2014 - 10 - 25: Prof. Filippo Burgarella - Curarsi alle terme nella Sicilia del medioevo
Sabato 25 ottobre 2014 alle ore 18.30 nella sala delle conferenze dell'Associazione per òa Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 si è tenuto il settimanale incontro previsto dal programma delle attività del XXVIII Corso di cultura che ha visto la partecipazione di un numeroso gruppo di soci.
Ospite della serata il Prof. Filippo Burgarella, docente presso l'Università della Calabria, bizantinista e mediovista, che ha anticipato la sua relazione prevista per sabato 1° novembre 2014 per impegni inderogabili scambiandosi con il Prof. Salvatore Vecchio che quindi relazionerà il 1° novembre p.v.
L'ospite è stato accolto e salutato dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti e dai presenti che gli hanno manifestato il piacere di averlo ancora una volta fra di loro poichè numerose sono state le sue partecipazioni alle attività culturali del sodalizio.
Avuta la parola, il Prof. Burgarella ha iniziato con il ringraziare l'Associazione per averlo ancora una volta invitato alle sue attività e quindi ha iniziato a svolgere la sua relazione.
si riporta di seguito una sintesi liberamente tratta da quanto esposto nel corso della serata.
L'oratore ha esordito riferendo che attualmente il tema delle cure termali è molto seguito nelle Università americane.
Partendo quindi dalle terme romane, considerate tuttavia come bagni pubblici distinti per i due sessi e dotate di acqua calda e fredda, è saltato poi al medioevo dove le stesse cominciarono ad essere considerate come luoghi in cui si potevano effettuare le cure termali sotto le diverse forme al fine di guarire alcune delle più comuni malattie dell'epoca dovute essenzialmente alla scarsa igiene ed alla alimentazione soprattutto nei ceti nobili. Le malattie della pelle erano genericamente identificate come '' peste '', ma è ovvio esisteva una differenza ben marcata con la sua forma più perniciosa e letale.
Altre malattie del periodo erano la gotta e la cirrosi epatica che potevano essere attribuite, almeno nelle classi più ambienti, al consumo intenso e continuo di carne ed all'assunzione smodata di bevande alcoliche; tutti, nobili e popolino, potevano essere assoggettati alle altre malattie della pelle legate alla scarsa igiene di quell'epoca, alla persistente sporcizia ed alla ordinaria presenza di parassiti come pulci, cimici e pidocchi che infestavano il corpo. Altre sintomatologie diffuse erano quelle correlate alla calcolosi biliare e renale ( mal della pietra ). Una causa delle malattie della pelle era anche dovuta alla alimentazione molto sbilanciata sia in un senso che nell'altro ed alla mancata assunzione di vitamine.
Restando nell'ambito territoriale della Sicilia, in cui molte e varie sono le manifestazioni di origine vulcanica, diverse sono le località in cui si riscontra la presenza di acque termale e dove quindi sono sorte le terme fra cui quelle di Sciacca, note anche in epoca bizantina, dedicate a S. Calogero, altre nella Sicilia orientale nelle province di Catania e Siracusa, ed ancora anche quelle di Cefalà Diana note anche in epoca araba. Numerose località termali si avevano anche in altre località italiane ed in diversi paesi come la Turchia, ecc.
Esse, oltre che luoghi di cura, potevano essere considerate talvolta anche come località di sosta, ristoro e rinfresco dei viandanti.
La gestione di tali centri, legati in genere alla presenza di monasteri dedicati ad un santo protettore, era normalmente svolta in genere fatta da ordini monastici che esercitavano anche la funzione di medici ed assistenti dei malati che, a seconda dei casi, avevano anche il compito di selezionare i pazienti al loro arrivo in relazione ai sintomi presentati eseguendo quindi una divisione a seconda delle varie patotogie e della loro gravità, stabilendo di fatto le modalità delle cure e dove dovevano essere alloggiati.
Stante questa situazione in genere le cure termali potevano essere praticate solo dai nobili che avevano la possibilità di spostarsi da dove vivevano alle località in cui erano ubicate le terme per soggiornarvi e talvolta anche dal popolino che viveva nelle zone termali o nelle zone immediatamente adiacenti.
In merito si hanno molte testimonianze storiche relative a nobili del tempo ricavate da indagini effettuate sui loro resti mortali o ricavabili direttamente dai documenti del tempo.
Come esempio il relatore ha illustrato diversi casi corredate dalle relative documentazioni ricavate da ricerche accurate sul campo:
- un certo Giovanni da Trapani che intorno al periodo 1100 - 1200 si curò a Cefalà Diana
- Costantino VII Porfirogenito, imperatore di Costantinopoli, che in realtà ammalato di cirrosi epatica e sintomi correlati, si diceva soggetto ad avvelenamento da parte della
- Enrico VII di Svevia figlio di Federico II di Svevia. Si narra sia morto nel febbraio del 1242 cadendo da cavallo nel corso di un trasferimento da una località all'altra in quanto dichiarato prigioniero a vita dal padre essendosi alleato con i suoi più terribili nemici.
Per la sua morte il padre prese e mantenne il lutto ed il suo corpo fu sepolto in un sarcofago nel Duomo di Potenza.
In realtà recenti indagini eseguete sul corpo hann0 messo in evidenza che Enrico VII era ammalato di lebbra e che si trovava allo stato terminale. Si era tuttavia sottoposto a delle cure termali nelle terme di Caronte che si trovano ancora oggi vicino a Sambiase a sua volta poco lontano da Lamezia Terme.
Molti altri personaggi normalmente facoltosi e benestanti, si sottoponevano potendolo fare, in passato alle cure termali, ma talvolta di esse potevano usufruire anche i ceti popolari specialmente se le terme erano ubicate e gestite dai monasteri dedicati ad un certo Santo Protettore ( S, Calogero, S. Biagio, S. Angelo, ecc ). Non di rado molte delle guarigioni che si verificano dopo la regressione dei sintomi in seguito alla immersione nelle acque termali erano considerate miracolose accrescendo in tal modo la devozione al santo.
Le forme di cura più comunemente utilizzate erano quelle per immersione nell'acqua e per ingestione soprattutto nelle calcolosi renali.
A conclusione della relazione ha fatto seguito un dibattito cui hanno partecipato molti dei presenti che hanno posto quesiti e chiesto chiarimenti. Ad essi il Prof. Burgarella ha risposto esaurientemente con ulteriori precisazioni e notizie in merito.
A ricordo della serata il Prof. Valenti, dopo averlo ringraziato per aver accettato l'invito dell'Associazione, ha offerto al Prof. Burgarella un piatto in ceramica di Burgio sponsorizzato dalla Ditta Bono Antiquariato di Trapani.
Prima della chiusura dell'incontro e dell'arrivederci a sabato 1° novembre 2014 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo evento in programma, il Presidente ha rivolto ai soci presenti l'invito a partecipare domenica 26 ottobre 2014 alle ore 10.00 nei locali della Biblioteca Fardelliana di Trapani all'incontro organizzato dal Centro Studi '' Simone Gatto '' Trapani-Erice, dall'ANPI, dalla Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese di Trapani e dalla stessa Biblioteca all'incontro sui '' Fasci dei Lavoratori e la questione siciliana '' in ricorrenza del 120° dei Fasci dei Lavoratori e dell'80° dalla morte di Giacomo Montalto di cui si riporta il manifesto organizzativo.