2014 - 02 - 15: Dott. Giuseppe Di Marco e Dott. Giuseppe Passalacqua - '' Lucio e l'acqua '' - Romanzo di Franco Di Marco

Sabato 15 febbraio 2014 alle ore 18.25 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, che ospita nel contempo la Biblioteca intitolata di recente al Dott. Salvatore Sergio, si è svolto il tradizionale appuntamento settimanale previsto dal XXXVIII Corso di cultura per l'anno 2014.
Oltre ad un numeroso  gruppo di soci si è con piacere constatata la presenza di molti simpatizzanti, amici e conoscenti del compianto Dott. Franco Di Marco cui la serata è dedicata. 

Tema dell'incontro il romanzo '' Lucio e l'acqua '' dal Di Marco ( Custonaci 1932 - Erice 2003 ) scritto e rimasto inedito per cinquanta anni e solo nel 2013 pubblicato a cura del Comune di Custonaci a memoria e per rendere omaggio al concittadino che per quanto fatto è riuscito a trasmetere un importante messaggio di vita e di esperienza.  
 
Per comprendere la statura ed il pensiero del personaggio si riporta di seguito una breve sintesi della sua personalità e delle sue varie attività.
Franco Di Marco, laureato in Medicina a Palermo e specializzato in pediatria nel 1966, ha esercitato a Trapani come pediatra ed è stato Direttore dell'ospedale dei bambini '' Sieri Pepoli '' ma è stato anche, dopo la sua fondazione nel 1974,  docente presso la Libera Università di Trapani dal 1978 al 1983; è stato anche Consigliere di amministrazione fino al 1991.
E' stato fondatore e redattore della rivista Libera Università di Trapani e fra i fondatori dell'Antigruppo Siciliano ma non ha mai pubblicato i suoi scritti in un volume per cui essi sono sparsi in varie riviste ed antologie; ha collaborato anche con diversi periodici del Trapanese.   
Nel 1969 e nel 1970 con le novelle '' Lucio e l'acqua '' e '' Un mare d'oro '' vince il premio '' Medico scrittore  '' indetto dal Corriere della sera e pubblicate dalla rivista '' La Domenica del Corriere '' suscitando l'apprezzamento dei componenti della giuria di Abano fra i quali Dino Buzzati e Guglielmo Zucconi. Cospicua è la sua produzione letteraria che include anche traduzioni non solo dal siciliano all'italiano ma anche dal francese ( opere di Armand Monjo )  e dall'inglese di vari autori  fra i quali Robert Bly, Laura Boss e Nat Scammacca ( Pat in alcuni suoi racconti )).
Negli ultimi anni della sua vita si è dedicato anche allo studio del dialetto siciliano ed alla salvagusrdia culturale dell'isola. E' stato fondamentale il suo contributo nella pubblicazione del volume '' Lu codici di la santa nicissità '' di Berto Giambalvo ( racconti siciliani trascritti da Franco ) di cui è stata fatta una ristampa dell'edizione del 1990 a cura dell'Amministrazione Comunale di Castelvetrano - Selinunte.  

Il libro dal titolo, come già detto, '' Lucio e l'acqua '' con sottotitolo '' Storie di un siciliano inquieto '' riporta anche dei disegni originali di Domenico Li Muli.
Nel complesso è composto da:
-  una critica di Giacomo Pilati intitolata '' Prima di cominciare ''
- un prologo
- 36 racconti alcuni dei quali titolati ( pubblicati in diversi anni e date su Antigruppo e sul giornale Trapani Nuova )
- un epilogo
- una Postfazione di Francesco Bambina
- un intervento di Salvatore Valenti dal titolo '' Franco, cultore delle tradizioni popolari ''
- un glossario contenente '' Voci in uso nel Comune di Custonaci ''
- il racconto '' La nonna di Custonaci '' di Nino Spezia 
 
Relatore della serata previsto il Dott. Giuseppe Alestra che per motivi di salute non ha potuto essere presente e  che quindi con dispiacere ha fatto pervenire comunque i suoi saluti assicurando senz'altro la sua presenza in altra occasione. Lo stesso è stato compagno del Dott. Franco Di Marco al Liceo Ximenes di Trapani; è anche amico e relatore apprezzato dai soci dell'Associazione con cui collabora assiduamente da molti anni con interessanti relazioni su argomenti e temi diversi.
Lo hannno sostituito, anche se con breve preavviso, il Dott. Giuseppe Di Marco ed il Dott. Giuseppe Passalacqua che sono stati accolti dai presenti con cordialità non essendo nuovi alle attività dell'Associazione. Sono intervenuti, apportando un loro contributo, anche i Signori Salvatore Mugno e Marco Scalabrino. 
I lavori della serata, in assenza del Presidente e del Vice presidente, contemporaneamente fuori sede, sono stati aperti dalla Dott.ssa Silvia Casciano che dopo una breve presentazione ha ceduto la parola agli oratori.

Il Dott. Di Marco, intervenuto per primo, ha espresso la sua gratitudine all'Associazione per aver voluto ricordare e rendere omaggio al padre, Dottor Franco, dedicandogli la serata ed ha voluto estendere i suoi ringraziamenti a quanti hanno collaborato per la buona riuscita della serata considerato il breve tempo disponibile per la sua organizzazione tecnica.   
Quanto da lui riferito è stato accompagnato dalla proiezione di una serie di diapositive, che di seguito si riporta perchè gentilmente resa disponibile, nonchè di documenti originali relativi agli scritti del padre ed alle sue opere.
Numerosi sono stati i brani del libro di cui trattasi magistralmente interpretati dal Dott. Giuseppe Passalacqua che hanno riscosso al termine della loro lettura gli applausi dei presenti che si sono sentiti partecipi delle situazioni descritte con realismo e verve da Lucio Tosti, medico chirurgo convenzionato INAM e Inadel, protagonista dei racconti contenuti nel romanzo.  

Liberamente tratta, si riporta di seguito una breve sintesi della serata e di quanto detto e riferito nel suo corso.
Ci dispiace non poter riportare integralmente, ma solo per sintesi, i brani letti e gli interventi fatti nel corso della serata. 

Esauriti i preliminari, il Dott. Di Marco ha ricordato brevemente e con affetto il padre e gli eventi che hanno portato alla stampa del romanzo rimasto, come prima detto, nel cassetto per circa cinquanta anni dalla sua originale stesura dattilografica. L'idea nacque in occasione dell'evento '' Quinte in Piazza '' realizzato nel settembre 2011 dal Comune di Custonaci con lo scopo di ricordare il concittadino Dott. Di Marco scrittore e narratore di situazioni ed eventi che giornalmente si verificano.

Il Dott. Passalacqua ha quindi letto il brano '' La bella cortigiana '' dolce, ammaliante, struggente e accurata descrizione di un tratto di strada e del paessaggio da essa visibile mentre l'autore la percorreva andando verso Trapani. 
 
L'oratore ha poi mostrato la diapositiva del dattiloscritto originale dei vari racconti con su riportata la scritta '' Una croce targata TP '' o l'alternativo '' Fi uguale trentotto '' ed ancora la scritta di suo pugno annotata '' qualule dolci ma anche frustanti responsabilità di '' pnque altro migliore titolo che l'Editore volesse suggerire ''.  

E' seguito quindi un intervento di Salvatore Mugno che ne ha tracciato un breve profilo letterario e nel quale ha messo in evidenza come:
 

'' ......... i racconti, ricuciti in romanzo, sono la tangibile testimonianza del tormento e del travaglio vissuti dal Di Marco, prima di '' rassegnarsi '' al '' piccolo mondo '' trapanese, con le sue ragnatele sociali e professionali, con  le frustanti responsabilità di '' pater fsmilias ''. Egli visse per diversi anni col desiderio ardente di evadere dal milieu indigeno e di tentare altre strade, un'altra vita, un altro destino; e, poi, molti ne visse con la consapevolezza  di avere rinunciato ai '' sogni di gloria '', pur continuando ad essere efficamente e brillantemente presente nel contesto letterario e culturale siciliano e non solo siciliano, ma ormai nei panni di un gregario. Un magnifico, generoso, autorevole gregario nei confroni dello scrittore siculo-americano Nat Scammacca e dell'Antigruppo siciliano di cui Di Marco era stato uno dei fondatori. ......''

Il relatore ha quindi continuato leggendo alcuni tratti della prefazione al libro scritta da Giacomo Pilati che in essa così si esprime: 

'' ........C'è nella scrittura di Franco Di Marco, una freschezza e una contemporaneità che appartiene ai classici, forme e stili senza tempo che si lasciano alle spalle il trascorrere degli anni per consegnarsi docili alla memoria collettiva. Franco Di Marco percorre senza ansia, e con una ironia consapevole e critica, gli anni Sessanta di una città di provincia e lo fa con un ordine narrativo cosi moderno che bisogna compiere uno sforzo non indifferente per immergersi nelle storie di cinquanta anni fa, aneddoti e "cunti '' che sembrano scritti ieri. Perché l'autore fa parlare le sue emozioni con la forza del diario e l'impegno dell'intellettuale, sconfinando "per piacere" nel colto umorismo e nel ricercato minimalismo. Senza filtri e mediazioni, la vicenda di un medico che si divide fra ambulatorio e povera gente, diventa cosi l'appendice di un cambiamento. Come se il romanzo di formazione petulante e ingombrante continuasse a bussare fuori dalla porta. Ed è lui il primo a compiacersi di questo tentativo di intrusone, lo provoca, lo evoca come una sorta di spirito guida. Ma poi lo fa restare  fuori ad aspettare sul pianerottolo, perché l'autore ha un progetto da compiere: deve raccontare la mediocrità di questa terra, per cambiarla, per distruggerla e ricostruirla. E non ha tempo per il romanzo, c'è la cronaca che palpita, i sentimenti che urlano, E la voglia di scappare che non ammette deroghe. Anche se restare è bello lo stesso perché poi che ' gusto c'è a rinunciare a combattere. E allora è meglio tirare fuori i colori dall'astuccio e dipingere ed esaltare la voglia di dileguarsi a Roma. Che diventa perciò una sorta di Itaca al contrario e per questo meta affascinante da conquistare. Per esorcizzare la partenza forse. Almeno coi sogni. Perché la vera Itaca invece e quà. Sono i pazienti che lo attendono davanti casa, i questuanti di ogni tipo che si appellano all'etica di una professione strattonata da luoghi comuni e prebende statali. Itaca è il suo alter ego Lucio Tosti, medico chirurgo, convenzionato Inam, Inadel. E' il Caronte che lo guida negli inferi di questa Sicilia già allora irredimibile. Nelle vicende narrate da Di Marco si incastrano gli eventi epici di quegli anni, le cicliche alluvioni, il terremoto del Belice. Ma anche la poesia e il riverbero della luce che si posa sulla promessa di un cambiamento lento ma inesorabile che ebbe nell'Antigruppo di Nat Scammacca la sua fucina magica .........''.
 
Il Dott. Passalacqua ha quindi letto alcuni brani dei seguenti racconti:
- Prologo
- Trapani trappola
- Visiting
- Lucio e l'acqua
- Vucciria

A questo punto è intervenuto il Signor Marco Scalabrino che conobbe il Di Marco a casa di Nat Scammacca la cui abitazione era il quel periodo il centro della cultura anticonformista del trapanese e della Sicilia in seguito alla fondazione del movimento culturale l'Antigruppo di cui Franco era stato uno dei fondatori anche se di idee borghesi e non marxiste.

Giuseppe Di Marco ha quindi riferito quanto detto da Nat Scammacca in seguito alla vittoria di Franco al concorso di Abano e riportate su Trapani Nuova il 4 novembre 1969.

'' ........Insolita questa vittoria di uno delle nostre parti, uno proveniente dalla provincia che è culla dell'Antigruppo, un outsider che, allo sbaraglio, partecipa ad un premio indetto dal Nord, ma ci fa almeno sperare  che tutto non è sommerso dall'opportunismo e dalla propaganda  e che è ancora possibile ascoltare una voce sconosciuta e solitaria quando ha veramente qualcosa da dire. la figura di Franco Di Marco impersona tutti i 21 punti dell'Antigruppo sia come medico che come scrittore. ..........  Mi ricordo, che, allora, Franco Di Marco, stanco per il faticoso lavoro di medico svolto fra la gente terremotata, deluso per l'andamento
















delle cose burocratiche nella nostra provincia una sera mi disse: '' E' meglio piantar tutto e andare via......la provincia diventa sempre più povera , converrebbe forse scappare a Roma o in qualche città del Nord. Lì almeno si può vivere in un ambiente più















confortevole, più accogliente......scuole.......piscine....palestre.....un clima dove un individuo che vuole esprimersi viene più incoraggiato, dove la frutta non marcisce e dove, quando pianti qualcosa, le radici non muoiono''.

'' No, Franco, è la periferia, è la provincia che ha il diritto alla fedeltà ed alle attenzioni dei suoi figli migliori. Non deve essere sempre il Nord ad approfittare dei talenti piovuti da ogni parte del Paese. Solo rimanendo qui, al di fuori, restando aggrappato alla provincia, soffrendo insieme agli altri si potrà avere la coscienza tranquilla.......''.
E Franco restò!  
''.......Esita soltanto un momento, poi si butta con tutto se stesso nel suo lavoro di medico di provincia amato e rispettato da tutti ed inizia il suo libro i cui brani sono stati letti e premiati dalla giuria di Abano. Le nostre felicitazioni al primo dottore - scrittore d'Italia e viva la provincia! ''. 


E' quindi intervenuto brevemente il Dott. Maurizio Terzo, vicepresidente dell'Ordine dei medici di Trapani che si è dichiarato onorato per i rapporti avuti con Franco che ha saputo espletare la sua opera sotto vari aspetti ed in vari campi. 

L'incontro si è quindi concluso con la lettura da parte del Dott. Passalacqua di un brano del racconto '' Il sermone di Pat ''e con la consegna allo stesso di cinque volumetti di poesie scritte dal Dott. Salvatore Sergio e con l'arrivederci a sabato 22 febbraio 2014 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal programma del XXVIII Corso di cultura.
 
 

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