2018 - 05 - 26: Prof. Salvatore Vecchio - Giovanni Gentile e il tramonto della cultura siciliana

Sabato 26 maggio 2018 alle ore 18.30 nella sala delle conferenze dell'Associazione per la Tutela delle Tradizioni Popolari del Trapanese sita in Trapani via Vespri 32, giusto quanto previsto dal programma delle attività del XXXII Corso di cultura per l'anno 2018 si è tenuto regolarmente l'incontro con il Prof. Salvatore Vecchio.














L'ospite, ben noto ai membri dell'Associazione per aver per molti anni aasiduamente partecipato alle sue attività culturali è stato ricevuto dal Presidente e dai presenti con cordialità e simpatia.

Aperti i la vori della serata, il Prof. Valenti dopo aver salutato e ringraziato il relatore per aver ancora una volta accettato l'invito a relazionare, per motivi di opportunità, chiedendogli scusa, ha comunicato ai presenti che:
- la Conviviale estiva prevista per domenica 10 giugno 2018 alle ore 12.30, è stata definitivamente fissata ed anticipata a sabato 9 giugno 2018 alle ore 12.30 nel ristorante '' Grotta Perciata '' in località Bonagia da raggiungere con mezzo proprio per cui chi non l'avesse ancora fatto avrebbe dovuto effettuare la relativa prenotazione
- nell'ambito della partecipazione alla vita culturale trapanese il Prof. Valenti, Presidente dell'Associazione parteciperà ai seguenti eventi:
  - venerdì 8 giugno 2018 alle ore 17.30 presso la Biblioteca Fardelliana di Trapani presenterà il libro '' Morire per acqua '' di Rino Messina
  - venerdì 15 giugno 2018 alle ore 18.30 nella Sala Laurentina a Trapani presenterà il libro di racconti '' La città nel mare '' di Mario D'Angelo
a cui sarebbe gradita la prtecipazione dei soci.

Subito dopo è passato a presentare brevemente il relatore della serata, Prof. Vecchio, che ha accettato sempre e con piacere gli inviti a relazionare che gli sono stati rivolti dal sodalizio e con i quali ha vuto modo di rendere noti i risultati delle sue interessanti ricerche cedendogli subito dopo la parola.

Si riporta una breve sintesi liberamente tratta da quanto riferito nel corso della serata.
 
Il Prof. Vecchio ha iniziato la sua esposizione salutando i presenti e ringraziando l'Associazione per l'invito che ancora una volta ha accettato con piacere ed ha precisato che l'argomento della serata sarebbe stato la sintesi di un suo saggio di molti anni prima su di uno scritto di Giovanni Gentile dal titolo '' Il tramonto della cultura siciliana '' in cui il filosofo faceva, da un suo punto di vista, un quadro generale della cultura siciliana nel '700 e nell'800.

Il Gentile è da considerare un grande filosofo che però fu trascurato per le sue idee, ma che invece avrebbe dovuto essere apprezzato per quello che era e per le sue opere a prescindere dalle sue idee politiche..

Nato a Castelvetrano ( TP ) nel 1875, studiò in seguito a Trapani presso il Liceo Ximenes dove ebbe i suoi primi insegnamenti di filosofia, trasferendosi poi all'Università di Pisa dove iniziò ben presto a mettersi in evidenza. Insegnò nei Licei e nel 1906 vinse la cattedra di filosofia presso l'Università di Palermo dove rimase fino al 1913.

In quel periodo conobbe ed apprezzò la cultura siciliana e l'opera di alcuni illustri siciliani del tempo come Giuseppe Pitrè, Di Marzo, Giuseppe Salomone Marino, Leonardo Vivo ecc. ed iniziò a scrivere i saggi che inserì nel volume '' Il tramonto della cultura siciliana '' che pubblicò nel 1916 anno in cui, secondo il suo modo di vedere, iniziò il tramonto della cultura nell'isola.

Dell'opera del Pitrè, una volta ministro, promosse nel 1940 a livello nazionale l'edizione del primo volume intitolato '' Canti popolari siciliani ''.

I nove saggi raccolti nel libro, a parte una ampia e ricca introduzione, sono saggi che fanno notare una certa differenza fra quella che era la cultura italiana e la cultura siciliana fra il '700 e l'800.














In essi il Gentile rimprovera i siciliani di darsi alla filosofia del materialismo e di non aver accolto il Romanticismo e fa risaltare il fatto che essi non si siano interessati all'Idealismo ovvero della filosofia del Romanticismo.

Fu un nazionalista agguerrito e portava avanti l'idealità della nazione e fece di tutto per mettere in risalto ciò trascurando però il fatto che i siciliani in effetti erano aperti alla cultura e studiavano anche gli stranieri.
Non era vero che la cultura siciliana era chiusa in se stessa ma essa fu da sempre una mediatrice di cultura fin dal medioevo ai giorni nostri.

Si è quini soffermato ad elencare una serie di uomini illustri siciliani noti alla loro epoca non solo in Italia ma anche in Europa come Tommaso Caloria, , poeta messinese , amico del Petrarca, Priamo Capozio poera marsalese che insegnò in Germania, Tommaso Schifaldo che studiò a Pisa ed insegnò in varie parti, Lucio Flaminio che insegnò in Portogallo a Salamanca, ecc.

Nel '700 e nell''800, secoli su cui si soffermò il Gentile nei suoi saggi, la Sicilia era quindi aperta agli scambi ed importava anche libri per cui tanti autori stranieri erano noti, conosciuti ed apprezzati per le loro opere. Non a caso, quindi, nelle migliori famiglie si scriveva e si parlava correntemente il francese.

Le idee circolavano in quanto si conoscevano ed erano letti autori francesi come Diderot, Lambert, Montesquiè, Rousseau e si allargavano a macchia d'olio tanto che le masse nel 1763 si ribellarono e cacciarono il vicerè Fogliani. Tutto successivamente però rientrò perchè i siciliani erano sì aperti alla cultura ma erano invece conservatori e moderati in politica.

Il colto ceto degli intellettuali era costituito da persone arrivate che volevano conservare le posizioni acquisite  o migliorarle ulteriormente per cui volevano tenere inalterati i loro principi e la loro posizione e quindi pur essendo aperti alle nuove idee in realtà non facevano niente di concreto.

A tal proposito l'oratore ha ricordato Tommaso Natale che fu un giurista che anticipò le ideee del Beccaria a proposito della pena di morte e di cui scrisse nel 1759 un saggio pubblicato poi nel 1772 quasi in contemporanea con quello del Beccaria.
Ed ancora Tommaso Campaillla nato nel 1868 e morto nel 1740, medico, poeta, filosofo, scienziato apprezzato in tutta l'Europa che scrisse fra il 1719 ed il 1720 un poema dal titolo '' l'adamo ed il mondo creato '' in cui ricalcò il pensiero di Cartesio. Come medico inoltre ideò un metodo per curare i malati all'interno di campane utilizzanzo le erbe ricevendo molti plausi da altri scienziati europei del tempo.

La Sicilia pertanto non era chiusa in quanto nel '700 - '800 si argomentava, come del resto in Italia ed in Europa, di politica, religione, attualità, filosofia ed anche la storiografia ebbe un risveglio strepitoso nel senso che si parlava non più dei meri fatti storici ma anche delle motivazioni per cui gli eventi si verificavano e del come essi influivano su certe realtà.

I nostri storici indagavano anche su tematiche classiche, ma ciò fu interpretato dal Gentile come argometazioni già superate in quanto inerenti ad eventi passati e dispute ormai sorpassate.

La Siclia anche se poteva essere considerata arrivata al capolinea e quindi al tramonto come nazione, non lo era certamente come cultura come ritenuto dal Gentile, considerato l'intenso lavoro e gli studi che venivano portati avanti dai molti autori fra cui quelli precedentemente menzionati.

Il Gentile portava avanti le sue considerazioni sulla base del regionalismo e dell'isolamento in cui la Sicilia era rimasta per lungo tempo ritenendo che essa rifiutasse decisamente la nuova cultura dell'Idealismo in filosofia  e del Romanticismo in letteratura, ma in realtà ciò non era vero.

Anche in Sicilia, come avvenne in altre parti, si ebbe la polemica classico-romantica. I romantici siciliani auspicavano una autonomia e pur mantenendosi in linea con l'idea unitaria si auguravano anche un miglioramento delle condizioni economiche e sociali. Infatti anche se si era fatta l'Italia non si erano fatti gli italiani e ciò anche fino a tanto tempo dopo successivamente.

La Siciia non è stata mai favorita dagli eventi anzi, ha precisato espressamente  l'oratore, essa è stata sempre scarognata in quanto le masse non sono mai state sentite e si sono sempre fatte trascinare sia in passato che anche oggi: allora dai poteri forti, oggi perchè sperano in qualcosa o aspirano a qualcosa, ma in ogni caso sono state e sono ancora imbrogliate e prese in giro.

Ha quindi concluso affermando che in ogni caso e nonostate tutto la Sicilia è stata sempre terra di cultura. 

E' seguito un interessante dibattito che ha visto la partecipazione di molti dei presenti in sala che hanno posto vari quesiti e chiesto precisazioni ai quali il Prof. Vecchio ha risposto esaurientemente.














Al suo termine, il Prof. Valenti ringraziando il relatore per l'interessante tema trattato, a nome dell'Associazione ed a ricordo della serata gli ha offerto illibro '' Sicilia risorgimentale '' di S. Costanza ed ha chiuso i lavori ricordando ancora ai presenti che la Conviviale estiva, a chiusura della prima parte del XXXII Corso di cultura per l'anno 2018, si sarebbe tenuta presso il ristorante '' Grotta Perciata '' in località Bonagia il giorno 9 giugno 2018 alle ore 12.30 da raggiungere con mezzo proprio.
 

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