2016 - 12 - 10: Prof. Antonino Filippi - Storia e archeologia di Trapani nell'antichità

Sabato 10 dicembre 2016 alle ore 18.25 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, ha avuto luogo il terzu'ultimo incontro previsto dal programma delle attività per l'anno sociale 2016, XXX Corso di cultura.



















I partecipanti a loro ingresso nei locali sono stati favorevolmente colpiti e sono rimasti entusiasti dagli addobbi predisposti per le prossime festività dalle socie Antoci ed Ingrassia e, per la parte luminarie, dal socio Inzone.  


Oltre al tradizionale albero di Natale ed ai festoni variamemte illuminati, per la prima volta dalla sua fondazione è stato anche realizzato un piccolo presepe per ricordare la natività di Gesù. Non sono nemmeno mancate le tradizionali piante delle stelle di natale che con il loro color rosso vivo hanno ulteriormente rallegrato l'ambiente nel suo complesso. 



















Aperti i lavori della serata il Presidente ha espressamente ringraziato gli autori degli addobbi e presentato il relatore della serata Prof. Antonino Filippi non nuovo alle attività culturali del sodalizio. Laureato in Conservazione dei Beni Culturali ha condotto varie ricerche storiche ed archeologiche, è autore di varie monografie relative soprattutto al territorio della Provincia di Trapani, è stato relatore in importanti convegni sulla Sicilia antica.


Il tema della serata: '' Storia ed Archeologia di Trapani nell'antichità '' ben si è collegato a quanto riportato in un altro lavoro del Prof. Filippi del 2005 dal titolo '' Un antico Porto nel Mediterraneo - Archeologia e Storia di Trapani dall'età arcaica a quella bizantina ''.

Avuta la parola il Prof. Filippi ha ringraziato i presenti in sala e si è dichiarato ben contento di partecipare alle attività dell'Associazione considerato che nel mondo della cultura sono ben poche quelle che continuano a sopravvivere ed a svolgere ai tempi d'oggi una adeguata e continua attività di formazione.

Si riporta di seguito una sintesi liberamente tratta da quanto detto nel corso della serata la cui esposizione è stata integrata dalla proiezione di una serie di diapositive che gentilmente rese disponibili saranno successivamente riportate.

All'inizio della sua esposizione ha chiarito che il termine '' nell'antichità '' inserito nel testo della relazione limita volontariamente il periodo preso in esame e riguardante Trapani e che quindi oggetto della sua esposizione sarebbe stato il periodo compreso dall'VIII secolo A.C. al V secolo D.C. avente quindi una  estensione temporale di circa 1300 anni.

Fino dall'inizio del periodo considerato ben poche sono le notizie storiografiche alle quali si può aggiungere anche la mancanza di riferimenti archeologici relativi alla città di Trapani e ciò ha dato anche luogo alla convinzione di una sua non esitenza o che si trovasse in una zona totalemente diversa da quella considerata.
La realtà era invece ben diversa in quanto Trapani, della cui città antica non è mai trovato alcun monumento anche perchè non sono mai stati eseguiti adeguaiti lavori di scavo e di ricerca, in quel tempo subiva l'influenza e la prevalenza di altre due città vicine e ben note quali Lilibeo ed Erice di cui invece sia dal punto di vista storiologico che archeologico si ha abbondanza di riferimenti e certezze.
Come è noto, tuttavia nel successivo periodo medioevale la situazione fra Trapani e le due città limitrofe si è per vari motivi invertita e di conseguenza è pensabile anche che la città medievale abbia letteralmente fagocitato quella antica producendone la scomparsa.

Trapani ed Erice nei tempi sono state sempre strettamente legate: la prima posta in posizione strategica sul mare consentiva il controllo della zona centrale del Mediterraneo, la seconda posta su di una montagna erainvece essenziale per una adeguato controllo del territorio sottostante.

Per conoscere una città è importante conoscere il sito su cui essa è sorta.
Una tradizione non verificata diceva che Trapani era sorta su di una serie di isolette. In realtà una serie di verifiche geologiche fatte con carotaggi in occasione del consolidamento di alcune chiese ha dimostrato che essa poggia su una zona fossile. Da una carta che riporta le linee di livello si evince che la massima altezza ( mt. 18 ) si ha nella zona della Chiesa di S. Domenico per digradare poi in tutte le direzioni  verso il mare ma in modo più ripido nella parte settentrionale.

Un disegno fine 500 la presenta come una città di forma quadrangolare separata dalla terra ferma da un canale a mò di difesa poi successivamente interrato.
Questa Trapani era la Trapani antica? Oppure Trapani antica era più a ponente di quella medioevale come si riscontra anche per la città di Marsala?

Tale ipotesi potrebbe essere corroborata dal ritrovamento ad ovest della città di alcune colonne conservate presso la biblioteca Fardelliana di Trapani o dalla denominazione di Quartiere Palazzo al nuovo quartiere sorto in corrispondenza della Chiesa di S. Lorenzo fuori le antiche mura forse perchè in quella zona trovavasi anticamente una stazione militare? Sono dati che in ogni caso forniscono riferimenti ma poco significativi. 

Il relatore ha parlato delle origini di Erice e dellle varie ipotesi relative alla sua fondazione
Il nome di Erice potrebe essere quello di un gigante le cui spoglie furono ritrovate in una grotta dello stesso monte. In realtà il grade teschio con un unico foro centrale  potrebbe essere il teschio di un elefante o di un mammuth nella preistoria viventi in Sicilia.
Altra origine è attribuita al mito di Eracle ( Ercole ) ed Erice.
Si narra che Eracle dopo aver rubato i tori di Gerione nel suo viaggio verso la Grecia nell'attraversamento dello stretto di Messina ne perse uno che fuggì verso la parte occidentale della Sicilia.  Egli si mise al suo inseguimento e lo raggiunse in un luogo in cui regnava Erice, figlio di Afrodite, che se ne era già impossessato. Eracle ed Erice si sfidarono per il suo possesso in una gara di pugilato per la quale si ebbero diversi esiti.
In uno Erice perse la vita ed il luogo in cui fu sepolto diede il nome alla città; in un altro, pur battuto, considerato il valore dimostrato nella lotta, Eracle gli lasciò il regno e la vità pomettendo però che in futuro un suo discendente sarebbe venuto a reclamarlo.

Anche per Trapani si hanno varie spiegazioni mitologiche ed ipotesi.
Messina, che come Trapani ha una forma falcata, fu chiamata inizialmente Zancle dal termine '' zanclon ''  dai Siculi che vi abitavano. Una tradizione vuole che Messina come Trapani siano delle città fondate da coloni greci partiti dalla città di Calcide nell'Isola Eubea collegabile al rito di Saturno. Egli infatti in quella zona gettò una falce per creare un porto in cui i coloni potevano rifuggiarsi quando attraversavano lo stretto di Messina. Gli stessi coloni successivamente arrivarono fino a Trapani dove si stabilirono.
Ma anche nella fondazione di Trapani è presente Saturno ed una falce( drepanis ): essa è quella lanciata dallo stesso dopo aver evirato il padre che cadde nelle vicinanze di Erice, consacrata a Venere che a sua volta nacque dalla spuma del mare e dal sangue di Cielo.
Altra credenza riferisce che tale falce ( drepana ) sia stata quella perduta da Cerere nel corso della ricerca della figlia Proserpina.   


Notizie storiche più certe si cominciano ad avere negli scritti di Diadoro Siculo
quando parla del tiranno Dionisio che dopo essersi impadronito di Erice, posto e tolto l'assedio a Lilibeo, si ritirò a Siracusa inviando nel porto di Erice 130 trireme che successivamente furono attaccate e distrutte dai Cartaginesi che erano riusciti ad armare 200 trireme ( 368 a.c. ). 


Ben presto sullo scenario del Mediterraneo si inserirono anche i Romani che nel tentativo di espandere i loro territori verso sud venivano ostacolati dai Siracusani e dai Cartaginesi già sul territorio.
Sbarcati in Sicilia nel 264 a.c. ben presto stipularono con i siracusani accordi di alleanza ed impiegarono fra alterne vicende ben 15 anni per assoggettare l'isola ad eccezione della sua parte occidentale in cui resistevano ancora i Cartaginesi.
Di ciò parlano sia Diodoro Siculo che Dione Cassio che riferiscono della distruzione volontaria di Erice da parte dei Cartaginesi, fu invece risparmiato il tempio di Venere, e del trasferimento forzato della sua popolazione a Trapani che venne ulteriormnte fortificata per resistere ai Romani.
E' certamente questo il periodo in cui definitivamente sorse in modo certo la città di Trapani.

Com'è noto la 1^ guerra punica si concluse definitivamene con la vittoria dei Romani dopo la battaglia delle isole Egadi, ma nel corso di essa numerose furono le schermaglie fra i due eserciti sia sulla terra ferma sia sul mare.
Di quella del 249 a.c., che si svolse nel porto di Trapani, ne riferisce Polibio. In sintesi una flotta romana comandata da Publio Claudio partì da Lilibeo nell'intento di attaccare la flotta punica comandata da Aderbale ed ormeggiata all'interno del porto. I Cartaginesi invece riuscirono ad uscire dal porto attraverso il passaggio posto ad  occidente di esso e attaccando i romani alle spalle inflissero loro molte perdite.

In relazione al rinvenimento di reperti archeologici si ha ben poco: dei pani di bronzo rinvenuti nelle acque del porto durante lavori di escavazione   del fondale  provenienti forse dalla Sardegna o dalla Spagna che poi fusi servivano per creare altri manufatti e poi frammenti provenienti da una necropoli tardo ellenistica rinvenuti casualmente nei pressi delle palazzo delle Poste di Trapani.

Certamente numerosissimi furono gli insediamenti romani lungo le vie che avevano come destinazione Trapani, Lilibeo, Mazara nei e dai cui porti arrivavano e partivano notevoli quantità di merci di varie tipologie ( grano, vino, ecc ).
Di ciò è testimonianza il ritrovamento di cocci di vario tipo ed epoche che non di rado si ritrovano facilmente nei terreni agricoli ed in zone ben localizzate del territorio del trapanese.
Il Prof. Filippi ha infine cocluso la sua esposizione richiamando l'attenzione degli ascoltatori sulla proiezione di una diapositiva relativa alla realizzazuone di una carta molto antica della zona del Mediterraneo dalla quale si evince che all'epoca in cui essa fu redatta Trapani era già nota al suo estensore.

Alla relazione ha fatto seguito un breve dibattito che ha visto la partecipazione interessata di molti dei presenti in sala che hanno posto all'oratore numerose domande relative alla costruzione di alcuni vecchi edifici della città fra cui l'antica Chiesa di S. Pietro.

Ad essi il prof. Filippi ha fornito chiarimenti, delucidazioni e precisazioni.

Concluso il dibattito, prima dell'arrivederci a martedì 13 dicembre 2016 alle ore 19.00 nella sede dell'Associazione in occasione della festività di S. Lucia per la sagra della cuccia, a ricordo della serata ed a nome dell'Associazione il Prof. Valenti ha offerto al Prof. Filippi il libro di E. Milana '' La scia dei tetraedri -  Nel mare gastronomico delle Egadi '' a cui l'oratore ha contraccambiato perchè possa essere inserito fra i testi della biblioteca del sodalizio con una sua pubblicazione dal titolo '' Un antico porto nel Mediterraneo - Archeologia e storia di Trapani dall'età arcaica a quella bizantina ''. 

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