2014 - 04 - 12: Prof. Giuseppe Di Gesù - La formazione medica con Federico II

Sabato 12 aprile 2014 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 si è svolta la tradizionale conferenza prevista dal programma del XXVIII Corso di cultura per l'anno 2014.
L'ospite della serata, Prof. Giuseppe Di Gesù, che già più volte negli anni precedenti  è stato invitato a relazionare nel corso delle attività culturali dell'Associazione, è stato accolto con cordialità dal Prof. Salvatore Valenti e dal numeroso gruppo di soci presenti per l'occasione.

La serata è stata aperta dal Presidente con le seguenti comunicazioni organizzative:
- ha sollecitato i soci ad efffettuare la necessaria prenotazione per la festività del 1° maggio, festa dei lavoro, per la quale sarà organizzata la tradizionale scampagnata che quest'anno avrà luogo presso Villa Martinez, da rtaggiungere con mezzo proprio, ad iniziare dalle ore 11.00. Nel corso della mattinata si potrà assistere dal vivo come un casaro ricava dal latte prima il formaggio '' tuma '' e successivamente la ricotta dei quali si potrà a volontà effettuare una degustazione. A seguire si avrà il pranzo nel corso del quale saranno serviti piatti tipici della cucina trapanese e siciliana
- ha comunicato inoltre, invitando i soci a parteciparvi, che venerdì 18 aprile 2014 alle ore 18.00 presso i locali di '' Bono Antiquariato '' avrà luogo una mostra di oggetti marinareschi e di modellini di antichi velieri fra i quali alcuni di proprietà dell'Associazione.

Ha quindi successivamente presentato il relatore Prof. Giuseppe Di Gesù, professore emerito di Chirurgia generale all'Università di Palermo.  Ricercatore ed autore di varie pubblicazioni ha iniziato la sua esposizione ringraziando i presenti e l'Associazione per averlo di nuovo invitato a partecipare alla sua attività culturale a cui ha aderito sempre con piacere.

Si riporta di seguito una sintesi liberamente tratta da quanto esposto dall'oratore nel corso della serata.

Prima che Federico II dettasse norme organiche per l'esercizio della professione medica, la stessa fin dall'antichità era in un certo senso praticata sulla base dell'esperienza personale ed all'efficacia di taluni rimedi nonchè ad inteventi soprannaturali elergiti dalle divinità cui ci si rivolgeva.
Nell'antico Egitto depositari dell'arte medica erano i sacerdoti cui era devoluto il compito dell'imbalsamazione che circondati dal mistero erano anche in grado di influire  sulla politica riuscendo a gestire un enorme potere. 
Presso i romani la gestione della medicina si ispirava a concetti filosofici  ed ancora in assenza di conoscenza della anatomia coloro che esercitavano l'arte medica si rifacevano a ncora a pratiche magiche e al soprannaturale.  
Il cristianesimo non cambiò di molto la situazione perchè la malattia cominciò ad essere vista come mezzo per arrivare alla salvezza sulla base del volere divino.
Nel medioevo la possibilità di alleviare le pene degli infermi venne considerato un dovere da mettere in pratica sia per il malato che per se stessi al fine di guadagnare il regno dei cieli.

In questa situazione la professione medica del tempo è riservata a gruppi familiari che tramandandosi di generazione in generazione esperienze e modi di intervenire, riconosciuti idonei dalla società del tempo, curano le ferite, somministrano pozioni che ricavano da prodotti dalla natura, eseguono interventi di parto cesareo, ecc. non tralasciando di invocare l'intervento della divinità per non incorrere in pene molto severe. Essi però erano privi di qualunque qualificazione ed operavano in base alla loro esperienza.

All'inizio del secondo millennio l'arte medica è ancora nettamente empirica, essa viene praticata senza alcuna formazione e trasmessa oralmente da alcuni maestri ai loro allievi anche dietro ad un compenso o per tradizione familiare da una generazione all'altra e ciò fu dovuto anche alla distruzione degli esistenti trattati di anatomia, fisiologia e di terapia avvenuta dopo le invasione barbariche. 
Tali documenti per fortuna continuavano però ad esistere nelle biblioteche islamiche perchè fortunatamente tradotte in arabo.

In tale situazione per gli ammalati più che ricorrere all'arte medica era importante la salvezza dell'anima per cui per mettersi in pace con Dio ricorrevano all'intervento di chierici e monaci che ricompensavano adeguatamente e che si arricchivano a scapito di chi era colpito da una malattia. Fu così che sorsero i primi ospedali dove venivano accolti i malati. In tale ottica la malattia era considerata una punizione voluta dalla divinità come castigo per l'espiazione dei peccati commessi. Un'anima pura può abitare solo in un corpo sano, e solo se l'anima è pura si ha diritto alla grazia e quindi alla vita eterna. Pertanto, in caso di malattia, la prima e più importante cosa da fare è mettersi in grazia di Dio confessandosi e praticando rigorosamente i sacramenti e successivamente ricorrere alle pratiche ed alle cure mediche del tempo che come detto talvolta erano solamente dei palliativi anche talvolta accompagnati da pratiche magiche.
Di fronte a tale situazione, la Chiesa assunse una netta posizione contro la medicina, vietando la dissezione dei cadaveri e impedendo la pratica dell'arte medica al clero. 

In tal senso vengono emanati una serie di norme ( Reims 1119, Clermont 1130, Reims 1131, Laterano II nel 1139 ed ancora Montpellier 1162, Tours 1163, Montpellier 1169, Laterano III nel 1179  e Parigi 1212 ) che prevedono anche la condanna al rogo per chi non le dovesse rispettare. 

Nel mondo islamico, nel frattempo, le cose non andavano meglio. Maometto vieta la dissezione dei cadaveri per lo studio della anatomia umana ed anche il versamento del sangue umano nel caso di interventi per cui nasce il termocauterio. Ai medici arabi tuttavia bisogna riconoscere il merito di aver conservato, perchè tradotti nella loro lingua, il patrimonio classico che era andato perduto nel corso delle invasioni barbariche, che però essi arricchirono grazie alle loro esperienze, all'alchimia e ai poteri delle erbe e delle piante medicinali.
Fu in seguito all'invasione della Sicilia da parte degli arabi che tali erbe medicinali furono introdotte nel territorio dove attecchirono ed i cui principi medicamentosi furono proficuamente utilizzate a favore della popolazione dai medici islamici presenti sul territorio.
 
Nel frattempo il consolidamento del regno normanno di Ruggero II prima e dopo quello svevo di Federico II instaurarono in Sicilia una nuova situazione che produsse notevoli miglioramenti sotto diversi punti di vista che ben si possono cogliere nei periodi dei due regni:
- apertura alle culture di civiltà diverse e convivenza di razze diverse con conseguente integrazione 
- mecenatismo aperto verso tutti gli studiosi a prescidere dal loro credo religioso
- promozione delle lettere e delle scienze. 

E' sotto Ruggero II che maturarono l'idea e la necessità, al fine di praticare l'arte medica, di rispettare i seguenti requisiti:
- il possesso di un titolo di studio, conseguito dopo un percorso formativo di adeguata durata e contenuti
- il possesso di particolari requisiti per l'ammissione allo stesso
- il superamento di una verifica per ottenere l'abilitazione professionale
- la regolamentazione dell'arte medica stessa
che poi furono rivisti e completati da Federico II.

Infatti Ruggero II, nel Consiglio di Ariano Irpino, già stabiliva che:
- i medici avevano l'obbligo di formarsi alla Scuola Medica Salernitana, che assumeva così una fisionomia prettamente laica
- nessuno poteva esercitare la professione medica se non aveva superato un esame predisposto dalla corona e fosse stato dichiarato idoneo a tale funzione.

Successivamente, dopo circa 90 anni, Federico II modificò la norma sanitaria con gli articoli contenuti nei Capp. XLIV, XLV e XLVI del 3° libro delle '' Constitutionum Domini Frederici Secundi sacratissimi Romani imperatoris ...'' promulgate nel 1230 con cui praticamente nasceva la figura del medico attuale e che recepivano in pieno quanto sopra elencato.
Vengono anche distinti i ruoli del '' doctor '' e del '' magister '' con la prevalenza del secondo rispetto al primo nonchè la distinzione dell'apprendimento teorico da quello pratico che dovrà essere acquisito sotto la guida di un  dottore già esperto. Contrariamente a quanto vietato dalla Chiesa viene introdotta la pratica della dissezione anatomica per uno studio più approndito del corpo umano.
Viene anche stabilito il numero di visite da fare agli ammalati a seconda che risiedano dentro o fuori le mura della città e gli onorari mentre per i poveri, che hanno il diritto ad essere curati come gli altri, l'onorario è posto a carico del regno.
Si distingue ancora la professione di medico da quella di farmacista fra i quali è vietata anche la costituzione di società anche se essi devono operare in simbiosi per il bene e la cura del malato.

Nell'epoca feudale molto classista e con rigidi rapporti sociali di subordinazione delle classi inferiori rispetto a quelle superiori e dove 
il suddito deve obbedire al proprio Signore ed alla Chiesa senza nessun diritto rispetto al primo che ne può decidere anche la vita o la morte Federico II inserisce fra le nuove norme una notevole innovazione che pone a carico del sovrano il dovere di provvedere alla salute ed alla cura delle proprie genti per cui una cattiva condotta professionale del medico assume le dimensioni non solo di uno spreco per le risorse economiche della società ma anche per i danni che eventualmente sono prodotti all'infermo la cui figura umana viene ora profondamente rivalutata sia come valore sia come risorsa che non può essere sostituita nell'ambito della società cui appartiene.

Il medico inoltre deve prescrivere le medicine ed è anche suo dovere accertarsi che esse abbiano effetto sulla salute del paziente che deve essere   controllato periodicamente ed è suo dovere denunciare eventuali sofisticazioni messe in atto dal farmacista.
E' stabilito ancora il numero delle farmacie sul territorio, le modalità di conservazione dei principi medicinali, la loro data di scadenza, le modalità del loro confezionamento e delle tariffe che devono essere applicate per il loro acquisto.

Inutile sottolineare nella predisposizione di tali norme lo spirito lungimirante degli estensori stessi fra i quali si possono annoverare sia esponenti del mondo cristiano che laici ospiti o facenti parte dell'amministrazione del regno.

Altri aspetti fondamentali e fortemente innovatori sono contenuti nelle '' Constitutiones '' come il riconoscimento della figura giuridica della donna e dei suoi diritti civili e le pene che dovevano essere comminate a chi si rendeva colpevole di alcuni reati commessi nell'ambito della propria famiglia.

Per quanto detto sopra le norme volute da Federico II sono state così lungimiranti ed illuminate che si potrebbero anche definire attuali e possono essere considerante il punto di partenza da cui deriveranno negli anni successivi tutte le altre del mondo occidentale.

La conclusione della relazione è stata seguita dalla apertura di un dibattito che ha visto la partecipazione di molti dei presenti che hanno apportato il loro contributo e posto altri quesiti e chiesto chiarimenti.
In modo particolare si sono messi in evidenza i cosiddetti rimedi empirici utilizzati in molti malesseri passeggeri e suggeriti soprattutto dalle persone anziane della famiglia che tuttavia manifestano il loro potere medicinale facendo guarire dai disturbi manifestati sia dai grandi che dai bambini.

Chiuso il dibattito il Prof. Valenti ha ringraziato il Prof. Di Gesù per l'interessante tema trattato ed a ricordo della serata gli ha fatto omaggio di un piatto in ceramica di Burgio sponsorizzato dalla Ditta Bono Antiquariato.
La serata si è conclusa con l'arrivederci al prossimo incontro previsto dal calendario delle attività per l'anno corrente che si terrà sabato 26 aprile 2014 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione.  

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