2017 - 05 - 13: Arch. Roberto Manuguerra - Giovanni Biagio Amico architetto

Sabato 13 maggio 2017 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese, sita in Trapani via Vespri 32, si è tenuto il settimanale incontro previsto dal programma del  XXXI Corso di cultura per l'anno 2017 a cui hanno partecipato un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti.



















Ospite della serata l'Arch. Roberto Manuguerra ben noto ai soci per aver più volte partecipato alle attività culturali del sodalizio.


Il relatore è stato accolto dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti e dai presenti, e lo stesso, aperti i lavori della serata, dopo una breve presentazione, gli ha dato la parola.

Si riporta di seguito una breve sintesi di quanto riferito nel corso dell'incontro durante il quale sono state anche proiettate una serie di diapositive che gentilmnte rese disponibili dall'Arch. Manuguerra successivamente si allegano.


L'oratore, dopo un saluto ai presenti ed un ringraziamento all'Associazione per l'invito che ancora una volta gli era stato rivolto, è entrato subito in argomento precisando che il tema della serata gli avrebbe finalmente consentito di parlare di un personaggio che per molto tempo lo aveva per così dire perseguitato in quanto: allo stesso era intitolata una via nei pressi dell'abitazione in cui viveva, a cui era intestato l'Istituto in cui aveva effettuato gli studi medi di II grado. Lo stesso personaggio aveva poi di nuovo incontrato  quando lvorava presso l'Università di Palermo.
Tutto ciò aveva quindi sollecitato il suo interesse e lo aveva quindi spinto ad effettuare su di lui una ricerca per conoscere chi era, cosa aveva fatto e progettato anche in considerazione che il Giovanni Biagio Amico era anche trapanese di origine ( Trapani: 3 febbraio 1684 - 3 settembre 1754 ) e quindi un illustre concittadino di cui era opportuno parlare.

Di famiglia modesta ed inizialmente sagrestano nella Chiesa della Congrega delle Anime del Purgatorio, studiò da autodidatta nella Biblioteca dei Gesuiti eccellendo in architettura, matematica, disegno tecnico.
Nel 1705 fu ordinato sacerdote, divenne parroco della Chiesa di S. Lorenzo e poi anche decano e come teologo scrisse il Catechismo storico del Concilio di Trento in 3 volumi.

A 21 anni scrisse il trivio dove trattava di grammatica, dialettica e retorica e successivamente il quadrivio in cui trattava di aritmetica, geometria, musica ed astronomia.

Divenne architetto dal Senato di Trapani ed ingegnere del Regno e nel 1732, come tale, viaggiò molto in Sicilia per visitarne e restaurarne le fortezze. 

Nel 1726 e nel 1750 scrisse, in due volumi, l'Architetto prattico in cui riportava considerazioni e consigli più pratici che teorici e le regole per apprendere l'architettura civile.




















Dopo il terremoto del 1728 eresse a Palermo la Colonna dell'Immacolata a Piazza S. Domenico e realizzò il prospetto della chiesa di S. Anna. Operò anche a Trapani con la Badia Grande, le facciate dellla Chiesa del Purgatorio e della Luce ( distrutta nel corso del 2° conflitto mondiale), la cupola del Duomo, ma eseguì anche molti rifacimenti in altre città come Alcamo, Erice, Calatafimi e Licata, dedicandosi anche allo studio dei trattati di Vitruvio, Palladio e Scamozzi.


L'oratore è quindi passato ad illustrare brevemente i più importanti trattati di architettura iniziando da quello di Marco Vitruvio a noi pervenuto purtroppo senza i relativi disegni.
Il Vitruvio, architetto e scrittore romano ( 80 - 23 a.c. ), scrisse il De Architectura che divenne poi il testo fondamentale dell'architettura occidentale anche nel Rinascimento e fino alla fine del XIX secolo e viene considerato la base dei principi e dei metodi di costruzione adottati dagli antichi romani e nella progettazione di strutture sia grandi che piccole.

Nei 10 diversi libri in cui esso è suddiviso l'architettura viene considerata come scienza che include praticamente tutte le forme di conoscenza e sulla base di ciò chi opera deve essere in possesso di nozioni di geometria, matematica, anatomia e medicina, ottica ed acustica, teolologia, legge intesa come norme da seguire, astronomia, meteorologia, ecc. e ciò a seconda di cosa si progetta e della sua destinazione dovendosi inoltre l'edificionel suo complesso inserire in modo armonico nell'ambiente naturale in cui deve essere localizzato.

Funzione quindi dell'architettura è di soddisfare i principi fondamentali della solidità, della funzionalità in relazione alla sua destinazione d'uso e della bellezza.

Nei successivi 1400 anni e quindi fino alla fine del medioevo diversi eventi hanno caratterizzato il periodo come le invasioni, la lotta della Chiesa per il poteretemporale che condivise con lo stato ed è con il Rinascimento che si assiste ad una nuova valorizzazione dell'uomo posto di nuovo al centro del creato.

Il Rinascimento ( 1300 - 1700 ) fu un periodo culturale che si sviluppò in Europa in vario modo ache in relazione alle varie aree geografiche in cui l'uomo fu visto come soggetto unico del creato. Elementi essenziali dell'architettura di questo periodo furono la nascita della prospettiva lineare centristica, una maggiore attenzione all'uomo ora considerato indivisibile, il ripudio degli elementi decorativi ed il ritorno all'essenzialità.

Leonardo da Vinci disegnò l'uomo vitruviano le cui dimensioni ideali sono inserite contemporaneamente ed armonicamente nel quadrato, rappresentazione simbolica della terra, e nel cerchio, rappresentazione del Cielo, unione di arte e scienza in cui l'uomo entra in contatto in modo proporzionale ed in perfetta sintonia con terra e l'universo. Nelle note ad esso allegate e relative alla sua realizzazione Leonardo rimanda ad un passo di Vitruvio considerato il più famoso architetto di tutti i tempi.

Illustre rapresentante dell'architettura di questo periodo fu Leon Battista Alberti ( Genova 1404 - Roma 1472 ) architetto, scrittore, matematico, umanista, filosofo, muicista, ecc.  le cui riflessioni teoriche furono riportte nel De re aedificatoria, un trattato di architettura che fu concepito sul modello del De Architectura di Vitruvio, considerato il trattato architettonico più significativo della cultura umanista.
Anch'esso è diviso in 10 libri in cui tratta dei più svariati argomenti relativi alla progettazione, alla realizzazione ed ai materiali da utilizzare nella costruzione di un edificio e delle relative finalità.



















Nella parte finale egli tratta anche il tema delle architetture difensive e intuisce come con l'avvento delle armi da fuoco avrebbe dovuto essere modificato la forma e l'aspetto delle fortificazioni che per aumentarne l'efficacia difensiva avrebbero dovuto essere costruite non in maniera lineare come fino ad allora fatto ma in modo irregolare e con molti spigoli.


Molte sono le opere lasciate e realizzqte dall'Alberti fra cui è da annoverare il Tempio Malatestiano di Rimini che ancora oggi si può ammirare.

Il relatore ha quindi accennato anche ad altri illustri personaggi come:
- Baldassare Peruzzi ( 1481 - 1536 ) che fu architetto, pittore nonchè studioso di architettura ed ingegnere militare.
Impegnato in vari campi di attività, fu uno dei pochi da potersi considerare un uomo universale. Lasciò molte opere nelle varie città dove era chiamato a lavorare.

-
Vincenzo Scamozzi ( Vicenza 1548 - Venezia 1616 ) anche lui architetto della Repubblica di Venezia che operò nel tardo cinquecento nell'area veneziana. Egli riteneva che l'architettura doveva essere una scienza esatta e con proprie regole da studiare attentamente e con pazienza.

Scrisse molti libri e grazie alle sue opere ma soprattutto al suo trattato L'idea dell'architettura universale, Scamozzi influenzò la formazione degli architetti europei, 

- Andrea Palladio ( Padova 1508 - Mase 1580 ), cittadino della Repubblica di Venezia, fu un architetto, un teorico dell'architettura del Rinascimento. Fu influenzato dall'architettura greco-romana e soprattutto da Vitruvio.

Fu l'architetto più importante della Repubblica Veneta, nel cui territorio progettò numerose ville ma anche chiese e palazzi. Pubblicò il trattato '' I quattro libri dell'architettura ' attraverso il quale i suoi modelli hanno avuto una profonda influenza sull'architettura occidentale; caratteristiche nelle sue costruzioni erano le colonne che anche se decorative e non reali contribuivano alla bellezza dei locali e degli ambienti.

A questo punto l'Architetto Manuguerra è ritornato a parlare dell'Amico e del suo trattato con il quale, piuttosto che parlare di teoria, mirava a descrivere le modalità progettuali sia al progettista sia a chi era poi chiamato alla realizzazione dell'opera. 

Altre opere a cui pose mani furono:

- il seminario dei Chierici, Mazara Del Vallo, Piazza Repubblica 
- l'interno della chiesetta di S. Caterina a Calatafimi
- l'interno della chiesa di Sant'oliva ad Alcamo e controsoffitto perduto nei restauri successivi
- il rifacimento della parte terminale del campanile della Cattedrale di Palermo. Definito brutto e borrominiesco, fu sostituito da quello neogotico di Emmanuele Palazzotto
- l'interno della Basilico-Santuario di Maria Santissima Annunziata di Trapani ( progetto e realizzazione diversa )
- la Cappella del crocifisso della Chiesa di S. Domenico a Trapani
- la Chiesa del Crocifisso a Calatafimi (attr.)
- S. Maria della Grotta a Marsala
- la Chiesa di S. Pietro ad Erice
- un intervento relativo alla Torre della Colombaia a Trapani.


Ha infine concluso la sua esposizione dicendo che mentre fino al 700, non avendo conoscenze in merito alla scianza dellle costruzioni, si operava e si costruiva in modo empirico sulla base delle conoscenze pratiche acquisite e del metodo della sopportazione dei pesi, dall'800 inpoi invece si opera in modo scientifico e tecnologico prendendo in considerazione gli sforzi strutturali e la loro correlazione in merito alla resistenza che l'edificio deve necessariamente avere.

La fine della relazione è stata seguita da un interessante dibattito che ha visto la partecipazione di molti dei presenti in sala che hanno proposto al relatore anche altre tematiche ma relative all'argomento trattato ai quali lo stesso ha fornito esaurienti risposte.

La serata siè conclusa con l'arrivederci a sabato 20 maggio alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro in programma ed il Presidente, ringraziando l'oratore a ricordo dell'evento gli ha offerto il libro di E. Milana '' 33 cunti - tra le vele del tempo e della storia ''. 






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