2016 - 02 - 20: Mons. Liborio Palmeri - Carla Accardi: la donna, l'artista
Sabato 20 febbraio 2016 alle ore 18.30, dopo la conclusione dell'Assemblea ordinaria dei soci, si è tenuto a seguire il tradizionale e settimanale incontro previsto dal programma delle attività del XXX Corso di cultura per l'anno 2016.
Il relatore della serata, Mons. Liborio Palmeri che per la prima volta ha partecipato alle attività culturali dell'Associazione. è stato accolto dal Presidente e dai soci presenti con cordialità ed interesse.
I lavori della serata sono stati aperti dal Prof. Valenti che dopo una breve presentazione dell'ospite e del tema della serata gli ha ceduto la parola non prima di aver prima ricordato ai presenti che l'argomento della serata è stato inserito nel programma delle attività al fine di ricordare ed onorare, come già in precedenza fatto per taluni di essi, gli illustri figli di Trapani che con il loro pensiero, le loro attività e le loro opere ne hanno elevato il nome portandolo all'attenzione sia in campo nazionale che in campo internazionale.
Mons. Liborio Palmeri, originario di Alcamo, attualmente Direttore del Museo Artistico di S. Rocco è stato anche Rettore del Seminario di Trapani e docente di Latino e Greco avendo conseguito la Laurea in Lettere classiche con la specializzazione in Arte moderna.
Sulla base di quanto prima detto ed in considerazione del fatto che Mons. Palmeri ha avuto l'occasione di aver conosciuto personalmente Carla Accardi, lo stesso non poteva non essere la persona più idonea a parlare di essa, illustre e famosa pittrice trapanese, e quindi anche di renderle onore sia come donna che come artista e ciò in prossimità della ricorrenza del duplice anniversario della sua morte avvenuta a Roma il 24 febbraio 2014 all'età di 90 anni.
Si riporta pertanto una sintesi liberamente tratta da quanto detto da Mons. Palmeri nel corso della sua esposizione che è stata accompagnata dalla proiezione di una sertie di diapositive relative ad alcune delle opere di Carla Accardi e gentilmente rese disponibili per il loro inserimento nel sito dell'Associazione.
L'oratore ha iniziato il suo intervento ringraziando il sodalizio per l'invito rivoltogli e per avergli dato la possibilità di parlare del'illustre concittadina, conosciuta personalmente, apprezzata come donna, come artista e come intellettuale che ha saputo portare avanti le sue idee ed affermarsi in un mondo che allora era più maschilista di quello odierno ed ha voluto titolare il suo intervento '' Da un interno trapanese affacciata sul balcone di Matisse ''.
Carla Accardi, nata a Trapani il 9 0ttore 1924 in una famiglia nobile borghese, mentre frequentava il Liceo Ximenes cominciò a mostrare interessi posti al di là di quanto la città poteva offrire. Si avvicinò pertanto alla scultura sotto la guida di Domenico Li Muli e lesse le grandi edizioni delle opere d'arte appassionandosi a Matisse che considerò come suo punto di riferimento. Completati gli studi liceali si trasferì a Palermo conseguendo il Diploma del Liceo artistico e successivamente all'Accademia delle Belle Arti dove conobbe Antonio Sanfilippo che successivamente diventò nel 1950 suo marito e che sarà determinante per la sua carriera.
A questo punto della sua esposizione l'oratore, in relazione a quanto avrebbe detto successivamente, ha proiettato tre diapositive riproducenti tre opere della pittrice:
- '' Scomposizione '' del 1947
- '' L'arciere '' del 1954
- '' Tenda '' del 1965
che hanno costituito tre momenti fondamentali dell'evoluzione artistica dell'Accardi.
Di carattere inquieto convinse il Sanfilippo a spostarsi insieme a lei all'Accademia delle Belle Arti di Firenze dove, pur seguendo le lezioni spesso non trascuravano di visitare il Covento di S.Angelo. E' in quella città che conobbero Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Maugeri, Perilli e Turcato, giovani pittori come loro. Successivamente si spostarono insieme a Roma dove lavorarono nello studio di Renato Guttuso in via Margutta 48 subendone l'influsso politico di sinistra.
Nel 1947, grazie ad una borsa di studio della Federazione Giovanile del Partito Comunista si recarono a Parigi dove in seguito alla visita del Museo antropologico dell'uomo restarono affascinati dai segni indecifrabili e dai geroglifici ivi esposti. Ciò li portò a rielaborare le loro idee pittoriche e ad elaborare il documento Gruppo Forma 1 di ispirazione formalista marxista in opposizione all'idea di Guttuso, la cui arte legata all'idea socialista, era di carattere prettamente figurativa, con cui si proponevano di ritornare alle figure considerate nelle loro forme e linee esenziali entrando così di fatto nell'astrattismo italiano.
Ciò produsse la reazione di Palmiro Togliatti, che sotto lo pseudonimo di Roderigo di Castiglia, definì le loro opere scarabocchi e scemenze, nonchè dello stesso Guttuso e del suo critico Antonello Tromabadori con il risultato che l'Accardi ruppe con la Federizione Giovanile del P.C. e con Guttuso ed intraprese la sua strada partecipando alle prime mostre.
Fu però fortunata perchè, alla Biennale di Venezia del 1949, l'organizzazione, restando vuoto il padiglione greco, ebbe l'idea di invitare gli astrattisti italiani e fra di essi anche l'Accardi che ebbe così modo di iniziare a farsi conoscere.
Nel 1950 si sposò con il Sanfilippo, nel 1951 nacque la figlia Antonella e subito dopo si recò a Parigi dove conobbe il Magnelli ed altri famosi artisti informali fra cui il Tapièr.
Negli anni 50, con la sua seconda crisi, dal puro astrattismo passò alla pittura del segno dove elaborò segni che si inventò riprendendoli da quelli visti al Museo di Parigi con l'uso prevalentemente dei colori bianco e nero. Ancora una volta la fortuna la assistette perchè ebbe modo di incontrare le persone giuste e molti galleristi che le consentirono di esporre insieme ai grandi artisti del 900 italiano e nel 1964 fece una personale alla Biennale di Venezia in coincidenza con l'arrivo in Italia della Pop-Art.
Con il successo ed anche per vari motivi ( diversità di carattere con il marito, vicissitudini legate alla pittura , alla vita familiare e personale molto diversa fra di loro) il suo matrimonio con il Sanfilippo entrò in crisi.
La terza crisi si verificò nel 1965 quando abbandonando le tempere iniziò ad utiilizzare vernici colorate e fluorescenti che applicava su fogli trasparenti di Sicofoil.
Alla fine degli anni 60 la sua pittura subì ancora una trasformazione. La pittura scomparve dai quadri e l'artista creò le sue opere facendo aderire in modo diseguale dei fogli trasparenti riuscendo a creare così luci ed ombre, opacità e trasparenze che formavano nel complesso un elemento decorativo prospettico di profondità che la rese famosa.
Successivamente ritornò alla pittura colorando invece le cornici. Esse, quando disposte su di una parete davano la sensazione di un loro autonomo movimento verso lo spazio esterno ma talvolta, se disposte una sull'altra ne formavano una catasta.
Fra le varie retrospettive che favorirono la creazione della sua fama l'oratore ha ricordato:
- nel 1980 la partecipazione alla mostra organizzata al femminile da Lea Vergine dal titolo '' L'altra metà dell'avanguardia '' al Palazzo Reale di Milano a cui la Accardi prese parte in quanto moglie di A. Sanfilippo grande artista astrattista del 900 italiano che attualmente i critici tendono largamente a rivalutare
- nel 1982 la partecipazione alla mostra organizzata da Achille Benito Olivo alle Mura Aureliane di Roma dal titolo '' Avanguardia e Transavanguardia '' sugli astrattisti italiani di rinomanza internazionale.
Carla Accardi si dedicò pure all'insegnamento da cui fu esonerata a causa della sua adesione negli anni 60 al movimento femminista italiano di cui fece parte anche Carla Lonzi.
L'attrattiva per i colori la pittrice trapanese la trasse dai quelli locali molto vivi, intensi e molteplici, il suo modo di dipingere senza mai ricorrere alle sfumature come pure le forme astratte li trasse invece da Matisse anche se poi furono rafforzate dalla visita al Museo di Parigi. Lei stessa si definiva una antipittrice non avendo mai usato il cavalletto in quanto dipingeva per terra o su di un tavolo.
La sua prima opera del 1947 la intitolò '' Scomposizione '' che stranamente è risultata molto simile ad un'opera del Sanfilippo intitolata invece
'' Composizione '' e dal loro confronto il relatore ha tratto e messo in evidenza molti elementi fondamentali e caratteristici della personalità dei due artisti.
L'opera della Accardi denota una forza centrifuga ovvero la tendenza a portare il segno verso l'esterno tipica del suo carattere estroverso ed intraprendente in contrapposizione al tratto centripeto del Sanfilippo indice di un carattere introverso, sensibile, chiuso e che tende invece ad aggrovigliarsi su se stesso.
L'Accardi nacque fondamentalmente comunista da una famiglia nobile borghese che contestò fin da giovane ed essendo persona spigliata e curiosa guardando dal suo interno si proiettò verso un orizzonte ben più vasto di quello circoscritto alla città di Trapani.
L'oratore a questo punto della sua esposizione si è chiesto: '' Esiste nella pittura dell'Accardi anche un aspetto metafisico? ''.
Secondo Mons. Palmeri si poichè il suo scappare verso qualcosa di altro, scappare dalla realtà abbandonando il colore, lasciare la tela trasparente, lasciare il nulla ed il vuoto equivale ad esplorare un territorio che va oltre quello fisico come riportato anche in un passo della sua tesi di laurea.
Infine il relatore ha riferito che nel Museo di S. Rocco trova sistemazione un quadro dell'Accardi del 1965 che su sua richiesta la pittrice gli donò affinchè fosse esposto nel Museo di Arte moderna di Trapani di cui è direttore.
Il quadro è realizzato in bianco ed oro; il bianco viene considerato come l'origine di tutti i colori dell'iride, l'oro rappresenta invece la trascendenza irragiungibile. Esso riproduce un moto ondulatorio che tende a portare fuori dal quadro stesso qualcosa che precede e che quindi può essere letto interpretato come la tendenza ad una successiva ricerca.
Un altro quadro del 2002 è stato dall'Accardi donato ai Musei Vaticani. Esso è l'unico di carattere religioso e rappresenta una Madonna con un bambino in braccio. Anche se lo stile utilizzato non è proprio quello dell'artista esso nella sua unicità è pur sempre un originale e nelle sue realizzazioni non si è nemmeno dimenticata della sua città natale di cui in un'opera riproduce nel suo stile senza sfumature le sue saline.
Ha quindi concluso il suo intervento proiettando una foto dell'artista affacciata al balcone della sua casa in via Bellini nel 1940 all'età di 16 anni pensando con piacere e speranza che da quell'interno si sia affacciata al termine della sua vita al balcone della verità.
Chiusa la relazione si è aperto un dibattito che ha visto la partecipazione di molti dei presenti che hanno posto all'oratore molto domande e chiesto precisazioni. A tutti Mons. Palmeri ha risposto in modo esauriente fornendo altri chiarimenti e particolarità.
Al termine del dibattito il Prof. Valenti prima dell'arrivederci a sabato 27 febbraio 2016 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal programma delle attività del XXX Corso di cultura, dopo averlo ringraziato per l'interessante tema trattato ed a ricordo della serata ha donato a Mons. Palmeri il libro '' La scia dei tetraedri - Nel mare gastronomico delle Egadi '' di E. Milana.