2013 - 06 - 15 : Prof. Salvatore Vecchio - 'Conversazione in Sicilia' di Elio Vittorini

Sabato 15 giugno 2013 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni '' A. Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci si è svolto l'ultimo incontro previsto dalla prima parte del programma delle attività per l'anno 2013.
L'ospite della serata, il Prof. Vecchio Salvatore, è stato accolto dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti e dai presenti che gli hanno manifestato la loro stima ed apprezzamento avendo più volte negli anni pecedenti egli partecipato agli incontri previsti dai Corsi di cultura. 

La serata si è aperta con alcuni avvisi della Presidenza riguardanti:
- la visita, fuori programma, al Museo Pepoli dove è in corso la mostra ''  I grandi capolavori del Corallo - I coralli di Trapani del XVII e XVIII secolo '' che resterà improrogabilmente aperta fino al 30 giugno 2013. 
Con la comunicazione i soci sono sta
ti invitati a partecipare alla suddetta attività che avrà inizio con l'incontro previsto alle ore 09.00  nella zona antistante l'ingresso al Museo sito in Trapani via A. Pepoli 180.
La visita ed il percorso museale saranno gentilmente accompagnati dalle illustrazioni e spiegazioni della Dott.ssa Daniela Scandariato facente parte della Segreteria organizzativa;
- l'organizzazione della serata conclusiva della prima parte del programma delle attività per l'anno 2013 con la '' Sagra del cabucio '' che si terrà alle ore 19.00 presso la pizzera '' L'ancora '' di Lido Valderice.

Esaurite tali formalità iniziali il Prof. Valenti ha presentato ai presenti l'oratore, che come detto prima, è da considerarsi un personaggio già noto ai soci.

Il Prof. Vecchio, compagno di studi del Presidente, è stato docente di Materie letterarie nel Liceo Scientifico di Marsala città dove ancora vive e risiede. Direttore della rivista '' Spiragli '' è autore di vari scritti e saggi ed ha particolarmente fatto degli studi sugli autori di origine siciliana.
In tale filone, seguito nel corso degli ultimi incontri da lui tenuti, viene inserito pertanto, ed a ragione, Elio Vittorini con il suo noto '' Conversazioni in Sicilia ''.

Avuta la parola il Prof. Vecchio ha ringraziato la Presidenza per averlo ancora una volta inserito nel programma delle attività dell'anno 2013 ed è entrato nel tema della serata.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto detto dal relatore nel corso dell'incontro.
La prima parte del tema della serara è stata dal Prof. Vecchio dedicata alla biografia del Vittorini ed alle opere dallo stesso scritte e pubblicate
nel corso della sua esistenza.
Nella seconda parte si è invece intrattenuto sulla tematica e sulla struttura dell'opera oggetto del tema non tralasciando di leggerne alcuni dei brani più significativi.


Nato a Siracusa nel 1908, fin da ragazzo seguì la famiglia nei suoi spostamenti a causa del lavoro di ferroviere del padre avendo così modo di conoscere tanti luoghi ed esaltare la voglia di viaggiare già insita nel suo carattere. Dopo aver frequentato la scuola di base in ragioneria ed essese scappato di casa ben quattro volte, nel 1924 abbandonò la Sicilia per andare a lavorare in Venezia Giulia come contabile e successivamente, nel 1930, si trasferì a Firenze dove lavorò come correttore di bozze che fu costretto ad abbandonare a causa di una intossicazione da piombo l'anno successivo.
Nel frattempo però aveva cominciato a scrivere articoli e pezzi narrativi che inviava a varie riviste e case editrici.  

Nel 1936, quando scoppiò il conflitto in Spagna, pensò di giungere i repubblicani spagnoli e la pubblicazione di un suo articolo in cui spronava i fascisti italiani ad appoggiare i repubblicani gli valse l'espulsione dal partito fascista.
Nel 1939 si trasferì a Milano per dirigere la collana '' La Corona '' per l'incarico ricevuto dalla Bompiani e curò anche una antologia dedicata agli scrittori americani che venne pubblicata fortemente censurata dal regime fascista nel 1942.

Nel 1942 si avvicinò al Partito comunistapartecipò attivamente alla lotta partigiana. Nel 1945 diresse per un certo periodo l'edizione milanese dell'Unità e fondò la rivista '' Politecnico '' che terminò le sue pubblicazioni nel 1947.
Nel 1951 fu chiamato da Einaudi a dirigere la collana '' I gettoni '' pubblicando soprattutto oper di giovani scrittori, ma rifiutando '' Il gattopardo '' di Giuseppe Tommasi di  Lampedusa.

Dal 1952 al 1955 continuò a lavorare a diversi suoi lavori e nel 1959 fondò la rivista '' Il menabò '' edita da Einaudi che diresse insieme ad Italo Calvino.
Nel 1960 diresse la collana '' La Medusa ''  per Mondadori e successivamente anche la collana '' Nuovi scrittori stranieri ''.

Negli ultimi anni della sua vita fu ancora consulente di Einaudi e nell'estate del 1966 morì a Milano per una recidiva più aggressiva di cancro allo stomaco manifestatasi di n
uovo nell'estate del 1965 e per il quale era stato operato nel 1963.

Si riporta di seguito un elenco cronologico dei suoi romanzi e racconti che il Prof. Vecchio ha via via menzionato nel corso della prima parte della sua conversazione:
- Piccola borghesia, Firenze, Edizioe di Solaria, 1931
- Nei morlacchi; Viaggio in Sardegna, Firenze, Fratelli Parenti, 1936
- Nome e lagrime, Firenze, Fratelli Parenti, 1941
- Conversazione in Sicilia, Milano, Bompiani, 1941
- Uomini e no, Milano, Bompiani, 
1945
- Il Sempione strizza l'occhio al Frejus, Milano, Bompiani, 1946
- Il garofano rosso, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1948
- Le donne di Messina, Milano, Bompiani, 1949
- Sardegna come un'infanzia, Milano, Mondadori, 1952
- Erica ed i suoi fratelli; La garibaldina, Milano, Bompiani, 1956
- Le città del mondo, Torino, Einaudi, 1967.

'' Conversazione in Sicilia '' è un romanzo pubblicato inizialmente a puntate negli anni 1938/39 sulla rivista '' Letteratura '', successivamente in un solo volume intitolato '' Nome e lagrime '' per le edizioni Parenti e da Bompiani, con il suo titolo attuale, nel 1941.
Si presenta come il ritorno di un uomo, la cui identità come dice l'autore non è la sua e quindi non è autobiografico,  nella sua terra natia ed è stata scelta la Sicilia perchè tale nome suonava meglia di quello di un'altra qualsiasi località.
E' composto da 5 parti più un epilogo per complessivi 49 capitoli.

Parte prima: Il protagonista è Silvestro Ferrauto, tipografo ed intellettuale, che vive  a Milano da 15 anni . I suoi genitori sono Costantino ( ferroviere ) e Concezione da lui lasciati quando aveva 15 anni per andare a lavorare nel Nord dell'Italia. In occasione della ricezione di una lettera del padre che gli comunica di aver lasciato la madre per andare a vivere con un'altra donna, decide di prendere il treno e ritornare al paese senza avvisare nessuno ed in coincidenza dell'onomastico della madre.
E' durante il viaggio che incontra alcune persone che lo colpiscono in modo particolare. Sul traghetto per Messina incontra un siciliano con una moglie bambina che gli offre delle arance scambiandolo per americano, sul treno per Siracusa incontra un uomo in cerca di doveri più importanti ( Gran Lombardo ),  un vecchio, un catanese ed un ragazzo malato di malaria e due poliziotti ( Senza baffi e Con Baffi ) che a causa del loro mestiere sono disprezzati dagli altri occupanti siciliani del vagone.

Parte seconda: Sceso a Siracusa Senza baffi, il viaggio del protagonista prosegue su una ferrovia secondaria e dopo una sosta a Vizzini per dormire finalmente arriva al paese della madre e dopo aver trovato dove abita con i ricordi della memoria pranza con lei i due intraprendono una discussione che verte ripetutamente sulla vita nelle case cantoniere delle ferrovie. La madre la ricorda come una vita piena di stenti e di miseria, Silvestro come un passato felice.
Il pranzo è formato da una sola aringa e nel suo corso i due continuano a discutere anche su vari altri argomenti: il marito colpevole di averla  tradita e lasciata, il proprio padre che Concezione teneva molto in considerazione e che Silvestro paragona al Gran Lombardo perchè in cerca di qualcosa in più  ed infine dell'unico tradimento compiuto dalla madre stessa con un soldato fuggito nel corso della 1^ guerra mondiale.

Parte terza: Dopo che il marito Costantino l'ha lasciata, Concezione si arrabatta facendo iniziezioni ai malati del paese che ne hanno di bisogno e che vivono nell'indigenza più assoluta. Accompagnando la madre Silvestro ha così modo di visitare le case simili a grotte in cui i malati vivono ma non riesce mai a vedere i loro volti a causa dell'oscurità all'interno di esse e tuttavia viene circondato di attenzione dai loro abitanti. Nel corso del loro itinerario c'è anche la visita ad una ricca vedova, ma prima di andare a trovare una giovane, Silvestro lascia la madre per girovagare per il paese da solo e per conto proprio.

Parte quarta: Nel suo girovagare incontra i personaggi dell'ultima parte; l'arrotino Calogero cui Silvestro affida il suo temperino per affilarlo e che si lamenta che nessuno ha più coltelli da affilare. Successivamente Calogero gli fa conoscere Ezechiele che gli racconta come il mondo sia '' offeso ''; il trio poi va dal venditore di stoffe ( panniere ) Porfirio ed infintutti insieme vanno alla bottega di Colombo dove bevono alcuni bicchieri di vino.
Parte quinta ed epilogo: Lasciati i compagni, si reca in via Belle Signore e lì incontra un soldato che rimanendo nell'ombra non si fa riconoscere. Nel corso della discussione il militare gli dice che si ricorda di quanto era piccolo e giocava con il fratello Silvestro, ma prima di scomparire gli dice ancora di trovarsi da trenta giorni su un campo di battaglia coperto di neve.
La mattina successiva la madre gli dice che la sera prima si era ritirato tardi ed anche ubbriaco.
Nel frattempo arriva una lettera che comunicava la morte in guerra del fratello Liborio; i due discutono sulla gioia che una madre dovrebbe provare per la morte in battaglia di un figlio che ha dato la vita per la Patria e successivamente le annuncia che in giornata sarebbe ripartito.
Successivammente esce di casa e fermandosi davanti al monumento ai caduti si mette a piangere circondato dalle persone che ha incontrato nel suo viaggio.Tornato a casa trova la madre intanta a lavare i piedi ad una persona che si rivela al protagonista come il padre. Accortosi che arrivata l'ora di partire esce dalla casa ignorando la sua presenza senza salutarlo.

Finita la prima parte della conversazione, il Prof. Vecchio si è, nella parte finale, intrattenuto su alcuni aspetti particolari del romanzo .

L'opera può essere letta con due chiavi diverse: una è quella del sogno, anche utilizzata da altri autori, che mette in evidenza la mancanza di un filo che leghi i vari incontri di Silvestro e spiegherebbe il tono particolare della narrazione  ed il ritorno nel finale di tutti i personaggi incontrati nel corso del viaggio dopo il dialogo con il fantasma del fratello morto in guerra; l'altra legge l'opera in chiave simbolica perchè per aggirare la censura fascista il suo antifascismo è mascherato dietro i dialoghi tenuti dai personaggi che vanno al di là di quanto essi dicano.In tale quindi l'arrotino impersona il rivoluzionario che cerca di spronare il popolo che però non reagisce di fronte alle violenze, Ezechiele sta per la filosofia consolatyoria che implora pietà per il mondo offeso, Porfirio, il venditore di stoffe, è la cultura cattolica che alle offese fatte dalle forbici propugna l'azione d
ell'acqua viva. I tre quindi rappresentano gli sforzi di chi tea di opporsi al regime sotto lo sguardo induifferente della comunità. Colombo rappresenta l'intellettuale del regime.
Anche Con baffi e Senza baffi rappresentano il perbenismo borghese di chi si disinteressa della povertà dilagante.
Gli umili ed i poveri non sono solamente quelli siciliani, analizzati dai veristi, ma tutti gli esseri prevaricati di ogni tempo e luogo.

In relazione al tema del romanzo invece il viaggio è un pretesto per portare avanti le idee dell'autore che sono espresse dalle voci dei personaggi e da quanto essi dicono. Nel corso di un viaggio si possono acquisire non solo nuove sensazioni, ma si ha anche la possibilità di recuperare la propria identità.

La tecnica utilizzata nell'esposizione è molto suggestiva perchè crea talvolta un sensazione di mistero e di indeterminazione che accompagna le varie scene narrate. Molte volte l'azione si ferma rispetto alla narrazione come succede nei lunghissimi dialoghi nel corso dei quali i personaggi ripetono le stesse frasi e ciò avviene quando l'autore ha la necessità di ribadire ripetutamente la stessa idea o lo stesso concetto.
La conclusione della relazione è stata seguita da un breve dibattito a cui hanno con interesse partecipato molti dei presenti ed ai quali l'oratore ha fornito ulteriori chiarimenti sul pensiero e l'opera del Vittorini.

Al suo termine, il Prof. Valenti invitandolo a voler preparare un altro argomento per il programma dell'anno di Cultura del 2014, lo ha ringraziato ed a ricordo della serata gli ha fatto omaggio del testo '' Istoria di Trapani '' del Pugnatore di recente ristampato a cura di S. Costanza.

La serata si è chiusa con l'arrivederci a domenica mattina alle ore 09.00 all'ingresso del Museo Pepoli per la visita alla Mostra ivi realizzata sui coralli trapanesi e nella stessa serata a Lido Valderice alle ore 19.00 nei locali della pizzeria '' L'ancora '' per la '' Sagra del Cabucio '' a conclusione della prima parte del programma per l'anno 2013.. 








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