2018 - 05 - 19: Prof.ssa Ing.Tiziana Basiricò - I sanatori in Sicilia ed a Trapani
Sabato 19 maggio 2018 alle ore 18.30 nella sala delle riunioni dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32 si è tenuto il settimanale incontro previsto dal programma delle attività per l'anno 2018, XXXII Corso di cultura.
L'ospite della serata e relatrice, Prof.ssa Ing. Tiziana Basiricò dell'Università '' Kore '' di Enna, è stata cordialmente accolta dai presenti e dal Presidente che le hanno manifestato anche il loro affetto personale essendo stato il padre, quando era in vita, uno dei soci più attivi del sodalizio.
I lavori della serata sono stati aperti dal Prof. Valenti che, chiedendo scusa e per motivi di opportunità, ha effettuato le seguenti comunicazioni organizzative relative agli appuntamenti previsti dal calendario delle attività nel periodo a venire:
- sabato 2 giugno 2018 non si sarebbe tenuto alcun incontro e quindi nessuna attività in quanto il tema era stato già anticipato a sabato 7 aprile 2018
- l'escursione a Chiusa Sclafani prevista per il mese dio giugno sarebbe stata parimenti annullata
- la Conviviale prevista per la conclusione della prima parte del programma delle attività relative al 2018 per domenica 10 giugno 2018 alle ore 19.00, anche per la coincidenza delle elezioni amministrative che cadranno nello stesso giorno, sarebbe stata spostata ed anticipata a sabato 9 giugno 2018 alle ore 12.30 presso il ristorante '' Grotta Perciata '' in località Bonagia da rggiungere con mezzo proprio e pertanto chi avesse voluto prendervi parte avrebbe potuto effettuare la relativa ed indispensabile prenotazione.
Ciò premesso ha quindi ceduto la parola alla Prof.ssa Basiricò.
Si riporta di seguito una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della serata che è stato accompagnato dalla proiezione di una interessante serie di diaposite molte delle quali d'epoca in quanto risalenti al periodo considerato ovvero essenzialmente alla prima metà del 1900.
Dopo aver ringraziato i presenti e l'Associazione per l'invito a relazionare, la Prof.ssa Basiricò ha iniziato precisando che quanto avrebbe detto è il frutto di una sua ricerca ancora in atto che è scaturrita dalla vista che ha andando e proveniendo da Palermo, dove risiede, dell'edificio del sanatorio di Torrebianca in località S. Giovannello intitolato a Rocco La Russa, nato ad Erice nel 1828 e morto nella battaglia del Ponte dell'Ammiragliato a Palermo nel 1860, per ricordare la sua prestigiosa attività di patriota e di medico.
La malattia della tubercolosi era nota anche in età classica e in tutte le epoche successive ma era particolarmente diffusa fra la popolazione alla fine del 1800 egli inizi del 1900 quando mieteva molte vittime soprattutto fra i ceti meno abbienti a causa delle scarse condizioni igieniche, al degrado abitativo e fra le famiglie numerose dove facilmente si diffondeva, ma non di rado colpiva anche i ceti più abbienti..
La situazione era tale che in Europa iniziarono studi dedicati e una lotta alla malattia utilizzando soprattutto una terapia sintomalogica, almeno fino agli anni 50 quando fu scoperta la pennicillina, che consisteva nell'allontanare le persone malate dai luoghi malsani portandole in zone in cui l'aria era più salubre come la montagna e le zone marine, prescrivendo massimo riposo, una superalimentazione e non trascurando l'azione elioterapica che dimostrò avere una influenza benefica nella guarigione.
Su tali basi pertanto fisiologi ed architetti iniziarono degli studi al fine di creare edifici ad hoc che realizzassero le migliori condizioni abitative e di soggiorno al fine di migliorare anche le condizioni fisiche degli ammalati nonchè la loro guarigione.
Nacquero così e furono realizzati in vari paesi i sanatori che dovevano tuttavia avere particolari caratteristiche edilizie ed essere ubicati in zone aventi precise ed idonee ubicazioni geografiche ovvero in aree montane e marine.
Nei primi decenni del novecento per affrontare in modo unitario la situzione nacquero in Itlia alcune associazioni come la Federazione Italiana Fascista per la Lotta contro la Tuberclosi e l'Opera Nazionale Maternità ed Infanzia che dedicò particolare attenzione alle madri malate di tubercolosi ed ai bambini che da esse nascevano.
Nel 1939 fu emanata una legge che prevedeva in ogni provincia la nascita di un Consultorio, inizialmente non obbligatorio ma successivamente si, per gestire la lotta alla tubercolosi che andava dalla prevenzione alla cura.
Fu anche lanciato un piano nazionale per la realizzzione in tutta Italia di 60 sanatori con 20000 posti letto ed un piano di propaganda nazionale per far conoscere alla popolazione le problematiche della malattia e difforendere le corrette pratiche igieniche.
Iniziarono anche le campagne antitubercolari che prevedavano la stampa di appositi francobolli da acquistare ed il cui ricavato andava ad integrare i fondi stanziati per la costruzione degli edifici e per gestire le varie attività come la realizzazione di film, raccolte per mezzo della stampa, ecc.
In definitiva si creò una lotta a 360° con l'aiuto di vari Enti e con sedi in varie città.
Furono anche create '' La casa del bambino '' per ospitare le madri incinte, le colonie marine e montane per i bambini nonchè anche scuole all'aperto per tutte le età.
In questo fervore si distinsero a Trapani anche dei munifici filantropi che di propria iniziativa crearono strutture destinate allo scopo come il Dispensario antitubercolare, ubicato in Via Spalti, ed il Sanatorio, ubicato a nord della città in vicinanza del mare, realizzati per volontà di Giuseppe Serraino Vulpitta e l'Ospizio Marino per volonta di Antonino Sieri Pepoli, ubicato sull'isola Zavorra.
Nell'ambito della costruzione dei sanatori in Sicilia venne costruito quello di Torrebianca, che si aggiunse a quello già esistente voluto dalla Famiglia Serraino Vulpitta, che venne intitolato al medico ericino Rocco La Russa, come precedentemente detto e che fu visitato da Mussolini nell'agosto del 1937.
Gli edifici costruiti dai privati a Trapani erano in stile prevalentemente Liberty considerata l'epoca della loro realizzazione ( 1931-33). Tutti i sanatori dovevano tuttavia rispondere a determinati requisiti sia in termini di localizzazione, di esposizione che di forma strutturale che vennero determinate dalla collaborazione fra i fisiologi e gli architetti.
In relazione all'ubicazione come prima detto essi dovevano essere costruiti in vicinanza del mare o in zone collinari o in montagna per poter respirare gli ammalati aria particolarmente salubre e ciò era valido anche per l'ubicazione delle colonie, talvolta permanenti, e delle scuole all'aperto che tuttavia disponevano anche di locali chiusi da utilizzare nei giorni di cattivo tempo.
Per quanto riguardava la loro esposizione le camere di degenza, normalmente a sei letti con armadi e lavandini, dovevano essere in ogni caso esposte a mezzogiorno al fine di sfruttare l'azione elioterapica e su tale lato dovevano anche essere ubicate ampie verande dove tramite idonee aperture poter uscire dalle camere i letti dotati di ruote nel corso della giornata. Esse tuttavia dovevano disporre di sistemi di tende per la loro parziale schermatura e protezione contro il cattivo tempo. La loro tipologia era di tipo Nord o Sud a seconda del lato in cui era ubicato l'ingresso principale.
Erano congegnati in modo da tenere del tutto separati uomini e donne anche se alcuni locali come refettorio, cappella erano in comune.
Nel piano terra era ubicato l'ingresso principale in genere di pianta esagonale da dove con due scale separate si accedeva ai piani superiori in cui erano sistemate nelle testate camere di degenza a due letti per i malati più gravi che necessitavano cure particolari, gli ambulatori e le sale mediche.
Nel seminterrato i vari servizi: igienici, cucina, lavanderie, locali di sterilizzazione, riscaldamento.
All'ultimo piano, parzialemte costruito, i locali alloggio per le suore ed una parte dedicata ai bambini con il lastrico solare utilizzato come luogo di terapia e svago.
La loro forma era pertanto a T o a doppio T e derivado da un progetto unico erano molto simili fra di loro. Il prospetto principale era di impronta neoclassica come era allora dettato dal regime per gli edifici pubblici.
La tecnica utilizzata nella loro costruzione era in muratura portante che utilizzava anche strutture in calcestruzzo armato solo nei locali molto ampi. Le capriate erano in calcestruzzo armato con travi in legno mentre i solai venivano realizzati in vari modi.
Oggi venuta meno l'utilizzazione dei sanatori sia per la diminuzione della patologia che per le modalità del suo trattamento, molti di essi sono stati abbandonati con la conseguenza di essere vandalizzati aumentandone il degrado oppure sono stati trasformati in ospedali dove l'installazione di ascensori nelle trombe delle scale o esterni, corpi aggiunti, rampe, installazione degli split dei climatizzatori ne hanno rovinato i prospetti originali.
Per quanto riguarda Le strutture trapanesi:
- il sanatorio Serraino Vulpitta ha subito nel tempo varie trasformazioni d'uso legate alle situazioni ed alle necessità contingenti del momento
- il dispensario Serraino Vulpitta è in fase di ristrutturazione e cambiamento di destinazione i cui lavori sono allo stato attuale sospesi
- l'Ospizio Marino Sieri Pepoli adibito una volta a colonia marina permanente è altresì chiuso e parzialmente vandalizzato
- il sanatorio di Torrebianca è chiuso nonostante tempo fa abbia subito dei rifacimenti ed in stato di degrado risulta essere anche la bella pineta che lo circonda
- la scuola all'aperto posta all'interno di Villa Margherita è chiusa e recintata perchè pericolosa
- la casa della Madre e del bambino di via Marino Torre ha subito l'elevazione di un piano ed in parte è utilizzata come consultorio mentre un'altra parte è utilizzata come scuola dell'infanzia.
Trattandosi in ogni caso di edifici aventi una età superiore ai 70 anni e rappresentativi di un'epoca dal punto di vista architettonico rientrano di diritto nella conservazione dei beni culturali e quindi meriterebbero di essere recuperati e destinati ad una utilizzazione diversa ma in ogni caso congrua come per esempio locali universitari, ecc.
C'è tuttavia il rischio che vengano alienati e che i privati li demoliscano e li trasformino con destinazioni che allo stato attuale non possono essere note.
E' con queste considerazioni che la Prof.ssa Basiricò ha termianto il suo intervento a cui ha fatto seguito un interesante dibattito che ha visto la partecipazione di numerosi presenti in sala che essendo trapanesi conoscono e seguono le vicissitudini e lo stato di molti degli edifici che si trovano nel territorio soprattutto cittadino.
Conclusa la discussione il Prof. Valenti a nome dell'Associazione dopo aver ringraziato la relatrice dell'interessante tema trattato le ha donato il libro '' Sicilia risorgimentale '' di S. Costanza e dopo aver ricordato ai presenti che il prossimo incontro previsto dal programma delle attività del XXXII Corso di cultura si sarebbe svolto sabato 26 maggio alle ore 18.00 nei locali dell'Associazione ha chiuso i lavori della serata.