2017 - 02 - 11: Dott.Giuseppe Passalacqua - Il teatro dialettale di Pirandello

Sabato 11 febbraio 2017 alle ore 18.15 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 numerosi soci del sodalizio si sono ritrovati per partecipare al settimanle incontro previsto dal programma delle attività del XXXI Corso di cultura, 35° dalla fondazione.

Relatore della serata il Dott. Giuseppe Passalacqua ben noto ai soci non solo per aver più volte partecipato negli anni passati alle attività culturali del sodalizio, ma anche perchè uomo di teatro, regista, autore e traduttore di vari testi che ha trattato il tema '' Il teatro dialettale di Pirandello ''.

Aperti i lavori della serata, il Prof. Valenti dopo un breve saluto ai presenti in sala, ha ceduto la parola al relatore.

Il Dott. Passalacqua ha aperto la sua relazione ringraziando l'Associazione per l'invito rivoltogli a relazionare su di un tema a lui congeniale quale il teatro di Pirandello ed ha precisato che avrebbe parlato in modo particolare di quello scritto e rappresentato in siciliano. 

Il relatore ha iniziato ricordando come il Pirandello fin dal liceo si era appassionato alla '' Filologia romanza '' di cui successivamente continuò gli studi e come dopo aver iniziato gli studi universitari a Palermo, trasferitosi successivamente a Roma, in seguito ad un insanabile conflitto con il rettore di quella Università, su consiglio del suo maestro Ernesto Monaci, si trasferì a Bonn, allora importante centro culturale, dove continuò i suoi studi in filologia romanza e dove si laureò con una tesi in tedesco, che ben parlava, dal titolo '' Foni ed evoluzione fonetica del dialetto di Girgenti '' in cui descriveva il dialetto della sua città e quello dell'intera provincia da lui divisa in tre diverse aree linguistiche sulla base delle sue ricerche sul territorio dove spesso si recava per raccogliere dalla viva voce degli abitanti la parlata, i suoni e la dizione.

Nonostante avesse sposato Maria Antonietta Portulano per convenienza economica delle due famiglie di origine, entrambe interessate all'estrazione ed al commercio dello zolfo, il matrimonio, da cui nacquero 3 figli, si rivelò felice.
Successivamente in seguito ad un grave danneggiamento della miniera la famiglia perse le sue principali fonti di sostentamento rimanendogli, non essendo ancora noto, quelle derivanti dall'insegnamento. Ciò contribuì anche ad aggravare il disagio mentale della moglie che affetta da gelosia delirante e paranoica nei confronti di tutte le donne che avevano contatti con il marito, lo costrinse prima a ricoverarla in una clinica per malattie mentali di Roma e dopo in un ospedale psichiatrico. Tale evento porterà poi successivamente il Pirandello ad affrontare anche il tema della pazzia in alcune sue opere.

Dalla conoscenza dell'ambiente popolare e delle campagne, acquisita durante le
sue ricerche sul territorio nonchè di quello dei lavoratori del porto di Porto Empledocle e delle zolfare a lui ben noto in quanto frequentato nella sua giovinezza perchè legato alle attività del padre nacque il teatro di Pirandello che secondo l'autore era teatro solo se riusciva a trasmettere agli spettatori forti emozioni.


Il Dott. Passalacqua si è quindi intrattenuto su alcune opere teatrali in siciliano del Pirandello che lo stesso tradusse anche in italiano al fine di una loro rappresentazione e comprensione nei teatri italiani ma non sempre il nuovo testo riuscì a trasmettere allo spettatore il vero senso ed il significato espresso dalle parole dialettali.

Ha parlato quindi del '' Berretto a sonagli '' ( Titolo orginale '' 'A birritta cu' i ciancianeddi '') che era un copricapo portato pubblicamente dai buffoni come segno di vergogna. La commedia non è un lavoro comico come si evincerebbe dal titolo ed in essa l'autore pone alcuni dei personaggi di fronte ad un dilemma ed in una situazione paradossale dalle quali si può uscire solo accettando di pagare un prezzo altissimo.

In sintesi la signora Beatrice, moglie del Cavaliere, datore di lavoro di Ciampa, venuta a conoscenza del tradimento del marito con Nina, moglie di Ciampa, nonostante i consigli della madre Assunta e di Fana che la invitano alla diplomazia, alla prudenza e a desistere, è spinta dalla Saracena, una sua amica, a denunciare il tradimento del marito al Delegato Spanò. Quest'ultimo, soggetto agli ordini del Cavaliere, cerca di sottrarsi al compito ed alle susseguenti indagini per accertare il tradimento, ma messo alle strette e vista l'insistenza di Beatrice è costretto ad accettare la denuncia.
Da uomo di teatro il Dott. Passalacqua non ha perso l'occasione di leggere il dialogo fra Ciampa, recatosi a casa di Beatrice, e  quest'ultima nel tentativo di convincerla a considerare le conseguenze che la denuncia comporterebbe in quanto egli per salvare il suo onore dovrebbe, facendo una pazzia, uccidere la moglie.

In seguito alla denuncia ed all'arresto del Cavaliere e di Nina sorpresi in flagranza, il Delegato Spanò per non mettersi contro il Cavaliere e per evitare che Ciampa uccida la moglie cerca di imbrogliare le carte giustificando l'arresto del Cavaliere per oltraggio alla forza pubblica in seguito alle sue escandescenze per la perquisizione. Ma ormai lo scandalo è di pubblico dominio. Con sottigliezza Ciampa, avvalorando quanto detto dal Delegato, riesce a capovolgere la situazione a proprio favore ricorrendo allo stratagemma di far credere che Beatrice sia pazza per cui la stessa pur dicendo la verità tutti crederanno che il tradimento sia frutto di una sua fantasia.

Tuttavia Beatrice non è d'accordo con tale soluzione, ma messa alle strette dalla madre e dal fratello Fifì, è costretta ad accettare per il bene di tutti il sotterfugio ed a recitare il ruolo della pazza  e farsi internare per un breve periodo in una casa di cura imparando a sue spese come dire la verità talvolta diventa molto problematico.

Altra commedia su cui l'oratore si è intrattenuto è stata '' La patente '' ( Titolo originale '' 'A patenti '' ).

Il tema di questo lavoro è il contrasto fra ciò che si è e ciò che gli altri pensano di noi nell'ambito di una società in cui persiste l'ignoranza e la superstizione ed in cui molti, fra cui anche un giudice, credono con convinzione alla iettatura ed al malocchio. 
Pertanto in tale società l'uomo, non potento ribellarsi, è costretto ad indossare una maschera che non gli compete anche se da questa situazione in definitiva riesce a trarne a proprio favore un vantaggio.

Il protagonista della commedia è Rosario Chiarchiaro da tutti ritenuto un
iettatore motivo per cui oltre ad essere licenziato è soggetto, quando passa per le strade, a forme scaramantiche da parte di chi lo incontra. Apparentemente per tale motivo egli querela due giovani che avevano fatto i dovuti scongiuri al suo passaggio.

In tribunale, dove arriva vestito da perfetto menagramo, egli chiede allo stupito giudice D'Andrea di non condannare i giovani in quanto il suo vero obiettivo è quello di avere conferita la patente di iettatore perchè in tal modo piazzandosi davanti agli esercizi commerciali al fine di non fargli esercitare il suo melefico potere i proprietari lo pagheranno per farlo allontanare.
Imponendo di fatto una sorta di tassa che nessuno eviterà di pagare per non incorrere nei suoi malefici, egli si potrà così vendicare della società che gli ha appioppato tale nomea.  

Nella parte finale della sua esposizione infine l'oratore si è intrattenuto sulla commedia intitolata '' Liolà '' che è stata ambientata dal Pirandello nella campagna agrigentina sul finire dell'estate.
Il protagonista è un giovane bracciante che all'apparenza è un trasgressore, amante della vita, che ci sa fare con le donne, che ha già avuto tre figli da tre donne diverse ai quali accudisce la madre Ninfa, che non ha alcun interesse per il benessere materiale e che senza accorgesene sconvolge le regola della società in cui vive, ma che alla fine si dimostra giusto e generoso riparatore dei danni subiti da chi è stato ingannato.

Lo  zio Simone Palumbo, ricco proprietario, sposato in seconde nozze con Mita da quattro anni, è assillato di non avere ancora un erede cui lasciare i suoi averi e su questo suo cruccio convergono le trame di Liolà, Mita e Tuzza, figlia di zia Croce, cugina di zio Simone. 
Tuzza facendosi sedurre da Liolà ne rimane incinta e Liolà volendola sposare ne riceve un rifiuto in quanto con la complicità della madre essa tenta di far riconoscere il figlio dallo zio Simone, vecchio e ricco.
Successivamente zio Simone, ormai convinto e raggirato da Tuzza che il figlio che lei aspetta è suo e che a lui lascerà tutti i suoi averi, litiga con Mita che va via di casa rifuggiandosi da zia Gesa, vicina di casa di Liolà.
Mita piena di rancore per Tuzza che le sta per portare via il marito ed i suoi beni e Liolà, in quanto offeso da Tuzza per aver rifiutato le nozze, si mettono d'accordo e di notte Mita apre la porta a Liolà che non si fa pregare per ingravidarla al fine di dare allo zio Simone l'erede tanto voluto.

Un mese dopo, nel periodo della vendemmia, zio Simone annuncia che anche Mita è incinta e che gli darà un figlio legittimo che si va ad aggiungere a quello illegittimo di Tuzza anche se in realtà, ma lui non lo sa, nessuno dei due è stato da lui generato.
Zio Simone propone a Liolà il matrimonio con Tuzza; questa volta è lui a rifiutare perchè sposandosi divrebbe rinunciare al suo modo di vivere, ma nonostante tutto si dichiara disposto a prendersi cura del figlio di Tuzza che si aggiungerà ai tre avuti precedentemente e già affidati alla madre.
La commedia si conclude con il ferimento con il coltello, ma in modo leggero, di Liolà da parte di una Tuzza furibonda. 

Conclusa la relazione del Dott. Passalacqua, è iniziato un breve dibattito a cui hanno partecipato parecchi dei presenti nel corso del quale sono tati trattati alcuni altri aspetti delle commedie in dialetto del Pirandello

Alla sua conclusione e prima dei saluti di arrivederci a sabato 18 febbraio 2017
alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione per il prossimo incontro in programma il Prof. Valenti ha ricordato ai partecipanti all'escursione a Palermo prevista per il giorno successivo, 12 febbraio, che la partenza sarebbe avvenuta alle ore 08.00 da Piazza Vittorio con rientro in sede in serata, ed a ricordo dell'evento, dopo averlo ringraziato, ha donato a nome dell'Associazione al Dott. Passalacqua il libro '' 33 cunti '' di E. Milana.


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