2016 - 10 - 22: Prof. Salvatore Valenti - I contenuti della proposta della riforma costituzionale
Sabato 22 ottobre alle ore 18.30 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci e di simpatizzanti si è tenuto il settimanale incontro previsto dal programma delle attività per il 2016, XXX Corso di cultura.
Poichè il Prof. Vento aveva già anticipato il suo intervento al giorno 15 ottobre si è stati costretti a modificare il tema della serata per cui, avvicinandosi il 4 dicembre, data in cui si terrà il referendum, e considerato che per l'espressione del voto in tale occasione sarà conveniente e ragionevole che ogni cittadino debba avere una adeguata conoscenza sia di quanto previsto dall'attuale Costituzione sia delle modifiche proposte, il Direttivo ha ritenuto opportuno che serata fosse utilizzata per la realizzazione di un dibattito aperto a tutti sul tema '' I contenuti della proposta della riforma costituzionale ''.
Relatore della serata è stato il Prof. Salvatore Valenti che ha esordito salutando i numerosi presenti ( soci, ospiti e simpatizzanti ) che certamente lo hanno in passato apprezzato ed oggi lo apprezzano per la sua costante ed inesauribile azione di promozione del sodalizio la cui finalità principale è stata ed è quella della promozione culturale di tutti i cittadini nessuno escluso essendo le sue attività settimanali aperte sempre a tutti.
Si riporta di seguito una sintesi liberamente tratta da quanto è stato detto nel corso dell'incontro dal relatore relativamente ai punti più qualificati della proposta di riforma.
Il Prof. Valenti ha esordito commentando l'annuncio del Presidente del Consiglio di voler tenere a Taormina il prossimo G7 per dimostrare che la Sicilia non è più la terra che veniva descritta in alcune pubblicazioni turistiche, che purtroppo non hanno ritenuto ancora necessario aggiornarsi, che ancora vengono lette da alcuni uomini politici appartenenti a nazioni che fanno parte della UE. ( retaggio del passato sic! ).
E' quindi entrato in argomento precisando che quanto avrebbe detto non doveva essere considerato dal punto di vista politico ma solo culturale al fine di mettere a confronto quanto attualmente stabilito in alcune parti della Costituzione con i contenuti delle proposte di riforma della stessa.
Ogni cittadino è libero di esprimere il suo parere, a favore o contrario a tali modifiche, ma per farlo con coscienza dovrebbe almeno essere al corrente della problematica posta in essere. Il '' NO '' lascerebbe tutto inalterato, per il '' SI '' invece sarebbe opportuno conoscere ciò che sarà modificato, come sarà modificato e le relative implicazioni e conseguenze.
Come si sa, nel 1946, alla fine della 2^ guerra mondiale e con la caduta della dittatura fascista, con il referendum fu proclamata la Repubblica Italiana e nel contempo si svolsero le elezioni per la camera Costituente. Alla fine del 1947 fu approvata la Costituzione che entrò in vigore il 1° gennaio 1948.
Nella sua composizione originaria, che fino ad oggi ha subito solo variazioni marginali, essa ha la seguente stuttura:
- Principi fondamentali ( artt. 1 - 12 )
- Parte I: Diritti e doveri dei cittadini
- Titolo I: Rapporti civili - artt. 13 - 28
- Titolo II: Rapporti etico-sociali - artt. 29 - 34
- Titolo III: Rapporti economici - artt. 35 - 47
- Titolo IV: Rapporti politici - artt. 48 - 54
- Parte II: Ordinamento della Repubblica
- Titolo I: Il Parlamento - artt. 55 - 82
- Titolo II: Il Presidente della Repubblica artt. 83 - 91
- Titolo III: Il governo - artt. 92 - 100
- Titolo IV: La Magistratura - artt. 101 - 113
- Titolo V: Rapporti fra lo Stato, le Regioni, le Province ( ora non più ) ed i Comuni - artt. 114 - 133
- Titolo VI: Garanzie costituzionali
Sezione I: La Corte costituzionale - artt. 134 - 137
Sezione II: Revisione della Costituzione, Leggi costituzionali - artt. 138 - 139
e costituisce la principale fonte di diritto della Repubblica.
E'da evidenziare che i padri costituenti avevano già previsto nella stesura:
mila elettori o cinque Consigli regionali. Non si darà luogo al referendum qualora la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti.
Sulla base di ciò, in Senato il ddl Boschi era stato approvato con 180 si, 112 no ed 1 astenuto mentre la riforma alla Camera dei deputati in seconda lettura non aveva ottenuto la maggioranza dei due terzi. Da ciò il referendum confermativo previsto per il 4 dicembre 2016.
- all'art. 139 che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.
Essi avevano scelto il bicameralismo perfetto perchè uscendo da una dittatura era nelle loro intenzioni evitare qualsiasi colpo di Stato che facessse ritornare l'Italia nella stessa situazione da cui era appena uscita e conseguire quindi la massima garanzia.
La camera dei Deputati composta da 630 membri era eletta a suffragio universale e diretto ( sic! Porcellum ), il Senato composto da 315 senatori su base regionale ed a suffragio universale. Esse nell'approvazione delle leggi erano e sono paritarie per cui molto spesso si è assistito in passato al continuo pin pong di una legge fra una camera e l'altra prima della sua approvazione finale.
Il modo di evitare ciò consisteva quindi o nel proporre il Decreto legge o votare la fiducia al governo.
Nell'ottica di snellire e velocizzare il procedimento legislativo, per fermare l'abuso della decretazione di urgenza e per rendere lo Stato più responsabile è nato il progetto di riforma costituzionale.
Nella considerazione che la situazione politica italiana attuale è ben diversa da quella del 1947, viene proposta agli elettori la modifica dell'art. 55 che prevede l'abolizione del senato nella sua forma originaria per sostituirlo con un '' senato differenziato ''.
Esso non sarebbe più di tipo elettivo e dovrebbe essere formato da 100 senatori dei quali:
- 74 ( in numero diverso per ogni regione ) provenienti dai componenti i Consigli regionali eletti direttamente dai cittadini
- 21 sindaci delle città capoluogo di Regione
- 5 nominati dal Capo dello Stato non più a vita ma solo per un periodo di 7 anni e quindi non rinnovabile.
Si avrebbe pertanto una diminuzione del numero dei senatori che comporterebbe:
- se il sindaco o il componente del Consiglio regionale dovesse decadere decadrebbe anche dal Senato
- i senatori non sarebbero più espressione del partito di appartenenza ma del territorio di provenienza
- la funzione legislativa resterebbe di competenza solo della Camera dei deputati ma il Senato potrà deliberare a maggioranza assoluta proposte di modifica su cui la Camera si pronuncerà successivamente in modo definitivo. Esse sono superabili dalla Camera dei deputati solo a maggioranza assoluta ( Clausola della supremazia ) . Sono anche previste procedure di urgenza nel caso di particolari situazioni.
Le funzioni del nuovo senato sarebbero:
- di raccordo fra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e con l'UE
- di concorso all'esercizio della funzione legislativa secondo le modalità stabilite nei vari casi e nella Costituzione
- di partecipazione e di decisione diretta alla formazione degli atti attuativi e delle politiche dell UE
- Verifica dell'impatto delle politiche della UE sul territorio.
Di contro il nuovo senato non potrà più dare o togliere la fiducia al Governo.
Senato e Camera continueranno ad esercitare funzione legislativa paritaria nei seguenti casi:
- leggi di revisione costituzionale e altre leggi costituzionali
- tutela delle minoranze linguistiche
- referendum
- ordinamento, funzioni e legislazione elettorale di comuni e città metropolitane
- autonomie regionali.
Ulteriore modifica è quella pevista per l'art. 83 ovvero per l'articolo che stabilisce le modalità con cui deve essere eletto il Capo dello Stato.
Esso sarà eletto dai 630 deputati e dai 100 senatori.
Attualmente è prevista per i primi 3 scrutini la maggioranza dei due terzi e dopo il terzo la maggioranza assoluta.
La modifica invece prevede che per i primi 3 scrutini rimanga la maggiornaza dei due terzi, dal quarto si scende ai tre quinti, dal settimo sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti.
Per i referendum e le leggi di iniziativa popolare la modifica stabisce che per proporre un referendum saranno necessarie 800.000 firme al posto delle 500.000 attuali. Superto il valore di 400.000 firme la Corte Costituzionale darà un parere di ammissibilità.
Per i progetti di legge ad iniziativa popolare occorreranno invece 150.000 firme al posto dell 50.000 attuali.
In relazione al Titolo V le modifiche tendono a conferire allo Stato maggiori poteri a scapito delle Regioni in contrapposizione a quanto avvenne invece con la riforma del 2001 dove con il federalismo si verificò il contrario con risultati che nelle varie regioni conseguirono risultati ed effetti molto differenti. Alle competenze esclusive dello Stato già previste nell'art. 117, la proposta di modifica costituzionale aggiunge '' le disposizioni generali e comuni per la tutela della salute, per le politiche sociali e la sicurezza alimentare ''.
Su tale base è quindi lo Stato che prenderebbe le dovute decisioni che poi le Regioni dovrebbero mettere in pratica in modo da assicurare a tutti i cittadini gli stessi diritti. Di fatto si introdurrebbe una pianificazione centrale in modo da evitare grossi squilibri fra il Nord ed il Sud onde evitare che nelle gare di appalto di taluni generi continuino a gravare corruzione e clientelismo.
Il referendum preve anche l'abolizione del CNEL ( Consiglio Nazionale Economia e Lavoro ). Esso è un organo previsto dall'art. 99 della Costituzione, istituito con una legge del 1957- esprimere pareri
- promuovere iniziative legislative in materia economico-sociale, come ad esempio per leggi tributarie e di bilancio e per quelle costituzionali.
E' quindi un organo consultivo del Governo, delle Camere e delle Regioni e rappresenta luogo di mediazione dove gli interessi dei lavoratori si confrontano con quelli delle imprese.
Il suo consiglio è composto da 64 consiglieri, con mandato di 5 anni riconfermabile ) di cui 10 esperti, 48 rappresentanti delle categorie produttive, 6 in rappresentanza delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato. Per esso lo Stato stanzia ogni anno una somma compresa fra i 15 ed i 20 milioni di euro. Nei suoi 50 anni di attività ha presentato 14 proposte di legge nessuna delle quali è stata approvata dal Parlamento.
Infine non bisogna dimenticare che è dal 1982 che si parla di modifica della Costituzione, ma che ora per un motivo ora per un altro non si è mai arrivati ad una conclusione. L'iniziativa attuale è iniziata nel 2014 ed in prima lettura alla Camera aveva già ottenuto la relativa approvazione, salvo poi ad essere bocciata in seconda lettura facendo quindi scattre il prossimo referendum.
Alla relazione è seguito un dibattito a cui hanno partecipato molti dei presenti in sala che liberamente sia positivamente che negativamente come era nello spirito dell'incontro hanno esposto il loro punto di vista in merito ai contenuti della proposta di riforma costituzionale.