2015 - 10 - 31: Dott. Giuseppe Passalacqua: Il Teatro: dalle origini alla tragedia greca
Sabato 31 ottobre 2015 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, come previsto dal calendario delle attività del XXIX Corso di cultura per l'anno 2015 si è tenuto l'incontro con il Dott. Giuseppe Passalacqua.
L'ospite, regista, scrittore, animatore della cultura del trapanese e ben noto ai soci è stato accolto dal Presidente Prof. Salvatore Valenti che dopo averlo brevemente presentato gli ha ceduto la parola.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nell'incontro che è stato accompagnato e commentato dalla proiezione di una serie di diapositive che successivamente saranno riportate per gentile concessione del relatore.
L'oratore dopo aver ringraziato l'Associazione ed i presenti per l'invito rivoltogli, che costantemente si è ripetuto in questa ultima decade, ha esordito precisando che nel tema della serata si parlerà ancora di teatro, diversamente non poteva essere, non regionale come fino ad ora avvenuto, ma del periodo che va dalle sue origini fino alla tragedia greca.
In passato alcuni popoli primitivi erano soliti mettere in atto delle rappresentazioni in coincidenza del verificarsi di particolari e periodici eventi nel corso dell'anno o di particolari situazioni che interessavano il gruppo sociale cui appartenevano.
Elementi fondametali di queste rappresentazioni erano:
- i costumi di scena con lo scopo di abbellirsi ed essere meglio accetti nell'avvicinarsi alla loro entità superiore
- il trucco fatto in genere con elementi naturali di vario colore che poteva anche variare a seconda delle circostanze che consentiva loro di assumere un aspetto diverso da quello ordinario
- la maschera , normalmente indossata dai notabili o da particolari persone che si è mantenuto anche nel corso di millenni allo scopo di assumere un aspetto diverso da quello normale
- il copricapo che poteva essere diverso in relazione alla persona che lo indossava ed a ciò che veniva celebrato.
In talune popolazioni caratteristica era la figura dello sciamano, privilegiato all'interno della tribù in quanto entrando in contatto co il Dio riceveva dallo stesso il potere di curare le malattie.
In talune situazioni si aveva una forma di teatro antesignano in quanto coloro che danzavano assumevano le funzioni di attori ovvero erano coloro che agivano all'interno di uno spazio circondato da altri membri della tribù che quindi fungevano da spettatori.
La danza, che in genere veniva accompagnato dal suono di uno strumento come il tamburo o un tronco d'albero cavo o altro, talvolta seguiva una forma prestabilita, in cui si può riconoscere l'odierna coreografia. Poteva inoltre essere anche elemento di comunicazione o una forma di rituale da seguire al verificarsi di un certo evento sociale.
Studi sul comportamento di varie popolazioni antiche anche molto distanti fra di loro hanno messo in evidenza caratteri e forme simili che si spiegano solamente con la necesità di creare una forma di comunicazione fra i membri di una stessa comunità o celebrare particolari eventi anche ricorrenti.
Diversi sono i vati tipi di teatro che pur avendo qualcosa in comune si differenziano anche molto fra di loro ( occidentale, cinese, tailandese, giapponese, birmano, ecc.) frutto di diverse civiltà, ma l'oratore ha voluto intrattenersi sulla nascita di quello greco in particolare.
Nelle rappresentazioni, quali si potevano considerare in generale quelle che si avevano prima del teatro greco un ruolo importante come prima detto aveva la maschera il cui uso presentava pregi e difetti. Il pregio era essenzialmente quello che consentiva di assumere ed impersonificare personaggi diversi fra di loro; i difetti invece erano quelli relativi alla mancanza di poter esprimere con la mimica, che a sua volta si distingue in naturale o spontanea e teatrale che invece si apprende con un adeguato studio, i diversi stati d'animo per mezzo dell'espressione del volto.
Comunque, la nascita del teatro greco secondo alcuni può essere fatta risalire al culto per Dioniso, Bacco poi per i Romani, protettore della fertilità, della procreazione e della vite nei confronti del quale nel periodo primaverile venivano effettuate manifestazioni di culto. Nel loro corso si soleva effettuavano generose libagioni di vino che talvolta sfociavano in eccessi a ragione dei quali i riti vennero notevolmente ridimensionati. I fedeli portavano in processione un caprio, si disponevano attorno all'ara del dio e quindi uno di loro si rivolgeva alla divinità invocandone la protezione e l'intervento affinchè le produzioni dei campi fossero floride ed abbondanti. Successivamente il caprio veniva sacrificato, le carni arrostite e distribuite ai fedeli che si dedicavano anche ad ampie libagioni ed a danze sfrenate.
Si era pertanto così realizzato un primo cenno di teatro con un coro che si metteva in circolo attorno all'ara ed un corifeo che si rivolgeva al dio implorandone l'intervento. Successivamente al corifeo rispose un risponditore facendo così nascere la prima forma di dialogo e l'uso della maschera era essenziale per poter interpretare personaggi diversi. In seguito i personaggi via via aumentarono assumendo definitivamente la funzione di attori.
Il Dott. Passalacqua è quindi passato ad illustrare la struttura di un teatro greco le cui parti fondamentali erano e sono:
- la cavea in cui sedevano gli spettatori
- un cerchio in cui agiva il coro che nelle tragedie greche aveva la funzione di narrare la storia nonchè di manisfestare anche la voce dell'autore
- l'orchestra
- un palcoscenico rialzato su cui era in genere realizzato in muratura fissa un palazzo o un tempio.
Esso, più o meno capace, era in genere costruito in zone elevate e a maggiore quota dei tempicon lo scopo di tendere in alto e quindi portarsi più vicini alle divinità.
Ha infine concluso illustrando il testo di alcune delle tragedie greche antiche e dei teatri in cui esse oggi vengono ancora rappresentate che costituiscono le vestigia dei tempi e delle città antiche.
La chiusura della relazione è stata seguita da una discussione alla quale sono intervenuti molti dei presenti che hanno posto all'oratore vari quesiti che hanno ricevuto adeguata risposta e portato anche in merito esperienze personali.
La serata si è conclusa con l'arrivederci a sabato 7 novembre 2015 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo evento in programma e con l'omaggio al relatore da parte del Prof. Valenti del libro '' Storia di Trapani '' di S. Costanza.