2011 - 10 - 22 : Cicerone e la Sicilia - Prof. Renato Lo Schiavo

Sabato 22 ottobre 2011 alle ore 18.20
nella sala delle riunioni ' Antonio Buscaino ' dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani, via Vespri 32, alla presenza di un numeroso gruppo di soci si è svolto l'incontro con il Prof. Renato Lo Schiavo sul tema previsto dal calendario delle attività.

L'oratore, già più volte in passato ospite dell'Associazione e conosciuto dai soci per averli intrattenuti  su argomenti sempre interessanti, è stato ricevuto dal Presidente Prof. Salvatore Valenti che dopo una breve presentazione gli ha ceduto la parola.

Il Prof. Lo Schiavo ha esordito ringraziando i presenti per la cordiale accoglienza ed esprimendo anche il piacere per essere stato invitato ancora una volta a svolgere una relazione che ormai è diventata negli anni abituale.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto esposto dal relatore.
Lo svolgimento dell'argomento è stato accompagnato anche dalla proiezione di una serie di diapositive con didascalie che opportunamente predisposte ne hanno costituito il logico filo conduttore.
Esse, per gentile concessione dell'ospite, si riportano cronologicamente  di seguito inserite nel testo.

Il Prof. Lo Schiavo ha quindi iniziato dicendo che quanto avrebbe esposto è il frutto di un lungo e vasto lavoro di ricerca basato sul processo per concussione a Verre, governatore della Sicilia dal 73 al 71 A., intentato dalle città siciliane alle quali lo stesso aveva imposto tributi non dovuti ed eccessivi e che portò alla sua condanna; l'accusa nel corso del processo fu sostenuta da Cicerone.

Il tema è stato tuttavia diviso in due parti:
- la prima, trattata questa sera, svilupperà gli antefatti sotto diversi aspetti fino all'inizio del processo e la costtituzione del collegio giudicante, della difesa e dell'accusa;
- la seconda, che sarà svolta successivamente, svilupperà il processo vero e proprio fino alla condanna.
Il tutto inoltre non può essere avulso dal contesto della storia di Roma che abbraccia il periodo che va dalla 1^ guerra punica ( 264-241 A.C.) all'epoca in cui si sono verificati i fatti ( 73 - 70 A.C.).

Nella trattazione della prima parte pertanto il Prof. Lo Schiavo ha opportunamente evidenziato i fatti storici connessi, le figure di Verre, di Cicerone, i  personaggi del tempo, i più importanti legami parenterali e politici che hanno influito sulla vicenda, la legislazione esistente in materia penale pubblica e la sua evoluzione nel tempo.

Nel 149 A.C. fu emanata la Lex Calpurnia che stabiliva la composizione del tribunale e le sanzioni da attribuire che consistevano neela restituzione del maltolto o dell'equivalente in denaro.
Tale legge fu rogata in contrasto con la< nobiltà senatoria dal tribuno della plebe L.Calpernio Pisone Frugi.

Nel 149 A.C. ebbe inizio la 3^ guerra punica che poi portò alla distruzione di Cartagine. Propugnatore della necessità di distruggere Cartagine fu Catone il Censore famoso per la sua espressione continuamente ripetuta convinto che la presenza dei Cartaginesi era un pericolo per Roma ed i suoi traffici.

Il Prof. Lo Schiavo a questo punto, partendo da Scipione l'Africano, ne ha sviluppato la genealogia
per arrivare ai Gracchi in quanto nel 123 A.C.






























la Lex Sempronia iudiciaria del tribuno Gaio
Sempronio Gracco ( 154 - 121 A.C. ) stabilì che:
i giudici fossero scelti fra 600 cavalieri e 300 senatori togliendo il controllo del processo ai senatori alla cui classe apparteneva l'accusato,
non fosse possibile il rinvio del processo, che allungava la durata dello stesso, anche un numero indefinito di volte, la sentenza doveva essere emessa dopo un unico dibattito e ciò segnò un vantaggio a favore della plebe.















Nel 122 A.C. tuttavia la Sempronia fu modificata dalla Lex Acilia repetundarum che venne promulgata dal tribuno Manio Acilio Glabrione, collega di Gaio Gracco.

Nel 108 A.C. il tribuno Gaio Servilio Glaucia promulgò la Lex Servilia repetundarum che cambiò ulteriormente la Sempronia ed in forza alle modifiche apportate:
- i senatori ed i loro figli furono esclusi dalla funzione di giudici;
- la funzione di giudice fu affidata solo ai cavalieri;
- fu di nuovo reso obbligatorio un secondo dibattito da tenere entro 3 giorni dalla fine del primo;
- la sentenza doveva essere emessa dopo il secondo dibattito;
- ai latini che avrebbero testimoniato a favore dell'accusa sarebbe stata concessa la cittadinanza romana.

Tuttavia sia i fratelli Gracco che Glaucia non morirono di morte naturale.
In tutto ciò è ovvio che il punto cardine della legge era il modo con cui la giuria doveva essere costituita.
Seguì nel 106 A.C. la Lex Servilia Caepionis che reintrodusse nella giuria i senatori e nel 101 A.C. la Lex Serviliae Glauciae in cui era stabilito che la giuria doveva essere costituita da cavalieri, che il denaro poteva essere recuperato anche presso terzi.


















Nell'81 A.C. il dittatore Silla con la Lex Corneliae stabilì che le giurie dovevano essere composte solo da senatori estromettendo i cavalieri dalle stesse e fu nel rispetto di questa legge che venne avviato il processo contro Verre alla presenza di soli senatori.
Tuttavia, dopo la fine del rocesso a Verre, fu approvata la Lex Aurelia iudiciaria del tribuno Lucio Aurelio Cotta in base alla quale la giuria doveva essere così composta:
- unterzo dei giurati dovevano essere senatori;
- un terzo dei giurati dovevano essere cavalieri;
- un terzo da coloro, che pur non essendo cavalieri, non erano stati nominati tali dai censori. Con tale legge i senatori avevano perso il diritto di essere giudicati dai loro pari.
















Si riporta sopra una espressione di Cicerone che sintetizza quanto sopra descritto ed avvenuto.

Con la sopra descritta situazione normativa si apre nel 73 A.C. il processo per concussione a Verre.

Nelle diaposite che seguono sono riportate la composizione della giuria, i ricusati dalla parte difensiva e dalla parte dellì'accusa, la giuria effettiva, il collegio difensivo.
















































A questo punto è necessario parlare dell'accusato ( Verre ) , del sostenitore dell'accusa ( cicerone ) e di coloro che promossero il processo ( i siciliani che avevano subito le malversazioni di Verre).

Verre, nato nel 115 A.C. era figlio del senatore Gaio Verre e di una donna della gens Tadia.
















Essendo in corso a Roma la guerra civile nel corso della quale il generale Silla, sostenitore degli aristocratici, si scontrava con il generale Mario, sostenitore della parte popolare, Verre abbandonò Carbone fuggendo con la cassa dell'esercito che come questore doveva amministrare ( e che non fù in seguito più ritrovata ) e diventò sillano. In aseguito a ciò Silla lo mandò a Benevento ricompensandolo donandogli i beni sequestrati ai suoi avversari politici.
















Nell'80 fu nominato legatus da Gneo Cornelio Dolabella e quando il questore Gaio Malleolo venne ucciso lo nomino anche tutore del figlio di Malleolo.
Nel 78 A.C. nel processo di Dolabella per il suo operato in Cilicia, in cui la funzione di accusatore fu svolta da Marco Emilio Scauro, Verre si presentò come teste d'accusa. Dolabella fu condannato e Verre venne assolto e si eclissò da Roma per qualche tempo.
Nel 75 si presentò alle elezioni per pretor urbanus, venne eletto forse ricorrendo a brogli e nel 74 esercitò la pretura emettendo sentenze non sempre conformi alle situazioni ricavandone vantaggi economici e successivamente dal 73 al 71 gli fu assegnato il governatorato della Sicilia.
Nel 72 vi fu il primo contatto fra Verre e Cicerone.
In quell'anno Stenio di Terme, accusato ingiustamente da Verre, ricorse al Senato di Roma.
Verre, nonostante il parere del padre senatore, volle procedere egualmente contro Stenio. Il procedimento fu successivamente insabbiato, ma Cicerone ottenne dai tribuni un decreto che consentiva a Stenio di risiedere a Roma pur essendo stato condannato in contumacia in Sicilia.
Nel gennaio del 70 A.C. , a 45 anni, Verre rientrò a Roma aspirando al consolato.


A questo punto il Prof. Lo Schiavo è passato a tratteggiare la figura di Cicerone.
Nato ad Arpino, e quindi conterraneo di
Caio Mario, da famiglia di ordine equestre ricevette una sofisticata educazione essendo stato allievo dei più rinomati oratori, giuristi e poeti del tempo.



Nell'89 combatte nella guerra sociale ed a 25 anni inizia la carriera forense sostenendo la difesa di Sesto Roscio di Armeria messo sotto l'accusa di parricidio da Crisogomo, liberto di Silla.










Vincendo la causa Cicerone si guadagnò la stima degli avversari di Silla.




Dal 79 al 77 durante un viaggio in Grecia, che fece anche per allontanarsi da Roma dove si era attirato le attenzioni di Silla, ebbe modo di affinare sue conoscenze e la sua preparazione.








Nel 78 rientrò a Roma dove iniziò una nuova vita. Sposò Terenzia, dalla quale ebbe due figli, e da cui divorziò dopo 30 anni di matrimonio; non miglior fortuna ebbe il suo secondo matrimonio con Publilia.
Nel 75 fu eletto console e per questo e gli fu assegnato il governo della Sicilia occidentale sotto il pretore Sesto Peduceo.
Quando ritornò a Roma lasciò a Lilibeo un  buon ricordo di sè e ciò fu un fattore importante nella sua scelta come  sostenitore dell'accusa nel processo contro Verre.
















Prima di rientrare a Roma, Cicerone memore della grandezza di Archimede, ucciso nell'assedio di Siracusa da parte dei romani, volle visitare la sua tomba ma ebbe notevoli difficoltà nella sua individuazione e da ciò ne derivò la metafora di una decadenza.
















Parlato di Verre e di Cicerone, l'oratore è passato a parlare brevemente dei fautori del processo ovvero dei siciliani che erano stati in precedenza malversati da Verre e dei motivi che li spinsero ad iniziare la procedura per l'accusa.
















Ha fatto seguito l'analisi delle situazioni che portarono ad individuare Cicerone ad assumere la funzione dell'accusatore.

Per dare una risposta si deve risalire alla venuta di Pompeo in Sicilia dove era stato mandato dal suocero Silla per recuperare a Roma i notevoli rifornimenti di grano che la Sicilia era in grado di produrre sul suo territorio. Successivamente, in Spagna, combattè Sartorio appartenente  alla fazione mariana che però fu assassinato prematuramente.
Nel 71 pose fine alla rivolta degli schiavi comandati da Spartaco accorrendo in aiuto di Marco Crasso.  Cicerone si può correlare con Pompeo per l'intervento in suo favore in relazione all'assegnazione ad esso dei pieni poteri nella guerra contro Mitridate.


Nel 75 A.C. Stenio era a Roma ospite di Verre ( non si sa con certezza per quale motivo ) e sempre nel 75 si discuteva a Roma per l'appalto relativo alla riscossione delle tasse e ciò anche in relazione a quaqnto era avvenuto negli anni precedenti che










nellla diapositiva successiva sono sintetizzati.
Ma cosa avvenne veramente?




In gioco c'era la legge Hieronica ovvero la legge  recepita nella Lex Rupilia con la quale il console Rupilio nel 132 A.C. aveva riordinato amministrativamente la Sicilia ed il versamento delle decime nonchè le norme per la riscossione dei tributi.







I punti qualificanti per dare a Roma la facoltà di conferire gli appalti erano quelli riportati nella diapositiva successiva.







Ma tutto ciò a chi sarebbe giovato e perchè?
Il Senato dà via libera alla legge ma essa tuttavia rimane lettera morta per l'intervento di Stenio che era legato a Verre.





Perchè la legge venisse approvata occorreva un nuovo provvedimento emanato da una autorità superiore al governatore e la legge viene
approvata assegnando a Roma solo gli appalti
delle tasse in Asia.
















In seguito a ciò tuttavia i pubblicani avanzano una nuova richiesta; Stenio interviene e si oppone creando quindi una situazione di stallo che lascia le cose così come erano.



A questo punto il Prof. Lo Schiavo per dare una spiegazione si pone alcuni interrogativi relativi alla situazione creatasi.
















Si riportano nella diapositiva gli esiti della Legge Ottavia Aurelia se fosse stata approvata sia per la parte relativa agli appalti che per la parte relativa alla composizione delle giurie per i processi per concussione ( In effetti, dopo la condanna di Verre, le giurie furono modificate, vedi sopra ).

Ritorniamo ora a parlare del processo a Verre.



Perchè nei confronti di Verre si iniziasse una procedura di accusa da parte dei siciliani che avevano subito le sue malversazioni erano necessari una serie di elementi quali quelle che nella diapositiva a lato sono riportate nonchè l'appoggio di persone che dovevano avere una certa influenza che potevano identificarsi negli esuli siciliani di Roma.
















Ma nella situazione che si stava creando anche c'erano anche quelli che parteggiavano e sostenevano Verre e dai quali si si doveva guardare.

Si riportano di seguito le formule di imputazioni secondo le quali si sarebbe potuto procedere, la loro analisi ed alcune considerazioni in merito.


































A questo punto si pose la questione di chi avrebbe potuto appoggiare a Roma i siciliani nella loro azione Contro Verre.
I loro nomi sono riportati nella diapositiva successiva, ma come riportato essi erano inadatti o si tirarono indietro quando furono contattati.
















La situazione potè essere superata grazie all'intervento di Pompeo ed alla sua personalità ed influenza politica e militare.

Ma ora a chi affidare la funzione di patrocinatore dell'accusa ?
Le motivazioni sono riportate nelle due diapositive che seguono.


Perchè si volle intentare il processo, quando partì l'iniziativa, che percorso ha seguito, come si è arrivati a Cicerone, come Stenio ha conosciuto Cicerone , chi è Stenio? Le risposte si evincono dalle diapositive successive.

































































Il prof. Lo Schiavo ha terminato la sua esposizione a questo punto della vicenda rimandando la seconda parte ad un altro incontro da tenere il prossimo anno.
















Ha fatto seguito un dibattito cui hanno partecipato molti dei presenti ponendo quesiti e chiedendo precisazioni ed ai quali il relatore ha fornito chiarimenti e dato ulteriori delucidazioni.
( P.S.: Si chiede scusa per eventuali imprecisazioni nelle vicende storiche su riportate. Si sarà grati di apportare le necessarie correzioni laddove pervenissero. Esse potranno essere inviate tramite e-mail all'indirizzo: d.romano@siciliambiente.it ).

L'incontro si è concluso con l'omaggio all'ospite del testo ' Storia di Trapani ' di Mario Serraino, con l'invito di trattare il seguito della vicenda in un altro incontro da programmare nel prossimo anno e con le fotografie di rito.
















Sono seguite alcune comunicazioni della Presidenza relative al viaggio a Piazza Armerina ed Aidone la cui ora di partenza è prevista alle ore 07.00 da Piazza Stazione.

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