrizione del tempio G di Selinunte, l'identificazione del Giovane di Mozia come auriga, il riconoscimemnto dell'Efebo di Castelvetrano quale rappresentazione di Dioniso Iakchos, l'identificazione e l'attribuzione a Prassitele del celebre Satiro di Mazara che viene presentato questa sera.
E' anche autore di molte pubblicazioni e di articoli su riviste specializzate italiane e straniere.

Dopo la presentazione il Prof. Valenti gli ha ceduto la parola.

Il relatore ha iniziato il suo intervento ringraziando l'Associazione ed i presenti per avergli dato ancora una volta la possibilità di partecipare, e con piacere, alle attività dell'Associazione e per avergli dato l'opportunità di illustrare parte delle sue scoperte e della sua attività di studioso del mondo antico.

Con la sua relazione ha intrattenuto i presenti sugli studi e sulle considerazioni nonchè sulle vicissitudini ed i fatti che dopo il ritrovamento in mare del reperto bronzeo gli hanno consentito di  identificare in esso la rappresentazione di un satiro e di attribuirne la paternità a Prassitele.

L'esposizione è stata accompagnata dalla proiezione di numerose diapositive nonchè da considerazioni di carattere filosofico relative alle concezioni della vita e della procreazione che avevano in merito a tali argomenti gli antichi greci.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto esposto dal Prof. Camporeale.

I fatti che portarono al rinvenimento del Satiro ebbero inizio nel marzo del 1997 quando il motopesca '' Capitan Ciccio '' di Mazara del Vallo rinvenne una gamba di bronzo e successivamente, nella stessa zona, nel marzo del 1998 riportò a galla con le reti una statua dello stesso metallo a cui ben  si adattava la gamba ritrovata l'anno prima.
La zona del ritrovamento era ubicata nel Canale di Sicilia fra Pantelleria e l'Africa ed in passato era stata ancora teatro di altri numerosi rinvenimenti archeologici.
Nel settembre del 1998 i reperti furono affidati per gli interventi di restauro all'Istituto Centrale per il Restauro di Roma.
Nel marzo 2003, completati i lavori, la statua venne esposta a Palazzo Montecitorio e nel luglio 2003 il Satiro fu ufficialmente consegnato alla Città di Mazara del Vallo per essere esposto al pubblico presso l'omonimo Museo allestito nell'ex Chiesa di S. Egidio al centro della città.

Essa, si presume,  faceva parte del carico di una nave naufragata nella zona su riportata nel periodo compreso fra il III ed il II secolo A.C.

E' stato successivamente esposto in Giappone al Museo Nazionale di Tokio ed all'Expò 2005 di Aichi ed ancora a Parigi presso il Museo del Louvre nell'ambito di una mostra dedicata alle opere di Prassitele.

Secondo alcune ipotesi essa non era una statua isolata ma faceva parte di un gruppo plurimo di satiri e menadi coinvolti in una danza orgiastica in onore di Dioniso.

Il satiro era una figura mitologica maschile che abitava boschi e montagne. Egli personificava la fertilità e la forza vitale della natura che  si rifaceva al culto di Dioniso.
Nelle sue prime forme il satiro era raffigurato con aspetto umano barbuto ma con corna, coda e zampe di capra nell'atto di suonare il flauto ed all'inseguimento di ninfe con cui accoppiarsi per procreare o in atto di danzare con loro.
Questo aspetto ben si adatta al culto di Dioniso, dio familiare con la vita e con la morte, i cui compagni favoriti erano proprio i satiri e le menadi. Dioniso, infatti, era considerato il dio della fecondità della natura, del rigoglio vegetale e del fondo selvaggio insito nel genere umano. Suo segno distintivo era il tirso ovvero un bastone sormontato da una pigna e su cui erano avvolti tralci di vite e grappoli d'uva .
A Dioniso si attribuisce anche la scoperta del vino e della sua produzione nonchè le conseguenze dell'ebbrezza che da esso può derivare.




















Gli elementi caratteri
stici con cui i satiri erano tradizionalmente rappresentati con il tempo cominciarono a modificarsi. 
Le loro fattezze non furono più barbute ma ingentilite, persero le forme caprine della parte inferiore del loro corpo, ma conservarono alcune caratteristiche ben precise come le orecchie aguzze e la coda che fuorisciva ancora dalla parte posteriore del corpo.

Di ciò si ha testimonianza nella foto di una kylix ( coppa di vino ) ritrovata nell'archivio ceramografico dell'Università di Catania.
In essa è rappresentato un satiro danzante, di aspetto molto diverso dal tradizionale, che offre una coppa di vino a Dioniso seduto. 
Il paragone della figura del satiro della Kylix con l'aspetto della statua rinvenuta in mare porta a datare la statua stessa al periodo della coppa di vino, ovvero al IV secolo A.C., e a stabilire che essa rappresenta senza dubbio un satiro. Conferma la figura del satiro il foro che si trova nella parte posteriore della statua e nel quale andava inserita la coda.

In relazione all'attribuzione dell'opera a Prassitele, secondo alcuni archeologi, essa ha tutti gli attributi delle sue opere, quali le dimensioni, le proporzioni e la postura. L'origine greca è giustificata anche da alcuni elementi relativi alla modalità con cui è stata realizzata la sua fusione. La grazia è manifestata dal busto, dalla testa reclinata sulla spalla, dai capelli mossi dal vento della danza e dalle gambe che suggeriscono un salto.
All'apparenza potrebbe sembrare un efebo, come quello di Selinunte, ma le dimensioni del membro, anche se non molto evidente come nella rappresentazione dei satiri tradizionali, può essere considerata una delle caratteristiche del satiro secondo i canoni prassitelici la cui moglie era la bellissima Frine che aveva posato anche nuda per la realizzazione di una statua di Afrodite.

La conclusione della relazione è stata seguita da un interessante dibattito al quale hanno partecipato molti dei presenti che hanno posto al relatore altri quesiti e richiesto precisazioni.

Ad essi il Prof. Camporeale ha fornito chiarimenti e delucidazioni nonchè ulteriori notizie e precisazioni.

Chiuso il dibattito, il Prof. Valenti a nome dell'Associazione ed a ricordo della serata ha offerto all'ospite il volume '' Istoria di Trapani '' di Giovan Francesco Pugnatore.




































Sono seguite alcune comunicazioni relative:
- all'organizzazione ed alla prenotazione per il '' Tour della Polonia ''
- alla riscossione della quota sociale per l'anno 2013
- all'organizzazione della cena del '' Giovedì grasso '' prevista per il giorno 7 febbraio 2013.

La serata si è conclusa con l'arrivederci a sabato 2 febbraio 2013 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione per il prossimo incontro in calendario.

 

Switch to Day Switch to Night