2013 - 04 - 27 : Arch. Eliana Mauro : La palazzina cinese
Sabato 27 aprile 2013 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni '' A. Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 si è svolto il settimanale incontro previsto dal programma del XXVII Corso di cultura.
Relatrice della serata l'Arch. Eliana Mauro che ha anticipato la sua partecipazione prevista per il 4 maggio p.v. ad oggi per indisponibilità dell'Arch. Giovanna Mirabella.
L'ospite, appositamente proveniente da Palermo dove a fine serata dovrà ritornare, è sta accolta dal Presidente e dai presenti con cordialità ed è la prima volta che partecipa all' attività culturale dell'Associazione ed ha aderito con piacere all'invito rivoltole.
L'Arch. Mauro opera attualmente presso la Sovrintendenza del mare, ha curato il restauro della Palazzina cinese, argomento che illustrerà nel corso della serata, ed è autrice di vari saggi, cataloghi e pubblicazioni.
Aperti i lavori, dopo una breve presentazione, il Prof. Valenti le ha ceduto la parola.
All'inizio della sua esposizione l'oratrice ha ringraziato l'Associazione per l'invito rivoltole ed i numerosi soci intervenuti alla serata.
si riporta di seguito un breve sunto liberamente tratto da quanto esposto nel corso della conferenza il cui svolgimento è stato accompagnato dalla proiezione di una serie di interessanti diaposite che per vari motivi l'Arch. Mauro non ha potuto concedere al fine di un loro inserimento in questo sito.
Alla fine del XVIII secolo Giuseppe Maria Lombardo aveva fatto edificare alle falde del Monte Pellegrino una costruzione in muratura alla cinese composta da un nucleo centrale sormontato da un tetto a pagoda e da due ali coperte pure loro da piccole pagode. Il prospetto e la recinzione avevano la caratteristica di essere ornato e di avere nella parte superiore tutta una serie di campanelline che cominciavano a tintinnare quando soffiava il vento.
La costruzione era composta da tre piani e presentava per i primi due di essi anche la caratteristica di una balconata esterna continua. Di essa di conserva una rappresentazione pittorica fatta da Pietro Martorana già prima del 1797.
Tale costruzione piacque subito a Ferdinando IV di Borbone quando si trasferì a Palermo durante l'occupazione francese e poichè essa era in vendita la volle acquistare anche con l'intendo di crearvi attorno un vasto territorio destinato alle cacce reali come già era stato nel territorio del napoletano ed a tale scopo molti nobili palermitani si dimostrarono contenti di fare omaggio al re di molti loro appezzamenti di terreno facendo così nascere di fatto il Parco della Favorita.
I lavori di ampliamento e trasformazione furono affidati all'architetto Giuseppe Marvuglia che creò due terrazze laterali in terza elevazione con strane colonne di sostegno con al centro una specola o stanza dei venti di forma ottagonale chiusa superiormente da una pagoda.
Nei lavori di trasformazione il Marguglia non solo riuscì a mantenere la caratteristica originale della costruzione ma ne esaltò anche la bizzarria originale manifestata dalla colorazione caratteristica dei prospetti esterni. Più elaborata ma ancora molto indovinata fu la rielaborazione dei locali interni che riuscì a trasformare quella che era un edificio di campagna caratterizzato dalla novità della cineseria in voga in Italia ed in Europa all'epoca della sua originaria costruzione in una residenza regale.
Al termine dei lavori la sruttura della palazzina era quella che attualmente essa manifesta.
Nel seminterrato fu realizzato il grande salone di ballo che risulta poi circondato da altri locali come la saletta dell'udienza, la camera del bigliardo, la camera del buffet, le cucine ed un disimpegno che portava con una scala di marmo al bagno del re in cui era stata posta una vasca in marmo incassata nel pavimento. Al locale principale si accedeva da una porta ubicata al centro di due rampe di scale esterne.
Nel piano rialzato si ritrova la grande sala delle udienze e dei ricevimenti su un lato della quale si apre la sala di pranzo in cui era posta la '' tavola matematica '' che oltre essere a saliscendi era anche dotata di quattro fori attaverso i quali dalla cucina salivano i piatti con le pietanze e vi ridiscendevano vuoti non piacendo al re mangiare alla presenza dei camerieri. Dal lato opposto si aveva l'appartamento reale composto da vari locali e con il letto disposto centralmente e sormontato da un baldacchino sorretto da otto colonne di marmo bianco.
Gli arredi erano di gran lusso con mobili e suppellettili di gran pregio fatte arrivare direttamente da Napoli.
Molto elaborata e diversa per le varie scne rappresentate da locale a locale era la decorazione pittorica realizzata da artisti noti e di talento come Giuseppe Velasco come pure molto preziose erano le tappezzerie e gli arazzi che ornavano le pareti.
Il secondo piano era destinato alla regina Maria Carolina; vi si trovavano la stanza da letto e un'altra serie di camere destinate alla sua permanenza ed affrescate in stile neoclassico e con figure che richiamavano i dipinti di Pompei. In essi la regina di dedicava alla pittura ed in una saletta sono conservati i quadri da essa realizzati ed ispirati ai membri della famiglia reale.
Come sopra acccennato tutte le pareti sia interne che sterne erano ricoperte da pitture realizzate da artisti molto noti del tempo: Velasco, V. Riolo, V. Gallo, E. Interguglielmi, R. Gioia.
Con la caduta dei Borboni, la villa e le relative proprietà passarono prima ai possedimenti della Corona, successivamente al Demanio dello Stato ed infine utilizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Nel 1935 il complesso venne trsferito all'Amministrazione comunale di Palermo su sua richiesta e nello stesso anno la Cappella reale e le dipendenze furono utilizzate per crearvi il Museo Etnografico Pitrè che costituito nel 1909 dallo stesso mette in mostra reperti originari da varie parti dell'Isola che raccontano gli usi, i costumi l'arte ed il lavoro dellaSicilia nel periodo compreso fra 'l'800 ed il '900.
Nel il Museo è anche custodita una biblioteca i cui volumi sono la testimonienza del folklore e dell'antropologia siciliana.
Oggi, interamente restaurata grazie ai fondi resi disponibili dalla Regione e dalla Comunità Europea la palazzina è visitabile e mostra in tutto il suo splendore quanto in essa contenuto riportato in larga parte allo stato originale.
La relazione dell'Arch. Mauro è stata accompagnata dalla proiezione di numerose diapositive che mettevano in evidenza lo stato prima e dopo il restauro e la evidente diversità fra le due condizioni.
Ha concuso quindi invitando l'Associazione a voler effettuare una visita particolareggiata della stezza promettendo anche di far da guida al gruppo che vi si dovesse recare nel corso di una escursione a Palermo.
La chiusura della particolareggiata ed interessante esposizione è stata seguita da un partecipato dibattito a cui hanno partecipato molti dei presenti. Ad essi la relatrice ha fornito ulteriori dettagli e fatto molte precisazioni.
Concluso il dibattito, il Prof. Valenti ha ringraziato l'Arch. Mauro per il particolare e dettagliato tema trattato e per l'invito rivolto all'Associazione promettendo che non andrà perduto ed a ricordo della serata le ha fatto omaggio del testo '' Istoria di Trapani '' del Pugnatore di recente pubblicato a cura di S. Costanza.
La serata si è chiusa con l'arrivederci a sabato 11 maggio 2013 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro in programma.