2013 - 12 - 07 : Prof.ssa Anna Maria La Via - Femminicidio: una parola nuova per un fenomeno antico

Sabato 7 dicembre 2013 alle ore 18.25 nella sala delle riunioni '' A. Buscaino '' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sia in Trapani via Vespri 32 si è tenuto il tradizionale incontro previsto dal programma del XXVII Corso di cultura relativo all'anno che sta volgendo al termine.
Relatrice della serata la socia Prof.ssa Anna Maria La Via ben nota ai soci per la sua assidua frequenza ai settimanali incontri dell'Associazione.
Docente di lettere e Dirigente scolastico essa è stata accolta e presentata ai presenti in sala, fra i quali prevalevano in modo significativo le donne, dalla Dott.ssa Silvia Casciano, membro del Direttivo, per la contemporanea assenza del Presidente, Salvatore Valenti, e della Vicepresidente Prof.ssa Rosalba Musumeci, e dopo un breve intervento le ha ceduto la parola.  

L' oratrice, dopo aver ringraziato i soci intervenuti e l'Associazione stessa per averla voluta invitare a tenere l'incontro della serata è entrata in argomento.

Per gentile concessione della stessa si riporta di seguito ed integralmente il testo della conferenza che la Prof.ssa La Via ha voluto rendere disponibile per il suo riporto sul sito dell'Associazione.

‘’ Femminicidio: una parola nuova per un fenomeno antico  ‘’                                   

E’ un vocabolo nuovo, figura solo da poco tempo nei dizionari importanti.
Questo termine non ha un’origine latina, viene coniato all’inizio dell’800 in Inghilterra per indicare l’uccisione di una donna.
La definizione più articolata è stata data da un’antropologa messicana, la quale indicò il femminicidio come la forma estrema di violenza contro le donne prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato attraverso varie condotte misogene che comportano l’infinità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dello Stato e che ponendo la donna in una situazione indifesa  e di rischio, possono culminare  con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa.
Quindi per femminicidio si deve intendere non già la mera uccisione di una donna per motivi afferenti alla discriminazione di genere, ma una persecuzione che sfocia nella eliminazione fisica o anche soltanto morale della vittima.
Dati nazionali e ONU convergono sul fatto che il femminicidio  non è correlabile al censo, all’età ed alla posizione socio-culturale dell’aggressore, in quanto fenomeno trasversale a tutto il genere maschile.
Com’è noto gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere, ma il caso ha voluto che ci si incontrasse nel pianeta Terra.
In Italia si uccidono meno donne rispetto al resto dell’Europa e agli altri Paesi sviluppati.
il paese dove le donne sono più a rischio è il Sud-est asiatico, dove più della metà ( 58,8 %  ) degli omicidi avviene per mano dei partner. A seguire ci sono, Paesi ad elevato reddito, tra i quali è presente anche l’Italia ( 41,2 % ) le Americhe ( 40,5 % ) e l’Africa ( 40,1 % ).
Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno in Italia nel 2011 le donne uccise sono state 160, di cui 84 per mano del partner o expartner, mentre nel 2012 il numero delle vittime è stato di 124, il 93 % però resta ancora nel sommerso.   
Il Parlamento italiano ha aperto il dibattito per recepire nel nostro ordinamento la ‘’ Convenzione del Consiglio d’Europa ‘’ sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica dell’11 maggio 2011 di Istambul.
Tale Convenzione è composta da 81 articoli divisi in 12 capitoli.
Per violenza nei confronti delle donne s’intende una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza che provocano danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, compresa la privazione arbitraria della libertà nella via pubblica e privata.
Tale Trattato è stato  sottoscritto dal nostro Paese nel settembre 2012 e martedì 28 maggio è stato discusso ed approvato dalla Camera dei deputati  il disegno di legge.
Il pacchetto immediatamente attuativo, ha 12 articoli e tre obiettivi: 1) prevenite la violenza di genere, 2) punirla in modo certo, 3) proteggere le vittime.
Su questi obiettivi che recepiscono la Convenzione di Istambul , si sono organizzati una serie di norme che hanno  lo scopo di intervenire tempestivamente, prima che il reato venga commesso, punire il colpevole ed agire perché la catena persecutoria non arrivi all’omicidio.
E’ aumentata di 1/3 la pena se alla violenza assiste un minore di 18 anni e se la donna è incinta. 
Nell’ambito di questo sistema c’è una vicenda delicatissima legata alle molestie tra ragazzi attraverso internet.
E’ un fenomeno crescente e non facilmente arginabile che spesso spinge al suicidio le giovani vittime di tali ‘’ persecuzioni virtuali ‘’.
In caso di frequenti e reiterate violenze in ambito domestico, le forze di polizia possono allontanare da casa il coniuge violento.
A questi tipi di reato i tribunali dovranno dare una corsia preferenziale ed è previsto il patrocinio gratuito della vittima, a prescindere dal reddito.
Il Senato ha approvato a tempo di record, in una mattinata ( 11 ottobre 2013 ) il provvedimento varato dal Governo  alla vigilia della scadenza con il voto favorevole di Pdl, Pd e Scelta civica, mentre M5S, Lega e Sel non hanno partecipato alla votazione: a Palazzo Madama l’astensione infatti vale come voto contrario.
Viva la soddisfazione per il voto del Parlamento di Enrico Letta e dei principali partiti della sua maggioranza di governo.
E’ stato un giorno davvero importante ha sostenuto il Presidente del Consiglio.
Grande soddisfazione venne espressa pure da Angelino Alfano che ha sottolineato che da oggi le vittime di violenza non sono più sole perché tutelate attraverso il rafforzamento degli stumenti sanzionatori, l’inasprimento delle pene e la tutela processuale delle vittime.
Meno entusiastico, ma comunque positivo, il commento di Epifani che ha sostenuto che la legge è un buon punto di partenza.
Infatti, l’uso del braccialetto elettronico è diventato legge, come l’aggravante a suo carico del legame familiare con la vittima.
Chi sente o sa di una violenza in corso può telefonare alla polizia e dare il proprio nome perché lo Stato garantisce l’anonimato.
Il fenomeno delittuoso si rappresenta facendo ricorso all’etimo ‘’ FEMMINA ‘’ e non a quello di donna.
I termini FEMMINA  e FEMMINICIDIO sono riduttivi rispetto a quello di donna e donnicidio.
Donna è una parola che esprime valori morali o sociali e deriva dal latino ‘’ DOMINA ‘’ , signora, padrona, signora della casa.
Oggi il termine donna quando precede un nome, ha un significato quasi nobiliare e si premette anche ai nomi delle consorti delle persone che nello Stato occupano posti apicali.
Femmina e femminicidio sono emblematici della situazione di inferiorità in cui la donna da sempre versa nei confronti dell’uomo.
Ad esempio ‘’ OMICIDIO ‘’ significa assassinio di un uomo e parola ha il suo etimo nel termine latino homo.
L’assassinio di una donna nella coscienza sociale dell’epoca, si riferisce ad un illecito penale di minore gravità.
Il rilievo terminologico è tanto vero che fino al 1981 in Italia esisteva il cosiddetto ‘’ delitto d’onore ‘’  previsto dall’art. 587 del codice penale.
La norma puniva con pena attenuata l’uomo che uccideva la moglie, la figlia o la sorella, sorprese mentre consumavano un illegittimo rapporto sessuale o quando l’uomo scopriva una relazione amorosa.
Poi c’era il matrimonio riparatore, infatti, il delitto di violenza carnale non era punito se il violentatore e la vittima si sposavano.
Insomma vigeva la legge della giungla!
Queste norme sono state commentate da un grande penalista con queste parole: ‘’ Hanno messo l’onore in mezzo alle gambe delle donne ! ‘’.
Nel diritto romano arcaico solo gli uomini, in quanto forniti di testicoli, potevano affermare in Tribunale che le circostanze oggetto della controversia erano vere.
Le donne poiché erano dotate di ovaie non potevano deporre in giudizio.
Fin dalla legge delle 12 tavole ( la prima legge romana ) scritta, si presumeva che le donne fossero incapaci di dire la verità; si presumeva che per la loro ‘’ LEVITAS ANIMI ( leggerezza d’animo ) ‘’ fossero per natura propense all’errore ed al mendacio.
Questa incapacità è durata secoli.
I mezzi di comunicazione, in questi ultimi tempi, ricorrono ad oscure parole straniere per riferire avvenimenti delittuosi  o scabrosi di natura sessuale.
Ad esempio ‘’ STALKING ‘’, un termine che indica il cacciatore che fa la posta, che bracca la preda per catturarla o ucciderla.
Concettualmente la condotta dello STALKER è una persecuzione contro le donne.
Tuttavia non mancano episodi delittuosi di segno contrario. Qualche tempo fa la stampa riportò la notizia che una giovane donna di 30 anni perseguitava per motivi erotici il suo capo ufficio cinquantenne.
In ogni caso la condotta persecutoria produce patemi d’animo nella vittima, sia donna, sia uomo talvolta insopportabili.
Le stesse considerazioni valgono per le parole GOSSIP ed ESCORT.
Il primo è più che un pettegolezzo che maschera  squallide realtà, il secondo non designa un’accompagnatrice qualunque, ma  una accompagnatrice particolare perché svolge compiti personali ed intimi.
Occorre evidenziare le ragioni per le quali il mondo è maschilista.
L’uomo dispone di una maggiore forza fisica cosa che gli ha consentito di dominare con violenza nella società primitiva, di occupare posti apicali di vertice nelle società civili.
I fattori che governano la società sono la forza e l’intelligenza.
Oggi l’intelligenza ha un’influenza maggiore rispetto al passato ma spesso è posta al servizio della forza.
Oltre alla forza fisica i fattori condizionanti delle condotte verso le donne sono di natura economica e sociale.
Vince chi è più forte socialmente ed economicamente.
Oggi le donne sono presenti in diversi settori della vita civile, hanno maggiori possibilità economiche e sociali e nelle competizioni con l’uomo non è raro che riescano a prevalere.
Sono inserite nella politica, nelle università, nelle attività scientifiche, nell’avvocatura, nella medicina, nella magistratura e nell’imprenditoria.
Nel mondo occidentale, da tempo, è stata sancita la parità giuridica tra uomo e donna, spesso però non c’è una effettiva uguaglianza tra i due sessi ed è per questo che è stato istituito il Ministero delle pari opportunità.
Nel passato le cose andavano peggio per le donne, ma come si è difeso il gentil sesso dalla ingiustizia e dalla ferocia dell’uomo?
La donna si è difesa con la bellezza, col fascino, col garbo, con l’astuzia, con l’amore e la dedizione alla famiglia dove svolge un ruolo essenziale.
E’ la famiglia che costituisce il nucleo fondamentale della società civile, infatti è tutelata dalla Costituzione italiana.
Della debolezza la donna ha fatto un’arma politica molto efficace, prova ne sia l’influenza che ebbe Cleopatra su Antonio.
La bellissima regina d’Egitto col suo fascino e la sua astuzia politica riuscì a dividere lo stato romano.
Un altro esempio è la Contessa di Castiglione. Cavour diede in pasto la bella e spregiudicata nipote a Napoleone III e la contessa nel talamo ha dato un contributo fondamentale alla formazione dell’Unità d’Italia.
Nella preistoria le donne non avevano alcuna influenza, nel mondo greco lo stesso, nel mondo romano le cose andavano un po’ meglio.
C’erano le matrone che godevano considerazione sociale ma avevano limitata capacità giuridica.
Non godevano  dell’elettorato attivo, né di quello passivo, non potevano votare, né essere votate, non potevano ricoprire cariche politiche elettive come quelle di senatore, censore e console.
In Italia l’incapacità politica delle donne è durata fino al 1946.
Nel Medioevo non potevano essere investite della Titolarità del feudo, non potevano testimoniare, ereditare ed erano perseguite dagli uomini e dai pubblici poteri.
Si ricorreva a false accusa di eresia o stregoneria e si dava la caccia alle donne sospettate di professare questa arte malefica.
Nei confronti degli uomini si ricorreva alla parola mago che significava re–sacerdote ed il diavolo non veniva coinvolto.   
Ma se gli uomini e le donne erano eretici, la pena era la stessa: venivano arsi vivi.
E’ la fine fatta  da Giordano Bruno, mentre le donne streghe erano mandate sul rogo come Giovanna d’Arco, che salvò la sua patria dalla dominazione inglese nella guerra dei Cento Anni ( sec. XV ) e dopo molto tempo fu fatta santa!
Quindi la società medioevale era maschilista ed alle donne non era riconosciuto alcun diritto.
Gli uomini supponevano, istigati dal clero, che le donne detenessero i segreti della vita e della morte, per cui avendone paura le perseguitavano, soprattutto le fattucchiere!
Queste non avevano legami familiari, ostentavano indipendenza, professavano libertà sessuale, esercitavano le professioni di levatrice, cuoca, curavano le malattie con le erbe del proprio giardino e poiché mancavano i medici, erano i medici di famiglia del tempo.
Il ruolo sociale che svolgevano e la loro influenza erano positivi e per questo venivano perseguitate specialmente dal potere ecclesiastico.
Anche il potere civile ed i privati cittadini non le vedevano di buon occhio perché la loro condotta turbava l’ordine tradizionale delle famiglie.
Da qui la persecuzione; era meglio farle morire e perché la punizione servisse d’ammonimento le mettevano arse vive nel rogo.
Se questa era la realtà più diffusa, negli strati più elevati i sentimenti erano diversi; i poeti dello Sti nuovo idealizzavano le donne, importanti sono i versi di Dante!
Le persecuzioni non sono finite neppure nell’età Contemporanea, infatti nel secolo scorso durante la guerra di Bosnia è stato accertato lo stupro etnico, dove sono rimaste vittime circa 20000 donne mussulmane.
Le persecuzioni sono quindi continuate e continuano ancora tra gli africani e gli arabi; oggi avvengono anche per mezzo web e sono molto insidiose.  
In conclusione il femminicidio viene dalla notte dei  tempi ed è un fenomeno che ha attraversato tutta la storia dell’umanità ed ha profonde radici naturali e storiche.
E’ però vero che l’uomo dal punto di vista religioso e filosofico ha attribuito all’essere femminile un compito di mediazione tra l’umano ed il divino e ciò perché la donna crea la vita, funzione meravigliosa ed insostituibile.
Nei culti pagani l’uomo ha sempre riconosciuto la dea maternità e nel culto cristiano la Madonna, mentre l’arte ha idealizzato la donna.
Insomma il ruolo sociale al quale l’uomo ha relegato la donna è stato secondario anche se recenti studi hanno affermato che le donne sono più intelligenti degli uomini.
Il doveroso e bellissimo rapporto fra uomo e donna è stato messo a fuoco in modo sublime da W. Shakespeare:  ‘’ La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non ndai piedi per essere calpestata, né dalla testa per essere superiore all’uomo, ma un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata! ‘’.
Le donne devono essere amate e non uccise. Questo è il messaggio del poeta.
Proprio la nostra città è stata colpita da un femminicidio, la morte di Maria Anastasi per mano del marito e della sua amante.
Non dobbiamo dimenticare che ogni giorno nel silenzio delle mura domestiche, si consumano femminicidi ‘’ nascosti ‘’ in cui la vittima apparentemente sopravvive ma resta segnata nel profondo, ed è la violenza dell’indifferenza che uccide più di una arma.
A tal proposito il grande Jacques Prevert, poeta e sceneggiatore francese ( 1900 – 1977 ) ci ha tramandato una poesia più parlata che scritta che per quanto in essa detto sembra essere congeniale al tema della serata e significativa per gli esseri umani uomini o donne che essi siano. Una poesia ricca di ritmi interni, di giochi di parole e di diverse situazioni psicologiche.

Di seguito si riporta sia il testo originale letto in francese dalla relatrice sia una traduzione in lingua italiana fatta dalla stessa.                                                                          

Dejeuner du matin

Colazione del mattino

Il a mis le cafè
Dans la tasse
Il a mis le lait 
Dans la tasse du cafè 
Il a mis le sucre 
Dans le cafè au lait 
Avec la petite cuiller 
Il a turnè   
Il a bu le cafè au lait 
Et il a reposè la tasse
Sans me parler  
Il a allumè  
Une cigarette 
Il a fait des ronds
Avec  la fumèe    
Il a mis les cendres 
Dans le cendrier
Sans me parler   
Sans me regarder 
Il s’est levè  
Il a mis   
Son chapeau su sa tete 
Il a mis  
Son manteau de pluie  
Parce qu’il pleuvait 
Et il est parti  
Sous la pluie 
Sans une parole 
Sans me regarder
Et moi j’ai pris
Ma tete dans ma main
Et j’ai pleurè.  

Egli ha messo il caffè
Nella tazza
Egli ha messo il latte
Nella tazza del caffè
Egli ha messo lo zucchero
Nel caffè e latte
Con il piccolo cucchiaino
Lo ha girato
Egli ha bevuto il caffèlatte
E ha posato la tazza
Senza parlarmi
Egli ha acceso
Una sigaretta
Egli ha fatto dei cerchi
Con il fumo
Egli ha messo le ceneri
Nel posacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
Egli si è alzato
Egli ha messo
il suo cappello sulla sua testa
Egli ha messo
Il suo impermeabile
Perché pioveva
Egli è uscito
Sotto la pioggia
Senza una parola
Senza guardarmi
E io ho preso
La mia testa nella mia mano
Ed ho pianto.

 
La conclusione della relazione è stata seguita da un interessante e sentito dibattito al quale hanno attivamente partecipato molti dei presenti in sala, sia uomini che donne, che hanno espresso le proprie idee e convinzioni risultate non sempre in linea con quanto riferito dalla relatrice. 

Dalla discussione comunque è emerso che in ogni caso uomini e donne sono fra di loro complementari ed entrambi sono essenziali nella procreazione e nella trasmissione della vita anche se ognuno nella società ha un proprio ruolo ben defininito dalle leggi della natura e nessuno di essi può a causa delle sue caratteristiche prevaricare l'altro.

Chiuso il dibattito, la Dott.ssa Casciano a ricordo della serata ed a nome dell'Associazione ha offerto alla Prof.ssa La Via il testo '' Istoria di Trapani '' del Pugnatore di recente ripubblicato a cura del Prof. S. Costanza.

La serata si è chiusa con l'arrivederci a venerdì 13 dicembre 2013 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro in calendario cui farà seguito, come da tradizione, la '' Sagra della cuccia '' in ricorrenza della giornata in cui si festeggia Santa Lucia.

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