2013 - 11 - 30 : Dott.ssa Daniela Scandariato - Gli allestimenti del Museo '' A. Pepoli '' di Trapani dalla fondazione ad oggi

Sabato 30 novembre 2013 alle ore 18.20 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 ha avuto luogo il settimanale incontro previsto dal programma delle attività del XXVII Corso di cultura per l'anno 2013. Relatrice della serata la Dott.ssa Daniela Scandariato, figlia dei coniugi Scandariato soci dell'Associazione, e funzionario presso il Museo Pepoli di Trapani che negli anni passati ha più volte partecipato agli incontri promossi dal sodalizio.
L'ospite è stata accolta calorosamente e con simpatia dal Presidente e dai numerosi soci presenti che le hanno manifestato il piacere di rivederla ed incontrartla ancora una volta.
 
La serata è stata aperta dal Prof. Valenti che ha ricordato ai soci l'avvicinarsi della data della Conviviale di fine anno fissata per il giorno 20 dicembre nei locali del Circolo del tennis di Trapani in località Milo.
per cui chi volesse partecipare all'evento potrebbe già dare il proprio nominativo al Segretario Dott. D'Aleo essendo già aperte le prenotazioni. 
 
Conclusa questa prima parte il Presidente dopo aver brevemente presentato la Dott.ssa Scandariato le ha ceduto la parola.

Si riporta di seguito un breve sunto liberamente tratto da quanto esposto nel corso della serata accompagnato da alcune fotografie, purtroppo non riprese nella giusta prospettiva, di alcune delle numerose ed interessanti diapositive proiettate nel corso della serata a supporto ed integrazione di quanto la Dott.ssa Scandariato andava esponendo. 

La relatrice ha aperto il suo intervento ringraziando i presenti e l'Associazione che di anno in anno le rivolgono l'invito e la possibilità di partecipare alle sue attività ed ha espresso il piacere di poterlo sempre accogliere.
Lo spunto del tema della serata è partito dal ritrovamento nell'archivio del Museo Pepoli di Trapani di una serie di fotografie, in parte inedite, il cui studio accurato le ha consentito di ripercorrere e rivivere con emozione la storia non solo del Museo stesso, dalle sue origini ad oggi, ma anche stabilire l'adozione dei diversi criteri di esposizione dei reperti posseduti e del cambiamento che essi hanno subito con il trascorrere del tempo. A completamento e ad integrazione di quanto esposto sono state proiettate una serie di interessanti diapositive.

La nascita del Museo fu merito del barone Agostino Sieri Pepoli ( 1848 - 1910 ) membro di una famiglia gentilizia di Bologna un ramo della quale, i Sieri Pepoli, nel XVI secolo si spostò in Sicilia e precisamente a Trapani, dove possedette numerosi feudi e proprietà.
Uomo colto, archeologo e musicista raccolse nei vari campi numerosissime opere d'arte che inizialmente sistemò nei locali del palazzo della famiglia a Bologna.
Trasferitosi a Trapani nel 1875 egli, non avendo figli, cominciò a coltivare l'idea di fondare un Museo nella città ed in tal senso fece domanda al Comune perchè gli fosse assegnata la Chiesa di S. Maria del Gesù e del convento annesso ma la richiesta restò inevasa.
Nuova analoga richiesta formulò nel 1906 e questa volta la Municipalità gli concesse l'ex convento dei Padri Carmelitani che insieme a tanti altri edifici era stato espropriato in seguito alla soppressione degli ordini religiosi.
Nella richiesta egli si era impegnato non solo al restauro del fabbricato ma anche al trasporto a sue spese delle sue raccolte e delle opere possedute da Bologna a Trapani.
Nell'opera di rifacimento egli volle mettere in evidenza in varie parti del fabbricato la scacchiera bianco-celeste presente sullo stemma nobilare della propria famiglia.
Altre opere per suo volere realizzate furono l'Ospizio Sieri Pepoli a sud del porto di Trapani e la Torretta Pepoli ad Erice ardimentosamente costruita su di un pinnacolo di roccia e di cui di recente sono iniziati i lavori di restauro dopo anni di completo abbandono.

Nel 1909 con la costituzione dello Statuto il Museo fu eretto ad Ente morale ed in esso furono esposte non solo le opere raccolte dal Pepoli ma anche i quadri della Pinacoteca Fardelliana fino a quel momento esposti nei locali della Biblioteca Fardelliana ed a suo tempo donati alla Città dal generale Giovan Battista Fardella nel 1830 nonchè molte delle opere sottratte ai soppressi ordini religiosi.
Nel frattempo fu iniziata una grande opera di catalogazione dei beni disponibili nel corso della quale bisognava tener conto anche di quelli restituiti agli ordini religiosi originari.
Il tutto avveniva in un gran disordine ed in una grande commistione dei vari generi di opere disponibili.
Nel 1910 a complicare la situazione sopravvenne la immatura morte del Pepoli, promotore del Museo.
Dopo un periodo di transizione, solo dopo la nomina del 1° direttore nella persona di Antonio Sorrentino che provvedette al completamento della ristrutturazione dell'edificio per adibirlo a spazio museale ed al copletamento della classificazione delle opere, lo stesso venne inaugurato ufficialmente nel 1914.
Nel corso della stessa cerimonia il Sorrentino mise in evidenza lo scopo educativo del museo ed incitava i nobili ed i benestanti del tempo ad un'opera di donazione per aumentare le dotazioni del Museo stesso.
I criteri espositivi allora adottati furono quelli della massima esposizione degli oggetti posseduti, diretta derivazione del collezionismo, che aveva come scopo quello di mettere in mostra tutto ciò che si possedeva criterio questo adottato all'epoca da molti Musei in Italia.
La esposizione venne quindi organizzata in molte sezioni che avevano la caratteristica di raggruppare opere dello stesso tipo, anche di autori diversi, al fine di consentirne il confronto per mettere in evidenza i diversi tipi di scuola fra opere coeve nonchè la creazione di gabinetti particolari per evidenziare opere di alto valore realizzate da autori dal nome prestigioso.
Nel 1921 su iniziativa dello stesso Sorrentino il Museo acquisì, ampliando i beni posseduti, anche le collezioni del Conte Hernandez  di Erice. 

Nel 1925 il Museo da Civico fu elevato a Regio, e quindi acquisì rinomanza nazionale, con apposito decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'epoca e ciò fu dovuto alla caparbia del suo Direttore pro-tempore Sorrentino e per l'appoggio del conterraneo Giovanni Gentile. Ciò comportò una seconda inaugurazione ufficiale a cui seguì la visita effettuata dal Principe Umberto il 16 agosto 1937 nel periodo in cui prefetto della città era Cesare Mori.

Seguì la 2^ guerra mondiale nel corso della quale le opere vennero con solerzia ed in diversi modi protette da eventuali eventi che avrebbero potuto irremediabilmente  danneggiarle.
Ciò fino al 1947 quando finita la 2^ guerra mondiale ed in seguito alla sua riaperttura avvenuta nel 1950, venne realizzata una nuova ridisposizione delle opere che prevedeva un aumento degli spazi espositivi per mettere in evidenza le stesse al fine di poter concentrare su di esse l'attenzione del visitatore.
Ciò provocò la contemporanea diminuazione delle opere esposte con l'esigenza di una loro selezione ed un aumento degli spazi fra le stesse in conseguenza della nascita di nuove esigenze e criteri espositivi.
Tale innovazione, insieme alla esposizione di numerose opere restaurate per l'occasione, ebbe come conseguenza una maggiore apertura dello stesso alla cittadinanza e ciò fece sentire maggiormente la sua presenza sul territorio.   




















































Il trascorrere del tempo portò nel 1960 ad una nuova tendenza espositiva in funzione della quale venne ancora ridotto il numero delle opere esposte, vennero creati dei percorsi espositivi non ripetitivi razionalizzando i percorsi dei visitatori e soprattutto le opere vennero esposte in modo che esse potessero dialogare attivamente con l'ambiente, con il colore delle pareti e con  gli eventuali tendaggi al fine di creare un Museo non freddo ma inserito in modo attivo nell'ambiente ospitante.

 























                                                                       


Divennero quindi importanti i colori delle pareti, dei soffitti, la luce per quanto possibile naturale e non artificiale ma anche le forme delle vetrine e dei contenitori espositori che richiamassero anche le forme architettoniche degli ambienti e dei loro soffitti.


















Ciò comportò un ulteriore rinnovamento dei locali, una profonda rivoluzione degli spazi espositivi con una ulteriore riduzione delle opere esposte e della loro rivalutazione, dei pavimenti, e tale è l'aspetto che oggi si riscontra nel corso di una sua visita.
Il progetto dell'aspetto attuale è dovuto all'intervento ed alla progettazione dell'Arch. Francesco Minisi che, sotto la direzione del Dott. Vincenzo Scuderi, ha evidenziato anche gli splendidi colori dell'ambiente mediterraneo nella tinteggiatua dei soffitti e delle pareti valorizzando così con gli sfondi anche i colori e le caratteristiche delle opere esposte.


















Con il completo rinnovamento del 1960 in esso furono create tre sezioni:
- Marmi e lapidi
- Dipinti
- Arti industriali
ed alle stesse sono state di recente aggiunte le sezioni di:
- Scultura rinascimentale
- Memorie del Risorgimento.

Il Museo ha oggi la denominazione di Museo Interdisciplinare Regionale ed è uno dei pochi nei quali sono esposte opere di Arti decorative ed applicate.
 
Esso si sviluppa nell'arco di 25 sale, di cui 4 al pianterreno nei locali circostanti l'antico Chiostro, lo scalone monumentale e le rimanenti al 1° piano e nel complesso oggi ospita: una imponente collezione di arti decorative, di sculture tra cui operre del Gagini, opere di corallo, in argento ed una Pinacoteca che comprende, tra gli altri, dipinti di Tiziano, di Giacomo Bolla, ecc..
Vi si trovano anche reperti archeologici rinvenuti in provincia di Trapani, cimeli garibaldini ed una ghigliottina di epoca napoleonica e nei suoi locali è esposto anche il '' Tesoro della Madonna di Trapani '' frutto di donazioni dei fedeli alla Madonna su menzionata, ma molte altre, e ben più numerose di quelle esposte ed importanti, sono quelle che giacciono nei suoi depositi e magazzini.

Più recentemente il Museo si è aperto al territorio organizzando incontri con le scuole della città ed i docenti nonchè mostre tematiche fra le quali si possono annoverare:
- nel 1986 '' L'arte del corallo in Sicilia ''
- nel 1989 '' Ori ed argenti di Sicilia ''
- nel 1995 '' Il tesoro della Madonna di Trapani ''
- nel 2008 '' Il Caravaggio ''
- nel 2013 '' I grandi capolavori del corallo - I coralli di Trapani del XVII e XVIII secolo ''. 
 
Nel 2009 la casa Editrice Edipuglia ha stampato il corposo catalogo relativo alle collezioni presenti nel Museo. 

Alla conclusione della relazione il Prof. Valenti, intervenendo brevemente, ha ringraziato la Dott.ssa Scandariato per l'accurato excursus storico che ha fatto rivivere la storia di un Museo che non tutti conoscono e che, a causa della sua ubicazione decentrata, non sempre è facilmente raggiungibile dai turisti che specialmente d'estate arrivano in città. 

Ha quindi aperto un dibattito al quale hanno partecipato con interesse molti degli ascoltatori che hanno posto ulteriori domande e chiesto precisazioni. Ad essi la relatrice ha risposto esaurientemente  e fornito ulteriori chiarimenti e notizie.

Chiuso il dibattito, il Presidente a nome dell'Associazione ed a ricordo della serata ha offerto alla Dott.ssa Scandariato il testo '' Istoria di Trapani '' del Pugnatore di recente ristampato a cura del Prof. S. Costanza.

La serata si è quindi conclusa con l'arrivederci a sabato 7 dicembre 2013 alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal programma delle attività per l'anno 2013. 




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