2016 - 02 - 13: Prof.Nino Sammartano - Dott. Domenico Messina: Presentazione del testo '' Famiglia bene comune ''
Sabato 13 febbraio 2016 alle ore 18.25 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti si è tenuto il settimanale incontro previsto dal programma delle attività del XXX Corso di cultuta per l'anno 2016.
Il Presidente ha aperto i lavori dando il benvenuto all'oratore della serata, Prof. Nino Sammartano, ed ai presenti in sala comunicando nel contempo che per impegni inderogabili non ha potuto essere presente anche il Dott. Domenico Messina.
Ha quindi ringraziato il Prof. Sammartano per aver accettato l'invito dell'Associazione, ha sinteticamente introdotto il tema della serata e dopo aver brevemente presentato l'ospite gli ha ceduto la parola.
Il Prof. Sammartano, già docente di materie letterarie presso il Liceo classico di Marsala, dove è nato e vive, è impegnato come Salesiano Cooperatore nella formazione dei giovani e delle famiglie nonchè nel volontariato sociale. Insieme alla moglie ha scritto un libro per i genitori dal titolo '' Se non vuoi rovinare tuo figlio '' ed è autore di altri saggi e pubblicazioni di carattere pedagogico familiare fra cui '' Genitori del sì, genitori del no ''.
La rilettura, a distanza di 20 anni, della '' Lettera alle famiglie '' di San Giovanni Paolo II del 1994 in occasione della proclamazione da parte dell'ONU dell' '' Anno internazionale delle famiglie '' è stato lo spunto del suo ultimo libro '' Famiglia bene comune '' che ha costituito l'argomento dell'incontro della serata.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso dell'incontro.
L'oratore ha aperto il suo intervento ringraziando l'Associazione per l'invito rivoltogli e dopo un breve saluto ha iniziato la sua relazione che si è tuttavia soffermata solamente su alcuni aspetti specifici del suo lavoro.
Iniziando la sua esposizione, il relatore ha messo in evidenza come la lettera, scritta nel 1994, esprime una ricchezza di contenuti, di indicazioni e di intuizioni, che la rendono attuale anche a 20 anni di distanza per le famiglie di ieri, di oggi ed anche per quelle di domani.
Il titolo del libro, lasciato volutamente ambiguo dall'autore, potrebbe contenere anche una '' e '', considerata come copula o come semplice congiunzione, ma in entrambi i casi esso sarebbe accettabile in considerazione del fatto che '' famiglia e bene comune '' contribuiscono entrambi allo sviluppo della società mentre '' famiglia è bene comune '' può essere inteso nel senso che il bene che si realizza all'interno della famiglia finisce per essere fonte di bene per la società stessa.
Sulla base di quanto detto nella Genesi, è quindi passato a parlare della diversità nella creazione. Essa è generalizzata in tutto il creato ( nell'umano, nel regno animale ed in quello vegetale ) ma nell'umano essa diventa consapevolezza perchè essendo la donna carne e sangue della carne e del sangue dell'uomo, uomo e donna sono fatti della stessa sostanza ad immagine e somiglianza di Dio e di conseguenza sacri e creati per incontrarsi.
Nella donna l'uomo trova la creatura con cui dialogare, creare comunione, scambiare affetti e poter risalire al Creatore.
Tale diversità inoltre deve essere considerata come un dono in quanto lo ritroviamo dentro di noi e non è da noi decisa e deve essere considerato come un dono anche l'atto d'amore della procreazione in quanto fatto che in generale sfugge al controllo ed alla volontà umana anche se oggi con i pogressi fatti in tale campo tale aspetto comincia a perdere l'aspetto della donazione divina.
L'utero in affitto, il figlio fatto su misura e con determinate caratteristiche stabilite da chi lo desidera non può essere più considerato atto d'amore, ma rischia di diventare alla stregua di un prodotto da scegliere fra tanti altri ed espressione di un vero e proprio egoismo personale.
Alla domanda: '' Quali sono le esigenze dell'amore ? '' l'oratore ha così risposto.
Le esigenze dell'amore non possono non essere connesse al concetto di bene della famiglia stessa. L'esigenza deve riguardare prima la propria persona nel senso di esigere da se stessi la capacità di amare di più la persona che ci sta accanto e che consente all'amore di rivitalizzarsi concretizzandosi quindi nell'indissolubilità del matrimonio.
Quando si decide di mettersi insieme lo si fa pensando che sia per tutta la vita, anche se poi talvolta le cose possono andare diversamente.
Esso nel tempo è destinato tuttavia ad evolversi naturalmente ed è quindi necessario trovare risorse per amare in un modo sempre nuovo rivitalizzandolo continuamente ed è così che deve essere interpretato il concetto di indissolubilità.
Scopo principale del matrimonio è quello di eternare la propria stirpe con l'atto della procreazione che non può essere disgiunta dalla gioia che si prova nell'incontro dei due corpi ma è soprattutto dall'incontro delle due anime che ci si avvicina al Creatore.
Giovanni Paolo II è stato il papa che più di tutti ha dedicato attenzione alla famiglia apportando interessanti novità e ciò anche attraverso la catechesi sull'amore umano nel corso delle sue udienze settimanali.
E' quindi passato a parlare del IV comandamento: '' Onora il padre e la madre ''.
E' comandamento questo che in realtà presenta una doppia faccia: la prima si rivolge ai figli che devono onorare i genitori manifestando loro la riconoscenza per la vita ricevuta, la seconda si rivolge invece ai padri ed alle madri perchè abbiano con i figli un rapporto tale che i figli li possano onorare e manifestare il loro rispetto. Non era così in passato quando il padre esercitava un potere assoluto sui figli disponendone come meglio credeva ritenendoli una sua proprietà assoluta. I figli in realtà sono persone umane e quindi sacre e come tali sono da rispettare e da non considerare al proprio servizio.
Il successivo argomento su cui l'oratore si è intrattenuto è stato quello relativo alla genealogia della persona che in parte si può ricollegare al precedente.
La persona umana si può sviluppare e diventare tale solo se i genitori sapranno rispettare i figli come tali e considerarli esseri come loro liberandosi dalla possessività, dal volerli ad ogni costo, ad utilizzarli come mezzi per colpire il coniuge separato scaricando sulla loro pelle i loro conflitti. Onorare è quindi un fatto mentale di volontà che è diverso da amare che invece può essere un fatto spontaneo o naturale. Quindi onora e rispetta per poi a tua volta essere onorato.
Il Prof. Sammartano, su richiesta anche del Prof. Valenti, è passato a parlare di quella parte della lettera che affronta il capitolo della educazione dei figli soffermandosi sui seguenti punti:
- educare vuol dire anche generare in senso spirituale
- i genitori sono i primi educatori dei figli
- un processo educativo corretto conduce alla autoeducazione.
Educare, da educere, equivale a generare i figli di nuovo dopo averli generato biologicamente nel senso che bisogna aiutare il bambino a trovare la sua identità partendo dalle potenzialità che già possiede fin dalla sua nascita affinchè gradualmente trovi la sua identità e poichè nel tempo le condizioni vanno via via cambiando tale azione deve essere modificata per cui si deve parlare di educazione permanente.
L'educazione inizia già dal concepimento in quanto l'embrione nella sua vita intra-uterina ha uno scambio fisico, emotivo che nee condiziona lo sviluppo in quanto già comcepisce l'ambiente familiare. Egli pertanto non è isolato rispetto all'esterno e inoltre pensare che il padre sia estraneo a tutto ciò è inconcepibile. In realtà si deve pensare alla presenza di un triangolo in cui il rapporto padre-feto avviene indirettamente tramite il rapporto madre-padre.
Alla nascita pertanto il bambino è già strutturato in un certo modo e ciò sarà molto importante per il suo successivo sviluppo.
Dopo la nascita e nel corso della 1^ e 2^ infanzia l'educazione da parte dei due genitori si dovrà esercitare elargendo al figlio la loro umana maturità attraverso la quotidiana convivialità, le esperienze quotidiane ed è nel corso di tale cammino che egli assorbirà ciò che si vuole loro trasmettere. In tale percorso, tuttavia, anche se non si deve mancare di essere vicini, non bisogna portasrsi al loro livello ma occorre mantenersi più alti perchè saranno loro stessi a chiederci dei consigli in quanto di esperienza e di umanità più alta.
Un processo educativo corretto deve necessariamente e gradatanmente condurre i figli alla propria auto-educazione e ciò succederà quando in relazione a quanto si è stati capaci di trasmettere essi saranno in grado di procedere da soli e migliorae e diventeranno autonomi. Se ciò non dovesse avvenire vuol dire che il processo educativo non si è svolto correttamente. E' però ovvio che in tale percorso esiste sempre una parte di rischio che tuttavia è inevitabile ma che bisogna correre.
Il Prof. Sammartano ha quindi concluso la sua relazione ringraziando i presenti per l'accoglienza ricevuta e l'attenzione prestata ed invero nel corso della sua esposizione molti sono stati gli interventi dei presenti ed ancora di più i quesiti e le delucidazioni postegli nel corso del successivo dibattito che è stato molto animato ed interessante.
A chiusura dell'evento, il Prof. Valenti dopo aver ringraziato l'ospite per l'interessante relazione, a ricordo della serata gli ha offerto il libro '' La scia dei tetraedri - Nel mare gastronomico delle Egadi '' .
Prima di chiudere la serata il Presidente ha ricordato ai presenti che:
- venerdì 19 febbraio 2016 alle ore , in prima convocazione, e sabato 20 febbraio 2016 alle ore 17.00, in seconda convocazione, nei locali dell'Associazione ci sarà l'Assemblea ordinaria dei Soci a cui è auspicabile che tutti siano presenti
- alle ore 18.00 seguirà il settimanale incontro previsto dal programma delle attività del XXX Corso di cultura
- i soci che domenica 6 marzo 2016 intendessero partecipare alla escursione a S. Margherita Belice e Partanna è necessario che effettuino la relativa prenotazione per la predisposizione della sua organizzazione.