2015 - 05 - 16: Prof. Salvatore Valenti - Renato Guttuso: il personaggio e le sue opere

Sabato 16 maggio 2015 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci si è tenuto il settimanale incontro nell'ambito delle attività programmate per il XXIX Corso di cultura.
Il relatore della serata Prof. Giuseppe Di Gesù, assente per giustificati motivi, è stato sostituito dal Presidente Prof. Valenti Salvatore che ha intrattenuto i presenti sul tema '' Renato Guttuso: il personaggio e le sue opere ''.




















La serata è stata aperta tuttavia dall'illustrazione del programma relativo al previsto viaggio a Roma che contrariamente a quanto previsto inizialmente si svolgerà dal 13 al 20 giugno 2015 e per il quale chi intenderà parteciparvi dovrà entro lunedì 18 maggio 2015 alle ore 18.00 dare la definitiva adesione con il versamento del relativo acconto confirmatorio. 

Ciò stabilito l'oratore è passato a parlare del tema della serata di cui si riporta, liberamente tratta, una breve sintesi.
Nel corso dell'esposizione sono state anche proiettate una serie di diapositive di alcune delle opere realizzate dal maestro.

Renato Guttuso, pittore e politico italiano, nacque a Bagheria il 26 dicembre 1911 e morì a Roma il 18 gennaio 1987.

Figlio di Gioacchino, agrimensore e acquerellista dilettante, e di Giuseppina d'Amico,  il piccolo Renato manifestò precocemente la sua predisposizione alla pittura iniziando appena tredicenne a datare e firmare i propri quadri. Erano copie di paesaggisti siciliani dell'Ottocento ma anche di pittori francesi come Millet o artisti contemporanei come Carrà ma anche ritratti originali come quello del padre con riga e squadra nel quale sottolineandone la professione ne manifestava anche l'ammirazione.

Dal padre ed anche dal nonno Ciro che aveva combattuto con Garibaldi derivarono il suo culto per la liberta e le sue successive idee politiche.

Trasferitosi a Palermo vi completò e gli studi liceali e frequentò la facoltà di Giurisprudenza senza tuttavia conseguire la laurea.

La sua formazione artistica si modellò sulle correnti figurative europee, da Courbet a Van Gogh a Picasso e successivamente visse a Roma ed a Milano dove frequentò i più noti salotti culturali e conobbe artisti come Giacomo Manzù e Aligi Sassu.

Guttuso nei i suoi lavori del periodo manifestò idee di opposizione alla cultura ufficiale e denotò una forte opposizione antifascista nelle sue scelte tematiche.

Successivamente cominciò a maturare l'arte "sociale" di Guttuso, con un impegno morale e politico via via più scoperto, come divenne evidente in alcuni quadri come Fucilazione in Campagna, fra il '37 ed il '38, e Fuga dall'Etna in due stesure.

Il dipinto che gli diede la fama fu La Crocifissione dove nonostante la prevalenza il soggetto sacro egli denunciava la guerra e la sopraffazione.
Nel 1940 s'iscrisse al Partito Comunista d'Italia allora ancora clandestino.

L'artista non cessò mai di lavorare negli anni difficili della guerra e nelle sue nature morte raffigurava non solo gli oggetti delle case umili della sua terra ma anche squarci di paesaggio della sua terra.

I suoi quadri circolavano clandestinamente in quanto condannavano anche le repressioni naziste, come in quello dedicato alle Fosse Ardeatine.

Conobbe e sposò quella che sarà la sua fedele compagna e confidente Mimise, che ritrasse nel '47.

Dopo la liberazione il suo lavoro si concretizzò in una serie di quadri in cui il suo linguaggio pittorico divenne più chiaro ed essenziale e
tornò a stupire, alternando la visione luminosa e piena di colore di Bagheria sul golfo di Palermo alla Battaglia al ponte dell'Ammiraglio, in cui ritrasse il nonno Ciro Guttuso, arruolatosi come garibaldino, e con una serie di dipinti dal vero, le lotte contadine per l'occupazione delle terre, gli zolfatari, o squarci di paesaggio fra cactus e fichi d'India.

La figura femminile fu anche fonte di ispirazione per la sua pittura come lo fu nella vita privata come evidenziato ijn una serie di dipinti in cui ritrasse Marta Marzotto, musa ispiratrice e modella prediletta per lunghi anni, che conobbe a Milano.

Nel 1972 dipinse I funerali di Togliatti, che diverrà opera-manifesto della pittura antifascista.

Fu eletto al Senato della Repubblica nel 1976 e riconfermato nel 1979 ma sedette anche sui banchi del Consiglio Comunale di Palermo insieme a Leonardo Sciascia.

Guttuso si spense malinconicamente, in isolamento, dopo la morte della moglie. Donò alla città natale, Bagheria, molte opere che sono state raccolte nel locale museo di Villa Cattolica dove egli stesso venne sepolto. La sua tomba è opera dello scultore Giacomo Manzù.
















Guttuso non ebbe figli biologici riconosciuti, ma un figlio adottivo, adottato poco prima della morte, Fabio Carapezza Guttuso, che gli fu molto vicino negli ultimi anni di vita, unico conforto dopo la perdita di molti cari. Fabio Carapezza Guttuso fu l'unico erede dell'immenso patrimonio di Guttuso e integrò la collezione del museo di Bagheria con numerose opere ereditate.

La sua opera più famosa è '' La Vucciria '' dipinto realizzato nel 1974. Il quadro con realismo crudo e sanguigno come le carni esposte nel famoso omonimo mercato di Palermo, esprime una delle tante anime della città siciliana, ed è talmente forte il segno dell'artista e il senso del colore che sembra sprigionare il vocio e la cantilena quasi araba dei vanniaturi del celebre mercato palermitano che dà il nome al quartiere ed emanare i profumi dei prodotti tipici, frutta e verdura, esposti sulle bancarelle, ingredienti saporosi per la cucina siciliana.
 

   Alla conclusione dell'esposizione ha fatto seguito lo scambio dei saluti e l'arrivederci a sabato 23 maggio alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro previsto dal programma delle attività del XXIX Corso di cultura.






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