2011 - 11 - 05 : Per una storia del vino siciliano dell' 800 - Dott. Rosario Lentini

Sabato 5 novembre 2011 nella sala delle riunioni ' Antonio Buscaino ' della Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani, via Vespri 32, alla presenza di un numeroso gruppo di soci e simpatizzanti si è tenuto un incontro con il Dott. Rosario Lentini.


L'ospite, che più volte in passato ha trattato interessanti argomenti nel corso delle attività dell'Associazione, è stato accolto dal Presidente, Prof. Salvatore Valenti, che dopo una breve presentazione gli ha ceduto la parola, non prima di aver rivolto un pensiero alla polazione della città di Genova per i recenti eventi che la hanno colpita.

Il Dott. Lentini, ha ringraziato i presenti per l'accoglienza ricevuta, ha espresso il suo personale piacere per l'invito a relazionare precisando che ben volentieri partecipa agli incontri dell'Associazione che sono diventati per lui un ricorrente e piacevole appuntamento e dopo ciò ha iniziato a sviluppare il tema dell'incontro.

Nel corso della relazione sono state proiettate, per megllio illustrare l'argomento, una serie di diapositive che hanno costituito la traccia lungo la quale l'argomento è stato sviluppato.

Di seguito, si riporta una breve sintesi, accompagnata da alcune delle diapositive proiettate, liberamente tratta da quanto esposto dal relatore.

Il Dott. Lentini ha iniziato la sua esposizione citando un proverbio del primo novecento che recitava: ' Casa fatta e vigna tosta, un si sapi quantu costa ' che ben rappresentava ai primi anni dell'ottocento l'importanza che la casa e la vigna avevano per gli agricoltori di allora.
Sia la vigna che il vino sono e
ntrati in tutti i tessuti e gli eventi che da sempre hanno accompagnato l'umanità.
Fino ai primi anni dell'800 la viticultura e l'enologia costituivano un unicum in quanto il coltivatore e il produttore di vino coesistevano in una unica persona e a ben bedere ciò costituiva un limite alla enologia stessa perchè il processo produttivo era legato alla tradizione che si tramandava da padre a figlio e ciò aveva ripercussioni anche sulla qualità dei vini prodotti in quanto tutti i diversi tipi di uva provenienti dai più diversi tipi di vitigni venivano mescolati senza alcuna distinzione.
Solo per iniziativa di alcuni lungimiranti personaggi fra i quali: Pietro Laya, Giovanni Meli, Domenico Scinà, il canonino Zucchini e soprattutto con l'arrivo degli inglesi, grandi commercianti di vini, si cominciasrono ad introdurre conce
tti innovativi che separarono la fase di produzione dell'uva dalla fase di produzione del vino che a sua volta si diversificò anche in relazione alla sua utilizzazione e destinazione.
Dalla seconda metà dell'800 si ebbe, specialmente in Sicilia, un vertiginoso aumento della superficie vitata che vedeva in testa le provincie di Trapani, Catania e Siracusa seguita ai primi del 900 da un calo altrettanto repentino ma ancora con la predominanza delle 3 provincie su menzionate .
La causa che produsse quanto sopra fu l'arrivo, proveniente dall'America, ed il propagarsi, della Fillossera; l'inconveniente tuttavia fu superato ricorrendo all'innesto di vitig
ni di origine americana, resistenti a tale afide, con vitigni locali.
Superata l'emergenza, si ebbe il passo successivo che portò gradualmente alla separazione definitiva della fase di produzione dell'uva dalla fase di vinificazione.
Alla base di  ciò si possono distinguere varie motivazioni:
- la necessità di migliorare la qualità del vino prodotto introducendo
nelle varie fasi della produzione e della successiva conservazione tecniche di produzione e di tratttamento più efficaci che alterassero in modo meno penalizzante il prodotto finale ottenuto
- la necessità di produrre vini che commercializzati sia in campo nazionale che in campo internazionale potessero competere con altri vini già più noti e rinomati
- la pubblicazione di sag
gi e trattati conseguenti allo studio dei processi chimici che intervengono nella trasformazione del mosto in vino
- il dibattito che si creò inevitabilmente fra produttori di uva, enologi e commercianti che spinse a risolvere in modo positivo la p
roblematica venutasi a creare
- l'utilizzazione di enologi stranieri, in modo particolari francesi, nella fase di produzione essendo già la Francia all'avanguardia della già nata enologia.
Una ulteriore suddivisione si è successivamente avuta quando si è diversificata la produzione del vino da pasto da quella del vino ad alta gradazione alcolica destinato a irrobustire quello prodotto in altre zone e che per vari motivi aveva uno scarso contenuto di alccol.  
Successivamente sono state proiettate alcune diapositive in cui e
rano mostrate alcune delle Ditte che furono impiantate in Sicilia in relazione ai miglioramenti ed alle nuove tecniche di produzione adottate.

Alla conclusione della relazione ha fatto seguito un ampio ed interessante dibattito al quale hanno partecipato molti dei presenti, fra i quali in modo particolare il Presidente, il Signor G.Bondì, il Prof. G. Santangelo, che hanno apportato al tema ulteriori, personali e pertinenti contributi.
Ad ognuno di essi il Dott. Lentini ha risposto ampiamente ed esaurientemente.
L'incontro si è concluso con l'omaggio all'ospite del testo ' Storia di Trapani ' di Mario Serraino e con le fotografie di rito.
Infine il Presidente ha ricordato ai soci, con preghiera di diffusione, che venerdì 11 novembre 201, festa di S. Martino, il calendario delle attività prevede alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione un incontro nel corso del quale  sarà festeggiato come ogni anno l'evento con i tradizionali ' Mufuletti ' ed i ' Viscotta di S. Martino ' consumati con la classica
' ammigghiata nu vinu '.

















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