2015 - 02 - 28: Prof. Francesco Torre - L'archeologia dei mari profondi - Alla ricerca del diluvio universale
















Sabato 28 febbraio 2015 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni-biblioteca dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 nel'ambito delle attività culturali previste per l'anno 2015 un congruo numero si soci si sono ritrovati per partecipare al settimanale incontro che prevedeva una relazione della Dott.ssa Maria Vittoria Randazzo che per impegni inderogabili sopravvenuti non ha potuto essere presente.

E' stata pertanto sostituita dal Prof. Francesco Torre che  gentilmente e con breve preavviso ha accettato l'invito a relazionare nel corso della serata.
Ospite recente dell'attività culturale dell'Associazione, trapanese e conosciuto da molti dei presenti in sala, è stato accolto  dal Presidente e dai soci che gli hanno manifestato la loro stima.

La serata è stata aperta dal Prof. Valenti che dopo i convenevoli di rito ed una breve presentazione ha ceduto la parola al relatore.

Il Prof. Torre ha ringraziato i presenti per l'accoglienza avuta ed ha aperto la sua esposizione annunciando i titoli degli argomenti che avrebbe trattato: '' L'archeologia dei mari profondi '' e '' Alla ricerca del diluvio universale ''.
Ha inoltre precisato che entrambe le relazioni sono i risultati di due campagne di ricerche a cui egli ha partecipato negli anni precedenti nel corso delle sue numerose esperienze di studi e di lavoro diretto sul campo. 

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito dal relatore nel corso della serata durante la quale sono state proiettate ad integrazione e completamento di quanto veniva detto una serie di diapositive alcune delle quali sono state gentilmente concesse dal prof. Torre per essere inserite su questo sito. 

Parlando del primo argomento il Prof. Torre ha riferito che si è trattato di una campagna scientifica organizzata dalla National Geographic  Society in collaborazione con il MIT di Boston, l'Harvard University e la Pennsylvania University diretta da Robert Ballard famoso per aver ritrovato alla profondità di 3500 metri i resti del Titanic affondato nel 1912 dopo aver strisciato contro un iceberg.
La spedizione era poi assistita da una nave appoggio, un sottomarino-battiscafo a propulsione nucleare americano, l'NR-1 su cui potevano prendere posto 5 membri di equipaggio e due passeggeri-scienziati, e da due R.O.V.. 
La ricerca, finanziata da privati, operò nella zona del banco Skerki, sulla rotta da Cartagine ad Ostia, in acque internazionali, dove alla profondità di circa 600-700 metri furono ritrovate 7 navi, 5 romane e 2 del '600-'700 probabilmente affondate per essere finite sul basso fondale che talvolta si trova a pochi metri sott'acqua. 

Fatta questa premessa, si è intrattenuto brevemente sulle antiche imbarcazioni utilizzate per la navigazione ( tronchi galleggianti, tronchi scavati, pelli di animali gonfi d'aria, ceste di vimini, ecc. fino ad arrivare alle navi egizie, greche, cartaginesi, romane già più evolute e con propulsione velica ed a remi utilizzate sia per scopi bellici sia per trasportare merci e quindi per scopi commerciali ).

Ritrovare una nave tuttavia non vuol dire ritrovarla intera specialmente se costruita in legno. Infatti mentre le parti che si trovano sul fondo ricoperte di fango o di sabbia rimangono protette, le parti più esposte sono sottoposte all'azione demolitrice delle terenidi per cui ben presto scompaiono e della nave rimane solo quanto trasportato ma solo nel caso che si tratti di materiale solido come marmo, anfore ecc..
















Le operazioni, la cui sequenza veniva discussa e stabilita di giorno in giorno,  avveniva nel seguente modo. Una volta individuati i reperti tramite il sottomarino, si calavano in mare i due ROV ed un cestello di raccolta zavorrato con un peso. Tramite le riprese fatte da uno dei due ROV che arrivavano in superficie si comandava l'altro ROV che effettuava il recupero dei reperti che erano messi nel cestello.
















Quando questo si riempiva    con un comando dall'alto veniva sganc
iata la zavorra ed esso saliva a galla per mezzo di palloni riempiti d'aria. In seguito  veniva recuperato dalla nave appoggio in quanto individuato tramite la trasmissione dei suoi dati di posizione che determinava tramite un GPS.
Una volta a bordo della nave appoggio i reperti venivano lavati, classificati e datati con la tecnica del radiocarbonio oppure ricorrendo talvolta all'efficie dell'imperatore dell'epoca incisa sulla faccia di qualche moneta anch'essa ritrovata nel corso del recupero.
Tutte le operazioni, riprese in tempo reale, erano poi inviate ad un satellite per le radio-comunicazioni che le ritrasmetteva alle Università interessate che potevano quindi seguire in diretta non solo quanto veniva fatto a bordo ma anche la sequenza delle operazioni e gli interventi.

Il Prof. Torre è quindi passato a parlare del secondo argomento ovvero
'' Alla ricerca del diluvio universale ''.

Questo tema è il risultato di una esperienza che è collegata a ciò che è chiamato il diluvio universale di cui si hanno riscontri nella memoria ancestrale di diverse polazioni che oggi vivono in diverse parti del mondo e di cui si ha anche traccia nella Bibbia nonchè in taluni reperti archeologici come le tavolette risalenti all'epoca dei Sumeri.
In ogni caso tuttavia a prescindere dalla religione adottata e dalla zona considerata questi '' ricordi '' hanno sempre qualcosa in comune il che vuol dire che certamente qualche cosa è avvenuta anche se talvolta l'epoca o le epoche, perchè in certi casi l'evento sembra ricorrente, non sono ben determinate.

Comunque, a prescidere da certi elementi, il prof. Torre ha illustrato una sua ricerca che a tale evento si può ritenere collegato.

La zona interessata alla ricerca era il Mar Nero che come è noto è ubicato fra la Georgia, la Bulgaria, l'Ucraina, la Russia e la Turchia e che si estende a nord con il Mar d'Azof mentre a sud si ricollega al Mar Egeo ed al Mediterraneo attraverso lo Stretto dei Dardanelli e con il Mar di Marmara.

All'inizio la base operativa era stata installata in Turchia, successivamente alle ricerche si unì anche la Bulgaria che fornì per le operazioni un sommergibile e un ROV di ultima generazione.

La ricerca partì dalle conoscenze acquisite risultanti da una campagna di ricerche russa-americana che aveva mappato il profilo dei fondali del Mar Nero ed eseguito in varie zone dei carotaggi.

Da essi, partendo dalla superficie verso il basso, risultava nei sedimenti di alcune zone la presenza di organismi che rapidamente e senza alcun graduale passavano da tipici di acqua di mare a tipici di acqua dolce mentre in altre zone si riscontravano sedimenti che mostravano che essa era stata a contatto dell'atmosfera e che aveva subito l'azione del vel vento e del sole e che di conseguenza erano o sulla terra ferma o in zona lacustre.

Ciò poneva quindi una domanda a cui bisognava dare la risposta e parte di essa è stata data dagli esiti delle ricerche del Prof. Torre.

Per rispondere in modo da soddisfare la situazione attuale e concordare con quanto ricavato dalle ricerche russe-americane bisogna fare non solo delle ipotesi ma risalire anche al periodo neolitico. 
A quei tempi è noto che la terra era nel corso dell'ultima glaciazione nota. I ghiacci ricoprivano gran parte della terra, l'Europa era unita all'Asia esull'istmo esistevano due laghi di acqua dolce: il Mar Nero che si trovava rispetto al livello attuale del mare a - 120 metri dove sfociavano i fiumi di allora con un defluente ed il Mar di Marmara che rispetto al livello attuale del mare era a - 65  metri; il mare rispetto al livello attuale era a - 300 metri.

Lo scioglimento dei ghiacci cominciò a far innalzare il livello del mare che prima tracimò nel Mar di Marmara che si innalzò di livello e successivamente a sua volta iniziò a tracimare anche nel Mar Nero trasformadolo in un mare di acqua salata.

















L'enorme afflusso di acqua di
mare unito all'aumentata e generalizzata evaporazione produceva intense, continue ed abbondantissime piogge e diede luogo a quello che venne ed è chiamato il diluvio universale da cui secondo la Bibbia si salvò solo Noè, la sua famiglia e gli animali che erano stati imbarcati sull'arca costruita dal patriarca. Tuttavia sull'argomento esistono in merito varie ipotesi su cui il relatore volutamente non si è soffermato.

Le ricerche subacquee a cui ha partecipato il Prof. Torre con i mezzi resi disponibili anche dalla Bulgaria, nel delta del Danubio ed in profondità, nella zona considerata, la parte occidentale del Mar Nero, hanno evidenziato e stabilito che la linea di costa in quel periodo era 12 miglia più al largo e quindi aveva un andamento diverso similmente a quanto avveniva nello stesso periodo anche nella zona del trapanese dove le isole Egadi erano attaccate ancora alla terraforma.
Inoltre nel corso delle ricerche sono stati ritrovati una barca, un sito neolitico e ad una profondità superiore ai 370 metri una barca da pesca in legno integra con una cima ancora attaccata all'albero. Ciò è spiegabile con il fatto che al di sotto dei 300 metri la vita nelle acque del mar Nero non era e non è possibile.

Con questo il relatore ha concluso la sua esposizione che è stata seguita con interesse dai presenti che nel successivo dibattito gli hanno posto diverse domande, chiesto chiarimenti e delucidazioni.
A tutti il Prof. Torre ha risposto in modo esauriente e chiarendo nel contempo anche molti altri punti prima esposti.

A chiusura il Prof. Valenti dopo aver ringraziato l'oratore per l'interessante tema trattato e la disponibilità mostrata nell'accettare l'invito dell'Associazione, prima di dare l'arrivederci a sabato 7 marzo 2015 alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione per il prossimo incontro in programma ha fatto le seguenti comunicazioni:
- Domenica 22 marzo 2015 alle ore 18.00 presso il Teatro Don Bosco sito in via marino Torre ci sarà uno spettacolo teatrale dal titolo
'' Nostalgia del caro, vecchio varietà - Carrellata di macchiette, canzoni, canzonette, skecth, un repertorio da non dimenticare '' con la regia di Giuseppe Passalacqua. Costo del biglietto € 6,00. Chi volesse parteciparvi può effettuare la relativa prenotazione versando la somma per l'acquisto del biglietto
- nel mese di aprile p.v. presso il Museo Pepoli di Trapani sarà realizzata una mostra che celebrerà i 100 anni del Museo.  L'Associazione ed i soci saranno invitati a partecipare
- per il 25 e 26 aprile 2015 ( sabato e domenica ) il programma delle attività per l'anno 2015 prevede l'escursione '' Itinerario dei Castelli Chiaromontani: Racalmuto, Favara, Palma di Montechiaro, Naro ''.
Chi volesse prendervi parte può effettuare la necessaria prenotazione con il versamento contestuale di un congruo anticipo.
 


  



Switch to Day Switch to Night