2015 - 10 - 24: Signor Onofrio Giovenco: Proverbi e '' cunti '' nostrani


















Sabato 24 ottobre 2015 alle ore 18.30 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti si è svolto il settimanale incontro previsto dal programma del XXIX Corso di cultura per l'anno sociale 2015.


La Dott.ssa Ing. Tiziana Basiricò, non essendo potuta intervenire, è stata sostituita dal Signor Onofrio Giovenco che ha trattato il tema '' Proverbi e '' cunti '' nostrani ''-

L'ospite, autore di varie raccolte di poesie nonchè di diverse pubblicazioni, che già in passato ha partecipato alle attività culturali dell'Associazione, è stato accolto dai presenti e dal Presidente che dopo averlo presentato gli ha ceduto la parola.




















Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto è stato esposto nel corso dell'incontro.


Il relatore all'inizio del suo intervento ha voluto precisare che quanto avrebbe riferito nel corso della trattazione del tema della serata doveva essere considerato come una integrazione e un ampliamento di una sua vecchia pubblicazione di cui avrebbe fatto una ristampa.

Ha pertanto premesso la distinzione fra proverbio e motto identificando il primo come una massima sentenziante contenente un imperativo o un imperativo negativo che è valida in ogni caso e quindi trasmigrata nel tempo mentre il secondo non ha questa caratteristica; in ogni caso, tuttavia, toccando tutti gli aspetti della vita del popolo ne rappresentano l'epressione culturale che per mezzo di essi viene trasmessa alle altre generazioni.
Analogamente anche gli indovinelli e le filastrocche con i loro contenuti conservano l'utilità pratica che consente di riappropriarsi del proprio passato.



















Ciò detto, è passato ad esprimersi in dialetto siciliano per rendere meglio il senso ed il contenuto del tradizionale '' cunto '' popolare che basandosi come il racconto sulla base storica di un fatto avvenuto se ne differenzia per il modo con cui l'affabulatore con la sua mimica ed il modo di esprimersi riesce a creare con gli ascoltatori una atmosferica empatica.  


E di cunti che hanno anche la caratteristica di contenere anche proverbi, derivanti da una esperienza di vita vissuta, ne ha raccontati diversi alcuni dei quali rifacentesi all'intera tradizione popolare siciliana ed altri a situzioni locali trapanesi di cui si riporta una sintesi.  



















'' U cuntu di di Nardu '' racconta di un lavoratore, Nardu per l'appunto, che andato a lavorare lontano per sfamare la famiglia, decise di riitornare a casa dopo molti anni. Il padrone nel congedarlo oltre a quanto gli spettava  gli diede anche tre consigli che poi si identificano nei seguenti proverbi: 

- non lasciare la strada vecchia per la nuova perchè più avanti vai peggio la trovi
- se vuoi campare tranquillo non parlare, non sentire e non vedere niente
- prima di fare una cosa pensaci bene
e con tali raccomandazioni si mise in cammino per ritornare a casa.
Nel corso del viaggio di ritorno incontrò un altro viandante con il quale fece un tratto di strada e giunti ad un bivio, Nardu preferì seguire la via conosciuta piuttosto un'altra più breve e non nota sulla base del primo consiglio ricevuto separandosi così dall'occasionale compagno.
Dopo un pò udì dei colpi di fucile e successivamente fu fermato dai carabinieri che vedendolo con la doppietta in spalla gli domandarono se aveva visto o sentito qualcosa considerato che il suo occasionale compagno era stato assaltato ed ucciso dai briganti.
Memore del secondo consiglio Nardu disse di non avere udito niente perchè stava dormendo e pertanto potè riprendere la sua strada.
Arrivato a casa vide la moglie abbracciata ad un sacerdote e pensando che lo stava tradendo aveva deciso di ucciderli entrambi, ma ricordando il terzo consiglio si convinse che era meglio accerrtarsi dei fatti  e si fece avanti chiedendo alla moglie spiegazioni al che la stessa gli ricordò che quando era partito l'aveva lasciata incinta e che quel sacerdote era il loro figlio.

Altri '' cunti '' sono stati poi raccontati dall'oratore, tutti contenenti uno o più proverbi attinenti alle vicende narrate, e l'esposizione ha inevitabilmente coinvolto i presenti nel corso dei vari episodi al termine dei quali è seguito una discussione che ha visto la partecipazione di molti degli ascoltatori che a loro volta hanno richiamato altri proverbi e modi di dire e da quanto detto è scaturrita la cvonvinzione che al fine di evitare la scomparsa e la perdita di tali tradizione sarebbe conveniente effettuare la loro trascrizione.

Al termine del dibattito e prima dell'arrivederci a sabato 31 ottobre 2015 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione per il prossimo incontro in programma il Prof. Valenti, a ricordo della serata, ha offerto al Signor Giovenco il libro '' Storia di Trapani '' di S. Costanza.  
 




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