2017 - 03 - 11:Arch. Luigi Biondo - Santi, cavalieri e droleries: simboli nel centro storico



















Sabato 11 marzo 2017 alle ore 18.20 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 giusto quanto previsto dal programma delle attività del XXXI Corso di cultura relativo all'anno 2017 si è tenuto l'incontro con l'Arch. Luigi Biondo che più volte negli anni precedenti ha partecipato alle attività culturali del sodalizio.

L'oratore è stato accolto dal Presidente e dai soci presenti con cordialità ed interesse considerata anche la tematica dell'incontro ed il modo con cui le notizie e le informazioni dallo stesso riferite riescono sempre ad attirare e mantenere viva l'attenzione degli acoltatori.



















Aperti i lavori della serata e dopo aver brevemente presentato il relatore, del resto ben noto ai presenti, il Prof. Valenti gli ha ceduto la parola.

L'Arch. Biondo, attualmente direttore del Museo Pepoli di Trapani e del Polo museale Trapani-Marsala, può vantare a suo merito una grande esperienza museale.

Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso dell'incontro che è stato accompagnato anche dalla proiezione di una interessante serie di diapositive gentilmente rese disponibili e che di seguito si riportano.

L'oratore ha aperto il suo intervento ringraziando l'Associazione per averlo ancora una volta invitato a relazionare cosa che fa sempre con piacere perchè gli consente di partecipare alle attività culturali del sodalizio.
Il tema della serata è stato relativo ad una sua esperienza lavorativa quando si trattò di restaurare la Chiesa di S. Agostino in occasione delle gare di Coppa America svoltesi a Trapani nell'ormai lontano 2007.

Nel centro storico di Trapani si trova una Chiesa intitolata nel 1914 a S. Agostino sulla cui facciata in una nicchia trilobata si trova una statua della Madonna di Trapani attribuita al Gaggini, un rosone di aspetto diverso da quello originale e nella sua parte posteriore un'abside raccordata al corpo della costruzione.
Il rosone originario, rovinato ed eroso dagli agenti atmosferici, agli inizi del 1900 subì improvvidamente degli interventi di rifacimento.
Prima della guerra la chiesa era dotata anche di un campanile, ora non più esistente, in quanto distrutto dai bombardamenti e sostituito dall'abside attuale e così rimaneggiata è praticamente rimasta in abbandono fino all'anno 2005 circa quando si pensò di restaurarla come prima detto.



















Il primo nucleo della chiesa fu costruito dai Cavalieri templari come ospizio dei poveri, dei mendicanti e dei forestieri che in quell'epoca andavano o tornavano dalla Terrasanta.

L'Ordine del Tempio, così era anche denominao, nacque a Gerusalemme fra il 1118 ed il 1119 e le sue regole furono scritte da Bernardo di Chiaravalle. Era un ordine costituito da cavalieri che non avendo titolo nobiliare si battevano con le armi per la difesa dei poveri, degli indifesi e della fede oppure si dedicavano alla vita monastica.
I loro simboli erano una croce rossa, uno scudo nero e bianco ed un cavallo cavalcato contemporaneamente da due cavalieri pronti ad aiutarsi vicendevolmente.
Si crede che nel 1118 dei Cavalieri templari sotto il Tempio di Gerusalemme abbiano trovato dei rotoli di documenti in cui era descritto un sistema di costruzione capace di sconfiggere i serpenti uscenti dal terreno ovvero i terremoti da cui si presume siano poi derivate tutte le belle cattedrali romantiche e gotiche che oggi ancora esistono e si possono ammirare.
Poco chiari sono i retroscena che portarono alla fine dell'Ordine che con il trascorrere del tempo era diventato molto forte e ricco. A tal merito si presume un accordo fra Filippo il Bello e Papa Clemente V che sciogliendo l'ordine consentì al primo di appropriarsi di tutte le sue ricchezze per ripianare i suoi debiti.
A conferma dell'origine dell'edificio sulla sua parete confinante a sinistra con una stradina guardandolo dalla facciata principale si ritrova un bassorilievo con due cavalieri sulla stessa cavalcatura simbolo come detto prima dei templari.



















Nel 2005 in vista del successivo restauro iniziarono i lavori preparatori e le indagini preliminari al fine di stabilire come successivamente intervenire e per conoscere gli elementi che si erano introdotti nei tufi deteriorandoli.

L'operzione di restauro venne portata a termine da restauratori siciliani per asportazione delle parti deteriorate e con il loro ripristino ma in modo che restassero in ogni caso visibili le differenze fra l'originale e il nuovo.
Contemporaneamente vennero condotti anche gli studi per leggere ed interpretare il significato delle figure e degli elementi realizzati con la malta che ornavano il rosone.

Dall'osservazione si rilevò che su di esso erano riportati vari simboli come la stella di Davide, l'Agnus Dei al suo centro dal 1860 ed altri elementi rappresentanti anche in simboli musulmani cosa che potrebbe far presumere che l'edificio potesse essere utilizzato in passato come luogo di riferimento in cui si riunivano le autorità politiche e religiose della città in cui le diverse etnie e religioni convivevano pacificamente.
Sul rosone sono anche ritrovati numerosi droleries, dal francese drolerie, ovvero figure che in genere si ritrovano ai margini di un'opera principale, nei manoscritti miniaturizzati, sulle facciate di chiese, ecc. che rappresentano immagini grottesche e bizzarre e prive di un significato intrinseco e che, facendoci attenzione, si possono osservare sulle facciate o all'interno di vari edifici e chiaramente non solo a Trapani ma anche in varie altre città.

L'Arch. Biondo tuttavia nella sua esposizione ha voluto dare, oltre a quella puramente decorativa, un'altra personale interpretazione del rosone di S. Agostino e partendo dalla considerazione che su di esso si ha la presenza contemporanea di simboli relativi alle tre religioni monoteistiche si è domandosi cosa potressero avere esse in comune.
La risposta più ovvia sarebbe che tutte e tre le religioni hanno un solo dio, ma il relatore è andato più in là identificando il rosone come il simbolo del '' paradiso terrestre '' in considerazione che molte delle decorazioni al suo interno rappresentano fiori e foglie e quindi un giardino ricco di piante, acqua, ecc. come l'Eden ed in sintesi un luogo in cui la vita scorre e si rinnova continuamente.

E' quindi un messaggio di pace, di pacifica convivenza fra tutti i popoli, a prescindere dalla loro religione e credenza, come in passato è già avvenuto fra gli abitanti di Trapami, che il rosone di S. Agostino dovrebbe trasmettere ai visitatori ed ai turisti che vengono in città. 

L'Arch. Biondo ha concluso la sua relazione con una frase di Baudelaire:'' Da domani in poi ci si potrà accorgere di altri simboli di bellezza e di pace ''.

E' seguito quindi un interessante dibattito a cui hanno partecipato molti dei presenti taluni dei quali hanno apportato anche un contributo personale,
Al suo termine il Prof. Valenti a nome dell'Associazione ha offerto all'ospite in ricordo della serata il libro di E. Milana '' 33 cunti '' e prima di chiudere la serata ha ricordato ai soci il prossimo incontro in programma 18.00 nella sede dell'Associazione. 

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