2013 - 02 - 23 : Dott.ssa Donatella Randazzo - Comprendere i messaggi del corpo
Sabato 23 febbraio 2013 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni
'' Antonio Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci ha avuto luogo il tradizionale incontro settimanale previso dal XXVII Corso di cultura.
Relatrice della serata la Dott.ssa Donatella Randazzo. L'ospite, proveniente appositamente da Palermo è stata cordialmente accolta dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti e dai presenti.
Il tema della serata, ripreso dal programma dell'anno 2012, che per vari motivi non era stato possibile portare a termine, si ricollega ad un'altra relazione svolta sabato 29 gennaio 2011.
Il Prof. Valenti, dopo la presentazione della relatrice ed una breve introduzione al tema della serata, le ha ceduto la parola.
La Dott.ssa Randazzo laureata in Biologia, esplica attività anche presso l'Osservatorio atronomico di Palermo ed è Conselor di gruppo di Psicosintesi.
La relatrice ha iniziato il suo intervento ringraziando l'Associazione per averla ancora una volta invitata ed i presenti per essere accorsi così numerosi e ricollegandosi a quanto detto nella relazione del 2011 è entrata in argomento mostrando un cartello che rappresenta la sintesi della Psicosintesi stessa.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto esposto nel corso dell'incontro.
Psicosintesi: questo non è il nome che Assagioli aveva originariamente ideato per la sua prassi e teoria psicologica. Il nome completo era BIOPSICOSINTESI. Il prefisso bio=vita, è rappresentato dal corpo.
E di corpo parleremo questa sera, partendo appurito dalla psicosintesi, per arrivare poi a concetti più generali che non sono solo psicosintetici, ma sottendono altri cammini.
Sappiamo tutti che esiste una connessione molto stretta tra corpo e psiche. Lo dicevano già gli antichi '' Mens sana in corpore sano ''. E lo abbiamo sperimentato anche noi, sia pure inconsapevoli dell'esistenza delle leggi della psicodinamica, che se il nostro corpo sta bene, anche i nostri pensieri e le nostre emozioni tendono ad allinearsi a questo stato di benessere. Viceversa, se siamo felici o contenti, o soddisfatti perché qualcosa è andata come volevamo, anche il corpo sembra allinearsi a questo stato d'animo, e se abbiamo degli acciacchi, riusciamo magari per un momento a dimenticarcene.
Ma che cosa è il nostro corpo? Lo sappiamo, è un laboratorio in cui si svolgono incessantemente attività che coinvolgono ogni singola cellula, in cui avvengono fondamentali scambi interni ma anche relazioni con l'ambiente esterno e trasformazioni, reazioni chimiche molto complesse, e il tutto in microfrazioni di secondo. È una macchina perfetta, che funziona sempre, sinché siamo in vita, anche in assenza - e direi anche a dispetto, a volte per fortuna - della nostra volontà e della nostra coscienza.
Di notte, quando perdiamo temporaneamente lo stato di coscienza, il corpo lavora. Ogni singola cellula gode di una propria autonomia, e il lavoro che svolge non perde mai di vista l'obiettivo comune, che è quello del benessere dell'intero organismo. Abbiamo sensori interni che alla minima variazione di parametri quali la temperatura, acidità del sangue, concentrazione di minerali , di ossigeno, di proteine, immediatamente allertano i settori che sono preposti ad intervenire per ripristinare l'equilibrio, la cosiddetta omeostasi.
D'altra parte, la natura ha impiegato parecchio tempo - circa un miliardo e mezzo di anni dalla comparsa dei primissimi organismi unicellulari - per produrre un essere cosi perfetto.
L'aspetto che qui ci interessa sottolineare è il principio di sintesi, rappresentato nel corpo dalla capacità di collaborazione delle varie parti, dalle più piccole, apparentemente semplici, a quelle più articolate.
Noi, comunque, non siamo soltanto corpo, matena. Abbiamo una psiche, costituita da sensazioni, pensieri, idee, emozioni, immagini, sentimenti, e uno spirito. Siamo soliti dire di avere quattro livelli: quello fisico, quello emotivo, quello mentale e quello spirituale.
Se guardiamo un attimo l'ovoide - la mappa anatomica della nostra psiche - possiamo mettere in chiaro alcuni concetti che ci saranno utili nel corso della chiacchierata. (mostrare lo, Sé, campo di coscienza e parte inconscia).
La nostra psiche è ancora lontana dalla perfezione raggiunta dal corpo fisico. Ne siamo costantemente consapevoli, ce lo ricordano i nostri disagi, i nostri sbalzi di umore, i nostri conflitti.
Gli elementi della psiche però sono anch' essi permeati dal principio di sintesi, e tendono a unirsi, ma anziché formare tessuti e organi, come fanno le cellule, danno luogo a dei complessi psichici, a delle piccole personalità che chiamiamo sub personalità, caratterizzate da un forte nucleo emotivo, e dotate di pensieri, idee e immagini. Queste nostre parti, i personaggi interiori tanto bene descritti da Pirandello, a volte si trovano in conflitto l'una con l'altra, oppure si alleano a scapito di altre parti. O ancora, a volte contenuti dell'inconscio vengono portati in superficie, come quando facciamo un sogno di cui non comprendiamo il significato, e occorre del tempo prima di poterli integrare.
E qui, a livello psichico siamo certamente chiamati in causa, uno dei nostri compiti sulla terra è proprio di cercare di mettere a posto, rendere armonico il più possibile, questo caos interiore. A che scopo? Intanto, per vivere meglio.
Quando riusciamo a individuare il nostro centro, siamo in grado di prendere in mano la nostra vita anziché lasciarci vivere, e scoprire chi siamo veramente, per divenirlo. Da quel punto, dall'lo, l'uomo si ancora alla terra da un lato, e dall'altro lato si colloca nella posizione migliore per entrare in contatto con il proprio Sé.
Il Sé di ogni individuo è al di furi del nostro campo di coscienza, nel senso che noi non lo conosciamo, ma intuiamo che ci sia. Tutto quello che si trova al di fuori del nostro campo di coscienza è inconscio, e uno dei compiti dell'uomo è proprio cercare di allargare questo campo di coscienza, perché vedete, più si allarga questo cerchietto, più io conosco del mio passato, ma anche del mio futuro, più divento consapevole delle mie potenzialità.
Questo richiamo da parte del nostro nucleo più profondo a smettere di uniformarci ai modelli che non ci corrispondono, per assecondare il nostro essere più genuino, alcuni lo avvertono come un senso di insoddisfazione nei confronti della vita che hanno vissuto sino a quel momento. E si mettono in viaggio alla ricerca ... di se stessi.
Per altri, più sordi a questo richiamo, o troppo indaffarati nella vita materiale per aspirare ad altro, la vita puo inviare dei segnali ben precisi, che queste persone - la stragrande maggioranza, non accoglie, perché diventano, per tempi più o meno lunghi, impossibilitati a svolgere la solita vita di sempre.
Ci succede di ammalarci, un malfunzionamento di qualche parte ci costringe a fermarci.
Naturalmente, la prima cosa che vogliamo fare è cercare di ripristinare lo stato di salute precedente. Per eliminare i sintomi fastidiosi della malattia faremmo carte false e troviamo immediatamente dei complici disposti a tutto nella classe medica, che ci scrive subito un elenco di farmaci costosi, e ci rimanda a fare analisi e sottoporci ad esami a volte molto invasivi.
Il sistema è questo, e come in tutte le cose che ci riguardano, ci sono aspetti positivi e aspetti negativi.
Uno degli aspetti negativi di questo sistema è che. nel momento in cui ci entriamo come pazienti, perdiamo la nostra interezza fisica, perché avremo a che fare con chi non considererà il nostro fegato o il nostro rene come una parte di un insieme più complesso, ma come semplici organi da guarire. Non solo, ma gli altri nostri livelli non verranno minimamente presi in considerazione.
Mi sono sempre chiesta se ci fossero maniere alternative di guardare a tutto questo, e potergli dare un qualche significato.
Molti medici e scienziati illuminati hanno preso in considerazione lo stesso problema, e sono stati capaci di dare un significato diverso alla malattia. In breve, hanno rovesciato totalmente il nostro comune paradigma, e questa sera intendo parlarvi proprio di questo.
Vi farò due domande.
La malattia, oltre che una fonte di disagio fisico e psichico, potrebbe essere "altro" ?
Abbiamo mai pensato che la soluzione anziché arrivare dall'esterno potrebbe essere ricercata dentro di noi?
Spiegazione della teoria per la quale ci si ammala
Secondo le teorie di cui vi sto parlando questa sera, la malattia è l'aspetto formale, cioè visibile, di qualcosa che avviene nei livelli superiori della psiche. In sintesi, Ia malattia è la punta di un iceberg, e questo iceberg è nascosto nell'inconscio.
Le malattie costituiscono dei campi, che si estrinsecano nelle strategie di vita, di sopravvivenza, e in particolari modelli di comportamento.
In poche parole, ogni malattia a livello fisico è psicosomatica, in quanto il disagio esiste pure al livello psichico. La psiche è il livello immediatamente precedente alla caduta del sintomo a livello fisico. Ecco perché curare i sintomi fisici non fa guarire dalla malattia.
L'esempio delle tossicodipendenze lo mostra con chiarezza. Laddove i sintomi fisici si possono guarire in relativamente poco tempo, il problema è il modello, che resta ancorato in profondità, e dal quale i tossicodipendenti non riescono a liberarsi.
Un altro esempio è dato dall'ulcera gastrica. I farmaci che la curano téndono a effettuare una dissociazione psicovegetativa, cioè a eliminare, prima chimicamente, e se il trattamento è inefficace, allora chirurgicamente, il collegamento tra i nervi vegetativi dello stomaco e la psiche, impedendo in questo modo allo stomaco di reagire insieme alla psiche. Si trattano cioè i sintomi sul piano orizzontale, quello fisico
Il lavoro da fare, invece, si svolge a livello verticale, per raggiungere dal piano fisico o da quello psichico, il piano dello spirito. Occorre, come abbiamo detto, immettere energia.
Studiando i dolori dello stomaco, in base alle loro radici psicologiche, possiamo identificare che cosa è che preme sullo stomaco, quale cosa indigesta viene inghiottita, quale cosa porti ad un gesto di auto lacerazione tale da provocare un'ulcera gastrica. E a seguire, analizzando con cura sentimenti ed emozioni è possibile individuare ed elaborare i modelli di consapevolezza coinvolti.
Voglio fare l'avvocato del diavolo: se corpo e psiche sono intimamente coinvolti, lo sappiamo dalle leggi psicologiche, perché allora non ci ammaliamo tutti? Perché in questo sistema le variabili sono tantissime, a cominciare dalla robustezza del nostro corpo, all'intensità del problema, all'età etc. Ecco perché non si può fare un discorso troppo generale dei sintomi. È a livello individuale che il tutto ha un senso.
Possiamo però estrapolare, e per esempio guardare certe malattie che sono in crescita nella nostra società. Quella che attira di più la mia attenzione è il diabete. Vogliamo considerarlo dal punto di vista dell'anima? Quando parliamo di qualcosa che coinvolge molte persone, i gruppi e le società, dobbiamo guardare a livello dell'inconscio collettivo, la matrice psicologica che respiriamo e nella quale siamo immersi.
Esistono delle tematiche di base, che stabiliscono il modello. Ad esempio, un problema di aggressività. Intanto, la parola significa "avvicinarsi", andare verso. Quando queste energie non sappiamo gestirle, cominciano i problemi. Il livello corporeo superficiale dell'aggressività non accolta, riconosciuta e gestita, può manifestarsi come malattia prendendo tante forme, calcoli biliari, onicofagia, allergie, pressione alta. Allo stesso modo, il comportamento può manifestare il modello con frequenti accessi di rabbia, comportamento violento. Sul piano del pensieri, potrebbero essere fantasie aggressive. A livello psichico, sentimenti di auto-aggressione, fantasie
autodistruttive e depressioni.
La conoscenza di sé è indispensabile per divenire consapevoli dei nostri modelli, e la nostra autorealizzazione significa accettazione di essi e redenzione. L'opera di autoconoscenza va di conseguenza dai livelli superficiali, corpo e comportamento - conoscenza che nel modello psicosintetico si realizza con l'osservazione distaccata - fino al nucleo divino dell'essere, il Sé. Il trovarsi prigionieri in modelli inconsci impedisce l'accesso al vero Sé.
Il modello probabilmente è già insito in noi all'atto della nascita, forse è inscritto nel nostro DNA.
Sono le possibilità di diventarne consapevoli che vengono acquisite nel corso della vita, in quanto in qualche modo esso si realizza.
Ecco perché pensare di "eliminare" una malattia con dei cambiamenti cosmetici in superficie è una illusione, in quanto il modello profondo che sta alla base non scompare cosi facilmente. La vera guarigione richiede un'alternativa nell'ambito del modello precostituito. Se si riesce a ottenere un miglioramento, il tema rimosso affiora altrove. Soltanto individuando ed esaminando il modello sino al profondo, le alternative alla sua realizzazione diventano possibili.
Per tornare all'esempio dell'aggressività, se abbiamo un problema inconscio col principio dell'aggressività, possiamo elaborarla diventando accaniti tifosi di una squadra. Ma il tema non si risolve neanche urlando parole violente durante le partite. Però, elaborare consapevolmente il proprio tema offre il vantaggio di conoscerlo. Si potrebbe praticare uno sport per sfogare la propria aggressività, ma cosi si coinvolge solo il corpo, e non l'anima. Una soluzione potrebbe essere quella di decidere di prendere in mano la propria vita, confrontandosi coraggiosamente con i compiti previsti, e vivendo in modo ardimentoso.
I sintomi, dunque, arrivano al livello fisico. Ma sono sufficienti a consentirci l'elaborazione, tramite la quale possiamo passare ad abbracciare tutti i livelli. È il caso dello sport, nell'esempio precedente. Trasformandolo in un'arte competitiva che con la sua filosofia coinvolga tutta l'esistenza, l'energia dell'aggressività puo essere portata in altri settori della vita, in grado di fare vivere con coraggio.
Esempi: chi soffre di stitichezza o di diarrea proietta sul proprio intestino la tematica del lasciare andare/trattenere.
Chi soffre di ipertensione o di ipotensione, potrebbe chiedersi quale spazio occupi la sua energia vitale
Qual è la difficoltà nell'interpretazione della malattia?
Intanto, la nostra tendenza a trasferire verso l'esterno tutto ciò che ci sembra difficile e spiacevole, per poi elaborarlo e combatterlo fuori di noi. Mentre ci accorgiamo della pagliuzza nell'occhio altrui, stentiamo a riconoscere la trave all'interno del nostro occhio. Interpretare la malattia è lavorare alla nostra parte di ombra, e questo spesso risulta sgradevole. Se una interpretazione sembra, a prima vista piacevole, in genere non è corretta e in ogni caso non è abbastanza profonda. Soltanto chi compie questo duro passo riesce a capire il vero significato e raggiunge la vera via dell'auto-conoscenza e dell'autorealizzazione.
Il lavoro con l'ombra è sempre un lavoro difficile, ma dobbiamo intraprenderlo perché l'ombra è una parte necessaria della nostra totalità, solo integrandola possiamo diventare completi.
L'accettazione e l'elaborazione degli elementi d'ombra che si sono incarnati nei sintomi è la via che conduce alla scoperta di se stessi. Le malattie, i disagi sia fisici che psichici, sono manifestazioni dell'ombra che, affiorando dalle profondità dell'anima alla superficie del mondo fisico, diventano facilmente accessibili e rappresentano una guida eccellente, se noi vogliamo essere guidati.
Ogni malattia è espressione di un'idea calata nel corpo, cioè di un modello che nella coscienza è assente. Se si riesce a riportare la problematica a questo livello superiore, il veleno si trastorma in dono (come fa la medicina omeopatica). La manifestazione dell'ombra nella sintomatologia determina la sua illuminazione e la malattia si trasforma in cammino di autoconoscenza.
Lavorare in tal senso significa smettere di combattere i sintomi e invece allearsi con essi, per capire quello che ci manca, e quindi perché abbiamo questi sintomi. Essi infatti possono rivelarsi un prezioso indicatore delle carenze e aiutare a divenire più completi e più sani.
Nello studiare i sintomi, dobbiamo pure abbandonare l'atteggiamento giudicante, perché non ci aiuta. Tutti abbiamo una parte ombra, e dunque tutti siamo ammalati. L'uomo che vive in un mondo polare, è necessariamente ammalato perché non ha raggiunto l'unità, lasciata in paradiso quando ha intrapreso il cammino della propria crescita.
Ulteriori approfondimenti sull'ombra. Già la parola ci può indurre a pensare che nascosto, si trovi il nostro Dr. Jekyll. E in effetti questo romanzo, come altri, ci fanno vedere come, se trascuriamo di conoscere le parti nostre inconsce, queste a nostra insaputa possono giocarci brutti scherzi. Che cosa può esserci di cosi terribile nel nostro inconscio, che noi facciamo tanta fatica a tenere nascosto? Il più delle volte, basta portare un po' di luce della consapevolezza per scoprire che la nostra ombra .. non è altro che un bambino impaurito, in attesa di essere liberato da questa prigionia. Un aspetto di noi, che magari è stato respinto dai nostri genitori. E a modo suo, l'ombra ci vuole bene. Dico a modo suo, perché le sue modalità di manifestazione di solito cozzano con quelle della nostra personalità.
A questo punto, la domanda: voglio continuare a tentare di eliminarli, come l'uomo fa inutilmente da millenni, oppure voglio fare lo sforzo di riconoscerli come dei veri e propri segnali stradali, e seguirli?
La seconda difficoltà, facilmente superabile con un poco di abitudine, riguarda il linguaggio.
Poiché, come abbiamo detto, il modello è racchiuso nell'inconscio, esso si esprime nello stesso linguaggio dei sogni, delle analogie, dei simboli.
La malattia, infatti, non può essere compresa attraverso l'analisi della materia, ma attraverso la contemplazione della sua totalità. Analizzare la materia, scomponendola in componenti sempre più piccole, non serve a nulla. Anzi. Il termine simbolo deriva dalla parola greca symballein, che significa mettere insieme, unire. I simboli sono dei catalizzatori di energia, ed essi stessi sono dotati di energia.
I requisiti per comprendere questo linguaggio sono il pensiero figurativo, fantasia, capacità di associazione, ironia, orecchio capace di cogliere i sottintesi della lingua.
Il corpo, come espressione del mondo materiale, è caratterizzato da una frequenza vibratoria più bassa. Per elevare al piano superiore un aspetto che si è stabilizzato al livello più basso, occorre immettere energia. In questo caso, l'energia che immettiamo assume la forma della consapevolezza e dell'amore. D'altronde, nel processo inverso, quello che ha consentito alla malattia di manifestarsi, questa energia è stata trattenuta. Confrontati con qualcosa con cui non vogliamo avere a che fare, tratteniamo energia consapevole e lasciamo cadere questo qualcosa nella psiche e nel corpo.
Mi avvio verso la conclusione, e voglio fare una sintesi.
Che cosa è il sintomo? È un messaggio del corpo, un segnale che calamita attenzione, interesse ed energia e mette in discussione tutta la normale esistenza. Un sintomo esige osservazione, lo vogliamo o meno. Ma l'uomo non vuole disturbi, e quindi inizia ia battaglia contro ii sintomo. Ma un sintomo è l'espressione visibile di un processo invisibile.
L'unico approccio possibile è quello di renderlo superfluo. Il sintomo, infatti, serve per farci capire quello che ci manca, in modo da cercarlo, integrarlo e potere così guarire. Dunque l'espansione di coscienza è parte integrante della guarigione.
Vale la pena di sottolineare che la malattia non è un disturbo casuale, e quindi sgradito, che ci coglie per strada, anzi la malattia è la strada sulla quale l'uomo può incamminarsi verso la salvezza. Voglio leggere questa descrizione che Assagioli fa dell'uomo '' qualunque ''.
L'uomo comune, per la maggior parte del suo tempo, si può dire che si lascia vivere; egli prende la vita come viene, non si pone il problema del suo significato, del suo valore, dei suoi fini. Se poco evoluto, si occupa solo di appagare i propri desideri personali: di procurarsi i vari godimenti dei sensi, di diventare ricco, di soddisfare la propria ambizione. Se è d'animo più elevato, subordina le
proprie soddisfazioni personali all'adempimento dei vari doveri familiari e civili che gli sono stati inculcati, senza preoccuparsi di sapere su quali basi si fondino quei doveri, quale sia la loro vera gerarchia. Egli può anche dichiararsi religioso e credere in Dio, ma la sua religione è esteriore, convenzionale; si sente "a posto" quando ha obbedito alle prescrizioni formali della sua chiesa e partecipato ai vari rituali. Insomma, l'uomo normale crede implicitamente alla realtà assoluta della vita ordinaria, è attaccato tenacemente ai beni terreni, ai quali attribuisce un valore positivo: egli considera cosi in pratica la vita ordinaria fine a se stessa, ad anche se crede a un paradiso futuro, questa credenza è del tutto teorica e accademica, come appare dal fatto, spesso sconfessato con comica ingenuità, che desidera di andarvi ... il più tardi possibile.
Se questo uomo si ammalasse, forse avrebbe una chance di "guarire" dal suo male, utilizzando la sua malattia.
Per quanto questo sia difficile da comprendere se non siamo entrati nel nuovo paradigma, i messaggi che ci arrivano attraverso i disagi ... possono essere i nostri migliori amici. ln questo senso, se noi siamo poco sinceri, il corpo non mente mai.
In tale senso, puo essere molto utile fare prevenzione. Se abbiamo dei disagi a livello psichico, cerchiamo di evitare, ignorando i nostri disagi, che il blocco di energia li trasporti sul piano fisico.
Medicine alternative
La medicina tradizionale rinuncia alla ricerca del significato come la maggior parte dei rimedi naturali, in quanto entrambe si basano sulla stessa visione meccanicistica. Esse vanno contro i sintomi.
L'omeopatia, invece, si trova in una posizione diametralmente opposta. Essa non combatte il sintomo con il suo opposto, ma si allea con esso e lo sostiene, nel tentativo di introdurre nella vita del malato un principio mancante. L'informazione dei rimedi omeopatici non è più a livello fisico.
Anche i veleni come l'arsenico, sono svincolati dalla loro originaria tossicità, e le informazioni che portano hanno superato il piano materiale, a più bassa vibrazione, e agiscono a un livello superiore, come un vero e proprio farmaco: danno al paziente l'informazione che manca, e cosi lo avviano verso la guarigione.
Per questo l'approccio è identico, solo che le informazioni, i rimedi, arrivano con una informazione a livello spirituale. Perché, capire il significato di una malattia a livello mentale non è sufficiente.
Occorre davvero salire ancora, sino al livello spirituale. Riportando la problematica a questo livello, si trasforma il veleno in dono, e si può guarire. La manifestazione dell'ombra nella sintomatologia determina la sua illuminazione e la malattia si trasforma in cammino di autoconoscenza.
Al termine dell'esposizione, nel corso della quale l'oratrice ha in varie fasi colloquiato con i presenti, ha fatto seguito un dibattito con vari interventi, con richieste di precisazioni e con testimonianze portate dagli astanti. Ad essi la Dott.ssa Randazzo ha fornito ulteriori chiarimenti e delucidazioni.
Chiuso il dibattito il Prof. Valenti ha ringraziato la Dott. Randazzo per l'interessante argomento trattato ed a ricordo della serata Le ha offerto il testo '' Istoria di Trapani '' del Pugnatore ed una copia del libro '' Giuseppe Errante - pittore trapanese '' di cui è autore.
Sono seguite alcune comunicazioni in merito:
- al viaggio in Polonia previsto per il mese di maggio 2013
- alla riscossione delle quote associative per l'anno 2013
- all'Assemblea ordinaria dei Soci prevista nei locali dell'Associazione in 1^ convocazione venerdì 1° marzo 2013 alle ore 17.00 ed occorrendo in 2^convocazione sabato 2 marzo 2013 sempre alle ore 17.00.
La serata si è chiusa con l'arrivederci al prossimo incontro previsto per sabato 2 marzo 2013 nei locali dell'Associazione alle ore 18.00.