2016 - 10 - 29: Ing. Emilio Milana - La scia dei tetraedri



















Sabato 29 ottobre 2016 alle ore 18.30 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci, di sostenitori e di ospiti si è tenuto il  settimanale incontro previsto dal programma delle attività dell'anno sociale 2016, XXX Corso di cultura.


Aperti i lavori della serata il Prof. Valenti, dopo aver rivolto il saluto ai presenti in sala ha ringraziato l'Ing. Emilio Milana, relatore della serata, per aver accettato l'invito a partecipare alle attività culturali del sodalizio ed ha riferito di averlo incontrato e conosciuto in occasione di una sua ricerca condotta presso la Biblioteca Fardelliana di Trapani e dopo averlo presentato gli ha ceduto la parola.

Emilio Milana, ingegnere optometrista, egadiano di Marettimo dove ha vissuto fino all'età di 11 anni, è autore di molte pubblicazioni su autorevoli riviste scientifiche ed anche dei libri '' 33 Cunti '' e '' La scia dei tetraedri - Nel mare gastronomico delle Egadi ''.
Di tali lavori, l'Ing. Milana, che è anche socio dell'Associazione,  ha voluton donarne al sodalizio un congruo numero che sono stati e saranno utilizzati come omaggio a ricordo del loro intervento ai relatori dell'anno sociale in corso nonchè di quello del 2017.



















Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto esposto nel corso della serata che è stata anche accompagnata dalla proiezione di interessanti diapositive inserite nel corpo del libro che di seguito si riportano in quanto gentilmente rese disponibili dall'autore.


L'oratore, prendendo la parola, ha rivolto un saluto ai presenti, ha ringraziato l'Associazione per l'invito rivoltogli ed ha esordito dicendo che più che parlare del contenuto del libro avrebbe illustrato le motivazioni che lo hanno spinto a scriverlo e a dargli un titolo che di per sè risulta essere un pò ermetico.

Il libro intanto non è un libro di ricette di cui oggi sono piene librerie, edicole, web, ecc. ma un libro il cui scopo è stato quello di relazionare e creare un parallelismo fra cucina, linguaggio e storia al fine di arrivare a fornire tramite questi tre elementi un nuovo modo di leggere e dare spiegazioni ad eventi storici ancora non perfettamente chiari o del tutto spiegabili. 

La presenza nel titolo della parola '' tetraedri '', ha detto l'oratore, è nata dopo che lo stesso aveva letto alcuni lavori di  Ferdinand de Saussure, linguista e semiologo svizzaro, considerato oggi come il fondatore del linguaggio moderno.
In una sintesi molto ristretta l'oratore ha riferito che il linguaggio, le parole e le frasi altro non sono che un codice attraverso il quale avviene la cominicazione che nel complesso ed in definitiva si può fare derivare dall'intersezione di due triangoli: quello delle vocali e quello delle consonanti.



















Similmente a ciò egli ha equiparato figurativamente il cibo al linguaggio. Al posto dei due triangoli egli ha considerato due tetreadri ( tetraedro è come si sa è un solido a tre facce di forma triangolare ) uno dei quali ha denominato del gusto e l'altro delle dominazioni, assumendo come vertici del primo: l'amaro, il dolce, l'acido ed il salato e come vertici del secondo le principali dominazioni a cui la Sicilia è stata sottoposta ovvero: la greca, la romana, l'araba e la spagnola facendo così nascere dalla loro intersezione la cucina siciliana.


Altre considerazioni che hanno portato alla scrittura del libro e nella sua stesura sono nate state alcune letture di lavori di Ferdinand Braudel, storico francese che ha studiato le civiltà ed i cambiamenti avvenuti nel tempo considerandoli uno spazio temporale più ampio che consente di stabilire quello che siamo in funzione di quello che siamo stati in opposizione alla storia degli avvenimenti che restano localizzati nel periodo limitato in cui invece erano avvenuti.

Ed anche qui, per rendere l'idea, ha fatto un parallelismo paragonando la fisica classica o deterministica ( a lungo periodo ) con la fisica quantistica o probabilistica dove invece vige il principio di indetermionazione di Hisemberg ( a breve periodo ).

E' passato quindi ad illustrare con alcuni esempi, peraltro ampiamente trattati nel libro in oggetto, come coniugando la storia con la cucina e viceversa, si sia riusciti ad ottenere risposte a particolari situazioni che da tempo non si riusciva a chiarire.

La questione degli Elimi.
Come si sa l'antica Sicilia era occupata da tre popolazioni. i Siculi nella parte orientale, i Sicani nella parte centrale ed gli Elimi nella parte occidentale.
Qual'era stata la loro origine?
Lo storico Tucidite attribuiva la loro origine a profughi troiani che in seguito alla distruzione di Troia eranno prima approdati e poi si erano stabiliti in questa zona della Sicilia. Altri come Ellanico e Filisto asserivano invece che si trattasse di Italici che cacciati dalla Liguria erano stabiliti in questa zona ben tre secoli prima. E' ovvio che le due tradizioni non coincidono ma potrebbero avere ognuna un fondamento di verità ricorrendo sia alla gastronomia che alla geografia.
In Liguria sulla rieviera di levante si trovano, a breve distanza l'una dalla'altre, Chiavari, Lerici, Lavagna, Sestri Levante ed il fiume Entella mentre in Sicilia ritroviamo Contessa Entellina, Segesta, Erice ovvero città con nomi assonanti a quelli liguri che potrebbero far sorgere l'idea di un qualche collegamento.
dal punto di vista gastronomico nel trapanese ma anche in altre zone vicine è famoso '' il panino con le panelle ''. Il panino potrebbe essere di origine punica, la panelle ( impasto di farina di ceci con acqua e fritto nell'olio ) potrebbe essere simile all'antica farinata ligure. Un altro contatto potrebe essere il '' pesto '' anche se fatto in modo diverso.
Tali considerazioni, storiche, geografiche, gastronomiche potrebbero contribuire a colamare e chiarire queste incongruenze.



















La cassata siciliana
Molti la riytengono di origine araba per la forma circolare della scodella in cui era preparata ( quas'at ) ma invece non è così in quanto essi introdussero nella sua realizzazione solo delle innovazioni per quanto riguarda la sua decorezione.

Estendendo la ricerca temporale si potrebbe stabilire che la cassata siciliana è di origine romana in quanto in una villa vicina a Torre Annunziata appartenente a Pompea, seconda moglie di Nerone, in un cantuccio si ritrova un affresco che riproduce una cassata di forma rotonda con una fascia di colore rosso e guarnita di frutta ( fichi ) addolciti probabilmente con miele ( l'edulcorante del tempo ) posta su un supporto in argento.

Un'altra situazione in cui certe verità possono emergere al fine di eliminare delle ambiguità osservando solamente il processo storico sotto un punto di vista del tutto diverso.

Cuddureddi ri ficu ( Sfoglia di pasta arrotolata attorno ad un impasto di fichi tritati ed aromatizzati in vario modo ), Cucciddati
La loro origine può essere fatta risalire alla Magna Grecia in quanto eerano ciambelle di pasta che venivano offerte durante le processioni in occasione di certe feste religiose. Si ritrovano anche nelle processioni colliridiane che nel 2° secolo d.c. si svolgevano nel Nord Africa in onore di Maria. Dalla loro denominazione originaria '' Kollura ''  a '' cuddura '' il passo è breve.  

Si ritrovano anche nelle feste religiose di Marettimo considerata anche isola sacra per la presenza di movimenti religiosi che onoravano Maria.

Origine della pasta ( Tria derivato da Itriya )
Sulla sua origine, soprattutto nella sua forma filiforme, si possono seguire diverse tracce: l'etrusca, la greca, la romana, la cinese, l'araba, la siciliana e l'ebraica ma in ogni caso la sua origine è stata legata alla disponibilità del grano duro che è quello chemeglio si presta alla sua produzione e conservazione. 

L'Ing. Milana ha infine concluso  la sua necessariamente coincisa esposizione precisando che a suo parere i reperti archeologici anche di rilievo sparsi in tutte le parti del globo anche se importanti ed interessanti sono solo istantanee del loro tempo ed essendo inerti e non sono sempre sufficienti a consentire una interpretazione certa degli eventi storici dell'epoca in cui sono stati realizzati.

Al contrario la cucina, i piatti e la loro realizzazione ed in definitiva la gastronomia possono essere considerati alla stregua di archeologia vivente in quanto con la loro realizzazione e con le varie modifiche subite sono talvolta indicativi degli eventi che si sono succeduti nel tempo e quindi assurgere a storia o completamento e chiarimento di essa nel senso in cui essa è considerata come un insieme di dati ed eventi che si sono succeduti gli uni agli altri.  

Conclusa la relazione è stato aperto la discussione che ha visto la partecipazione interessata di molti dei presenti in sala che hanno posto all'oratore ulteriori quesiti e chiesto chiarimenti o proposto altri temi in merito a quanto esposto.
A tutti l'oratore ha risposto con ulteriori precisazioni su cui ovviamente non si era soffermato nel corso della sua esposizione.

Chiusa la discussione, il Presidente a ricordo della serata ringraziandolo per l'interessante tema trattato ha offerto all'Ing. Milana il libro '' La necropoli di Lilybeum '' ed ai soci presenti prima dei saluti di commiato ha ricordato che sempre alle ore 18.00 nella sede dell'Associazione si sarebbero avuti i seguenti incontri:
- venerdì 11 novembre con il  Dott. Elio D'Amico cui avrebbe fatto seguito, ricorrendo la festività di S. Martino, il tradizionale consumo dei mufuletti e dei biscotti inzuppati nel vino
- sabato 12 novembre con il Dott. Giuseppe di Marco. 

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