2016 - 11 - 19: Dott. Onofrio Giovenco - Ricordando mio nonno Onofrio Giovenco: giurista e politico

Sabato 19 novembre 2016 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani

via Vespri 32  con la partecipazione di un numeroso gruppo di soci, di ospiti e di simpatizzanti si è tenuto  il settimanale incontro previsto dal programma delle attività per l'anno 2016, XXX Corso di cultura. 

In assenza del Presidente, Prof. Salvatore Valenti, ha aperto i lavori della serata la Dott.ssa Silvia Casciano che prima di cedere la parola al relatore ha comunicato che per l'assenza anche dell'oratore della serata, il Prof. Salvatore Vecchio, in sostituzione avrebbe anticipato dal 26 novembre 2016 il suo intervento il Dott. Onofrio Giovenco. Pertanto in conseguenza di tale variazione il 26 novembre avrebbe relazionato il Prof. Vecchio.
Prima di cedere la parola al relatore, il Dott. D'Aleo, ha rese note ai presenti alcune informazioni relative alla Conviviale di fine anno che meglio saranno precisate successivamente.
Il Dott. Onofrio Giovenco, socio dell'Associazione, ha più volte partecipato alle attività culturali dell'Associazione. E' autore di alcune sillogi in lingua italiana, di una raccolta di proverbi e motti trapanesi e siciliani. Il suo ultimo lavoro, su cui si sarebbe intrattenuto nel corso del suo intervento, è stata una ricostruzione storico-monografica dedicata al proprio nonno paterno Onofrio Giovenco senjor. 
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della serata ed alcune delle diaposite proiettate nella parte finale della relazione gentilmente concesse per essere inserite su questo sito.   

Avuta la parola l'oratore, che era accompagnato e coadiuvato dalla figlia Maria Teresa, ha rivolto un saluto ai presenti e si è scusato per non aver potuto meglio organizzare quanto avrebbe riferito essendo stato il suo intervento anticipato di una settimana.

Il Dott. Giovenco ha esordito precisando che la monografia da lui dedicata al nonno paterno è stata strutturata in tre parti: aspetti biografici e familiari, aspetti professionali e politici, fotografica - documentale e testimonianze.  

Onofrio Giovenco senior nacque ad Alcamo il 23 gennaio 1886 da Antonino e dalla N.D. Rosalia Galati Fraccia. Il padre, avvocato civilista e figlio di un medico, aveva origini partenopee e la sua famiglia si era stabilita ad Alcamo intorno al 1840; la madre invece era figlia del Cav. Giovanni Galati noto proprietario terriero alcamese.
Nel 1910 si iscrisse al ginnasio-liceo '' Ciullo d'Alcamo '' e conseguito il diploma nel 1915, in seguito allo scoppio della 1^ guerra mondiale, vi partecipò da combattente distinguendosi anche nelle operazioni di soccorso e di cura dei feriti grazie alle nozioni mediche di base apprese dal nonno Onofrio. Iscrittosi in giurisprudenza, prima a Roma e poi a Palermo, nel 1920 vi conseguì la laurea con il massimo dei voti.

Compiuto il tirocinio presso lo studio del padre, nel 1921 sposò la N.D. Vincenza 
Beninati-Lazio ed agli inizi del 1922, anche per motivi di lavoro, si trasferì a Trapani in via Libertà nei pressi di via Roma dove era ubicato il vecchio tribunale in un appartamento adibito sia ad abitazione, sia a studio legale e successivamente a segreteria politica. Dal matrimonio nacquero Rosalia e dopo qualche anno Antonino, padre del relatore. 

Onofrio senior ben presto arrivò ai vertici dell'avvocatura penalistica trapanese e siciliana. Nel 1947, considerando la politica come un servizio alla collettività e vincendo le sue ultime perplessità, si candidò e venne eletto all'Assemblea Siciliana per il Partito della Democrazia Cristiana.
Fece parte della '' Commissione agricoltura '' portando avanti disegni di legge per il potenziamento e la valorizzazione della viticultura  e fu uno degli elaboratori e stesori della '' Riforma Agraria e Fondiaria Siciliana '' che fu approvata il 27 dicembre 1950.

Nelle sue finalità essa prevedeva che ogni proprietario non dovesse possedere più di 150 ettari in modo che tale estensione di terra potesse essere ben coltivata per far fronte alle esigenze alimentari della gente e ricavarne quindi nel contempo un reddito adeguato.
Lo scopo era quello di smantellare e modificare la situazione in atto fino ad allora in cui si avevano migliaia e migliaia di ettari di terra mal coltivati o spesso incolti appartenenti a poche e ricche persone  che spesso si identificavano nei rappresentanti della nobiltà siciliana. Costoro, al fine di ricavare un reddito dalla loro coltivazione, spesso le affidavano ad un campiere che assumeva la figura di affittuario e costui a sua volta la dava in subaffitto ai braccianti per lavorarla imponendo quindi le sue volontà e condizioni. In tal modo si assicurava una rendita parassitaria talvolta non indifferente fra quanto doveva al proprietario e quanto invece ricavava ricorrendo a tutti i mezzi possibili dai contadini che coltivavano realmente la terra.  
Con la sua azione inoltre vagheggiava il miglioramento delle condizioni sociali, salariali, sanitarie e di istruzione dei braccianti agricoli per sottrarli ai sopprusi dei gabelloti, alle malattie ed all'ignoranza.

In realtà le cose non si svolsero come era stato previsto perchè l'E.R.A.S. ( Ente Riforma Agraria Siciliana ) appositamente creato per l'attuazione della riforma, assegnava vastissimi appezzamenti di terreni a cooperative appositamente create che poi le suddividevano ai  propri soci. Esse invece si dimistrarono di fatto cosche mafiose allargate gestite dal capo mafia locale. In definitiva quelli che dovevano essere controllati divennero i controllori e la situazione anzicchè cambiare restò di fatto inalterata.
Ciò deluse profondamente Onofrio Giovenco, uomo onesto, rispettoso della legge, ingenuo politicamente, poco diplomatico se avvertiva un tentativo di prevaricazione fino ad uno scontro aperto, che v
ide trasformarsi un progetto inizialmente utile in un imbroglio che consentiva di mantenere a pochi i privilegi acquisiti e che in aggiunta non disdegnarono conseguire anche consenso sociale, elettorale e politico.
La denuncia di tutto ciò produsse il suo isolamento politico. Stanco, amareggiato e invecchiato, morì nel sonno il 14 maggio 1951 ad Alcamo, dove la sera prima aveva tenuto un comizio nel corso della campagna elettorale per la seconda legislatura all'ARS, a casa della sorella Trinetta che aveva sposato G.B. Beninati fratello della moglie di Onofrio senjor.

Notevoli furono il cordoglio e le manifestazioni di stima postume, ma per la riservatezza propria che manifestò nel corso della propria vita e per quella della famiglia cui apparteneva ben presto la sua memoria cadde nell'oblio.
In campo provinciale fu il fondatore della Democrazia Cristiana a Trapani divenendone il primo segretario, membro della Giunta Provinciale Amministrativa di Trapani, membro dell'ordine degli avvocati e procuratori di Trapani, presidente della Mutualità Scolastica Provinciale.

La sua eredità politica fu raccolta e continuata dal genero, avvocato Vincenzo Ochipinti, marito della figlia Rosalia, che dal 1955 al 1971 fu eletto per quattro legislazioni consecutive all'ARS. 
 

















L'oratore ha infine concluso proiettando una serie di diapositive incluse nella sezione fotografica-documentale del suo lavoro, alcune delle quali sono di seguito riportate.


La fine della relazione è stata seguita da una breve discussione su quanto precedentemente esposto e, conclusa la stessa, prima dei saluti di arrivederci a sabato 26 novembre 2016 per il prossimo incontro in programma nella sede dell'Associazione alle ore 18.00, la Dott.ssa Casciano a ricordo della serata ed a nome dell'Associazione ha donato all'oratore, come di consueto, il libro '' La scia dei tetraedri - Nel mare gastronomico delle Egadi '' di E. Milana.


 

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